Archivio mensile:Maggio 2015

Tolumnia Golden Sunset ‘TAKA’ AM/AOS

Dentro la storia di un incrocio fantastico: Tolumnia Golden Sunset.

Orchidee chiamate “erbacce di Moir”
Il gruppo di orchidee ora chiamato Tolumnia racchiude specie precedentemente appartenenti al grande genere degli Oncidium, sezione Variegata e comunemente denominate “Oncidium Equitant”. Sono state spostate nel nuovo genere da Guido Braem nel 1986.
L’origine etimologica del nome di questo nuovo genere, fa riferimento a Lars Tolumnius (morto nel 437 aC o 428 aC), famoso re di Veio, città-stato etrusca.

Queste piccole piante provenienti da tutte le isole dei Caraibi, nel loro habitat crescono un po’ ovunque, su ramoscelli, rami, fili del telefono, ecc; prosperano in buona luce del sole con ricca umidità e ventilazione data dalla brezza marina.

021Tolumnia variegata (Sw.) Braem 1986.

Le piante sono di solito epifite, a sviluppo simpodiale con pseudobulbi piccoli o assenti, completamente coperti da foglie di forma triangolare o circolare, non più lunghe di 6-8 cm. disposte a coppie sovrapposte, da cui l’origine del nome “Equitant” derivato dal latino “a cavallo”.

La struttura carnosa delle foglie consente di trattenere una buona quantità di acqua nella stagione delle piogge per usarla in quella secca. La maggior parte delle specie produce vegetazioni a brevi intervalli lungo rizomi basali. I fiori si formano in primavera a gruppi di 10-12 su esili infiorescenze lunghe da 30 a 50 cm formatisi sulle vecchie vegetazioni; sorgono dalla base delle foglie, portano fiori appariscenti e colorati con grandi labelli ornati da calli di forma varia.

Il genere
Il genere Tolumnia è composto da 6 specie distribuite dal Messico, Florida USA, Caraibi al nord del Sud America.
Le ibridazioni fra le varie specie di questo genere, seppur iniziate solamente negli anni 50 del secolo scorso, hanno già ottenuto splendidi risultati di miglioramento genetico; il motivo è dato dal breve tempo necessario a raggiungere dimensioni fioritura (circa 2 1/2 anni dall’impollinazione alla fioritura). Volendo spezzare una lancia in favore degli ibridi (non me ne vogliano i puristi delle specie), i discendenti di oggi offrono una serie incredibile di colori e forme che non si vedono nella specie originarie.

La coltivazione
La ridotta dimensione delle piante di Tolumnia, e la loro capacità di adattamento a diverse condizioni di coltivazione, le rende interessanti anche in collezioni fuori serra. La chiave per ottenere buoni risultati è la conoscenza del loro habitat naturale. Le specie sono endemiche del bacino caraibico spesso limitate a una sola isola. La maggior parte delle specie che hanno generato gli ibridi di oggi, desiderano clima caldo e vivono sui rami dove sono esposti al sole e godono di buon movimento dell’aria. In queste condizioni climatiche è necessaria forte umidità ambientale e in natura è fornita da vari rovesci di pioggia giornalieri e da pesanti rugiade notturne. Ma, fattore importante, grazie al costante movimento d’aria dagli alisei, le piante non restano mai bagnate a lungo.

Gli ibridi
Volendo conoscere un po’ più da vicino i numerosi ibridi derivati dalle specie originarie di Tolumnia, è inevitabile partire da Tolumnia Golden Sunset, universalmente considerato una delle più affascinanti ibridazioni prodotte negli ultimi 70 anni.

Storia
Tutto comincia a metà del secolo scorso con le prime ibridazioni del leggendario WW Goodale Moir Hawaii, pioniere della coltivazione e degli incroci delle specie che aveva raccolto nei suoi viaggi di lavoro nelle Americhe.
In quei periodi pochi davano importanza al lavoro di WW Goodale Moir e alle “erbacce di Moir”, così si usava apostrofare negli ambienti orchidofili quelle minuscole piante, ma col tempo arrivarono i primi frutti.
I primi successi incoraggiarono altri a unirsi alla ricerca. Ed è così che nasce un gruppo di lavoro e di studio, formato da Richard e Stella Mizuta e Robert e Susan Perreira, anche loro Hawaiiani ed è verso gli anni 70 che la fondazione Moir mette a segno i primi risultati.

015 Tolumnia Golden Sunset ‘TAKA’

La vera pietra miliare (foto a sinistra) è l’incrocio fra (Tolu. Stanley Smith x Tolu. Tiny Tim) fatto dai Perreiras, e registrato da Francis Aisaka nel 1975 con il nome: Tolumnia Golden Sunset.

