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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Fog novità

Finalmente nel mercato italiano, una soluzione promettente per umidificare serre di piccole e medie dimensioni.

Stranamente non è proposto per umidificazioni di serre, ma si può trovarlo quale accessorio rinfrescante nelle piscine, saune ed altri spazi del benessere.

L’impianto in questione l’ho visto in funzione alla Fiera di Pordenone ed ho notato subito che poteva rappresentare la soluzione dei problemi del collezionismo in serra. La riserva è ovviamente ancora d’obbligo e per questo motivo faccio solamente un lancio flash.

Il primo aspetto interessante di quest’impianto è che può essere acquistato in ‘KIT’ completo.
L’installazione è modulare e di una semplicità tale da poter essere auto-effettuata senza l’ausilio di particolari conoscenze.
Il tutto consiste in una pompa da 70 bar molto compatta e dai consumi contenuti, da una serie di nodi porta ugelli (la semplicità d’applicazione è veramente interessante, ed inoltre possono essere installati all’occorrenza tappi e/o valvola di sfogo anti goccia), snodi a L-T-X per i collegamenti della tubatura, da un filtro dell’acqua da installare ad un normale rubinetto, dalla tubatura di materiale plastico necessaria per effettuare la distribuzione.
Il tutto e collegato attraverso comodi e semplici innesti a ‘morso’ della tubatura.

Da oltre un mese ho installato nella mia serra, un prototipo composto da 18 ugelli ed i risultati sono veramente incoraggianti: l’effetto nebbia è ottimo e per il momento non si notano intasamenti degli ugelli.

Consigli: domande e risposte

La Phalaenopsis ed i suoi problemi

Caro Guido,
navigavo nel web alla ricerca di qualche consiglio per la mia orchidea e mi sono imbattuta nelle tue risposte.. Spero tu possa avere il tempo di rispondere anche a me!

Innanzitutto premetto di essere molto inesperta nel coltivare orchidee.
Mi è stata regalata ad inizio novembre una phalaenopsis, con due rami fioriferi e fiori di color violaceo.
La fioritura è terminata a metà dicembre, ed io ho staccato i fiori secchi (come avevo letto da qualche parte..non conoscevo ancora questo sito!).
Tutto sembrava procedere bene, quando circa tre settimane fa i rami hanno iniziato ad ingiallirsi dall’apice, e si sono seccati pian piano. L’altro giorno mi sono trovata costretta a tagliarli, uno dalla base, e l’altro poco più su, ma comunque al di sotto dell’ultimo nodo.

Conservo la mia orchidea in un appartamento di Torino, quindi acqua, smog e umidità non giocano a nostro favore.
E’ posizionata in alto, in una stanza che guarda a sud, molto luminosa, ma non sotto la luce diretta del sole (alle finestre ci sono tende bianche).
La bagno ogni 7-10 giorni, possibilmente avendo fatto decantare l’acqua per una notte con un liquido per orchidee che mi hanno donato (che dovrebbe contenere concime e aiuterebbe a diminuire la concentrazione di cloro e di calcare -che si deposita sul fondo del barattolo-), facendo attenzione affinché tutta l’acqua in eccesso scivoli via.
Il vaso è lo stesso che aveva dall’inizio, piccolo, in plastica, con dei fori.
L’appartamento è molto riscaldato e secco, perciò ho cercato di ovviare al problema circondando il termosifone con contenitori d’acqua (ne ho messo uno anche accanto al vaso), e ciò ha fatto sì che io venga continuamente derisa dalle mie coinquiline..
Le foglie sono di un verde intenso, piuttosto turgide, insomma..hanno mantenuto il loro aspetto iniziale.

Cosa posso fare?
E da cosa può dipendere questo malore che mi manifesta la mia orchidea?
Confido nella tua passione e nella tua conoscenza in questo bel settore, e spero tu possa trovare qualche minuto per aiutarmi.

