Archivio mensile:Ottobre 2021

Octomeria, due specie a confronto

Premessa: Il genere Octomeria è stato stabilito dal botanico inglese Robert Brown in Hortus Kewensis, seconda edizione, vol 5: pag 211, nel 1813, basando la sua descrizione delle specie precedentemente descritte da Linneo come Epidendrum graminifolium, rinominata Octomeria graminifolia in tale occasione. E’ composto da circa 200 specie (diverse ancora da classificare), epifite e/o litofite di varia grandezza, a volte miniaturizzate e pseudobulbose. Le foglie teretiformi – a volte semi teretiformi – producono brevi infiorescenze con uno o più fiori alla loro attaccatura con il fusto.
Le piante sono dotate di rizomi corti e fusti all’apice dei quali si sviluppa un unica foglia di varia dimensione, piatta o teretiforme solitamente coriacea. Alcune specie hanno fusti molto corti e foglie carnose come ad esempio Octomeria leptotifolia.

Analisi delle differenze morfologiche fra due specie del genere Octomeria, molto simili fra loro e forse le più diffuse nelle collezioni: Octomeria grandiflora Lindl. 1842 e Octomeria crassifolia. Lindl.1837.

Octomeria crassifolia foto 4
Octomeria grandiflora foto 1

Octomeria crassifolia (foto 4) e O. grandiflora (foto 1) hanno periodi di fioritura sovrapposti. Octomeria crassifolia fiorisce da novembre a febbraio, con rare iso- fioriture a settembre e ottobre, con picco a gennaio. O. grandiflora fiorisce da novembre ad aprile, con eventi di fioritura isolati in ottobre e giugno. I fiori di O. crassifolia si presentano in fascicoli, con ciascuna infiorescenza da 5 a 10 fiori che si aprono contemporaneamente. In O. grandifora,le infiorescenze sono a fiore singolo o, più raramente, a due o a tre fiori. I fiori di entrambe le specie si aprono contemporaneamente durante il prime ore del mattino e durano non più di 5 giorni.

Octomeria grandiflora foto 2

La morfologia floreale di entrambe le specie è molto simile. O. grandiflora produce fiori leggermente più grandi (10 mm foto 2) mentre i fiori di O. crassifolia (foto 3) sono lunghi di circa 8 mm e larghi 5 mm, con perianzio eretto-evidente, con petali e sepali simili, membranacei, giallastri, lungo circa 6,5 mm, labello trilobato, con eretto lobi laterali, con un lembo membranaceo, e eshy istmo lungo 4 mm alla base prima dei due calli.

Octomeria crassifolia foto 3

La colonna è lunga circa 2,9 mm, formando un camera alta circa 0,8 mm rispetto al labello, vicino alla regione dello stigma. I fiori di questa specie emanano un odore di citronella o di limone all’inizio dell’ antesi che si intensifica nelle prime ore del mattino ma diminuisce durante il giorno, diventando quasi impercettibile verso sera.

Octomeria crassifolia ‘fiori gialli’

Octomeria crassifolia Lindl. John Lindley, Companion Bot. Mag. 2: 354. (1837).

La specie è epifita e vive nelle foreste umide ad altitudini da 100 a 2500 metri in Nicaragua, Trinidad e Tobago, Guyana francese, Guyana, Suriname, Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia e Brasile.

Specie descritta da Lindley nel 1837, presente soprattutto su gran parte del territorio brasiliano, da Bahia al Rio Grande do Sul, raggiungendo anche Goiás e Mato Grosso do Sul. Trovata anche in Paraguay e nella regione di Misiones. Octomeria crassifolia vegeta a portamento eretto e può superare i 30 cm di altezza. Sviluppo compatto, il rizoma non supera i 2-3 mm, facendo apparire gli pseudobulbi, strutturati a forma di fusto, molto vicini tra loro.

Le piante adulte formano cespi grandi e compatti con molte foglie. Lo stelo può raggiungere i 20 cm di lunghezza e la foglia può superare i 12 cm, con un massimo di 3 cm di larghezza. La foglia, di colore verde scuro, colore che si schiarisce se esposta alla luce diretta del sole, ha consistenza coriacea ed è ben solcata, con apice appuntito.