Eravamo ancora alle prime o seconde generazioni di incroci e quindi in presenza di un semplice ibrido discendente da quattro delle cinque specie che Moir ritenne essere le più significative fra quelle presenti in vivaio.
Tolu. pulchella con i suoi geni ha contribuito a trasmettere il colore rosa, le grandi dimensioni, la forma piena e la buona distribuzione dei fiori nell’infiorescenza ramificata. Tolu. triquetra ha riproposto le varie maculature al labello e un portamento compatto; inoltre ha accorciato l’infiorescenza stessa nonché la sua propensione alla ramificazione. Tolu. guianensis (ex Onc. Desertorum), ha contribuito alla forma dei petali, migliorando la rotondità complessiva dei fiori. Tolu. urophylla ha donato il colore giallo, e le buone dimensioni del labello.
Ecco così svelata l’ispirazione di Moir per la scelta del nome “Golden Sunset” – Tramonto o bagliore dorato (Breeding Variegata Oncidiums, W.W. Goodale Moir and May Moir, 1980, page 27).

Come capita in tutte le grandi conquiste, anche in questo caso la fortuna ha aiutato la creatività degli ibridatori di Moir, probabilmente hanno usato un clone selezionato forse una forma poliploide, ma tant’è.

Il mix di queste specie ha prodotto un discendente veramente straordinario; i numerosi cloni di Tolu. Golden Sunset sono molto diversi fra loro e con una notevole varietà di colori e forme, fattore che ha reso Tolumnia Golden Sunset un progenitore fondamentale per tutte le ibridazioni a seguire.
Attorno agli anni 80 del secolo scorso, risultavano registrati già 11 ibridi con genitore Tolu. Golden Sunset e il genitore Tolu. Golden Sunset stesso aveva ricevuto già 13 premi AM/AOS – (Bollettino AOS, febbraio 1982, pagine 123-130).

Valore dei premi
Come spesso, erroneamente capita, si è portati a pensare che i premi nelle esposizioni orchidofile siano dati al proprietario delle piante, giova sempre ricordare che sono le piante in giudizio e non il collezionista.

I premi sono generalmente utilizzati per la valutazione della qualità oltre alla novità delle piante in esposizione. Pochi di noi hanno l’opportunità di vedere un gran numero di incroci, per poter confrontare con cognizione di causa, la qualità in giudizio; pertanto va da se capire l’importanza della composizione delle giurie giudicanti. La valutazione è spesso figlia dei sistemi di giudizio e dalla competenza dei giudici che compongono le giurie, non da ultimo il loro numero (non dovrebbe mai essere inferiore a 10), e la loro esperienza nella coltivazione. Appurate queste competenze dei giudici, i premi assegnati nelle esposizioni diventano uno strumento utile per fare paragoni e per stabilire i valori in giudizio. Tuttavia, la debolezza principale delle premiazioni è che molte belle piante e cloni in coltivazione nella nostre collezioni non possono mai essere presentate in giudizio.
Tolumnia Golden Sunset, solamente nelle valutazioni AOS (vedi Awards Quarterly, Volume 31, 2000), a tutto il 2000 ha ricevuto 50 riconoscimenti: 30 Highly Commended Certificates, 17 Awards of Merit, 1 Judges Commendation, e 2 Certificates of Cultural Merit.

Conclusione:
Tolumnia Golden Sunset, date le sue molteplici varietà e con tanti cloni belli realizzati nel tempo, una collezione di Tolumnia, potrebbe essere composta interamente da questo grex.

Andar per mostre, scopri un libro: ORCHIDEE, di Chiara Russino

PROLOGO


Questo brano di musica romagnola è dedicato a Renato Penati, bravissimo coltivatore orchidofilo milanese (e a quanto si è dato da vedere, anche gran maestro danzerino), presente alla mostra OrchiBo, ma scoperto in “flagranza di ballo” insieme ad altri orchidofili della compagine milanese, nel salone attiguo a quello della mostra, mentre si dilettavano di valzer in valzer, nella festa da ballo al circolo anziani del luogo 😉

