Archivio mensile:Giugno 2020

Dracula brangeri Luer, 1986

Dracula brangeri: fiore – coltivazione rio Parnasso

Dracula brangeri è un’orchidea epifita nel genere Dracula. Una specie della Cordigliera Orientale colombiana. Il labello dei fiori è incernierato ed è molto simile a D. chimera.
Rifiorente tutto l’anno con fiori larghi 2 cm. che variano dal colore arancio al giallo Van Dick. Le foglie sono strette e appuntite.
Non esiste documentazione sul suo habitat di endemicità.
È stata identificata per la prima volta in Europa. La pianta proviene da un collezionista di orchidee colombiane, venduta a Herr Hubein in Germania, successivamente ceduta a Christian Branger, di Lunteren, Paesi Bassi, dal quale trae origine il nome di specie. La località pubblicata della Cordigliera Orientale è solo un’ ipotesi.

Coltivazione:
Tenere la pianta in luoghi ombreggiati. La pianta va coltivata in ambiente fresco e ventilato. Sistemazione in cestini di rete con substrato di corteccia fine e perlite o il muschio di sfagno. Innaffiare regolarmente e mantenere umido il substrato.
Referenze: Hermans, Johan & Clare. Orchid Digest special publication: An Annotation Checklist on the Genus Dracula. Orchid Digest Corp., 1997.

Dracula brangeri: pianta – coltivazione rio Parnasso

Epidendrum secundum f. alba

Epidendrum Lindl. 1763 è il genere più numeroso della famiglia delle Orchidaceae, nel suo insieme presenta una notevole diversificazione morfologica, spesso causa difficoltà di classificazioni, sia infragenerici ed anche dei confini interspecifici.
Quindi, per non perderci nel mare immenso caratterizzato dall’intero genere Epidendrum, cercheremo di evidenziare i confini infragenerici all’interno di un sottogenere. Prenderemo ad esempio il sottogenere Amphiglottium, andremo a scoprire come è struttrato e poi ci soffermeremo su alcune specie incluse in una sua sottosezione. Innanzittutto giova ricordare che la tassonomia è una scienza in continua evoluzione, soprattutto ora che si avvale di supporti di studio del DNA.
Recenti indagini filogenetiche su questo sottogenere, confermano sostanzialmente la sua monofilia, anche se non estesa a tutte le sezioni che lo compongono.
Per altro, gli studi effettuati sul sottogenere Amphiglottium, confermano anche una grande variabilità del numero dei cromosomi (numeri da 24 a 2n = 2n = 240). Tale poliploidia è probabilmente imputabile alle varie forme di ibridazione naturale, che rappresentano importanti meccanismi di speciazione all’interno del gruppo.

Epidendrum sottog. Amphiglottium (Salisb.) Lindl. 1841.
E’ un sottogenere che raggruppa gli Epidendrum con lo stelo a forma di canna. Si caratterizza per le infiorescenze apicali ed i peduncoli coperti da guaine imbricate strette. Reichenbach ha suddiviso questo sottogenere in tre sezioni:
E. Sez. Polycladia con infiorescenze veramente paniculate.
E. Sez. Holochila con infiorescenze racemose e un labello indiviso.
E. Sez. Schistochila con infiorescenze racemose e un labello lobato.


Referenze
1 – “IX.—AMPHIGLOTTIUM. Caulis foliosus erectus. Pedunculus elongatus squamis imbricatus. Labellum adnatum.” John Lindlely ” Notes upon the genus EPIDENDRUM” in Hooker, The Journal of Botany 3(1841) p.
2 – Reichenbach, H. G. “ORCHIDES” in Müller, C., Ed. Walpers Annales Botanices Systematicae Tomus VI pp. 373-397. Berlino. 1861.

Sezione Schistochila
Reichenbach, suddivise questa sezione in tre sottosezioni:
E. Sottosez. Integra, margini dellabello (“laciniis omnibus Integris ……. C. Integra Schistochila.”) senza alcuna crenulatura, fimbriatura, denticulatura o lacerazione.
E. Sottosez. Carinata (“laciniis laceria, Lobo Medio lamellato …… D. Schistochila carinata.”) margini del labello lacerati, lobo medianoe del labello con una chiglia (carina).
E. Sottosezione Tuberculata (” laciniis laceria Lobo Medio nuso Basi bicalloso E. .. Schistochila tuberculata “) margini del labello lacerati, lobo mediano del labello con grandi tuberculi alla base.
Recenti esami biochimici (DNA) delle sottosezioni sopra elencate hanno evidenziato quanto segue:
E. sezione Schistochila è monofiletico ;
E. sottosezione tuberculata è monofiletico ;
E.sottosezione carinata è polifiletico; inquadrabile come un clade “andina”;
La specie E. radicans è sorella delle rimananti sottosezioni di E. sezione Schistochila.
Le tre specie incluse in E. sottosezione tuberculata (E. cochlidium, E. secundum e E. xanthinum) potrebbero non essere monofiletiche.

