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Note dscrittive di orchidee in coltivazione nella collezione Guido De Vidi.

Cattleya granulosa

Fra le Cattleye bifoliate, forse è la meno conosciuta
Collezione Guido De Vidi-foto 09.08.06
cattleya_granulosa_fioreCattleya granulosa Lindl. 1842
Sottogenere: Falcata
Sezione: Granulosae [Fowlie]Withner

Orchidea epifita a sviluppo simpodiale endemica del Brasile orientale, vive sugli alberi delle dune collinari lungo il litorale marino, dove occupa una fascia costiera da 2 a 20 chilometri nella zona del “Rio Grande do Norte”, a destra di Canguaretama e a sud di Touros.
In Pernambuco e Alagoas possiamo trovare la Cattleya granulosa in due fasce d’altitudine, al livello del mare e più all’interno attorno ai 1000 metri, dove questa specie condivide l’ambiente con la Cattleya labiata, al punto da creare con quest’ultima, un ibrido naturale: Cattleya le Czar Lind. – (x Cattleya labiataa Lindl.) (Sin. Cattleya x imperator).

foto libera da copiright
cattleya_granulosa_var_schoMotivo di discussione fra tassonomisti è anche la Cattleya schofieldiana , pianta molto simile alla Cattleya granulosa, che vive tra Espírito Santo e Bahia: si ritiene sia una specie assestante.
Cattleya granulosa è generalmente caratterizzata da lunghi pseudobulbi cilindrici, 40-50 centimetri con varianti tra 25 e 90 centimetri, solamente in una zona specifica di “Rio Grande do Norte” si possono trovare piante molto piccole, con pseudobulbi alti circa 15 centimetri e fiori della stessa dimensione di quelli prodotti dalle sorelle più alte. Gli pseudobulbi sono leggermente compressi lateralmente ed al loro apice si formano due foglie oblunghe, lanceolate ed ellittiche.
Cattleya granulosa è stata descritta da Lindley nel 1842.In quell’occasione, analizzò del materiale proveniente dal Guatemala inviatogli dal sig. Hartweg, questo fatto trasse in inganno Lindley e la descrisse come pianta enemica di quel paese. In realtà, Cattleya granulosa è di origine Brasiliana ed è endemica nelle zone di Pernambuco, Alagoas, Sergipe e Paraíba. Non è mai stata trovata nel Guatemala. Questa specie predilige vivere al livello del mare dove le temperature sono calde o intermedie più o meno costanti durante tutto l’anno, ma il suo aerale può raggiungere anche quote più alte.
La fioritura della Cattleya granulosa è generalmente estiva e molto duratura, in qualche caso fiorisce anche nella tarda primavera. I fiori sono fragranti ed il loro profumo è vagamente esotico e piccante.
La dimensione dei fiori può raggiungere anche 10 centimetri ed il numero varia notevolmente, spesso sono 2 o 3, ma in certi casi si possono incontrare piante con più di 10 fiori: sembra che questo fattore sia molto legato a specifiche caratteristiche genetiche varianti da pianta a pianta.
Poca letteratura è dedicata a questa specie e la causa sembra dettata dalla difficoltà a raggruppare le varietà seguendo la colorazione dei fiori, molto variabile nella tonalità e nella maculatura.
La specie in esame presenta frequentemente fiori color verde-oliva con qualche marcata punteggiatura vermiglio distribuita casualmente su petali e sepali, che scende anche sulla parte stretta del labello per lasciar posto al rosa picchiettato di viola nella sua parte estrema.
Possiamo dire che di questa specie non esiste una pianta uguale all’altra, ognuna da vita ad un caleidoscopio di colorazioni, che variano sulla base di tre pigmenti: verde, amaranto e vermiglio, mescolati dalle singole informazioni genetiche.
Il labello, stretto alla base e allargato a forma di ventaglio nella sua parte estrema, presenta delle protuberanze granulose (da cui il nome della specie) nella pagina superiore ed avvolge la colonna con due ali bianche.
Il “ventaglio” del labello colorato di rosa soffuso e picchiettato di viola, in qualche raro caso tende all’azzurro, ma la varietà incontestabilmente “coerulea” non è ancora stata trovata.

