Archivi categoria: Non solo orchidee

Oltre le orchidee, fiori, piante e parole.

Sulle orme di Nero Wolfe: fra orchidee e cucina

Nella vita, tutto tranne la coltivazione delle orchidee, deve avere uno scopo.
… fantasie e sogni possibili, nati da una mancata ed immaginaria intervista a Nero Wolfe.

… “Sono a New York nella trentacinquesima strada, di fronte alla famosissima casa di arenaria dove vive Nero Wolfe. Sono in anticipo di una ventina di minuti, ma fa freddo e nevica; decido di non aspettare. Busso.
Coelogyne pandurata collezione Guido De Vidi
La porta si apre e compare un esile ed impeccabile figura:
Mi chiamo Archie Goodwin. E voi?
Buona sera a lei, sono Guido De Vidi mi manda la redazione di Orchids Club Italia, gradirei conversare col signor Wolfe a riguardo di quell’introvabile orchidea nera e della famosa ricetta “salsicce mezzanotte” che tanto lo deliziò da giovane.
A.G.Il signor Wolfe non è in casa, è fuori sede per partecipare al convegno culinario dei quindici migliori cuochi del mondo – sono spiacente.
Guido Non fa niente, leggeremo le avventure di questo viaggio, nel suo prossimo romanzo”…
Continua a leggere

Nei giorni della merla… orchidee, arte e “a m’arcord”>

Se il tempo fosse un gambero?
La tradizione vuole che gli ultimi tre giorni di gennaio, 29-30-31, siano considerati i più freddi dell’inverno. Molte sono le leggende a ricordare questo periodo dell’anno. La più accreditata racconta che una merla (la leggenda racconta che una volta i merli avevano le piume candide come la neve), per ripararsi dal gran freddo, si rifugiò dentro un camino con i suoi figli di prima covata e uscirono il primo febbraio tutti neri. E neri furono i merli da quel momento in avanti.
Ma perché sono i giorni più freddi dell’inverno? E’ sempre una leggenda a ricordarcelo: gennaio aveva ventotto giorni ed era il mese più freddo dell’anno. Giunto al ventottesimo giorno, un merlo, iniziò a cantare allegramente – “Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno”. Gennaio si arrabbiò, e per punire quel merlo “blasfemo” si fece prestare altri tre giorni da febbraio e li rese ancor più freddi.
laelia_flavaEccoci qua al primo giorno di Febbraio del 2009, sono le ore 11 e fuori nevica. La neve l’ha portata un gelido vento di tramontana che ti spacca le tempie. Brutta giornata, oggi, per le nostre orchidee.
Sto cercando di fotografare la mia Laelia flava, fiorita baldanzosamente in questi giorni, ma il buio di questa giornata grigia e fredda, inibisce ogni mio tentativo. Fortunatamente sono i suoi fiori gialli e luminosi a cancellare la depressione.
A dire il vero, oggi è la classica giornata nella quale ti viene facile fantasticare a ritroso nel tempo e nella storia. Possiamo provarci.
Parafrasando una metafora musicale, il “la” mi viene facile scorrendo vecchie foto del mio archivio… scattate qualche annetto fa (1970) in occasione di una mostra di pittura organizzata da quel mitico gruppo di artisti in erba, nato da una mia idea nel “68” e chiamato “GIOVANI 2001”
Eravamo sul finire degli anni 60 e per noi giovani, l’appellativo 2001 simboleggiava il nostro futuro, radioso e lontano nel tempo. Era il tempo dei Beatles e Rolling Stone, la generazione nata dopo la seconda guerra mondiale cercava di uscire dal torpore “clerical-conformista” della politica dominante, vitalità che si materializzava attraverso varie forme di partecipazione sociale e culturale. Era il periodo del fermento e della utopia, in Italia e nel mondo.