Grazie!
Marta
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Ciao Marta, quello che sta succedendo alla tua Phalaenopsis è nella norma. Non sempre e non in tutte le Phalaenopsis, gli steli fiorali rifioriscono, dipende dallo stato di forza della pianta dalla stagione e dal ciclo vegetativo della pianta stessa (tu sai che le orchidee hanno un ciclo vegetativo annuale, crescono sviluppano radici nuove e questa fase si nota dal diverso colore delle punte di quelle esistenti, poi decidono di fiorire e poi ancora, si prendono un periodo di riposo per ricominciare).
A quanto pare, la tua pianta ha deciso di non continuare a sforzarsi con la fioritura, ora si prenderà le ferie e poi vedrai che comincerà a germogliare una nuova foglia al centro superiore del colletto (attenta che non ristagni acqua nella parte superiore, marcirebbero le foglie), le radici esterne ti mostreranno le punte verdi o d’altro colore, forse nel tuo caso essendo viola il colore dei fiori, saranno più scure.

Di quello che racconti dell’ambiente Torinese, l’unico problema è il cloro nell’acqua che puoi appunto ovviare decantandola per qualche giorno. L’umidità è utilissima, ma con la tua soluzione non ottieni grandi risultati ( le tue coinquiline sono “invidiosette” e per questo ti sfottono), piuttosto conviene che tu la spruzzi sulle foglie anche più volte il giorno ( per capire se la pianta ha sete, basta che tu verifichi quanto tempo rimangono bagnate le sue foglie dopo la spruzzata….se asciugano subito significa che è disidratata e quindi puoi spruzzarla ancora).

Le Phalaenopsis non amano tanta luce, da quel che mi scrivi, la tenda non basta se arriva il sole diretto, in ogni caso un pò di luce in più non pregiudica lo sviluppo, se ti accorgi che le foglie si scottano, mettila in posizione più ombreggiata.
Bagnature: il composto deve essere sempre umido, mai secco e mai bagnato fradicio, e quindi le bagnature del vaso vanno regolate in funzione della stagione e dalle temperature ambientali.
Fertilizzante: cerca un fertilizzante solubile in acqua con le seguenti composizioni – N.P.K. 20.20.20 e lo sciogli in acqua, 1/2 cucchiaino da caffé ogni 20gg….in bocca al lupo!!! Se le cose andranno per il meglio, in tarda estate rispunteranno nuovi steli fiorali… tieni conto che la tua pianta, quando ti è stata regalata era appena uscita da l’ambiente protetto e super alimentato di una serra commerciale e quindi ci vorrà un pò di tempo perchè si ambienti nella tua casa. Ciao a presto.

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Oncidium, tanti e diversi

Buongiorno a tutti
Sono contenta di aver trovato questo prezioso sito che sto consultando da quando mi sono stati regalati alcuni esemplari di orchidea che mi hanno attaccato la febbre di Nero Wolfe.
Sono a chiedere indicazioni su una bellissima oncidium, che tengo in casa da febbraio e che mi allieta con una cascata di “ballerine gialle” (forse del genere tigrato). Ora i fiori stanno appassendo e ho letto che la pianta ci metterà circa 8/10 mesi per riprodurli. Quale l’ambiente in cui far riposare la pianta e cosa farla per aiutare a farla rifiorire?
Grazie e complimenti
Paola