Coltivazione
Cattleya granulosa è utile coltivarla in vaso oppure in cestino di legno, le dimensioni in altezza dei suoi pseudobulbi rendono difficile la sistemazione su zattera. Durante lo sviluppo e la maturazione degli pseudobulbi va coltivata come le altre Cattleye bifoliate. Va posta particolare cura ai suoi pseudobulbi, abbastanza esili rispetto alla loro altezza, caratteristica che li rende abbastanza vulnerabili alle alte temperature: si può incorrere in fenomeni di disidratazione.
Le concimazioni di questa specie seguono lo standard normale delle Cattleye.

Qualche link sulle Cattleye, dall’archivio di orchids.it: coltivare su zattere Cattleye e la loro coltra rinvaso delle Cattleye curiosità sui nomi degli ibridi la regina delle orchidee

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Dendrobium chrysotoxum: scheda

Bagliore giallo

Dendrobium chrysotoxum – Collezione Guido De Vidi – foto 01.06.06 – Diritti riservati


Dendrobium chrysotoxum Lindley 1847
Sezione: Callista
Sinonimi: Callista chrysotoxa (Lindl.) Kuntze 1891- Callista suavissima Kuntze 1891- Dendrobium suavissimum Rchb.f 1874

Specie botanica epifita, con pseudobulbi fusiformi portanti foglie (4-5) apicali, lanceolate. E’ nativa della Birmania, Laos, Tailandia, Cina e India.
Nelle nostre collezioni Europee il Dendrobium chrysotoxum fiorisce in primavera: Aprile-Maggio.

Questo generosissimo Dendrobium è conosciuto anche come “Orchidea di Dai”

Nello Yunnan, Cina del Sud, vive la minoranza culturale “Dai” di religione buddista, che ama molto i fiori. I loro fiori preferiti sono quelli del Dendrobium chrysotoxum , perchè propongono il colore giallo/arancione, lo stesso della loro religione e fioriscono esattamente nel periodo delle feste d’Aprile.

Le popolazioni di quelle terre coltivano con passione, esemplari di Dendrobium chrysotoxum , sistemandoli sui tetti delle loro case e sui rami degli alberi: immaginate che botta di colore e luce.
Questa specie botanica è veramente resistente e molto duttile: può tollerare una vasta gamma di situazioni climatiche e colturali.

I coltivatori smaliziati dicono: “Procurati una pianta di Dendrobium chrysotoxum , per metà anno bagnala a volontà, l’altra metà dell’anno tienila secca, ma sempre in piena luce e vedrai sempre bellissime fioriture, che dureranno quasi un mese intero.”
Proprio così non è…ma poco ci manca: l’esemplare della foto rimane appeso nella parte alta e luminosa della mia serra tutto l’anno con poca acqua durante la fase del semi riposo, più abbondante nei mesi che precedono la fioritura e, poco fertilizzante.

In coltivazione si consiglia di tenere quest’orchidea in vaso: nei luoghi d’origine si sviluppa bene in magri anfratti rocciosi o sugli alberi.

Scheda: una Laelia primaverile.

Dopo giorni di sparute incursioni fugaci in serra, questa mattina ho avuto la soddisfazione di imbattermi in questa bella sorpresa.

Collezione Guido De Vidi – foto 13.03.06
tutti i diritti sono riservati


Laelia jongheana Rchb. f. 1872 sottogenere Crispae, sezione Hadrolaelia Schlechter

Sinonimi: Bletia jongheana Rchb.f 1872- Hadrolaelia jongheana ( Rchb.f. ) Chiron & V.P.Castro 2002- Sophronitis jongheana (Rchb. f.) C. Berg & M.W. Chase 2000

Il nome di questa specie è dato in onore del coltivatore Belga del 1800 “ de Jonghe”.
La storia racconta che nel 1850 il signor Libon, raccoglitore di piante esotiche abbia inviato al suo amico de Jonghe le prime piante di questa nuova specie, successivamente classificata e descritta da Reichenbach oltre 20 anni più tardi.

