Archivio mensile:Giugno 2011

Vanda tricolor suavis MO/AIO “Orchids and Wine 2011”

Quel “gigante buono” esposto alla mostra di Mezzocorona, stupore ed ammirazione del pubblico, ha molte cose da raccontare:

…”quel gigante buono non esiste più. Un po’ di lui è rimasto in trentino, il rimanente si è fatto in otto per ritornare più bello e più grande di prima. Per fortuna la vita vegetale per auto conservarsi consente, anzi, necessita di questa operazione, che noi orchidofili definiamo ‘DIVISIONE’. Bene…sette delle nuove divisioni, il cui nome rimane Vanda tricolor suavis MO/AIO “Orchids and Wine 2011” sono a vostra disposizione ;)”…

Il gigante buono com’era nella sua ultima ed unica esposizione

Vanda tricolor, Lindl.
E’ stata introdotta nelle coltivazioni europee nel 1846 proveniente da Java tramite *Thomas Lobb, che l’ha scoperta nella parte occidentale dell’isola, a 100-1200 metri di altitudine, dove viveva e vive principalmente sugli alberi di grandi dimensioni.

V. suavis si distingue per il colore bianco del fondo dei suoi fiori, che è giallo pallido nella V.tricolor
Bot. Eeg. 1847, sub t. 59 ; Bot. Mag. t. 4432, PI. des Serres, 1850, torn. vi. t. 641 ;
Veitchs’ Man. Orch. PI. pt. vii. p. 106.

* Thomas Lobb (1817-1894) è nato in Cornovaglia ed ha vissuto a Perranarworthal e Egloshayle, vicino Wadebridge. All’età di 13 anni inizia la sua attività nel campo orticolo nella ditta Veitch dove da 3 anni lavorava suo fratello William. Per Thomas Lobb, l’ avventura di cacciatore di orchidee ha inizio verso il 1840 con i suoi primi viaggi ad oriente. Le sue spedizioni si caratterizzano per la massima libertà d’azione conferitagli dalla ditta Veitch e dalle limitate e mirate raccolte di nuove specie e di orchidee. Nei suoi viaggi esplorò l’isola di Giava dove raccolse diverse nuove specie, poi si spostò in India, in Birmania, nel Borneo e poi ancora ad est fino alle Filippine. Fra le tante specie trovate da Thomas Lobb vanno ricordate: Aerides fieldingii, Bulbophyllum lobbi, Calanthe rosea, Coelogyne speciosa, Paphiopedilum barbatum, Paphiopedilum villosum, Pleione maculata, Vanda coerulea e Vanda tricolor
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Una storia, tante storie… filo diretto con orchids.it

Non sempre, scrivendo articoli su questo blog, si ha la percezione della grande platea di lettori che lo seguono, poi ti capita di vivere qualche simpatico aneddoto ed allora realizzi che, per dirla con una metafora, “dall’altra parte del filo” c’è chi apprezza il tuo lavoro.

Quella pagina su internet

Fra le partecipanti al corso di pittura botanica, organizzato nella mia dimora da Silvana Rava, Sabato 11 e Domenica 12 Giugno, una allieva scelse come “modella”, una pianta di Paphiopedilun bellatulum della mia collezione.
Già durante la prima giornata del corso si era instaurato un “feelling” fra la pittrice e la pianta . Preoccupata di non riuscire ad ultimare l’opera, la simpatica allieva escogitò mille soluzioni per poter vivere qualche giorno in più con i suoi fiori maculati: acquisto?…nooo, la risposta, affido temporaneo?…vedremo domani, ribattei sornione io.

Pensiero assillante il suo, tanto che durante la pausa serale del primo giorno, una volta rientrata a casa si precipitò subito su internet per trovare notizie della sua “modella”… e le trovò, anzi trovò proprio la pianta che stava dipingendo, era stata già descritta in un post di questo blog.
Mi fece molto felice la Domenica mattina, quando ancora in auto davanti al cancello mi mostrò con orgoglio quella pagina internet stampata a colori. Piccole ed impagabili soddisfazioni.
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L’asta on line vinta da Fausto M.

Qualche tempo fa, sul blog organizzai un’asta per vendere una divisione di Lelia superbiens. La vinse Fausto M. un giovane orchidofilo della Provincia di Latina. (Foto a sinistra si vede la pianta già posizionata nella sua serra)

Mi informai sui costi di spedizione e rimasi molto male quando scoprii che solo di spedizione Fausto avrebbe speso ancora un terzo del valore della pianta… rimediai aggiungendo gratis nel pacco postale altre tre divisioni di altre specie.