ORCHIDEE, come coltivarle in appartamento.
In altro post del blog , fra l’altro, sottolineavo l’inatteso e caloroso clima fra me e i giovani orchidofili presenti a OrchiBO.
La mattinata del sabato era piovosa, uggiosa si direbbe, ma dentro il salone dove era allestita l’esposizione si respirava quell’atmosfera tipica degli eventi orchidofili. Incontri amici, vecchi e nuovi, sistemi le tue piante nel set espositivo, ti guardi intorno e mentalmente attivi la tua fugace “scannerizzazione” ottica per mettere a fuoco la situazione complessiva: venditori e mostra. Sempre mentalmente realizzi le tue osservazioni, che son a metà fra la sorpresa e la delusione, per dirigerti quasi istintivamente dalla parte che ti sembra più piacevole.
Ed è così che dallo stand di Riboni, pieno zeppo di gente e di piante in vendita, spunta una figura femminile; con cadenza delicata e con un libro fra le mani si dirige verso di me.
001Si presenta. “Salve, io sono Chiara, lei non mi conosce, ma io la seguo sul suo blog e ammiro le sue piante”… e si inizia a parlare di orchidee, con la coda dell’occhio vedo che tiene un libro fra le sue mani e penso: “Che sia una venditrice di libri?” Ed invece lei continua con la conversazione:…”Sono di Verona e di tanto in tanto collaboro con Alfredo, alias Floricoltura Riboni, amo le orchidee, che coltivo in casa, ed ho raccolto le mie esperienze di coltivazione casalinga in questo piccolo libro” – ed aggiunge – “mi piacerebbe avere il suo parere”.
Con un cenno delicato allunga le braccia verso di me e capisco che mi sta omaggiando il suo libro. La ringrazio calorosamente, le chiedo la dedica, promettendole di leggerlo con attenzione e di pubblicizzarlo su orchids.it.

Eccoci qua. Raccontare di un libro, in un mondo che ormai viaggia quasi esclusivamente sull’informazione veloce di internet, è sempre interessante ed anche utile.
Il libro di Chiara, dal titolo scontato “ORCHIDEE”, focalizza la sua vocazione nel suo sottotitolo: “COME COLTIVARLE IN APPARTAMENTO” ed è questa sua missione dichiarata ad evidenziare i suoi pregi; è scritto bene, ha il sapore della conversazione amichevole con un appassionato come te, non ti ammalia con foto spettacolo, ma solamente con chiari disegni descrittivi, aspetto che a prima vista può sembrare povero, ma poi, scorrendo le pagine scopri che questo “look” è forse il suo pregio maggiore.
Volutamente, il libro di Chiara assume il ruolo di “accompagnatore” per quelle persone che iniziano, che sbagliano, che non possono coltivare in serra (dove tutto è più facile e magri anche più bello) e che desiderano assimilare quelle informazioni (chiamiamoli pure segreti) che ti danno un po’ di sicurezza nell’irto sentiero della coltivazione delle orchidee in casa.
Si dirà, ma tutto questo lo trovo in altri mille modi, su Fb. dove tutto è facile, immediato e condiviso, sui forum, su Google… cosa mi può servire la lettura di un libro che in buona sostanza mi dà con fatica e ritardo le stesse nozioni?
002E no cari miei! Anche se paradossalmente la difesa del libro la facciamo proprio qua su un blog, emblema per antonomasia dell’informazione telematica, il libro “cartaceo” ti accompagna sempre nei tuoi momenti di ricerca, è sempre lì a disposizione con il suo segnalibro appuntato proprio là dove ti interessa approfondire e rileggere. Il libro è un tuo amico fidato con il quale puoi condividere la tua passione in intimità; questo non te lo da internet, tutto quello che ti propone il web è evanescente, utile ma mai sicuro, né mai tuo.
Concludendo: bene quella grande opportunità che ti danno i vari siti ed i social su internet, ma mai a danno del caro, vecchio ed amato libro.

Domenica 31 Maggio, orchidee in esposizione a Vistorta (Sacile PN)

Vistorta – Sacile (PN) Sguardo a Nord Est, là dove la storia, fatta di tragedie, di orgoglio, e di grandi ideali, ha forgiato genti e comunità speciali.

Il vino, amico fraterno da sempre dell’uomo, ha modulato culture, tradizioni, e nel tempo ha ispirato deliziosi florilegi di poeti e scrittori.

Il nord est italiano, a partire dal trentino per giungere fino alle alture che delimitano i confini orientali, passando per il basso Friuli ed il Veneto, dipinge un unico affresco di nobiltà popolare. E’ in questo scenario che le orchidee “amoreggiano” con il dio bacco. L’occasione di questi incontri fra vino e orchidee si fa propizia con l’ormai consolidato evento vinicolo nazionale: Cantine aperte.
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Orchids and wine, ovvero quando sono le orchidee ad ubriacare il dio bacco!

Venerdì 29 Maggio,Sabato 30 e Domenica 31, chi può e vuole si faccia trrovare Mezzocorona (TN)

012013016014017022Beh, speriamo che siano più di trentetre i trentini, e non, che andranno a Trento (per la precisione al Rotari show di Mezzocorona, dove l’ATO da mesi sta lavorando per quella che si profila, la mostra orchidofila dell’anno in Italia.