Le infiorescenze possono avere fino a 15 fiori gialli di 1 cm di diametro e sono molto profumati. I fiori si aprono contemporaneamente e restano aperti per dieci giorni. Il labello, trilobato, presenta generalmente due macule bruno-rossastre in prossimità della base. Questa specie fiorisce in autunno e all’inizio dell’inverno, ma si manifestano seconde fioriture anche in altri periodi dell’anno. L’origine etimologica del nome di specie fa riferimento allo spessore e alla durezza tipici delle foglie. Con gli studi di Wellington Forster sul genere Octomeria, una serie di specie precedentemente ritenute valide sono diventate sinonimi di O. crassifolia, in quanto le differenze verificate si sono rivelate non sufficienti a separarle. Così, O.alpina, O.densiflora, O.ementosa, O.fasciculata, O.gehrtii, O.robusta, O.serrana. O.similis e O.sphatulata sono ormai tutti sinonimi di O.crassifolia.

Octomeria spatulata Rchb.f., Hamburger Garten- Blumenzeitung 16: 424. (1860).
Octomeria fasciculata Barb.Rodr., Gen. Spec. Orchid. 1: 32. (1877).
Octomeria alpina Barb.Rodr., Gen. Spec. Orchid. 2: 102. (1881).
Octomeria densiflora var. triarticulata Barb.Rodr., Gen. Spec. Orchid. 2: 98. (1881).
Octomeria densiflora Barb.Rodr., Gen. Spec. Orchid. 2: 97. (1881).
Octomeria ementosa Barb.Rodr., Gen. Spec. Orchid. 2: 102. (1881).
Octomeria crassifolia var. triarticulata (Barb.Rodr.) Cogn., Fl. Bras. (Martius) 3(4): 615. (1896).
Octomeria similis Schltr., Anexos Mem. Inst. Butantan, Secç. Bot. 1(4): 50. (1922).
Octomeria gracilicaulis Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 35: 63. (1925).
Octomeria gehrtii Hoehne & Schltr., Arch. Bot. Sao Paulo 1: 232. (1926).
Octomeria serrana Hoehne, Bol. Inst. Brasil. Sci. 3: 45. (1928).
Octomeria crassifolia var. negrensis Porto & Brade, Arq. Inst. Biol. Veg. 3: 135. (1937).

Pleurothallis sertularioides

Pleurothallis sertularioides (Sw.) Spreng. 1826 Pleurothallis sertularioides è una specie di orchidea descritta da (Sw.) Spreng. nel 1826. Il nome attualmente accettato dal Kew è Anathallis sertularioides.

Specie endemica in Giamaica, Cuba, Messico, Guatemala, Honduras e Nicaragua nelle foreste montane umide. Orchidea miniatura, epifita, che icespendo forma un tappeto di piccole foglie. Si sviluppa formando un sottile rizoma strisciante e ramicauli eretti avvolti alla base da guaine portanti una singola foglia apicale, da lineare-oblanceolata, a lineare-spatolato. Può fiorire in qualsiasi periodo dell’anno su una corta infiorescenza filiforme, da uno a due fiori, che nasce dalla base della foglia.

Sinonimi: Anathallis sertularioides (Sw.) Pridgeon & MWChase 2001; Dendrobium sertularioides (Sw.) Sw. 1799; *Epidendrum sertularioides Sw. 1788; Humboldtia sertularioides (Sw.) Kuntze 1891; Humboldtia tenuissima (Rchb. f.) Kuntze 1891; Humboltia sertulariodes (Sw.) Kuntze 1891; Humboltia tenuissima (Rchb. f.) Kuntze 1891; Panmorphia sertularioides (Sw.) Luer 2006; Pleurothallis sertularioides var trinitensis Griseb. 1864; Pleurothallis tenuissima Rchb. F. 1844; Pleurothallis trichopoda A.Rich. & Galeotti 1845; Specklinia sertularioides (Sw.) Lindl. 1830