Collezione Guido de Vidi – foto Igor – mostra di Gorizia 03.04.05
Diritti riservati
Oncidium equitante ibrido H&R
Ciao Paola, grazie per i complimenti e speriamo vivamente che la “febbre” ti salga ulteriormente ed il nuovo Club appena costituito a Gorizia, ti aiuterà a mantenerla!
Il tuo oncidium potrebbe essere un ibrido e magari anche intergenerico, cioè figlio di generi diversi (ad esempio con Odontoglossum).
Intanto possiamo subito rilevare che il ciclo vegetativo delle orchidee è annuale, alcune riposano prima di ricominciare, mentre altre, vegetano in progressione al punto che possono anche presentare più fioriture durante l’anno.
Il genere degli oncidium, specie più specie meno, ne raggruppa oltre un migliaio che richiede condizioni ambientali molto diverse da specie e specie.
Su questo blog troverai un post che inizia il racconto sulla grande Famiglia degli oncidium, presto mi dedicherò al suo completamento.
Tornando al tuo Oncidium, appena i fiori sono tutti appassiti e gli steli cominciano a seccare, puoi tagliarli con una forbice sterilizzata sulla fiamma del gas. Poniamo che gli pseudobulbi siano ancora turgidi, in questo caso puoi dare un po’ più di luce alla pianta e puoi iniziare a fertilizzarla con concime solubile una volta ogni 15gg. 05 grammi sciolti in un litro d’acqua: tieni sempre conto che il composto del vaso deve essere sempre umido. Puoi anche spruzzare le foglie, attenta che non rimane acqua nei nuovi germogli tra i vecchi pseudobulbi.
Nel caso la tua pianta, finita la fioritura, sia stressata e presenti gli pseudobulbi raggrinziti, per farla riprendere è bene che tu la tenga spruzzata ed in ambiente fresco ed umido.
Appena il tuo Oncidium mette nuovi germogli e mostra le giovani radici, puoi aumentare le fertilizzazioni le bagnature e l’esposizione alla luce finché i nuovi pseudobulbi non saranno maturi.
Per non farti più confusione del dovuto, possiamo affermare che la tua pianta non ha bisogno di grandi periodi di riposo, puoi anche tenerla all’aperto per tutta l’estate, purché non sia esposta alla luce diretta e purché tu la segua con il cibo e con l’acqua, ciao a presto.

Dalla Cina con stupore

Collezione Guido De Vidi – foto Igor – Mostra di Gorizia 03-04-05
Diritti riservati
Paphiopedilum micranthum (Reichb.f.) Stein

Il Paphiopedilum micranthum appartiene al gruppo dei Parvisepalum.
Questa particolarissima specie d’orchidea è stata scoperta negli anni 40 in Cina (Maripoa) vicino al confine con il Vietnam. Si sa che il Paphiopedilum micranthum è considerato d’origine Cinese, comunque, si possono trovare delle specie particolari anche nel Vietnam.
Dalla scoperta di questa specie, dovranno trascorrere più di 10 anni per avere sue notizie ufficiali in quanto sarà registrata ufficialmente da J.Tang e F.C.Wangt, soltanto nel 1951.

Si può ragionevolmente pensare che qualche botanico Cinese abbia documentato sin dall’inizio la scoperta di questa pianta, ma il mondo scientifico non ha documentazione.

Passano ancora diversi anni, prima che il Paphiopedilum micranthum sia conosciuto dai collezionisti di orchidee e siamo ormai negli anni 70, quando insieme al P. armeniacum, fanno la loro comparsa nelle esposizioni sorprendendo un po’ tutti i collezionisti, per la loro forma e colore molto diversi dalle specie Cinesi già note.

I dott. Karasawa e Saitoh, dopo aver notato la chiara differenza di queste nuove specie hanno deciso di costituire il nuovo sottogenere dei Parvisepalum.
Queste nuove specie, evidenziano il sepalo dorsale più piccolo, il labello (a forma di sacchetto) molto grande e squilibrato rispetto al resto del fiore e l’infiorescenza è più lunga delle altre specie collocate tra i Brachypetalum.
L’area di sviluppo del Paphiopedilum micranthum, pur molto ampia e con altitudini di 2000 – 80 metri sul livello del mare (va dal sud di Yunnan a Guangxi), evidenzia la comune composizione del substrato vegetativo costituito da spesse fasce calcaree coperte da strati di sedimenti fogliari e torbosi.
Il Paphiopedilum micranthum comprende 5 varietà consolidate, più una scoperta di recente in Vietnam: micranthum, marginatum, extendatum, eburneum, guangxi e ultima la varietà vietnamense molto simile al guangxi.