La Laelia Jongheana è una deliziosa specie botanica originaria del Brasile, nativa degli stati del Minas Gerias è epifita monofogliare a sviluppo simpodiale, predilige ambienti freddi e molto luminosi.
L’habitat naturale della Laelia jongheana è quello caratteristico delle montagne fredde (1300-1700 d’altitudine), umide e molto luminose.
Questa specie è tuttavia adattabile a situazioni non ottimali e può pertanto essere coltivata anche in ambienti da serra intermedia, purché siano molto luminosi.
Il ciclo vegetativo di questa specie prevede un periodo abbastanza secco, che coincide con i mesi freddi, durante i quali richiede poca acqua e fiorisce con le prime giornate primaverili luminose. Durante il periodo dello sviluppo questa specie va bagnata e fertilizzata con abbondanza.
La Laelia Jongheana vive nell’emisfero sud del globo ( Brasile), dove i mesi primaverili sono settembre – dicembre, tuttavia nelle coltivazioni del nostro emisfero nord, questa pianta segue il diverso ciclo stagionale e fiorisce in marzo – aprile.

A tal proposito ho potuto proprio rilevare personalmente questa mutazione comportamentale: una pianta giunta diversi anni fa nella mia coltivazione è rimasta senza fioriture per parecchie stagioni ed ora fiorisce regolarmente tutte le primavere.

La Laelia jongheana è un’orchidea di piccole dimensioni (miniatura) dotata di pseudobulbi lunghi 3 – 6 centimetri che portano una sola foglia di 8 – 10 centimetri.
I fiori, singoli e più raramente in coppia, crescono su piccoli steli e sono di colore rosa pallido. La portanza dei fiori è slanciata e molto appiattita con i petali più larghi dei sepali snelli ed affusolati verso il labello increspato e tubolare dai bordi color crema e centro giallo.
Il disboscamento incontrollato degli ambienti in cui vive quest’orchidea la rende in pericolo d’estinzione ed è pertanto protetta dalle normative CITES, che ne vietano il commercio senza apposite autorizzazioni.

Dendrochilum tenellum sez. Acoridium

dendrochillum_tennellum
Genere: Dendrochilum – Blume 1825
Sottofamiglia: Epidendroideae
Tribù: Coelogyneae
Sottotribù: Coelogyninae.
Sinonimi: Acoridium Nees e Meyen 1843 – Platyclinis Benth. 1881
Il genere Dendrochilum conta centinaia di specie.
Le piante appartenenti a questo genere sono epifite, litofite e molto raramente terrestri.
Si sviluppano in forma simpodiale lungo un rizoma orizzontale sul quale si formano gli pseudobulbi cilindrici, basali e avvolti da una guaina color marrone, dalla quale escono gli steli fiorali.
Specie: Dendrochilum Tenellum (Nees & Meyen) Ames 1907
Sezione Acoridium [ Nees & Meyen ] Pfitzer & Kranzlin
Sinonimi: Acoridium tenellum Nees & Meyen 1843 – Ceratostylis gracilis Naves 1878
Nome Comune: Dendrochilum Fragile
Questa graziosa specie epifita di piccole dimensioni è originaria delle Filippine e può essere trovata tra i 1000 – 1400 metri d’altitudine, ben ancorata sui tronchi delle zone boschive a clima caldo.
La prima impressione che si prova al cospetto di questa pianta, è quella di trovarci davanti ad un cespuglio d’erba dalle numerose ed esili foglie cilindriche.
Dendrochilum tenellum a differenza delle altre specie del suo genere, formano lo stelo fiorale, quasi all’apice dell’esile pseudobulbo cilindrico.
Gli steli fiorali affusolati a forma semi- incurva, spuntano ai primi giorni di gennaio ed impiegano circa un mese per aprire i numerosissimi fiori ( circa 30) di colore bianco – ocra.
Questa pianta può essere coltivata sia in vaso con substrato di corteccia d’abete sia su zattere di legno duro oppure sughero con una sottile lettiera di sfagno o muschio.
Dendrochilum tenellum va tenuto costantemente in ambiente caldo/intermedio, umido e ventilato e non necessita di marcati periodi di riposo ed è sufficiente garantire la normale fase di rallentamento post – fioritura.
Note tassonomiche sui Dendrochilum.
Il genere dei Dendrochilum come tanti altri della grande famiglia delle orchidee, si presta all’incertezza della corretta conoscenza dei nomi.
Il genere Dendrochilum è suddiviso in sei sezioni:
Platyclinis.
Eurybrachium.
Luzonorchis.
Convoluta.
Acoridium.
Heterantha.

