Archivio mensile:Marzo 2014

Fresco e umidità in serra: con “SerreGiardini” si può

SERRA “ORCHIDEA”…EVOLUZIONE.
Questo post potrebbe essere inteso come espressione di opinioni strettamente personali, ma quel “Mixing-glass” nel quale – da oltre un anno – si sono mescolate esperienza di coltivazione e ricerca di mercato, che mette a disposizione un “cocktail”da sogno per chiunque intenda avventurarsi nella coltivazione di essenze esotiche, mi induce a spezzare ancora una lancia in suo favore.
037 Era primavera, la scorsa primavera, quando nacque il proggetto “ORCHIDEA”, sponsorizzato da SerreGiardini e seguito nella sua evoluzione dalla mia trentennale esperienza di coltivazione.
Il prototipo “ORCHIDEA” è in funzione dallo scorso Settembre con ottimi risultati di coltivazione, ciò nonostante si è cercato di affinare ulteriormente la proposta “pacchetto completo”, nei costi delle varie implementazioni tecnologiche.
La struttura di protezione che per comodità chiamiamo “serra”, quell’involucro “trasparente” all’interno del quale il collezionista cerca di far vivere le sue piante, è solo il primo traguardo, e spesso diventa un muro invalicabile; tante rimangono le problematiche da risolvere.
Si è parlato di logistica interna alla serra, di controllo della temperatura, di umidità e della loro gestione complessiva; sono proprio questi gli aspetti che disarmano l’orchidofilo al punto da indurlo a soluzioni non sempre economiche e funzionali.
Ed ecco nascere le priorità: come sistemare le piante in serra? Come mantenere costante l’umidità interna?
BANCALI, parola scontata, ma al momento della ricerca ci si accorge che il mercato, seppur fornitissimo per le soluzioni di coltivazione generica, non dà risposte adeguate per le specifiche esigenze di piante epifite bisognose di supporti verticali, aerati e luminosi. La risposta ora c’è, anche se ancora in itinere e bisognosa di qualche modifica tecnica, c’è: EFESTO il bancale intelligente.
004FOG, altra parola magica e sempre gravida di incognite: come cercare la giusta soluzione?
Porrdenoneorchidea 2014 è stata l’occasione per vedere in mostra i bancali ed anche una simulazione di impianto “fog” appositamente studiato per soddisfare le esigenze di serre amatoriali da 16-20-30 metri quadri.
044L’idea di utilizzare una decina di bancali intelligenti, costruiti da SerreGiardini, per creare il set espositivo di #cantagallitribute, aveva l’ambizione di soddisfare due necessità: mostrare la loro funzionalità e nello stesso tempo dare un tocco magico alla scenografia.
Il numeroso pubblico ed anche gli orchidofili presenti, hanno espresso pareri estremamente positivi.
038L’impianto fog installato da SerreGiardini (pompa ad alta pressione, controllo elettronico, 12 ugelli e rete di distribuzione) hanno superato brillantemente il collaudo. Lo spettacolare effetto scenografico ha incantato i visitatori e, non da ultimo, ha garantito un clima favorevole alle orchidee esposte, mantenendole in forma per tutta la settimana.
SerreGiardini, visto l’interesse suscitato dalle soluzioni esposte, ha deciso di organizzare la vendita un-line di vari prodotti: bancali intelligenti, kit completo per impianto fog, singoli pezzi (ugelli, porta ugelli, tubo ecc), pompa, filtri e altri accessori per realizzare il vostro effetto nebbia…in serra, e perchè no, anche fuori.

Ora è tutto più facile: con SerreGiardini si può!

Cattleya maxima… quei pochi pseudobulbi dimenticati sui bancali della serra

051Eccoli, chi direbbe mai, eppure quello che vedete in foto ha trascorso tutta l’invernata abbandonato in un angolo fra i bancali della serra: trattasi di alcuni rtetrobulbi di Cattleya maximaa radice nuda “eufemismo”, magicamente fioriti.

