Per la verità questo era il primo titolo di prova della nuova versione, ma visto che già giungono commenti, lasciamolo pure!
Daniel sta ancora smanettando…dalla Germania, dove la larga banda non è un problema, e quindi ci saranno delle implementazioni in corso d’opera.
Qualche consiglio in tempo reale potrà essere recepito, penso. Ad ogni modo un grande grazie a mio figlio è d’obbligo, sì perché questo sito sta in piedi esclusivamente per suo merito, io sono solamente un maldestro pilota.
Bene, piano piano torneremo a regime…più belli e più grandi di prima! Per la terza volta!
Guido
Filo diretto: il blog, voi, e le orchidee
In attesa delle prossime novità (Daniel sta lavorando per ridar vita al blog), inganneremo il tempo dialogando fra noi su questo post.
In questi giorni il blog è stato oggetto di ripetuti attacchi “hackers”, nel frattempo sono giunte in redazione varie mail ed anche commenti, forse qualche cosa s’è persa per strada, se non avete ricevuto risposta vi chiediamo la cortesia di ricontattarci, questo post sarà il filo diretto con voi, fino alla prossima risistemazione del blog.
www.orchids.it
La mail di Stefania
Buonasera ………..
noi non ci conosciamo ,,, io sono Stefania e sono una appassionata di orchidee a livello casalingo.
se non e’ un problema avrei piacere di essere messa al corrente degli incontri che fate come associazione ”orchids” per scambiare opinioni e consigli .
Ho visto la sua meravigliosa serra in uno speciale in tv e mi chiedevo se lei mi potesse consigliare dove trovare una piccola serra da appartamento per orchidee a clima caldo con relativi accessori (ventola-termostato e vaporizzatore).
La ringrazio e spero in un incontro personale al più presto….
STEFANIA
Ciao Stefania, benvenuta fra le orchidee.
Il tuo indirizzo di posta elettronica è già stato incluso nella lista degli amici di Orchids Club Italia e quindi riceverai tutte le nostre notizie…ovviamente c’è sempre orchids.it…l’angelo custode delle orchidee 😉
Per quanto concerne la piccola serra, appena sarà pienamente attivo il blog (ora non è possibile postare foto), presenteremo la piccola serra wardiana presentata alla mostra di Onigo dall’amico Aldo Dello Iacovo.
Guido
La mail di Marina
Buonasera,
è la prima volta che scrivo, ma già da un po vi seguo sul vostro bel sito dove trovo molte risposte ai miei 1000 dubbi.
Adesso ne avrei due in particolare: un paio di settimane fa sono stata ad una piccola mostra di orchidee a Bologna e ho comprato delle piantine di Den. pierardii. Per ora hanno i bocciolini, quindi li lascerò nei loro vasetti con lo sfagno, ma poi vorrei metterli su zattera: posso usare come base un tronchetto molto rugoso di olivo o ci sono controindicazioni?
Di più, come comportarmi esattamente?
Secondo quesito: una delle mie 3 Cattleye, dopo aver fiorito ha messo radici nuove e germoglio, l’ho rinvasata, credo e spero nel modo giusto, ma il germoglio sta crescendo esattamente perpendicolare allo pseudobulbo precedente. Modificherà la sua direzione in seguito o c’è qualcosa che devo fare?
Grazie per ogni consiglio che mi arriverà.
Altra cosa, già che ci sono. Abito vicino a Firenze, sembrerà strano, ma trovare piante di orchidee, tranne le solite phal. o cymb. è impossibile.Gradirei tantissimo avere informazioni, se qualcuno le ha, su qualche vivaio che venda qualcosa di un po più particolare, non dico speciale, visto che comunque sono una principiante.
Spero di avere scritto all’indirizzo giusto, ma con internet sono una vera frana.
Grazie, cordiali saluti e
tanti complimenti.
Marina
Ciao Marina, grazie per i complimenti.
Il tuo D. pierardii puoi lasciarlo nello sfagno finché fiorirà, E’ un’ ottima idea la sistemazione su tronchetto, ma ti conviene fare l’operazione quando le tue piantine sono in vegetazione (presenza di nuovi germogli e radici attive), avendo cura di attaccarle a testa in giù e di legare un po di sfagno attorno alle radici.
Il nuovo germoglio della tua Cattleya cresce orizzontale forse perché cerca luce dalla finestra…gira la pianta o trovale altra sistemazione.
Non proprio vicino a Firenze, ma comunque in Toscana (Grosseto) è nata una nuova azienda che vende orchidee da collezione, ecco il link Il Sughereto
Buona coltivazione.