Epidendrum secundum f. alba – collezione rio Parnasso

Referenze
Lindley, “VII. Notes upon the Genus Epidendrum, by Professor Lindley.” Hooker’s Journal of Botany;… III, 1841, p. 81
“Flores racemosi (raro in paniculam racemosam luxuriantes), labellum lobatum” H. G. Reichenbach “Orchides” in Carl Müller, Ed. Walpers. Annales Botanices Systematicae 6(1861)373 Berlino. p.
Fabio Pinheiro, Samantha Koehler, Andréa Macêdo Corrêa, Maria Luiza Faria Salatino, Antonio Salatino & Fábio de Barros. “Phylogenetic relationships and infrageneric classification of Epidendrum subgenus Amphiglottium (Laeliinae, Orchidaceae)”, Plant Systematics and Evolution published online 25 September 2009. Springer Vienna.

Sottosezione tuberculata
Questa sottosezione si differenzia dalla sottosezione carinata per la presenza di un un callo, o tuberculo sul lobo mediano del labello. Reichenbach ha incluso 22 specie in questa sottosezione. Da allora, gran parte delle specie appartenenti a questa sottosezione sono state messe in sinonimia con Epidendrum secundum (i numeri di pagina si riferiscono posizione nella descrizione originale di Reichenbach, 1861.)
E. catillus Rchb.f. & Warsz.(1854) (p. 393-394)
E. cochlidium Lindl. (1841) (p. 393)
E. dichotomum Presl. (1827) (p. 392)
E. ellipticum Graham (1826) (p. 395)
E. ibaguense Kunth (1816) (p. 396)
E. panchrysum Rchb.f. & Warsz. (1854) (p. 397)
E. quitensium Rchb.f. (1862) (p. 392)
E. secundum Jacq.(1760) questo nome non è menzionato in Reichenbach 1861; i sinonimi (secondo Kew ) sono:
E. ansiferum Rchb.f. & Warsz. (1854) (pp. 394-395)
E. brachyphyllum Lindl. (1853) (p. 392)
E. elongatum Jacq. (1789) (p. 295)
E. fastigiatum Lindl. (1853) p. 392 as syn. of E. quitensium Rchb.f.
E. fimbria Rchb.f. (1854) (p. 394)
E. gracilicaule Rchb.f. & Warsz. (1854) (p. 392)
E. incisum Rchb.f. & Warsz. (1854) nom. illeg. (p. 394)
E. lacerum Lindl. (1838) (p. 395-396)
E. lindenii Lindl. (1845) nom. illeg. (p. 393)
E. novogranatense Rchb.f. & Warsz. (1854) (p. 396)
E. socorrense Rchb.f. (p. 396-397)
E. spinescens Lindl. (1853) (p. 392)
E. tricrure Rchb.f. & Warsz. (1854) (p. 396)
E. xanthinum Lindl. (1844) (p. 395)
E. xytriophorum Rchb.f. & Warsz. (1854) (p. 394)

Dopo questa lunga analisi, divertiamoci a classificare le tre specie e/o ibridi rappresentati nelle foto che seguono.

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Bulbophyllum bolsteri: l'orchidea del mattino.

Nel grande e fantastico mondo delle orchidee non si finisce mai di scoprire comportamenti a dir poco interessanti. La specie descritta ed illustrata in questo post ha la peculiarità di aprire i suoi fiori per più giorni, ma solamente nelle prime ore del mattino, all’evidenza per essere fecondati da insetti presenti all’alba: a tal riguardo non ho altre notizie.

Bulbophyllum bolsteri Ames 1912

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Bulbophyllum bolsteri: fiore.
Bulbophyllum bolsteri: pianta fiorita con fiori aperti.
Bulbophyllum bolsteri: pianta fiorita con fiori aperti.
Bulbophyllum bolsteri: pianta fiorita con fiori chiusi.

La specie è inclusa nella sezione Polymeres (ex sezione Leptopus ), una sezione caratterizzata da piante con rizomi striscianti e infiorescenze a fiore singolo con fiori di breve durata. Nei luoghi di endemicità durante la stagione della fioritura (2-3 mesi), si possono ammirare fiori aperti ogni giorno, con l’accortezza di essere presenti solamente nelle prime ore del mattino (dalle 6 alle 9) perché dopo le infiorescenze si chiudono e rimangono chiuse fino al mattino successivo.
Specie endemica nelle Filippine a quote medio-basse come epifita di dimensioni ridotte. Orchidea nominata da Oakes Ames nel 1912, in onore FH. Bolster, che raccolse le prime piante di questa specie a Surigao a Mindanao durante il periodo da maggio a giugno 1906.

Bulbophyllum bolsteri: fiore.

E poi si dice: guarda te, il destino!

Sarete in pochi a credere che i fatti siano andati così come li racconterò, ma è la pura verità.

