Laelia sincoranaè stata scoperta nel 1908 da Ernst Ule nella Serra da Sincora, da cui prende anche il nome. Appartiene alla sezione Hadrolaelia ma contrariamente alle altre della sezione (pumila e dayana per esempio) preferisce un ambiente più secco e molta più luce. In natura cresce in ambiente arido sui cespugli di Vellozia, esposta alla furia degli elementi. Nonostante ciò è una pianta molto adattabile e si presta bene alla coltura in vaso con composto ben drenato, come pomice o corteccia di medio-grande pezzatura. Può anche essere coltivata su zattera. Per fiorire necessita di molta luce.

Schlechter 1917
Note storiche
Laelia sincorana è stata descritta da Schlechter nel 1917, nove anni dopo la sua scoperta (Ernest Ule 1908) ed è rimasta praticamente nel dimenticatoio per molto tempo.
Bisogna attendere il 1968 per vedere riattivata l’attenzione attorno a quest’orchidea. Questo accade in occasione di una spedizione botanica promossa da Guido Pabst (orchidologo brasiliano co-autore di “Orchidaceae Brasilienses”), con l’annuncio della scoperta di due nuove specie di orchidee. Una di queste, inizialmente descritta comeCattleya grosvenori, risultò essere la dimenticata Laelia sincorana.
Laelia sincorana è un’orchidea miniatura strutturata con pseudobulbi turgidi, compatti e portanti una sola foglia. Sulla parte apicale dello pseudobulbo si formano due fiori molto grandi rispetto alla dimensione della pianta, intensamente colorati di porpora, con la parte interna del labello di colore giallo e dotata di striature loncitudinali.
Nei luoghi d’origine (Brasile) fiorisce in Dicembre, nelle coltivazioni Europee in primavera.
Laelia sincorana si adatta molto facilmente a varie condizioni colturali, ma richiede molta luce ed un periodo fresco e secco nella fase di riposo invernale.
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SCHEDA
Durante il mio ennesimo giro quotidiano della serra, oggi ho scoperto questa bella masdevallia in fiore…ve la presento:
Collezione Guido De Vidi. Foto del 06.11.04
Tutti i diritti sono riservati.
Masdevallia garciae Luer 1982
Il nome di questa specie, trae origine dal suo scopritore Garcia, raccoglitore Venezuelano.
Questa generosa miniatura è un’orchidea epifita a sviluppo simpodiale e cespitoso.
E’ originaria della costa Venezuelana e vive nelle alte zone boscose e molto piovose, tra i 1200-1500 metri.
Come per tutte le Masdevallia, lo sviluppo vegetativo non è caratterizzato da veri e propri pseudobulbi e presenta altresì, dei getti snelli ed eretti, avvolti da esili guaine dalle quali escono singole foglie coriacee, ellittiche ed ottuse.
Gli steli fiorali, consistenti e non molto alti, portano singoli fiori color crema con disegni viola.
La Masdevallia garciae, fiorisce in Novembre e gradisce ambiente ombreggiato, fresco e ventilato. Il substrato del vaso può essere di sphagno, o misto a corteccia di pino sminuzzata e va tenuto sempre umido.
Richiede poca fertilizzazione e non necessita di riposo vegetativo.
Jacquiniella equitantifolia:SCHEDA
Una rara ed inusuale specie appartenente al genere Epidendrum
Collezione Guido De Vidi -foto del 27.10.04-tutti i diritti sono riservati.
Jacquiniella equitantifolia (Ames) Dressler
Origine del nome:
Jacquiniella – forma diminutiva del genere Jacquinia, così chiamata in onore di Nicolaus Joseph Jacquin, botanico Austriaco – Olandese, del diciottesimo secolo.
equitantifolia: struttura sequenziale delle foglie, ai lati del fusto di sviluppo.
Sinonimi:Epidendrum equitantifolium Ames – Epidendrum equitans Lindley.
Habitat: zone calde ed umide.
Luoghi d’origine:Messico (Chiapas), Guatemala, Belize, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Brasile (Pará)
Pianta epifita a sviluppo simpodiale di facile coltivazione, va tenuta in ambiente umido della serra intermedia, a luce moderata. Fertilizzazione con concime bilanciato ed a dosi ridotte.