Guido
Il commento di Alessandro
Ciao io ho un’orchidea ma non so di che tipo è. Mi farebbe piacere sapere se qualsiasi orchidea viene trattata alla stessa maniera o ci vogliono delle cure specifiche a seconda della specie.
grazie
Ciao
Ciao Alessandro,
non proprio cure specifiche per ogni specie ma non tutte le orchidee richiedono le stesse condizioni di coltivazione.
A grandi linee possiamo raggrupparle in tre grandi gruppi: temperature fredde (5-20 G°), temperature intermedie (12-25 G°) e temperature calde (18-32 G°).
Per altre indicazioni sarebbe utile vedere la pianta, se puoi invia una foto a info@orchids.it.
A presto
Guido
Orchidando… con una Dracula bella
A chi non piacerebbe tenere questa orchidea in salotto? Lei non riesce a vivere però, lei ama i boschi umidi ed ombrosi.
Il genere
Dracula, ovvero “piccolo drago” dall’aspetto intrigante dei suoi fiori e dalla sua passione per ambienti di vita umidi ed ombrosi.
Il genere Dracula appartiene alla sotto tribù Pleurothallidinae, è stato creato dal Dr. Carlyl Luer nel 1978, e raggruppa alcune specie del genere Masdevallia con fiori pelosi dal labello inusuale.
Le prime specie di Dracula furono scoperte nel 1870 nelle umide foreste della Colombia, dell’Ecuador e del Perù.
Ci sono più di 100 specie conosciute, ma molte altre sono ancora da scoprire.
Dracula bella
Collezione Guido De Vidi – foto 26.03.08

Dracula bella (Rchb.f.) Luer, 1978
Il nome di specie (di matrice latina) è stato dato in onore dei suoi fiori affascinanti.
Cresce nei boschi avvolti dalle nebbie della Cordigliera occidentale della Colombia a 1800 – 2400 metri di altitudine.
La prima Dracula bella è stata scoperta da Gustav Wallis nel 1873-4 durante una raccolta di piante per la ” Veitch Royal Exotic Nursery of Chelsea” (Inghilterra), ma in quell’occasione non riuscì a far giungere a destinazione piante viventi.
In Inghilterra la nuova specie giunse 4 anni più tardi per merito di Low and Co. (Clapton).
Il sepali della Dracula bella sono uniti, coperti di densi peli o verruche e dotati di lunghe code. I petali molto piccoli sono posti a fianco di una minuscola colonna e macchiati di scuro, così da sembrare due occhi di un piccolo drago.
Il fiore misura circa 7,5 centimetri in altezza e 6,5 centimetri in larghezza ed è rivolto all’indietro: misurando anche le code sepaline raggiunge i 10 centimetri. Il colore è rosso scuro con macchie diffuse su uno sfondo color giallo e crema. Il labello è grande, bianco, solcato profondamente ed è arricciato a semicerchio. Pende liberamente nel centro del fiore. I pedicelli fiorali emergono dal substrato del cestino (geotropismo negativo) e producono fiori singoli.
Coltivazione
La maggior parte delle specie del genere Dracula vanno coltivate in cestini di rete metallica, questo per consentire la fuori uscita dei pedicelli fiorali.
La bassa temperatura l’umidità pressoché sempre attorno al90% e la luce soffusa sono elementi essenziali per coltivare bene le Dracula. Con certe specie, Dracula vampira ad esempio, l’elevato tasso di umidità è indispensabile per mantenere la turgidità dei fiori. Spostare la Dracula vampira fiorita, in un ambiente asciutto significherà la totale chiusura dei fiori, in pochi minuti.
La temperatura ideale è 13° C di notte e 16° C di giorno, in ogni caso mai sopra i 26 ° C altrimenti si seccano le radici e le nuove gemme.
In questa condizioni ambientali è utile mantenere una costante ventilazione.
Fertilizzare con dosi minime ogni settimana e mantenere il substrato sempre umido usando, se possibile, acqua piovana.
Orchidando…ovvero andar per orchidee
Quattro regole utili per gli acquisti
La “pandemia dell’orchidofilo”, sì proprio quella smania che ti assale al cospetto delle orchidee in vendita, che dilaga nelle mostre mercato di orchidee ed anche negli acquisti on line è la famosa febbre del collezionista di orchidee.
E’ la febbre causata dal famoso “orchivirus”, che come sintomo principale inibisce il valore del denaro
Vanda Thananchai – collezione Guido De Vidi – foto 21.03.08
ed amplifica il desiderio di possedere quante più orchidee possibili.
Ogni mostra mercato può raccontare aneddoti simpatici e per certi aspetti grotteschi, tipo indebitamenti temporanei pur di non lasciar scappare una specie rara, oppure, dopo aver fatto incetta di orchidee, dover chiedere 10 euro ad un amico per il pedaggio autostradale di ritorno a casa.