Martedì 16 giugno 2020, prime ore del pomerigggio, il telecomando della TV non funziona, eseguo qualche test, alla fine deduco che è giunta l’ora di sostituirlo e decido di acquistarne uno nuovo: mi reco all’Unieuro c/o centro commerciale Emisfero di Silea.

Sono pochi i chilometri da percorrere, mi munisco di mascherina, guanti anti virus e imbocco la strada per Olmi, ma alla rotondona che porta al casello autostradale di Tv sud dove c’è l’Emisfero, sbaglio uscita. Nessun problema, più avanti c’è una stretta via che porta a Silea e decido di imboccarla. Dopo qualche metro, vedo in lontananza un furgoncino che sta venendo in senso contrario, poco più avanti scorgo un passo carraio sulla destra, uso la cortesia di fermarmi per lasciar passo all’automezzo che avanza lentamente verso di me. Il conduttore fa il cenno di ringraziamento, mi guarda e con enfasi esclama: “evidentemente sei nei miei pensieri, stavo recandomi a casa tua per portarti un sacco di corteccia”; era Ezio Carbonere che abita qualche centinaio di metri più avanti. L’amico Ezio, Ezio l’orchidofilo. Ci conosciamo da anni, insieme abbiamo percorso qualche esperienza nel mondo delle orchidee, poi le nostre strade si sono divise, alla fin fine per futili motivi, ma da tempo ci eravamo chiariti ed ora ci si frequenta amichevolmente. In tanti anni non ero mai stato a casa sua, con un cenno eloquente, Ezio mi chiede di fermarmi da lui, annuisco.

Ora inizia il racconto: una bella dimora la sua, immersa nel verde di un parco ben curato a metà fra giardino, orto e frutteto.

Una bella conversazione con Laura e poi Ezio inizia il “Green Tour”. Prima di arrivare a visitare la sua serra minuscola, ma piena di belle piante stipate come capita di vedere in tutte le serre amatoriali, quasi a voler dimostrare umiltà, Ezio mi porta in giro a mostrarmi l’orto rigoglioso, il pollaio semovente, sì un piccolo pollaio con le ruote, poi attira la mia attenzione su un marchingegno elettrico studiato per impedire ai cani di entrare in spazi non consentiti. Finalmente, così, quasi per caso mi trovo ad ammirare la sua piccola serra piena di orchidee in splendida forma. Ezio mi racconta che i risultati sono il frutto dei consigli sulla concimazione avuti da Mario Portilla.

Fuori, sotto l’ombra di rigogliosi alberi dalle foglie color rosso – marrone (Amoli de Franza), scorgo uno stupendo esemplare di Brassia verrucosa. Ezio precisa: “è un esemplare dei miei amici dell’ATO, in affido qua da me per questioni di spazio” – “Fantastica!”... esclamo, “Mai visto un esemplare di queste dimensioni”

Si scatta qualche foto, poche per la verità, e inevitabilmente la conversazione cade sulla situazione dell’orchidologia. Ezio mi racconta delle vicissitudini FIO, per certi versi dolorose, ma brillantemente superate. Per la verità, una metaforica e generale tiratina d’orecchie, andrebbe fatta da parte mia, ma poco importa, ora è bene che la FIO diventi adulta e guardi lontano verso nuovi traguardi internazionali. Visti gli obiettivi già raggiunti e il suo status di associazione italiana menbro dell’EOC, la Federazione Italiana Orchidee deve diventare l’approdo unitario di realtà locali. In questa ottica i buoni rapporti con l’ente Fiera di Pordenone potranno essere forieri di futuri ambiziosi eventi. Ecco, esordisce Ezio, questo è l’ultimo numero della nostra rivista “ORCHIDEA” te lo dono, questa testata è anche figlia tua, conservo ancora il n° zero. Buona fortuna! Con questo auspicio mi accomiato, felice di aver conversato con e di orchidee.

Ricominciamo: le orchidee tornano a farsi vedere

Vicenza, l’arte, la storia, il patrimonio ambientale saranno la cornice di una piccola mostra di orchidee organizzata da Civiltà del Verde in collaborazione con il gruppo orchidofilo Jacquard di Schio. Sabato 20 Giugno c/o Chiesa di San Lorenzo nell’omonima piazza San Lorenzo, lungo corso Fogazzaro, dalle ore 10 del mattino alle 19 della sera: orchidee botaniche in esposizione.

Sarà posta attenzione al rispetto delle norme in vigore anti coronavirus: distanziamento, mascherine e divieto di ammassamenti di persone.

La chiesa di San Lorenzo è un luogo di culto cattolico di Vicenza, costruito alla fine del XIII secolo in stile gotico, nella sua versione lombardo-padana del Duecento. Si colloca nella centrale piazza San Lorenzo, lungo corso Fogazzaro, ed è stata officiata dai francescani conventuali fino al 2017