Si consiglia di coltivarla in piccoli vasi con composto di corteccia di pino sminuzzata finemente e mescolata a materiale inerte e drenante.
La Jaquiniella equitantifolia è una specie molto inusuale per la forma e disposizione sequenziale delle foglie nastriformi e per la formazione dei ceppi fiorali che producono a più riprese, piccoli fiori ambrati.
E’ abbastanza rara nelle collezioni.
SCHEDA NOVITA’
Una deliziosa specie di Paphiopedilum non molto conosciuta
Collezione Guido De Vidi. Foto del 17.10.04
Tutti i diritti sono riservati.
Paphiopedilum henryanum Braem 1987
Sinonimi: Paphiopedilum dollii Luckel 1987
Questa specie è stata scoperta nel 1987 dal cercatore Irlandese Henry, ai confini tra la Cina ed il Vietnam: è chiamata henryanum in suo onore.
E’ un’orchidea litofita e vive sulle colline rocciose del Vietnam, a 600 – 1000 metri d’altitudine.
Il Paphiopedilum henryanum fiorisce in autunno – inverno e produce un unico fiore di grandi dimensioni rispetto alla struttura relativamente contenuta della pianta, che per altro cresce facilmente ed in breve tempo.
Il fiore si forma su di uno stelo corto pubescente ed eretto che esce dalla base centrale d’ogni nuova vegetazione, costituita da più foglie verde chiaro, lanceolate e consistenti.
Questo Paphiopedilum si coltiva molto bene nella parte più fresca della serra; data la sua relativa robustezza può essere coltivato con successo anche in ambienti domestici.
Consiglio di coltivare questa bella specie di Paphiopedilum in piccoli vasi; il composto deve essere drenante, a base di corteccia di pino, torba filamentosa, eolite, agriperlite e sabbia grossa.
Cattleya aclandiae
Cattleya aclandiae
Cattleya aclandiae è originaria del Brasile (Stato di Bahia), vive in climi caldi ed asciutti per gran parte dell’anno, ad altitudini di circa 400 m.
E’ un’orchidea epifita di piccole dimensioni, appartiene al gruppo delle Cattleyae bifoliate e sviluppa pseudobulbi non più alti di 10 cm, alla cui base si formano poche radici, lunghe e consistenti.
Cattleya aclandiae Lindley, Edwards’s Botanical Register -1840.
Sinonimo: Epidendrum aclandiae (Lindl.) Rchb. f., WALPERS Annales Botanices Systematicae 6:312,1861.
Etimologia: il nome è stato dato in onore di Lady Acland
Cattleya aclandiae, similarmente a Cattleya violacea e Cattleya schilleriana, fiorisce in tarda primavera, le infiorescenze escono all’apice dei nuovi pseudobulbi di fresca maturazione ed hanno la caratteristica di formarsi contemporaneamente alla crescita delle due foglie.
I fiori di questa specie (generalmente 2, più raramente 3) misurano 5-7 cm e sono molto grandi in proporzione alle dimensioni della pianta. I petali ed i sepali sono notevolmente maculati di marrone su fondo ocra chiara, mentre il labello è di colore rosa carminio con due piccole alette laterali color bianco.
Come molte bifoliate, Cattleya aclandiae ama ambienti luminosi e sopporta senza subire bruciature, livelli elevati di luce.
La particolare struttura dell’apparato radicale, rado e consistente, consiglia di coltivare quest’orchidea su zattere di legno duro, oppure di sughero, affinché le radici possano crescere liberamente ed evitare marcescenze dovute a stagnazioni d’acqua.
Durante la stagione calda innaffiare ogni giorno le piante montate su zattera e diminuire le bagnature nel periodo invernale, prestando attenzione che i nuovi pseudobulbi di eventuali sviluppi secondari non raggrinziscano troppo.
Con la pianta posta nella parte più luminosa della serra, si possono godere anche due fioriture annuali, una primaverile ed un’ altra autunnale.
Fertilizzare la pianta con concime equilibrato a cadenza regolare ogni 20 gg. durante la stagione calda e rallentare leggermente nella fase di semi riposo vegetativo che interviene dopo la fioritura.
