Oggi in serra

A zonzo fra le orchidee: curiosità e sensazioni

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Attenzione ai serpenti


Questa mattina appena entrato in serra ho notato una starna figura sinuosa a forma di piccolo serpente, che si adagiava sopra gli pseudobulbi di altre orchidee.
Era un esile stelo della Pholidota imbricata con i fiori ancora chiusi ed avvolti da leggere coperture squamose.
L’effetto è stato forte ed immediato ed ho capito perchè nella letteratura, questa specie botanica è chiamata “orchidea serpente”.

Una grande orchidea dai fiori effimeri

Fiore di Sobralia macrantha Lindley.
Questa orchidea fiorisce in successione, tuttavia i fiori durano solamente un giorno, e talmente poco tempo in piena apertura, che risulta un’impresa perfino fotografarli.
Luoghi d’origine: Messico (zona di Oaxaca), Guatemala, Belize, El Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica.
Il nome trae origine dallo scopritore del genere “Sobral “ e dal latino “macranthus” grande fiore.
In America centrale, la sobralia macranha, è conosciuta come il “Giglio di Sant’Antonio”.

Voglia di vivere

Sappiamo tutti quante risorse portano con loro le orchidee.
Nella foto a sinistra è rappresentata la voglia di vivere della Peristeria elata, che dopo aver perso il suo nuovo germoglio a causa di bagnature eccessive ed inopportune, riesce a farne spuntare un secondo (possiamo notarlo sulla parte alta dello pseudobulbo) da una delle varie gemme dormienti di cui sono dotati gli pseudobulbi.

Una mano amica


Un pugno di composto per il rinvaso dei Phaphiopedilum mentre viene sistemato nel nuovo vaso.
La letteratura aiuta molto a conoscere le orchidee, ma per farle vivere, vale di più un’ora trascorsa in compagnia di chi le coltiva.
Fidati della mano sporca del coltivatore, ha molta più sperienza di quella linda del parlatore.

Lacrime di S. Lorenzo

12 Agosto, alto nel cielo di casa mia, la pioggia delle Perseidi è nascosta dalle nuvole

Niente paura, muniti di fantasia possiamo esprimere ugualmente i nostri desideri ammirando questo sciame di stelle cadute nella mia serra.
I loro nomi: Phalaenopsis violacea ‘semi alba’ (in alto a sinistra della foto) – Palaenopsis fasciata (al centro della foto) – Phalaenopsis amboinensis (in primo piano).
Vogliamo provare?

Incontro di Agosto: le foto di Carlo

Domenica 6 Agosto 2006, 3 belle orchidee viste da Carlo in una giornata stupenda

Queste foto le dedichiamo a tutti i nostri visitatori, che nonostante il periodo decisamente Ferragostano, trovano tempo e voglia di fare un salto sul blog…e soprattutto al nostro amico Gianni, lontano dalle sue amate spiaggie veneziane. Buone vacanze a chi sta andando, forza e coraggio a chi sta tornando… orchids.it vi da una mano!!


Phalaenopsis fasciata collezione Guido De Vidi-diritti riservati.


Phalaenopsis violacea var. malesia-collezione Guido De Vidi-diritti riservati


Phragmipedium (besseae x schlimii) collezione Guido De Vidi-diritti riservati

Un particolare ringraziamento a Carlo Nicoletto a cui vanno i diritti fotografici

Cattleya granulosa

Fra le Cattleye bifoliate, forse è la meno conosciuta
Collezione Guido De Vidi-foto 09.08.06
cattleya_granulosa_fioreCattleya granulosa Lindl. 1842
Sottogenere: Falcata
Sezione: Granulosae [Fowlie]Withner

Orchidea epifita a sviluppo simpodiale endemica del Brasile orientale, vive sugli alberi delle dune collinari lungo il litorale marino, dove occupa una fascia costiera da 2 a 20 chilometri nella zona del “Rio Grande do Norte”, a destra di Canguaretama e a sud di Touros.
In Pernambuco e Alagoas possiamo trovare la Cattleya granulosa in due fasce d’altitudine, al livello del mare e più all’interno attorno ai 1000 metri, dove questa specie condivide l’ambiente con la Cattleya labiata, al punto da creare con quest’ultima, un ibrido naturale: Cattleya le Czar Lind. – (x Cattleya labiataa Lindl.) (Sin. Cattleya x imperator).

