Archivio mensile:Ottobre 2007

Orchidee: pigmenti clorofilliani nei fiori fecondati

Analisi di un fenomeno abbastanza raro riscontrabile su alcune specie di vari generi di orchidee.

La formazione di clorofilla nei segmenti fiorali dopo la loro impollinazione è un fenomeno poco frequente nelle orchidee, seppur raro è stato comunque osservato in varie specie di generi diversi.
Le Phalaenopsis e nello specifico quelle specie che, secondo l’ultima revisione tassonomica di Christenson 2001, rientrano nella sezione Zebrinae, sono molto rappresentative del fenomeno clorofilliano in analisi.

Phalaenopsis hieroglyphica – collezione Guido De Vidi- foto01.11.2007
Phalaenopsis hieroglyphica [Rchb.f] Sweet 1969
Sottogenere: Polychilos
Sezione: Amboinenses Sweet 1968, o Zebrinae Christenson 2001.
Basionimo: Phalaenopsis lueddemanniana var. heiroglyphica Rchb. f. 1891
Sinonimi: Phalaenopsis lueddemanniana var. palawensis 1953; Phalaenopsis lueddemanniana var. surigadensis 1965; Polychilos hieroglyphica (Rchb. f.) Shim 1982
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Incroci famosi: Blc. Adam Hausermann ‘MAGICLAND’

Quando il clone di un incrocio è più raro di una specie

Chi da anni è nel giro delle orchidee, conosce certamente, per fama e per serietà, la ditta americana Hausermann, una delle maggiori aziende produttrici di orchidee.
“Fondatore Carl Hausermann, 1920 – coltivazione di piselli dolci, rose e gardenie da fiore reciso. La coltivazione di orchidee da fiore reciso inizia con il figlio Edwin Hausermann, nel 1935 – la produzione di fiori recisi raggiunge le 400.000 unità annue. Nel 1959 l’azienda comincia a vendere anche piante di orchidee, nel 1970 prende corpo “ORCHIDS BY HAUSERMANN, INC.” che da allora invia orchidee (specie botaniche ed ibridi) ad hobbisti e commercianti di tutto il mondo.”
Come potete vedere sul loro sito, la gamma di produzione è immensa: si va dalle specie botaniche di vari generi, alla miriade di clonazioni e di ibridazioni famosi.

Da Wikipedia: “Il termine clone deriva dal greco ???? (klön, ramoscello), e può assumere diversi significati a seconda del contesto in cui è utilizzato.
In genetica, il clone è un insieme di organismi o di cellule che originano da un fondatore per riproduzione agamica o da una cellula fondatrice per mitosi. I membri di un clone sono quindi geneticamente identici.”

Esperienze
Molti anni fa, dopo aver ammirato un catalogo cartaceo di Hausermann (a colori), internet non esisteva e tutto funzionava via fax e/o via telefono, io ed il mio amico Nevio abbiamo effettuato un ordine di Cattleya (cloni di incroci premiati e/o scelti dalle foto).
La qualità delle piante si è dimostrata ottima, così pure i costi (cambio del dollaro, allora molto favorevole) e col tempo anche le fioriture.
A distanza di anni le piante sono diventate adulte, molte sono state divise e distribuite a vari collezionisti, tutto normale si dirà, ma la sorpresa interessante è che ora, molte di quelle piante sono già fuori catalogo e quindi “pezzi da collezione numerata”.

Ad esempio, chi possiede un clone di: Blc. Adam Hausermann ‘MAGICLAND’?

Blc. Adam Hausermann ‘MAGICLAND’- Collezione Guido De Vidi – foto 30.10.07
Questo meristema di uno dei vari figli dell’incrocio (Blc. Mem. Roselyin Reisman x Lc. Mattie Shave) è molto bello, sia per forma che per colore e consistenza.
Da ricerche fatte non risulta abbia ricevuto nessun premio AOS od altro, forse questo è il motivo della sua repentina scomparsa dai cataloghi dei commercianti di orchidee.
La foto non rende tutta la bellezza e nemmeno la deliziosa ed intensa fragranza dei fiori di questo ibrido; con questo post desidero spezzare una lancia in favore di una sua futura premiazione, invitando tutti i collezionisti che coltivano questa Blc. a presentarla in qualche concorso, lo merita davvero.

Appuntamento al buio

Con questo post diamo vita ad una nuova categoria: “scrivi il tuo post”. Lo spunto ce lo dà Elisa, autrice di questo racconto, amica del blog e cittadina del mondo, come scrive lei.

