Coelogyne ovalis

Prologo. Non sempre il rapporto del coltivatore con le sue orchidee è dei migliori. Soprattutto quando le piante in coltivazione raggiungono varia migliaia, può capitare che qualche pianta sia trascurata, dimenticata in una parte inaccessibile della serra. Così è andata con la mia Coelogyne ovalis in foto, da tempo sistemata in un coppo appeso al pannello cooling e nascosta da altre piante. Durante le fasi di smantellamento (chiusura collezione) mi è capitata fra le mani l’orchidea, sporca, con chiari segni di aggressioni di tripidi e di altri parassiti. Onestamente pensai di eliminare la pianta, la appesi ad una rete di supporto in attesa di decisione definitiva, sono trascorsi solamente pochi giorni ed ecco la sua risposta: un po’ malconcia ma piena di fiori… a lei l’onore di questo post.

Il genere Coelogyne è tra i 900 generi di orchidee distribuiti in tutto il mondo ed è stato nominato nel 1821 da John Lindley (1799-1865), che fu, in varie occasioni, assistente di Joseph Banks, direttore di Kew Gardens, professore di botanica all’Università di Londra, autore di Ladies ‘Botanany e organizzatore della prima mostra floreale della Gran Bretagna, nel 1830.

Coelogyne ovalis Lindl 1838 SEZIONE: Fulginosae

Specie epifita e/o litofita, endemica in Assam, Tibet, Nepal, Bhutan, Xizang e nelle province dello Yunnan della Cina, India nord-orientale, Myanamar, Thailandia e Vietnam. Trovata lungo i fiumi nelle valli montane, sugli alberi o sulle rocce ad altitudini da 600 a 3000 metri.

Coelogyne ovalis : fiore.
Coelogyne ovalis : pianta.

Coelogyne ovalis Lindl., Bot di Edwards.Reg.24 (Misc.): 91 1838 . (Sin: Coelogyne decora Wall. Ex Voigt; Coelogyne pilosissima Planch.); Distribuzione: dall’Himalaya alla Cina (W. Yunnan) e Indo-Cina.

Sinonimi:
Coelogyne decora Wall. ex Voigt, Hort. Sobborgo. Calcutt .: 621 (1845).
Coelogyne fuliginosa Lodd. ex Hook., Bot. Mag. 75: t. 4440 (1849).
Coelogyne pilosissima Planch., Hort. Donat .: 144 (1858).
Coelogyne longiciliata Teijsm. & Binn., Natuurk. Tijdschr. Ned.-Indië 27: 16 (1864).
Pleione fuliginosa (Lodd. Ex Hook.) Kuntze, Revis. Gen. Pl. 2: 680 (1891).
Coelogyne arunachalensis HJChowdhery & GDPal, Nordic J. Bot. 17: 369 (1997).

Derivazione del nome di specie: dalla forma rotondeggiantre della parte mediana del labello. Nome popolare cinese: Chang Lin Bei Mu Lan.

Il genere Coelogyne comprende circa 25 specie. Coelogyne ovalis è parente stretta di Coelogyne fimbriata, entrambe sono abbastanza facili da coltivare, perché sono tolleranti a varie condizioni climatiche.

Temperature: da freddo a intermedio – vale a dire al livello più basso 12 – 12,5 gradi Celsius di notte fino a oltre 27 durante il giorno. Luce: media filtrata 50% in serra, all’ombra degli alberi se coltivata all’aperto. Evitare temperature calde e sole diretto, la luce del sole brucia.

Acqua: Coelogyne ovalis desidera molta acqua, quasi ogni giorno se motata su zattera, tenere il substrato sempre umido se coltivata in vaso. Un sistema elementare per verificare la corretta bagnatura della pianta si ha controllando gli pseudobulbi: corretta se gli pseudobulbi sono belli turgidi, deficitaria se invece sono raggrinziti.

Concimazione: La concimazione non è strettamente necessaria per questa orchidea, soprattutto se coltivata in substrato di corteccia. Se si vuole fertilizzare però, conviene usare dosi molto blande e solo una volta al mese.

Con una buona coltivazione, questa specie può fiorire due o più volte all’anno. In generale le Coelogyne non amano essere rinvasate e dopo un eventuale rinvaso la vegetazione rimane ferma per per molto tempo. Qualora si renda neccessario il rinvaso o il cambio di supporto è buona norma mettere tutto l’apparato radicale su un supporto o vaso più grande senza mai rimuovere la pianta.

Sintesi della descrizione scientifica di registrazione: “Rizoma strisciante, relativamente lungo, ca. 3 mm di diametro., Internodi 1-2,4 cm. Pseudobulbi 8-13 cm di distanza sul rizoma, quasi cilindrici, 3-6 cm x 6-8 mm, con due foglie all’apice e due guaine alla base; guaine ca. 3 cm, membranose, caduche quando invecchiano. Foglia lanceolata lama, oblungo-lanceolate, o ovato-lanceolate, 6-12 × 2-3,7 cm, cartaceo, acuminate all’apice o ottuso; picciolo 5-10 cm. Infiorescenza heteranthous; peduncolo 5-8 cm, base rivestita con diverse guaine equitant tubolare; rachide spesso con 1 o 2 o raramente 3 o 4 fiori si aprono in successione, apici del rachide racchiusi in diverse brattee bianche; brattee floreali caduche; pedicello e dell’ovaio 6 -10 mm. Fiori giallo verdolino, con strisce rosse violacee sul labello. Sepali oblungo-lanceolati, ca. 20 × 5-6 mm. Petali filiformi o strettamente lineari, quasi lunghi quanto i sepali, ca. 1 mm di larghezza; labello suboblong-ovale, ca. 20 × 15 mm, a 3 lobi, lobi laterali eretti, subovate; metà del lobo ellittico, ca. 10 × 9 mm, fimbriate a margine; callo con tre lamelle longitudinali, di cui due interni viola si estende dalla parte mediana o apice vicino alla base del disco, lamella mediana indistinta, a volte altre due lamelle molto più brevi di fuori altre sulla metà del lobo. Colonna leggermente arcuata, ca. 13 mm, entrambi i lati con le ali: le ali allargate verso l’apice della colonna, apice ottuso; antera ca. 2,5 mm; rostello ca. 2 mm. Capsule subobovoid, ca. 2,5 × 1,2 cm; fruttificazione pedicello ca. 5 mm. Fl. Ago-nov, fr. prossimo settembre 2n = 40, 80.”…

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