Brevi note di coltivazione.
Collezione Guido De Vidi – Mostra di Pordenone – foto 10.03.05
Diritti riservati.
In natura queste orchidee sono sottoposte a condizioni climatiche molto rigide, ma in coltivazione si adattano con facilità ad ambienti moderatamente temperati, 15 gradi di minima temperatura invernale.
Giova osservare che la temperatura minima di 15 gradi è utile ad un buono sviluppo della pianta, per favorire la fioritura conviene ridurre ulteriormente la temperatura minima invernale (10 gradi circa) ed aumentare l’esposizione luminosa, che normalmente va ridotta del 50% rispetto alla luce del sole.
Si consiglia di non eccedere con le fertilizzazioni che vanno ridotte a metà, sia nel dosaggio che nella frequenza, rispetto alla media di coltivazione.
Il composto ideale può essere costituito da corteccia, torba di sfagno, agriperlite e sabbia di fiume opportunamente miscelato nelle quantità che ognuno di voi riterrà opportune a garantire un substrato ben drenante.
La crescita vegetativa del Paphiopedilum micranthum si caratterizza per la produzione di estesi rizomi orizzontali che uscendo dal substrato formano nuovi ceppi abbastanza distanziati dalla vegetazione madre. Questa particolarità consiglia di non dividere le piante ancora giovani, qualora i rizomi orizzontali trasbordano, conviene aumentare la dimensione del vaso senza toccare l’apparato radicale.
Come per tutti i Paphiopedilum, anche il P. micranthum gradisce che il suo composto rimanga sempre umido, mai bagnato fradicio né lasciato secco.

La mostra di Gorizia: nasce Orchids Club Italia

Fiera di Gorizia: una bellissima esperienza.

Le cento orchidee in mostra a Gorizia sono tornate stanche e felici. Sono state ammirate da molte migliaia di persone. Nella mia, ormai lunga frequentazione di esposizioni, non ho ricordi di una simile affluenza. Sono state fotografate, filmate, digitalizzate, carpite dai telefonini d’ultima generazione e mostrate in video agli amici rimasti a casa.

Tutto è avvenuto in fretta, troppo per essere apprezzato in tutte le sue sfaccettature.
I primi ad essere visibilmente sorpresi sono proprio gli organizzatori che timidamente hanno proposto questa fiera del verde ad un pubblico eterogeneo che si è dimostrato però, competente e partecipe.

Nel piccolo ed affascinante mondo creatosi allo stand delle orchidee rare, ho avuto modo di conoscere delle persone splendide, ed ancora una volta di più ho compreso che la passione per le orchidee è contagiosa ed anche in quest’occasione è suonato chiaro e forte il monito: non è sufficiente rimanere ancorati e mitizzare quel poco che c’è, bisogna moltiplicare le occasioni di esposizioni qualificate.

Ieri a Gorizia è nato il nuovo club delle orchidee.
Il gruppo degli appassionati orchidofili presente alla mostra si è riunito informalmente ed ha unanimemente preso atto della necessità di stare insieme in forma organizzata.
E’ stata esclusa la costituzione di un’associazione con le modalità canoniche (tessere organigrammi ecc.), chi aderisce può essere iscritto anche ad associazioni già esistenti.

Il club si organizzerà in gruppi attraverso coordinatori locali e si proporrà per progetti ed obiettivi autofinanziati: se ci saranno progetti e conseguenti attività anche il club vivrà.

Già sono stati proposti i primi tre obiettivi:
1)- Fase preparatoria di una bozza di statuto e conseguente atto di costituzione formale.
2)- Avvio di iniziative per la ristampa in lingua Italiana del libro “LE ORCHIDEE” di Rebecca Tyson Northen alla quale il Club stesso fa riferimento.
3)- Esposizione “settembrina” di Orchidee, possibilmente nel Friuli Venezia Giulia.


La prima attività dei ragazzi del Club è stata l’impollinazione di varie specie botaniche presenti in esposizione, per effettuare delle semine in un costruendo mini laboratorio, a disposizione per appassionati e collezionisti.
Nella speranza di ricevere qualche vostra impressione sulla mostra di Gorizia e sul costituendo Club, ecco alcune foto dei momenti salienti: la gran folla che per tutta la giornata di ieri ha visitato gli spazi della mostra, un attimo di tenerezza e di intenso rapporto fra pubblico e fiori “La carezza giovane”, Patrizia, Stefano e Christian durante l’operazione di impollinazione, primo piano di Patrizia mentre impollina un fiore di Jumellea sagittata

A conclusione di questa sintesi desidero rivolgere un caloroso ringraziamento a tutti gli operatori di Gorizia Fiere, bravissimi! Alla prossima, ciao.