Appuntamento al buio
Al giorno d’oggi non ci si dovrebbe fidare di nessuno, se si ascoltasse la televisione senza prendere le dovute distanze dalle notizie trasmesse. Cosa peraltro indispensabile, se non si vuole morire di paura o barricarsi in casa per evitare le brutture del mondo attuale! Eppure a volte un po’ di coraggio, un po’ di incoscienza, un po’ di sana curiosità (femminile aggiungo io!!!), permettono di vivere esperienze davvero piacevoli.
Io e Marco ci siamo conosciuti sul blog di orchids complici, naturalmente, le orchidee. Lui ha catturato la mia attenzione parlando di una “serretta estiva” e annesso apparecchio x l’umidità…quando poi ho scoperto che era friulano, il gioco era fatto. Va bene che io sono “cittadina del mondo” e tra Carinzia, Friuli, Slovenia ecc. non vedo più confini, però non mi risulta sempre facile tenere i contatti con i membri di orchids club che sono, per la maggior parte, veneti o comunque fuori dalla mia portata chilometrica! Questo naturalmente dispiace ma ti spinge a cercare…le soluzioni più abbordabili (“la fame aguzza l’ingegno”!!!). Mi sono così decisa a prendere contatti con Marco e a fargli visita, pur non sapendo nulla di lui…era una brava persona? Era giovane, vecchio, simpatico, affidabile?? Con questi dubbi un bel sabato mattina di sole sono partita da Gemona alla volta di Treppo Grande (circa 15 km), per incontrare un possibile maniaco sessuale, un assassino…comunque un POTENZIALE poco di buono! Questi sono stati i commenti preoccupati di mia sorella, quando l’ho avvertita che stavo uscendo di casa…mio marito non lo avevo informato
prima, ma solo a incontro avvenuto, per evitare discorsi del genere (tanto lui quel week end se n’era rimasto in Carinzia!!!!).

Nella foto, Elisa e Marco fra le sue orchidee già rientrate dalla vacanza nella serretta estiva

L’incontro con Marco e la sua fidanzata è stato invece piacevolissimo: mi hanno mostrato le loro piante (dico loro perché nonostante sia Marco l’appassionato, anche lei, secondo me, non disdegna!!!) ci siamo regalati un Dendrobium loddigesii in cambio di una Phal equestris, ho potuto vedere come funziona l’impianto per l’umidità…ci siamo scambiati un sacco di informazioni! E naturalmente abbiamo parlato di voi e abbiamo deciso di condividere questo incontro comparendo sul blog: in fondo, quel sabato mattina, c’eravate tutti! Io spero di rivedere ancora Marco perchè il cosiddetto “know how” che predico tanto quando organizzo per lavoro incontri transfrontalieri è davvero il modo migliore per arricchirsi e imparare! Spero poi che anche loro si decidano una buona volta a venire a qualche incontro…i membri di Orchids Club Italia non mordono, vero??? Nemmeno gli amici delle Carnivore, come ho potuto constatare!!!

Elisa

Come controllare la temperatura massima e l’umidità in serra

Fog e cooling, parole magiche, ovvero: in serra, fatti il tuo “fog” e/o il tuo “cooling”su misura

Qualche anno fa, mettiamone una ventina, di serre amatoriali per la coltivazione delle orchidee ce n’erano ben poche in giro dalle nostre parti.
I motivi di questo freno: costi proibitivi dei materiali e delle implementazioni tecnologiche, quindi, quei pochi appassionati di orchidee coltivavano in situazioni veramente difficili.
Paradossalmente, il problema principale ed anche più costoso era il controllo della temperatura massima da mantenere all’interno della serra.
Mentre nelle serre, per così dire a coltivazione standard (ortaggi, talee ed altro), ci si poteva anche accontentare di aperture più o meno automatizzate, le nostre serre amatoriali dovevano e devono rispondere anche al costante mantenimento di una certa umidità relativa dell’aria, purtroppo questa esigenza risulta incompatibile con aperture, in quanto fonti di repentine essicazioni dell’aria.
La tecnologia che consente una corretta ed economica gestione di temperatura ed umidità interna alla serra amatoriale è quella già applicata su larga scala nelle serre professionali e cioè in estrema semplificazione: “il raffrescamento evaporativo”
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Stai costruendo la serra per le tue orchidee?

La serra, elemento essenziale per coltivare orchidee esotiche.

Non tutte le appassionate e gli appassionati di orchidee riescono a costruirsi una serra dove poter dar slancio alla loro coltivazione, ma l’obiettivo recondito di tutti è quello di potersi costruire, prima o poi, uno spazio organizzato e funzionale alle proprie piante.
A volte mi domando perché in fase di progettazione dei nuclei abitativi, i progettisti a cui ci rivolgiamo non pensano anche a creare spazi per la coltivazione di essenze arboree e nel nostro caso di orchidee.
Ad onor del vero le nuove generazioni di architetti cominciano a porsi il problema, ma la loro esperienza in tal senso è praticamente uguale a zero e non di rado capita che ci sia bisogno di indicazioni, per così dire sul campo, da parte di chi ha già esperienza pratica.
Foto tratta dal libro “LE ORCHIDEE” di Rebecca Tyson Northen, edito dalla Rizzoli
Progettare la serra contestualmente all’edificazione di nuove abitazioni sarebbe anche più funzionale ed economico, allora proviamo ad immaginare un ipotetico progetto di casa con annessa serra per orchidee, ovviamente sarà un percorso utile anche per chi la casa ce l’ha già e sogna di realizzare il suo “spazio organizzato per il verde”.
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