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Notizie economiche, commerciali, opinioni, curiosità e corsivi su: tutto quanto fa orchidee.

Novità sul blog: le foto come non le hai mai viste

Daniel, l’angelo custode del blog, incoraggiato dai sostegni ricevuti, ringrazia e propone una nuova modalità di visione delle foto: effetto “lightbox”

Post di prova
Cliccando sopra qualsiasi foto di un post, si apre una scatola luminosa “lightbox” dentro la quale, queste compaiono in formato normale.
A sua volta, se il post contiene più di una foto, cliccando sul tasto “NEXT”, che compare posizionando la freccia in alto a destra della scatola luminosa, si possono visionare in sequenza, tutte le foto del post.
www.orchids.it …le orchidee in pugno 😉

Spontanee…e intanto qualcuno se le mangia

Notizia letta sul sito Cilento.it “Sassano: il Menù Orchidea approda su Rai Uno. Il Presidente della Provincia Villani firma la carta rossa delle orchidee”

Era nell’aria, prima o poi doveva venire in mente a qualche buontempone di inventare qualche ricetta a base di orchidee. Per la verità l’uso delle orchidee in cucina non è una novità, la notizia sta nel fatto che per realizzare le sue ricette, quel buontempone propone l’utilizzo di orchidee poste in prima appendice e quindi super protette dalla convenzione di Washington. La “sceneggiata” è andata in onda il 16.05.08 sulla Rai nel corso del TG1 delle 13,30 all’interno della rubrica “Terra e Sapori”: ecco il video
All’evidenza, questa trasmissione era preparata ed attesa. Il giorno 15.05.08 sul sito Cilento.it , già si pubblicizzava, fra l’altro, la performance orchi-culinaria di Gaetano Ferraioli, il cuoco di un ristorante di Sassano (SA).

Problemi & problemi
Si dirà, ed io sono fra quelli – con tutti i problemi che affliggono l’umanità, cosa vuoi che incida la raccolta di qualche fiore di orchidea, seppur protetta! – pensiamo ai danni irrimediabili del terremoto cinese e dell’uragano in Birmania, che, oltre ad aver spazzato via dalla faccia della terra, centinaia di migliaia di esseri umani ha sicuramente distrutto l’intero ambiente dove moltissime specie di orchidee protette non potranno più crescere per migliaia di anni.
Questo pensare è però solo una faccia della stessa medaglia, nell’altra faccia si legge che ci sono delle leggi da rispettare e queste leggi recitano che la raccolta delle orchidee selvatiche se non per scopi scientifici è vietata, quindi non è pensabile che organi istituzionali addirittura la promuovano.
Fa un certo effetto – sconfortante – leggere fra le righe del guazzabuglio di presentazione degli eventi “orchidanti” del sassanese, paragrafi come questo (…la firma della Carta Rossa delle Orchidee (documento scientifico per la salvaguardia del fiore sassanese) da parte del presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, e degli oltre 100 botanici e fisioterapisti italiani ed esteri che hanno partecipato al congresso scientifico nazionale Giros…), inserito in un filone di promozione turistica, che eleva a notizia le ricette a base di orchidea.
Siete d’accordo, non siete d’accordo?…scrivetelo sui commenti di questo blog, le vostre opinioni saranno inviate alla Rai, al Sindaco di Sassano, al Presidente della Provincia di Salerno. ed al Presidente GIROS

Phalaenopsis, gioie e dolori… anche per i venditori.

Scrivere un post con tema “le Phalaenopsis” è fin troppo facile, in questo caso desidero farlo per due motivi, il primo bello e l’altro… quantomeno sconcertante

Questo è quello bello:
La mail di Noemi
Buongiorno a tutti/e,
qualche mese fa vi avevo scritto disperata per via dei boccioli secchi di Phal.
Ecco cosa mi ha regalato questo mese la stessa Phal grazie ai vostri preziosi consigli. Quindi GRAZIE!!!
Ho adesso due quesiti per voi:
Il primo riguarda quella strana creatura cresciuta sull’altro stelo (di cui vi mando la foto). Sembra una nuova piantina, ma non vedo radici: cosa devo fare?
Il secondo quesito invece riguarda degli Odontoglossum: volevo chiedervi cosa fare una volta che la pianta è sfiorita? Taglio lo stelo? e a che altezza?
Grazie ancora di tutto. Se non fosse stato per voi mi sarei disperata inutilmente, e invece veder fiorire il mio “semplice” ibrido, mi ha riempito di gioia.
Saluti a tutti/e,
Noemi

Hai visto Noemi, in un sol colpo hai ottenuto un bel stelo fiorale ben fiorito ed una nuova piantina 😉 sì quella strana creatura è un figlioletto (comunemente chiamato keiki…leggi questo post), una nuova piantina che piano piano emetterà le sue brave radici. Quando saranno lunghe dai 5 ai 10 cm potrai staccare la piantina e sistemarla in un nuovo vaso.
Lo stelo dell’ Odontoglossum puoi tagliarlo con tranquillità…ovviamente sterilizzando l’attrezzo con cui interverrai.