foto libera da copiright
cattleya_granulosa_var_schoMotivo di discussione fra tassonomisti è anche la Cattleya schofieldiana , pianta molto simile alla Cattleya granulosa, che vive tra Espírito Santo e Bahia: si ritiene sia una specie assestante.
Cattleya granulosa è generalmente caratterizzata da lunghi pseudobulbi cilindrici, 40-50 centimetri con varianti tra 25 e 90 centimetri, solamente in una zona specifica di “Rio Grande do Norte” si possono trovare piante molto piccole, con pseudobulbi alti circa 15 centimetri e fiori della stessa dimensione di quelli prodotti dalle sorelle più alte. Gli pseudobulbi sono leggermente compressi lateralmente ed al loro apice si formano due foglie oblunghe, lanceolate ed ellittiche.
Cattleya granulosa è stata descritta da Lindley nel 1842.In quell’occasione, analizzò del materiale proveniente dal Guatemala inviatogli dal sig. Hartweg, questo fatto trasse in inganno Lindley e la descrisse come pianta enemica di quel paese. In realtà, Cattleya granulosa è di origine Brasiliana ed è endemica nelle zone di Pernambuco, Alagoas, Sergipe e Paraíba. Non è mai stata trovata nel Guatemala. Questa specie predilige vivere al livello del mare dove le temperature sono calde o intermedie più o meno costanti durante tutto l’anno, ma il suo aerale può raggiungere anche quote più alte.
La fioritura della Cattleya granulosa è generalmente estiva e molto duratura, in qualche caso fiorisce anche nella tarda primavera. I fiori sono fragranti ed il loro profumo è vagamente esotico e piccante.
La dimensione dei fiori può raggiungere anche 10 centimetri ed il numero varia notevolmente, spesso sono 2 o 3, ma in certi casi si possono incontrare piante con più di 10 fiori: sembra che questo fattore sia molto legato a specifiche caratteristiche genetiche varianti da pianta a pianta.
Poca letteratura è dedicata a questa specie e la causa sembra dettata dalla difficoltà a raggruppare le varietà seguendo la colorazione dei fiori, molto variabile nella tonalità e nella maculatura.
La specie in esame presenta frequentemente fiori color verde-oliva con qualche marcata punteggiatura vermiglio distribuita casualmente su petali e sepali, che scende anche sulla parte stretta del labello per lasciar posto al rosa picchiettato di viola nella sua parte estrema.
Possiamo dire che di questa specie non esiste una pianta uguale all’altra, ognuna da vita ad un caleidoscopio di colorazioni, che variano sulla base di tre pigmenti: verde, amaranto e vermiglio, mescolati dalle singole informazioni genetiche.
Il labello, stretto alla base e allargato a forma di ventaglio nella sua parte estrema, presenta delle protuberanze granulose (da cui il nome della specie) nella pagina superiore ed avvolge la colonna con due ali bianche.
Il “ventaglio” del labello colorato di rosa soffuso e picchiettato di viola, in qualche raro caso tende all’azzurro, ma la varietà incontestabilmente “coerulea” non è ancora stata trovata.

Coltivazione
Cattleya granulosa è utile coltivarla in vaso oppure in cestino di legno, le dimensioni in altezza dei suoi pseudobulbi rendono difficile la sistemazione su zattera. Durante lo sviluppo e la maturazione degli pseudobulbi va coltivata come le altre Cattleye bifoliate. Va posta particolare cura ai suoi pseudobulbi, abbastanza esili rispetto alla loro altezza, caratteristica che li rende abbastanza vulnerabili alle alte temperature: si può incorrere in fenomeni di disidratazione.
Le concimazioni di questa specie seguono lo standard normale delle Cattleye.

Qualche link sulle Cattleye, dall’archivio di orchids.it: coltivare su zattere Cattleye e la loro coltra rinvaso delle Cattleye curiosità sui nomi degli ibridi la regina delle orchidee

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
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Agosto: quiz per chi non va in ferie

Tutti i colori della Phalaenopsis violacea

Orchidee della collezione Guido De Vidi – foto 09.08.2006 – diritti riservati

Quiz: tutte son Phalaenpsis violacea, tutte son belline, ma solo una lo è anche di nome, qual’è e perchè?

Nota: Elettra e Alberto non possono partecipare al quiz…in quanto persone informate sui fatti…lo sò!! 😆