2001- 2002, una brutta pagina per l’orchidofilia italiana

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Angraecum distichum Lindley
Collezione Guido De Vidi
La tarda primavera del 2001 si caratterizza per la generale sollevazione dei commercianti taliani di orchidee, contro il corsivo dal titolo “IL MALE OSCURO”, uscito sul notiziario ATAO.
Nel notiziario, oltre alla divulgazione di argomenti utili per gli appassionati, sono pubblicate anche alcune perplessità sulla situazione generale.
E’ la prima grande (4500 copie) divulgazione gratuita di un opuscolo che parla di orchidee in Italia.
Il notiziario incriminato è il pretesto che da inizio alla scalata della gestione EOC di Padova. Giova ricordare che lo statuto EOC prevede che la presidenza vada al Paese organizzatore…nel nostro caso all’Italia.
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Laelia purpurata forma ‘werckhauseri’

Le varietà di questa stupenda orchidea non finiscono mai di stupire i collezionisti

Collezione guido De Vidi
Nella foto possiamo ammirare la forma ‘werckhauseri’ o ‘ardosia’ (roccia metamorfica brasiliana di colore idigo).

Gli orchidofili brasiliani sostengono che il nome corretto della varietà dal labello blu indigo con striature più scure sia – Laelia purpurata forma ‘ardosia’-, mentre il nome – Laelia purpurata forma ‘werckhäuserii’ – vada ascritto solamente alle poche piante scoperte dal Tedesco Werckhäuser naturalizzato in Brasile ed alle loro divisioni.

Laelia purpurata è il fiore nazionale dello stato brasiliano di Santa Catarina. Fu scoperta da François Devos nel 1847 e successivamente decritta da Lindley 1852-3 – leggi questo post

Alcune delle oltre 100 varietà di Laelia purpurata:
– aço: labello violetto, petali e sepali bianchi
– alba: bianca con la gola del labello giallo
– amena: labello rosa, petali e sepali bianchi
– anelata: fiore annellato con venature sul labello
– atropurpurea: labello magenta porpora, petali e sepali rosa
– carnea: labello salmone, petali e sepali bianchi
– coerulea: labello bleu senza venature
– delicata: tipo amena con forma piena e colore più discreto
– flamea: petali e sepali rossi
mandayana: bella forma con il labello color rosa porpora, come la russeliana ma senza venature nella gola del labello
– marginata: bordo del labello bianco
– oculata: con due occhi scuri ai lati della gola del labello
– rosea: labello scuro senza venature nella gola, petali e sepali rosa
– roxo bispo: porpora scuro
russeliana: rosa con labello colo lilla gola più chiara
– sanguinea: rosso sangue
– striata: petali con venature colorate
– venosa: venature sul labello
– vinho: labello color vino
– vinicolor: color vino
– werkhauserii: labello blu con striature scure

Da Ginevra a Copenaghen, 3 anni di speranze e prime interferenze

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I lusinghieri risultati di Ginevra, entusiasmarono l’amatorialità orchidofila italiana.

Nonostante i successi europei, l’orchidofilia italiana continuava a dare segnali di perdurante ed inspiegabile distinguo, sia interno che esterno alle Associazioni, vedi il Lazio diviso in due Associazioni locali e la Lombardia addiritura con tre, ad ogni buon conto si notava una generale volontà a far crescere la passione per le orchidee.
A quell’epoca le orchidee botaniche e soprattutto gli ibridi commerciali, costavano una cifra ed i garden non avevano ancora fiutato l’affare delle mostre mercato autogestite.
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Le associazioni orchidofile italiane… da Hannover a Budapest

Da Hannover a Budapest
Prima di Hannover la storia dell’associazionismo orchidofilo italiano è stata diversa, la racconterò dedicandovi un capitolo specifico.

E.O.C. di Hannover
Eravamo nel 94 del secolo scorso quando il prof. Franco Bruno, allora segretario dell’A.I.O – alla Presidenza c’era l’austera Sabine Riess – fece squillare il mio telefono per chiedermi la disponibilità delle mie piante per allestire lo stand Italiano all’esposizione internazionale “EOC” di Hannover (D). Sai Guido – esordì il segretario – l’Italia deve cominciare a farsi vedere in Europa. Devo dire la verità, accettai per spirito di servizio, ma appena deposta la cornetta del telefono fui preso dal panico, non potevo pensare che le mie orchidee fossero all’altezza di un simile evento.
Insieme alle mie orchidee, c’erano anche quelle del prof. Alberto Fanfani e poche altre, tutte provenienti da coltivatori amatoriali; sicuramente mancavano quelle dei produttori Italiani. Non accompagnai le mie orchidee in Germania, all’evento presenziarono alcuni amici dell’A.T.A.O.
L’A.T.A.O “Associazione Triveneta Amatori Orchidee”, fondata dal sottoscritto, in quel periodo era una fiorente associazione orchidofila, foriera di iniziative e di esposizioni.
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