Chissà se mi sbaglio, ma non sarebbe più logico chiamare le cose con il loro nome?
Ad esempio – l’han capita anche i garden – sempre più spesso vari commercianti del verde, per dare tono a qualche fine settimana invitano qualche venditore di orchidee e pubblicizzano la cosa come “mostra mercato”. Per carità, vista sotto l’ottica del commerciante che deve vendere, niente da eccepire, ma l’informazione corretta da dare all’appassionato orchidofilo, a mio avviso dovrebbe essere “mercato delle orchidee”… e magari aggiungendo anche la precisazione fra specie da collezione e commerciali.
Si dirà – questione di lana caprina – importante trascorrere una giornata con i venditori amici e con qualche orchidea in più al ritorno, da aggiungere alla propria collezione.
Si sa, le capre hanno il pelo sottile, che può sembrare lana, ma sempre pelo è… la lana vera è delle pecore.
Perché scrivo questo? Perché mi ostino a vedere l’orchidofilia dalla parte dei fruitori finali: il collezionista, l’appassionato ed anche il neofita, che devono poter godere la loro passione da protagonisti, stando insieme, organizzati in gruppi ed associazioni.
Qualsiasi soggetto commerciale dovrebbe tener conto di questo aspetto, invece capita sempre più spesso l’opposto: nelle occasioni di eventi mercato delle orchidee, le associazioni, o non ci sono o rappresentano il “convitato di pietra”; con una metafora, la simbolica maglietta dell’ orchidofilo è indossata dal commerciante.
Nei commenti di questo blog si chiede cosa c’è a Vicenza, pare che un garden organizzi il fine settimana con 2 produttori/commercianti di orchidee.
Tutto quello che si sa è questo… buon divertimento a chi andrà.
è proprio vero, a volte la scrittura di getto non riesce ad esprimere le idee dell’autore e per quanto mi riguarda me ne scuso. Roberta, i tuoi commenti sono raggi di sole, questo intendevo 😉 ci mancherebbe altro!
Al caro amico Gianni viva la polemica, ma attento alla sindrome di Stoccolma 😉 😆
Un grande abbraccio affettuoso, per ora virtuale, a tutti.
Guido
Guido, nello scrivere a volte si corrono questi rischi.. essere fraintesi intendo. Ripeto che il tono e’ piu’ pacifico di quello che traspare, e soprattutto non c’e’ nulla di personale. Quindi in ogni mia frase non mi riferivo ne a te ne a nessuno che frequenta il blog. Non mi permetterei mai. Nonostante leggo e rileggo quello che scrivo prima di lasciare il commento, per cercare di non essere fraintesa, a volte cado vittima di qualche frase impostata male. Ma so che alla luce di questo, quando rileggerai quello che ho scritto, non avrai rancori nei miei confronti e me lo dimostra l’ultimo tuo commento.
Chiedo comunque scusa se ho involontariamente dato adito ad equivoci, ammetto di essere stata un po’ pesante
Pacetta?
Un bacio affettuoso
Roberta L.
Mi state facendo mangiare le mani fino al gomito…;)
Spero che ci saranno successivamente al centro almeno avrò l’onore (si spera!) di conoscervi in parte o tutti.
Ciao Roberta L. quando ho scritto il commento precedente non avevo ancora letto il tuo… come volevasi dimostrare, spunta sempre il sole, il tuo è il primo raggio che attraversa le nuvole.
Con affetto.
Guido
A scanso di equivoci desidero sottolineare che il problema non è dato dai venditori. Fra l’altro a Vicenza pare ci siano Franco Bianco e Pozzi, entrambi ottimi e storici produttori italiani di orchidee da collezione, che io stimo ed apprezzo.
Il problema è l’intollerabile invasione di campo di soggetti meramente commerciali, che per loro legittimi fini di mercato, cavalcano l’onda della moda orchidofila, trascurando l’associazionismo.
Da quanto leggo par di capire che qualcuno sia aggredito dalla “sindrome di Stoccolma”… il commercio rapisce spazi altrui e i rapiti se ne innamorano.
Mi domando se valga ancora la pena di raccontare le orchidee…in questo spazio. Per fortuna che, dopo la bufera spunta sempre il sole.
Guido
Volevo solo fare una precisazione per non dare adito ad equivoci. Ho utilizzato la metafora di Guido (virgolettando ogni volta) per descrive un certo tipo di collezionista cosi’ come lo intende Guido ma non intendevo ne intendo incollare questa filosofia a nessuno in particolare, per cui la generalizzazione e’ d’obbligo, ma non per questo priva di fondamento.
Sarebbe davvero bello come dice Guido che si possa creare un gruppo davvero solido, una forte ASSOCIAZIONE, che si ponga degli scopi. Scopi non solo divulgativi per la massa inesperta di cui gia’ oggi siete paladini e non finirei mai di ringraziare per la disponibilita’ e la pazienza che mettete ogni volta su questo blog per tutti, ma anche per trovare una soluzione a quel mercato (usero’ un termine un po’ pesante) “illegale?” (che non puo’ chiamarsi ne “mostra mercato” ne “mercato delle orchidee”) che contribuisce a danneggiare l’immagine dell’orchidofilo e le orchidee specie dei loro luoghi natii, e in questo caso non e’ “questione di lana caprina”.
Impresa da supereroi? da paladini della giustizia?
Certo e’ un bella gatta da pelare… specie quando la cosa va contro i gli interessi del collezionista.
Come sempre un caro saluto
Roberta L.