L’impegno sociale
vietnam_01Vietnam anno zero – Olio su tela 80×70 – Autore Guido De Vidi
Il quadro vuol stigmatizzare il dramma della guerra in Vietnam.
Il set della politica mondiale a quel tempo era catalizzato dalla disastrosa avventura della guerra americana in Vietnam e di lì a poco in Italia, si sarebbero materializzati anche gli anni del terrorismo nero e rosso.
Il mio piccolo paese, amministrato da sempre dalla DC, assisteva indenne al nostro “purtroppo” vano impegno giovanile per il cambiamento della politica. Trovammo comunque asilo nello spazio metafisico dell’arte e della cultura ed è così che iniziò quella virtuosa e prolifica pagina della nostra gioventù, che fra l’altro ci mise anche al riparo dalla ondata utopica che portò molte vite all’auto distruzione.

La parentesi amena
piave Pomeriggio al Piave con amiche – Olio su tela 80×70 – Autore Guido De Vidi
Erano anche gli anni delle gite domenicali sulle rive dei fiumi. Luoghi romantici e pieni di intimità genuina. Per noi giovani abitatori della zona del Piave, le piccole gite estive della domenica a bordo della mitica Fiat 500, finivano quasi sempre sui prati e nei boschetti ombrosi della nostra bella Marca Trevigiana.
Gli argini del fiume Piave e le sue immense grave, caratterizzate da radure di arbusti e cumuli di sassi che di tanto in tanto lasciavano affiorare freschi torrenti, erano l’ispirazione per i miei dipinti ad olio, nei quali cercavo di cogliere l’armonioso equilibrio della natura.
Tanti anni sono passati e con loro anche molte certezze. Quello che allora era un futuro lontano, ora è quasi un passato remoto… peccato che le nostre aspirazioni di allora, abbiano camminato come un gambero.
Siete d’accordo, non siete d’accordo, scrivetelo prima che ritorni il bel tempo…la famosa leggenda racconta che sarà una bella e calda primavera, se i giorni della merla sono molto freddi.

Un artista e la sua Stanhopea

Ho conosciuto Giorgio Merlonghi di persona ad una mostra collettiva di Illustrazione Botanica contemporanea che ho curato nel 2005, lui era uno degli artisti che esponevano. Era la prima volta che curavo questa mostra e l’inaugurazione con le autorità, gli artisti e gli invitati aveva aggiunto sudore ad una giornata già calda di inizio settembre. Dopo il discorso e la visita guidata alle opere esposte finalmente ebbi il tempo di godere della frescura degli alberi dell’Orto Botanico di Lucca, ospitante appunto la mostra. Con tavolozza e pennelli in mano vidi Giorgio alle prese con le prove di colore del disegno di una Thunbergia erecta. Era la prima volta che vedevo un pittore al lavoro. Dopo un primo momento di timido imbarazzo iniziammo a parlare di piante, di pittura, di vita. Due anni dopo nella stessa sede ho organizzato una personale di Giorgio Merlonghi. Tra le oltre 60 opere esposte c’era anche l’acquerello di una Stanhopea nigroviolacea, secondo il mio parere una delle opere facente parte del periodo più florido e stimolante dell’autore. Nel 2008 proposi alla American Orchid Society di riprodurre sulla propria rivista mensile Orchids questo lavoro accompagnato da una scheda botanico-colturale. Venne pubblicato (Orchids 77 (5): 380-382). Successivamente la Swiss Orchid Foundation ha fatto richiesta di inserire tale immagine tra l’iconografia della specie rappresentata.
Stanhopea nigroviolaceaCol suo permesso, oltre all’immagine, vi sottopongo anche quanto l’artista ha detto a proposito della lavorazione di questo acquerello. “Ho dipinto questa Stanhopea a La Mortella, il giardino botanico  creato sull’isola di Ischia da Lady Walton, moglie del defunto Sir William Walton, acclamato compositore. La Stanhopea fu dipinta alla luce naturale, in quanto per la mia esperienza questo è il miglior modo di cogliere i colori e verificare il tocco del pennello. L’orchidea cresceva in una serra; la meraviglia dei fiori e la loro intensa fragranza mi ripagava dell’alta temperatura e umidità. Dovevo stare attento a che gocce d’acqua non cadessero sul foglio di carta. Dipinsi per primi i fiori, perché cambiano in fretta, si muovono e appassiscono in fretta. Iniziavo a dipingere alle 9 del mattino e finivo alle 7 di sera. L’unica pausa concessa era alle 2 del pomeriggio quando la campanella annunciava che il pranzo era servito sulla terrazza di Lady Walton’.