Qualche nota sul nome: Acoridium
Nees von Esenbeck & Meyen
Nov. Act. Nat. Cur. 19(Suppl. 1): 131 (1843).
ETIMOLOGIA: diminutivo di Acorus (Araceae), perché la forma delle foglie assomiglia un po all’Acorus Calamus (Sweet flag).
SPECIE TIPO: Acoridium tenellum Nees & Meyen
Ora è riconosciuto come appartenente al genere Dendrochilum, (sezione Acoridium (Pfitzer & Kraenzlin). Le piante sviluppano piccoli e compatti pseudobulbi a forma ovoidale, ciascuno con una foglia solitaria simile ad un filo d’erba di colore verde scuro. Le infiorescenze spuntano in prossimità della punta delle foglie e formano un arco “twistato” di numerosi fiori piccolissimi, generalmente di poca durata, fragranti, di colore bianco, giallo pallido al crema. I sepali laterali sono uniti alla base della colonna. Il piccolo labello di colore verde-giallo è trilobato con piccoli lobi laterali un po più grandi del lobo mediano.

Acoridium è stato inizialmente descritto da Nees & Meyen e sistemato nelle Philydraceas (una piccola famiglia di piante delle zone umide). Nel 1843 Endlicher (Grundzuge der Botanik, 59) lo ha spostato nel genere Burmanniaceae; nel 1862 Bentham e Hooker (Generi Piantarum, 2: 123) lo ha incluso nella famiglia Cyperacese, e nel 1893 la specie originale, Acoridium tenellum, è stata messa in Orchidaces da BD Jackson (Indice di Kew., 1:31, 488) come sinonimo di Ceratostylis gracilis. Rolfe (1904) ha spostato la specie tipo nel genere Platyclinis (Orchid Reuiew, 12: 219). Nel 1905 Ames ha ristabilito il genere Acoridium aggiungendo molte altre specie (Orchidaceae, 1:3) e ha classificato la specie tipo come Acoridium sphacelatum. Oggi questo genere è considerato un sinonimo di Dendrochium, genere stabilito da Ames nel 1907 (Philippine Journal of Science, 2:318).

Encyclia ceratistes, pioggia verde che profuma di miele

Encyclia inusuale con i fiori che profumano di miele
004Encyclia ceratistes (Lindl.) Schltr. 1919
Sinonimi:
Encyclia oncidioides var. ramonense (Rchb. f.) Ames, F.T. Hubb. & C. Schweinf. 1952.
Encyclia ramonensis (Rchb. f.) Schltr. 1918.
Epidendrum ceratistes Lindl. 1844.
Epidendrum oncidioides var. ramonense (Rchb. f.) Ames, F.T. Hubb. & C. Schweinf. 1935.
Encyclia peraltensis (Ames) Dressler 1997.
Epidendrum peraltense Ames 1923.
Epidendrum ramonense Rchb.f. 1866.

Nomi popolari: Encyclia dalla colonna cornuta. In Costa Rica, pluvia verde “pioggia verde”, con riferimento al colore dei fiori oppure “pluvia de miel” pioggia di miele per il loro profumo dolciastro.

007Encyclia ceratistes è un’orchidea epifita simpodiale da clima caldo, proviene dalle zone centro-americane della Colombia, del Venezuela e del Costa Rica. Vive nelle foreste umide e piovose tra i 1000-1600 metri di altitudine.
Questa specie vegeta molto generosamente e produce molti pseudobulbi avvolti da brattee basali. Gli pseudobulbi sono compatti, piriformi, con più foglie carnose e lanceolate ai loro apici.

Le infiorescenze panicolate si formano lungo uno stelo (60 – 130 centimetri), ramificato e pendente, che esce dalla parte superiore degli pseudobulbi d’ultima vegetazione.

008I fiori di questa orchidea, non molto grandi (2,5 centimetri), profumano di miele e si aprono in primavera/estate, sono di colore verde pistacchio, il labello è bianco con striature viola sulla sua parte estrema e la colonna presenta delle protuberanze cornute.

L’Encyclia ceratistes, vegeta molto bene su zattera di legno duro e poroso, ama molta luce e predilige la parte più alta e ventilata, della serra intermedia.

Le fioriture di questa specie sono molto generose e durature. Durante la fioriturala pianta vive un periodo di super lavoro biologico che produce disidratazione ai suoi pseudobulbi ed è quindi utile garantire buona umidità ambientale e abbondare nelle fertilizzazioni: se il fenomeno assume proporzioni eclatanti conviene recidere gli steli fiorali.