Penso che su questo tema, ognuno di noi abbia qualche storiella da raccontare… che dite? Raccontatela pure, tanto siamo tutti sulla stessa barca 😉
In attesa delle “confessioni” ecco quattro regole d’oro per non farci cogliere impreparati dalla febbre…anche se ho poche speranze di trovare ascolto.
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Vanda lamellata
L’orchidea della primavera, bella e profumata
Lindley descrisse e registrò questa deliziosa specie in Edwards’s Bot. Reg. 24(Misc.): 66 (1838), sulla base di una pianta portata a fioritura nelle Filippine dai signori Loddiges.
Il nome specifico allude alle sottili creste presenti sul labello. Vanda lamellata è endemica nelle isole meridionali di Taiwan, Filippine e nella parte settentrionale del Borneo dove cresce a basse altitudini.
Collezione Guido De Vidi- foto 21.03.08

Vanda lamellata Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 24(Misc.): 66 (1838).
Sinonimi e varietà:
Vanda unicolor Steud., Nomencl. Bot., ed. 2, 2: 744 (1841), nom. inval.
Vanda cumingii W.Baxter in J.C.Loudon, Suppl. Hort. Brit.: 654 (1850).
Vanda clitellaria Rchb.f., Flora 55: 277 (1872).
Vanda vidalii Boxall ex Náves, Fl. Filip., ed. 3, 13A: 240 (1880).
Vanda nasughuana Parsons, Orchid Rev. 39: 39 (1931), nom. inval.
Vanda amiensis Masam. & Segawa, Trans. Nat. Hist. Soc. Taiwan 24: 212 (1934).
Vanda yamiensis Masam., J. Geobot. 15: xii (1966).
Vanda lamellata f. alba Valmayor & D.Tiu, Philipp. Orchid Rev. A-V(3): 24 (1983).
Vanda lamellata var. calayana Valmayor & D.Tiu, Philipp. Orchid Rev. A-V(3): 24 (1983).
Le 4 varietà caratterizanti la specie.
Vanda lamellata var. boxallii.
Porta fino a 40 fiori per infiorescenza. I petali sono di colore bianco crema con la metà interna dei sepali laterali marrone scuro. Il labello è rosa viola. Questa specie vive ad altitudini più elevate rispetto alle altre varietà, in natura fiorisce più di una volta all’anno.
Vanda lamellata var. calayana
Petali e sepali sono di colore giallo uniformemente macchiati di marrone.
Vanda lamellata var. flava.
Le infiorescenze sono di colore giallo verde e marrone senza evidenti marcature. Questa è la forma albina della specie ed è abbastanza rara in coltivazione.
Vanda lamellata var. remediosae.
Petali e sepali sono di colore bianco crema con la metà interna dei sepali color verde chiaro. Il labello è viola pallido.
V. lamellata si sviluppa su fusti monopodiali di 6-30 cm di lunghezza dotati di foglie lineari e distiche, lunghe 9-33 cm e larghe circa 1 cm. Le infiorescenze arcuate sono lunghe 20-35 cm e portano da 8-20 fiori delicati e dolcemente profumati della dimensione complessiva di 3 centimetri. I fiori sono molto variabili, nel numero e nel colore, a seconda della forma. Spesso il riflesso di petali e sepali può essere verde, bianco, o giallo crema, con macchie dal marrone al rosso-bruno. Il labello è bianco/giallo con 6 venature rosso porpora verso la base. Spesso la parte centrale dei lobi può essere spruzzata di rosa o rosso-viola.
V. lamellata fiorisce in tardo inverno prima primavera.
Forse il colore più eclatante è quello della var. boxallii Rchb.f., per questo molto usata nelle ibridazioni.
In natura V. lamellata è spesso trovata su rami e tronchi di alberi nelle foreste costiere o in prossimità di corsi d’acqua, a volte anche in zone luminose, ad altitudini non superiori ai 100 metri sul livello del mare. In natura le piante crescono bene al di sotto del 50-70% di umidità relativa, con buona luce e costante ventilazione. Le minime temperature invernali possono scendere anche a 12° gradi centigradi.
Coltivazione
V. lamellata in condizioni ideali di coltivazione può fiorire anche più volte all’anno.
La corretta coltivazione consiglia regolari fertilizzazioni e bagnature durante tutto il periodo di sviluppo, che vanno rallentate quando le piante sono inattive. In tal modo si asseconda il ciclo umido-secco.
V. lamellata può essere coltivata in vaso o in cestino, con substrato di bark grossolano, oppure anche a radice nuda. In quest’ultimo caso è necessario disporre di ambienti appropriati: serre con impiantistica evoluta.
