<i>Diplocaulobium chrysotropis</i>

Nella foto di copertina: Diplocaulobium chrysotropis in coltivazione nella collezione rio Parnasso.                                                                                                                                    Nome specifico
Diplocaulobium chrysotropis (Schltr.) AD Hawkes, Lloydia 20: 128 (1957).
Sezione Goniobulbon

Etimologia
Il nome di questo genere deriva dalla latinizzazione di tre parole greche: doppio, radice e vita; riferendosi ai due tipi di pseudobulbi di questo genere.
Nome di specie chrysotropis: significa “chiglia dorata”

Sinonimi
Dendrobium chrysotropis Schltr. 1906

Diplocaulobium crysotropis è endemico nel nord della Papua Nuova Guinea. Specie epifita, vive sugli alberi nelle foreste nuvolose a un’altitudine di 1000-1300 metri.
Si tratta di una orchidea miniatura a sviluppo simpodiale con pseudobulbi lunghi 3 cm che portano una singola foglia apicale, eretta.

CURA E CULTURA.
Luce:
Diplocaulobium chrysotropis richiede buona luminosità, circa 25000-30000 lux, con un fotoperiodo ideale di 12 ore.
Temperatura:
La temperatura ideale è di 22-24 gradi centigradi durante il giorno; notte a 18-19 di notte. Nel suo habitat naturale le temperature sono più o meno costanti durante tutto l’anno. In autunno si accentua lo sbalzo termico fra giorno e notte (6-7 ° C), fattore considerato decisivo per stimolare la fioritura di questa specie.
Umidità:
Diplocaulobium chrysotropis ha bisogno di un’umidità media dell’80-85% per tutto l’anno.
Substrato, supporti in crescita e rinvaso:
Il miglior modo di coltivare Diplocaulobium chrysotropis è su zattera, con letto di sfagno intorno alle radici.
Irrigazione:
Durante il periodo di sviluppo questa orchidea richiede acqua frequentemente e abbondantemente; le sue radici non devono mai rimanere asciutte.
Fertilizzante:
Si consiglia di utilizzare dosi ridotte rispetto a quelle indicate da sciogliere nell’acqua di bagatura ogni 7-10 giorni. Durante il periodo di riposo non fertilizzare.
Periodo di riposo:
Nel suo habitat naturale non ci sono variazioni stagionali di temperatura; l’inverno è un po ‘più secco del resto dell’anno. In coltivazione se gli pseudobulbi iniziano ad avvizzire, dobbiamo aumentare la quantità di acqua.

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