… forse sarà perché sono totalmente affascinato da questa specie, ma per me i suoi fiori sono la sintesi perfetta dello stile e dell’eleganza essenziale.
Cattleya violacea (HBK) Rolfe 1889 Sottogenere Schomburgkoidea Withner 1989
Sinonimi: Cattleya odoratissima P.N.Don 1840 – Cattleya schomburgkii Lodd. ex Lindl. 1838 – Cattleya superba R.H. Schomb. ex Lindl. 1838 – Cymbidium violaceum Kunth 1816 – Epidendrum superbum (R.H. Schomb. ex Lindl.) Rchb. f. 1862 – Epidendrum violaceum (Kunth) Rchb. f. 1861
Questa specie è endemica in una zona molto estesa che comprende vari stati fra i quali, Colombia, Venezuela, Guiana, Brasile, Bolivia, Perù ed Ecuador. E’ un’orchidea epifita, a volte anche litofita e vive ad altitudini fra (150-700 m), sugli alberi posti lungo i fiumi delle foreste tropicali calde e umide.
C. violacea appartiene al gruppo delle C. bifoliate è dotata di pseudobulbi snelli ed alti circa 30 centimetri all’apice dei quali si formano infiorescenze con 2 e più fiori di (10-13 cm). Fiorisce con l’inizio della stagione calda (fine primavera inizio estate). I suoi fiori sono molto stilizzati, disposti elegantemente a raggiera, profumati e di lunga durata. Sono di colore viola, più marcato sul labello la cui gola è segnata da striature gialle.
Nel passato, questa specie era nota anche come Cattleya superba, ancor oggi qualche venditore la propone con questo nome. Catteleya violacea ha un habitat molto esteso, forse è presente in più zone rispetto a tutte le specie di Cattleya. Le piante sono concentrate in tre zone primarie, ad altitudini fra (150-700 m). La prima zona comprende alcuni tributari del Rio delle Amazzoni, partendo quasi dalla foce per giungere fino alle colline pedemontane delle Ande ad ovest di Iquitos, Perù (una distanza di circa 2400 chilometri). La specie è presente anche verso Sud (650 chilometri) sul plateau brasiliano, mentre a Nord si può trovare (160 chilometri) sul Rio Branco ed a diverse centinaia di chilometri, anche sul Rio Negro dal lato sud degli altopiani che separano il Brasile, la Colombia, il Venezuela e la Guyana (Guiana britannica). Un secondo habitat per la C. violacea è segnalato nelle colline pedemontane delle Ande nel bacino del fiume Ariari vicino a Villavicencio, Colombia. Mentre un terzo posto C. violacea si trova lungo il fiume di Paragua nel Venezuela, che confluisce nel fiume di Orinoco dal lato nord degli altopiani che separano il Venezuela ed il Brasile.
Come si può notare, le zone di endemicità di questa specie sono molto estese. Grandi habitat di vita generalmente indicano che una specie è adattabile a varie condizioni di sviluppo, ma non è il caso della C. violacea. Tutte le annotazioni climatologiche effettuate dalle stazioni metereologiche, situate vicino ai vari habitat della C. violacea sono similari: le differenze sono così piccole da sembrare ininfluenti. La C. violacea si è propagata in un habitat molto vasto perché ha trovato le sue condizioni ideali di vita in tutte queste zone e non per suoi adattamenti biologici.
Concordo pienamente con l’ultimo suggerimento che ha scritto Maya.Il tempo e l’osservazione della pianta sono fondamentali per capire ciò che vuole comunicarti,ma soprattutto ciò che le serve.
Buona giornata a tutti
Gian
Innanzitutto mi complimento con Guido per la foto della meraviglia sopra citata, oltre che per i profumi ho una particolare predilezione per la geometria in natura e il mondo delle orchidee mi offre un’infinità di spunti, sconvolgendo e rivoluzionando canoniche quadrature di cerchi e pindariche evoluzioni di altre semplici figure geometriche che tali appaiono ad una superficiale attenzione ma che artisti ed architetti di eccezionale levatura apprezzerebbero ed hanno apprezzato sfruttandone gli esempi per produrre opere irripetibili. Ma, solo la natura può continuare all’infinito a riprodurre se stessa sempre con la stessa sorprendente perfezione e bellezza e questa splendida orchidea ne è l’esempio…
Riguardo alle Phal, bravo Gian, ma non sono stata io ad insegnarti, ho solo diligentemente riportato ciò che ho imparato da qualcuno più bravo di me 😉
Mi permetterei di aggiungere un piccolo suggerimento per Antonella: non avere fretta, le piante, come gli esseriumani hanno bisogno di tempo per crescere e produrre le meraviglie che ci regalano e, se hai la pazienza di osservarla con attenzione e seguire qualche semplice suggerimento che troverai nel blog, imparerai dalla tua piccola creatura ciò di cui ha bisogno…
Ciao
Maya