Eravamo in autunno quando decisi di “risistemare” l’esemplare di Cattleya maxima,abbarbicato ai montanti della serra, in evidente sofferenza a causa delle continue aggressioni delle lumache.
Le operazioni di rinvaso consentirono di rigenerare due piante in vaso. Come sempre accade quando si rinvasano orchidee, alla fine rimane sempre qualche porzione e/o qualche retrobulbo.

Come capita nelle cucine dei migliori cuochi, anche con le orchidee è buona abitudine non buttare mai via nulla. Arriva sempre qualche amico a cui regalare qualche divisione, ma questa volta gli pseudobulbi avanzati sono rimasti nascosti per qualche mese, e finalmente, questa mattina la scoperta!

La foto degli pseudobulbi: The lost orchid.
041040Quasi a volermi scusare con questa famosa specie, ho voluto condividere qualche foto con voi che mi leggete.
Nel fotografare i retrobulbi fioriti e già gravidi di nuove vegetazioni, la mia mente non poteva non andare alla storia di William Cattley,per certi aspetti tanto simile a questa mia piacevole scoperta matutina.

I fiori non sono ancora del tutto aperti, forse nemmeno riusciranno ad aprirsi; è troppo debole la pianta, ma faranno sicuramente in tempo a mandare qualche messaggio agli appassionati orchidofili.
Il più importante sarà questo: trattami con umiltà, non importa se sono la parte più vecchia della pianta, non importa se non valgo tanto quanto qualche nuova orchidea, rispettami come fossi appena giunta nella tua serra, se ti sono di troppo donami a qualche tuo amico, mi farai vivere per sempre.
Hai ragione, cara amica mia. Qualche amico che ti accoglierà lo troveremo sicuramente, anzi, ora che sei popolare potrai anche scegliere!

Slc. Vallezac ‘Magic Fire’ AM/AOS

Nella foto in evidenza: Slc. Vallezac ‘Magic Fire’ AM/AOS – in fiore oggi nella collezione Rio Parnasso – 16.06.2016

Questo incrocio compie 56 anni, ma la sua magia è ancora insuperabile.
Slc. Vallezac (01/01/1960).
(C. Golden Gate x C. Anzac).
C. Golden Gate = C. S. J. Bracey x C. Isotta (1/1/1954).
C. Anzac = C. Marathon x C. Dominiana (1/1/1921).

Nelle foto è rappresentato il cultivar: Slc. Vallezac ‘Magic Fire’ AM/AOS

Sul finire degli anni 50 furono ibridate (Lc. Golden Gate x Slc. Anzac), seguirono le prime semine e dopo qualche anno si poterono ammmirare le prime fioriture, tutte eccezionali!
Le più belle furono registrate con vari nomi di cultivar:
Slc. Vallezac ‘Evelyn’ AM/AOS.
Slc. Vallezac ‘Billy Miles’ AM/AOS.
Slc. Vallezac ‘Magic Fire’ AM/AOS 1989.
Slc. Vallezac ‘Red Beauty’
Slc. Vallezac ‘Red Stone’ HCC/AJOS.
Slc. Vallezac ‘Camp Hill’ AM/AOS 1969.
Slc. Vallezac ‘Orlando’s Best’ HCC/AOS 1970.
Slc. Vallezac ‘Tropic Sunset’ HCC/AOS 1973.
Questi cultivar furono successivamente usati per nuove ibridazioni, ma senza grandi risultati.

Note sulla progenie:

Il primo incrocio dal quale discende Slc. Vallezac risale al 1856 (C. dowiana x C. warscewiczii). Nel tempo, altre specie di Cattleya e di Laelia, hanno contribuito a comporre il DNA di questo incrocio, ad esempio: L. tenebrosa, L. purpurata, C. bicolor, C. lueddemanniana, C. Iris, C. mossiae, finalmente nel 1902 arriva la prima ed unica Sophronits (Soph. coccinea).
E’ impressionante notare come la permeanza del colore rosso, nell’incrocio che ha dato vita a Slc. Vallezac, sia determinata solamente dalla presenza nell’albero genealogico, della specie Sophronitis coccinea.