Bulbophyllum dearei

Bulbophyllum dearei Rchb. F. 1888 SEZIONE Sestochilus [Breda]Benth & Hkr.f 1883

Questa orchidea è stata nominata in onore del tenente colonnello George Deare, forse per il fatto che l’ha fatta fiorire e presentata ad una mostra per primo. Altra versione racconta che Deare deve l’onore del suo nome dato a questa specie per aver raccolto e averla portata per primo in Inghilterra.
Bulbophyllum dearei è endemica dell’Asia nelle foreste montagnose e collinare del Borneo, della penisola malese occidentale e delle Filippine meridionali ad un’altitudine compresa tra 700 e 1200 metri. Le piante fioriscono dall’estate all’autunno con un singolo fiore largo 7,5 cm. Il fiore è leggermente profumato con l’odore delle pere mature. Il suo habitat, si è detto, è caratterizzato da foreste montane collinari ad altitudini da 700 a 1200 metri.

Orchidea epifita unifoliata di piccole dimensioni, occasionalmente litofita. Vive su tronchi nudi di grandi alberi o nelle formazioni calcaree. Sviluppa pseudobulbi a forma di uovo racchiusi in setole e tenuti ravvicinati sul rizoma e su una foglia solitaria, ellittico-oblunga. Fiorisce in estate- autunno, produce un’infiorescenza che porta un fiore di lunga durata, a tessitura pesante, leggermente profumato tenuto vicino all’estremità della foglia. Questa specie vive bene in vasi o cestini, sistemati in ambiente relativamente ombreggiato con temperature da calde a fresche: in coltivazione dare bagnature e fertilizzazioni regolari con lieve rallentamento nella stagione invernale fresca.

Trichoglottis triflora

Trichoglottis triflora nota anche con il nome popolare Trichoglottis a tre fiori. Questa specie è stata descritta da Leslie Andrew Garay e Gunnar Seidenfaden nel 1972.Trichoglottis triflora [Guillaumin]Garay & Seidenfadden 1972 Sinonimi *Saccolabium triflorum Guillaumin 1956.

Specie miniatura endemica nel sud-ovest della Thailandia e del Vietnam sui tronchi d’albero delle foreste pluviali ad altitudini da 1100 a 1200 metri. Trichoglottis triflora è un’orchidea epifita a sviluppo monopodiale, a crescita fresca con fusti eretti e raggruppati che portano da 6 a 7 foglie apicali che si formano su una corta infiorescenza ascellare dove in estate si sviluppano da 2 a 5 fiori vicini allo stelo. I fiori hanno un diametro di 0,5 cm. leggermente carnosi. Sepali e petali sono bianchi o giallo chiaro con i centri macchiati di marrone. Il labello è bianco con alcune macchie viola al centro.

Note di coltivazione

Le temperature ideali in estate sono di 26-29°C di giorno e 18-21°C di notte. In inverno le temperature sono di 24-25°C di giorno e di 13-16°C di notte. Tuttavia, si adatta bene anche alle temperature domestiche se è assicurato uno sbalzo giornaliero di almeno 4°C tra il giorno e la notte. Umidità di regime del 75-80% in estate, del 60% in inverno. Trichoglottis triflora vive bene su zattera perché le sue radici sono sensibili all’acqua in eccesso e necessitano di una buona ventilazione. La pianta può essere coltivata anche in vaso o cesto utilizzando come substrato corteccia di medie dimensioni (2-4 cm) o sfagno. Nel loro habitat naturale, da dicembre a marzo, Trichoglottis triflora subisce il periodo secco caratterizzato da minori piogge, durante il quale rallenta o arresta la sua crescita. In questo periodo le piogge sono rare e le temperature sono un po’ più basse che in estate. In coltivazione si può evitare il periodo di riposo vero e proprio seguendo le fasi di sviluppo: se continua a crescere, si bagna regolarmente; se lo rallenta, ci si adegua diradando le bagnature fino all’arrivo della primavera.