Quella pattiuglia guidata da Claudio Frenez, trentino DOC, sta stupendo tutti!

Quest’anno, dice Claudio, abbiamo pochi soldi, quasi a voler dire: arrangiatevi!

Ma, caro Claudio, io vengo lo stesso a portare le mie piante migliori, e per farlo mi pago pure pure le spese dei viaggi!

Guarda che roba Claudio, mi tocca fare pure una pre selezione, e sì perchè le orchidee che porterò in esposizione (problemi di spazio) non saranno più di 4, ed allora, care amiche ed amici del gruppo “ORCHIDEE”, votate voi le 4 orchidee da potare a Mezzocorona

In ordine le orchidee che partecipano alle primarie sono:
Dendrobium chrysotoxum.
Ascocentrum curvifolium.
Dendrobium amabile.
Oncidium sphacelatum.
Restrepia elegans.
Tolumnia variegata

PS)- Fuori concorso un gruppo di Restrepia guttulata sfuggito alle attenzioni della giuria AIO di Orchibo
Emoticon wink

NB) – Il vostro voto è valido solamente se correlato di nome e cognome della specie che intendete scegliere per la mostra.

Clicca per ricordare la magica edizione del 2011 di orchids and wine

… e per quelli del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, Domenica 31 Maggio, porte aperte a Vistorta (Sacile), in esposizione anche la più grande Vanda teres europea… alle ore 11 tutti nelle barchesse della Villa Brandolini di Vistorta!!

Prosthechea e/o Anacheilium baculus

La pianta che si vede nelle foto, vive nella mia collezione e porta ancora il vecchio nome Encyclia baculus.
L’attuale nome di genere è frutto dell’ennesima risistemazione di un grande numero di specie, già incluse nel genere Encyclia, Epidendrum e poi Prosthechea.

A tal proposito leggiamoci questo interessante lavoro su Wikipedia e per quanto concerne i nomi limitiamoci a prendere atto di quanto scritto dai vari botanici e tassonomi.

anaechilum_baculus_fiori007anaechilus_baculus_pianta010Anacheilium baculus [Rchb.f] Withner & Harding 2004.
Specie descritta da: (Reichenbach f.) Withner, Carl Leslie & Harding, Patricia
Pubblicazione in The Cattleyas and Their Relatives : the debatable Epidendrums 49 – 51, t . 7 2004
Basionimo: Epidendrum baculus Rchb. f. 1856;
Sinonimi: Encyclia baculus (.. Rchb f) Dressler e GE Pollard 1971; Encyclia pentotis (. Rchb f.) Dressler 1961; Epidendrum acuminatum Sesse & Moc. 1798; Epidendrum beyrodtianum Schltr. 1915; Epidendrum pentotis Rchb. f. 1876; Hormidium baculus [Rchb.f] Breiger 1977; Prosthechea baculus (Rchb f..) WE Higgins 1997; Prosthechea confusa (Rolfe) WEHiggins 2009

Come si è scritto in precedenza, Anacheilium raccoglie un gruppo di orchidee già incluse in altro genere.

L’etimologia del nome di genere significa – labello invertito – e fa riferimento al fatto che i suoi fiori non sono resupinati, cioè appaiono invertiti.

Il nome di specie fa riferimento alla struttura morfologica dei suoi pseudobulbi: dal latino baculus = bastone.
Specie epifita di medie dimensioni, endemica ad altitudini (550 – 1900 m), nelle foreste sempreverdi o decidue in Messico (Oaxaca, Chiapas, Pijijiapan, Cuernavaca, Veracruz, Soteapan), Belize (Toledo), Guatemala (Baja Verapaz, Santa Rosa, Suchitepèquez), Honduras (Comayagua, Siguatepeque, Ocotepegue, Yoro), El Salvador (Ahuachaàn, Chalatenango), Nicaragua (Estelì, Granada, Jinotega, Matagalpa), Costa Rica (Alajuela, Upala), Colombia (Antioquia), Brasile (Minas Gerais).
Fiorisce in tarda primavera e inizio estate, formando una breve infiorescenza apicale e guainata, su pseudobulbi cilindrici, bifoliati e fusiformi, che da luogo a 2 – 3 fiori di colore bianco con striature color vinaccia sul labello, fortemente fragranti di miele.

Coltivazione
Serra calda, buona umidità, bagnature costanti intercalate da brevi asciugature e fertilizzazioni nella norma.
Seppur pianta epifita, conviene coltivarla in vasi con substrato drenante.