Sarcochilus Ibridi
Il Genere Sarcochilus comprende oltre 60 specie originarie dell’Australia, Polinesia e sud est dell’Asia.
Le specie sono litofite e/o epifite a sviluppo monopodiale.
Con questo post desidero presentare un bel esemplare fiorito.
Collezione Guido De vidi – foto 20.03.08

Sarcochilus Fitzhart
Uno dei primi ibridi di Sarcochilus, prodotto nel 1963 incrociando S. hartmannii e S. fitzgeraldii.
Suoi fiori sono solitamente color bianco rosati con maculature color porpora al centro dei sepali e dei petali.
Recentemente questo incrocio è stato riprodotto usando cultivar selezionati di S. hartmannii e S. fitzgeraldii, a sua volta ibridato con altre specie di Sarcochilus.
Ecco alcuni esempi di ibridazioni fra varie specie di Sarcochilus:
S. Melba (S. hartmannii x S. falcatus), S. Lois (S. hartmannii x S. ceciliae).
Ancora altri, fra i quali anche qualche incrocio di seconda generazione:
S. Heidi (S. Fitzhart x S. hartmannii), S. Mavis (S. ceciliae x S. fitzgeraldii), S. Pinky (S. Mavis x S. hartmannii) e S. Bongeen (S. Mavis x S. fitzgeraldii).
Gli ibridi più recenti sono: S. Rosalie, S. Powder Puff, S. Colonial Rose, S. Penny Ann, S. First Light, S. Otways, con la comune caratteristica di avere i fiori color rosa, mentre S. Selina, S. Lone Star, S. Peach Spot, S. Sun spot, S. Jewell, S. Giacomo e S. Wandjina Woolf con fiori di colore più marcato.

Orchids.it spesso racconta e mostra le orchidee della mia collezione. Attraverso le foto del blog, ormai conoscete ogni angolo della serra dove esse vivono…questa percezione la colgo quando, in occasione delle vostre visite, osservate le piante come fossero le vostre; per questo desidero farvi i miei auguri Pasquali proprio dalla loro casa…sono loro in fondo, che alimentano la nostra amicizia e la nostra passione. 
Orchids.it è monitorato dal programma “Google Analytics”. I dati sono molto lusinghieri, non solo per l’enorme mole di visite, ma anche per la profondità delle stesse, per il numero di pagine visitate e per il tempo di permanenza nel sito.
Anche le piante che vivono abbarbicate a un filo del telefono (come le tillandsia), che è indubbiamente il più sterile dei sostegni, hanno una fonte di minerali con i quali si nutrono, la polvere che si posa sul filo e i minerali sciolti nelle gocce di pioggia: quantitativi molto piccoli, certamente, ma sufficienti per queste piante particolari.