Quello sconcertante: mercato delle Phalaenopsis in tracollo.
Era nell’aria, l’invasione di Phalaenopsis che da tempo riempie gli scaffali di ogni garden, di ogni fiera e di tutti i centri commerciali, sta segnando il passo. Complice forse la crisi economica generale o forse l’eccesso di produzione, sta di fatto che in Olanda soprattutto, il mercato delle orchidee è fortemente in crisi.
La crisi è esplosa proprio nel cuore della produzione e del commercio delle orchidee, in Olanda.
Pare che, su è giù per l’Italia girino dei Tir con targhe del nord Europa carichi di orchidee, generalmente Phalaenopsis, alla ricerca di qualche occasionale acquirente grossista…a prezzi veramente stracciati.
Non ho notizie più dettagliate, certo che non è un bel segno.
Desidero concludere questa notizia flash con una raccomandazione: prima di acquistare orchidee, attente/i ai prezzi di ricarico…in queste situazioni i furbetti del quartierino sono sempre dietro l’angolo.

Orchidando… con una Dracula bella

A chi non piacerebbe tenere questa orchidea in salotto? Lei non riesce a vivere però, lei ama i boschi umidi ed ombrosi.

Il genere
Dracula, ovvero “piccolo drago” dall’aspetto intrigante dei suoi fiori e dalla sua passione per ambienti di vita umidi ed ombrosi.
Il genere Dracula appartiene alla sotto tribù Pleurothallidinae, è stato creato dal Dr. Carlyl Luer nel 1978, e raggruppa alcune specie del genere Masdevallia con fiori pelosi dal labello inusuale.
Le prime specie di Dracula furono scoperte nel 1870 nelle umide foreste della Colombia, dell’Ecuador e del Perù.
Ci sono più di 100 specie conosciute, ma molte altre sono ancora da scoprire.

Dracula bella

Collezione Guido De Vidi – foto 26.03.08

Dracula bella (Rchb.f.) Luer, 1978
Il nome di specie (di matrice latina) è stato dato in onore dei suoi fiori affascinanti.
Cresce nei boschi avvolti dalle nebbie della Cordigliera occidentale della Colombia a 1800 – 2400 metri di altitudine.
La prima Dracula bella è stata scoperta da Gustav Wallis nel 1873-4 durante una raccolta di piante per la ” Veitch Royal Exotic Nursery of Chelsea” (Inghilterra), ma in quell’occasione non riuscì a far giungere a destinazione piante viventi.
In Inghilterra la nuova specie giunse 4 anni più tardi per merito di Low and Co. (Clapton).

Il sepali della Dracula bella sono uniti, coperti di densi peli o verruche e dotati di lunghe code. I petali molto piccoli sono posti a fianco di una minuscola colonna e macchiati di scuro, così da sembrare due occhi di un piccolo drago.
Il fiore misura circa 7,5 centimetri in altezza e 6,5 centimetri in larghezza ed è rivolto all’indietro: misurando anche le code sepaline raggiunge i 10 centimetri. Il colore è rosso scuro con macchie diffuse su uno sfondo color giallo e crema. Il labello è grande, bianco, solcato profondamente ed è arricciato a semicerchio. Pende liberamente nel centro del fiore. I pedicelli fiorali emergono dal substrato del cestino (geotropismo negativo) e producono fiori singoli.

Coltivazione
La maggior parte delle specie del genere Dracula vanno coltivate in cestini di rete metallica, questo per consentire la fuori uscita dei pedicelli fiorali.
La bassa temperatura l’umidità pressoché sempre attorno al90% e la luce soffusa sono elementi essenziali per coltivare bene le Dracula. Con certe specie, Dracula vampira ad esempio, l’elevato tasso di umidità è indispensabile per mantenere la turgidità dei fiori. Spostare la Dracula vampira fiorita, in un ambiente asciutto significherà la totale chiusura dei fiori, in pochi minuti.
La temperatura ideale è 13° C di notte e 16° C di giorno, in ogni caso mai sopra i 26 ° C altrimenti si seccano le radici e le nuove gemme.
In questa condizioni ambientali è utile mantenere una costante ventilazione.
Fertilizzare con dosi minime ogni settimana e mantenere il substrato sempre umido usando, se possibile, acqua piovana.

Orchidando…ovvero andar per orchidee

Quattro regole utili per gli acquisti
La “pandemia dell’orchidofilo”, sì proprio quella smania che ti assale al cospetto delle orchidee in vendita, che dilaga nelle mostre mercato di orchidee ed anche negli acquisti on line è la famosa febbre del collezionista di orchidee.
E’ la febbre causata dal famoso “orchivirus”, che come sintomo principale inibisce il valore del denaro

Vanda Thananchai – collezione Guido De Vidi – foto 21.03.08
ed amplifica il desiderio di possedere quante più orchidee possibili.
Ogni mostra mercato può raccontare aneddoti simpatici e per certi aspetti grotteschi, tipo indebitamenti temporanei pur di non lasciar scappare una specie rara, oppure, dopo aver fatto incetta di orchidee, dover chiedere 10 euro ad un amico per il pedaggio autostradale di ritorno a casa.
Penso che su questo tema, ognuno di noi abbia qualche storiella da raccontare… che dite? Raccontatela pure, tanto siamo tutti sulla stessa barca 😉

In attesa delle “confessioni” ecco quattro regole d’oro per non farci cogliere impreparati dalla febbre…anche se ho poche speranze di trovare ascolto.
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