Nacque fra noi una bella sequenza di e-mail. In una di queste, chiesi a Fausto di raccontare la sua storia e di autorizzarmi alla sua pubblicazione sul blog.

E’ con commozione che la pubblico, ecco come nasce una passione:
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Graphorkis lurida

Graphorkis, un genere abbastanza insolito appartenente alla Tribù Cymbidieae.
Genere:
Autore: Thouars
Pubblicazione: Nouv. Bull. Sci. Soc. Phiom. Paris 1(19):318 (1809)
SOTTOFAMIGLIA: Epidendroideae.
TRIBU’: Cymbidieae.
SOTTOTRIBU’: Cymbidiinae
Nota: la forma ortografica originale del nome era “Graphorchis” è stata variata con Graphorkis in Hist. Orchid., Table 4, sub 3,t. 39 (1822)

La Tribù
Graphorkis, insieme a Galeandra, Grammatophyllum e Grobya, sono tutti generi, membri della Tribù Cymbidiae, Sottotribù Cyrtopodiinae.
Le caratteristiche comuni dei vari membri di questa Tribù, sono gli pseudobulbi con vari internodi dai quali spuntano le foglie e le infiorescenze.
I fiori sono resupinati (labello rivolto all’ingiù), con la colonna prominente.
Fra i parenti molto affini a questo gruppo, troviamo Ansellia, Cymbidium e Cyrtopodium.
Dressler (1993) evidenzia l’estrema variabilità del gruppo, mentre Stern e Judd (2002) osservano “che le caratterisiche anatomiche non sono un valore esaustivo nel determinare le affinità all’interno di questa tribù”.
Il genere Graphorkis, inizialmente composto da oltre 60 specie, per la maggior parte spostate nel genere Eulophia, attualmente contiene solamente alcune specie africane.

La specie
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati
Graphorkis lurida (Sw.) Kuntze
Pubblicata in: Revisio Generum Plantarum 2: 662. 1891.
Prima denominazione: Limodorum luridum Sw.
Neues Journal für die Botanik 1: 87. 1805.
Taxon: Graphorkis Thouars
Histoire Particulière des Plantes Orchidées . 1822.
Questa orchidea è endemica nella zona centrale africana, Camerum e Repubbliche vicine, e può essere trovata tra 300 – 1300 metri di altitudine.
Specie epifita a sviluppo simpodiale, produce pseudobulbi conici abbastanza tozzi, che si spogliano delle foglie alla loro maturazione.

Quando gli pseudobulbi sono maturi è indispensabile avviare un periodo di secco, che consente loro di perdere le foglie e di entrare nella fase dormiente durante la quale la pianta va mantenuta al caldo ed alla luce.
Le regolari bagnature possono iniziare con la formazione dei nuovi germogli e successivamente degli steli fiorali.

Gli steli fiorali, lunghi circa 30 centimetri, spuntano dalla base degli pseudobulbi e maturano in primavera, formando piccoli fiori di colore giallo marrone, molto attraenti e vagamente assomiglianti a quelli dei Cymbidium miniature.

Le spighe fiorali portano circa 50 fiori di piccola dimensione, maculati di giallo e marrone.
Come si è già detto sopra, gli steli fiorali si formano e si aprono in tarda primavera.

Coltivazione consigliata
In sito questa specie cresce nelle biforcazioni delle palme Hyphaene e quindi il substrato ideale va creato su zattere con l’aggiunta di materiale fibroso, oppure in In piccoli vasi di 10 – 12 cm di diametro con substrato drenante (bark medio sminuzzato e miscelato con torba di sfagno).

Orchidee, arte, commedia e amicizia

Con una grande emozione dentro al cuore e con tanto calore umano, questi due giorni con le orchidee, con l’arte e con la commedia, si sono conclusi nel migliore dei modi.

Sono tante le cose da raccontare.

Innanzitutto il corso di pittura botanica, giunto alla sua seconda edizione, è già diventato un appuntamento di eccellenza.
La foto a sinistra coglie Silvana Rava (pittrice botanica di indiscusso valore internazionale) in controluce, attraverso i vetri della loggia, mentre imposta il lavoro delle sue allieve di corso.
Silvana Rava, con la sua semplicità di approccio, ha creato sin da subito quella delicata atmosfera che le persone sensibili respirano quando si immergono nel mondo dell’arte figurativa.
All’appuntamento del corso dovevano essere in 12, ma qualche problema ha ridotto il drapello di aspiranti artisti.
Il livello qualitativo generale è stato senza dubbio elevato. Il mondo della pittura botanica troverà fra loro dei nuovi e bravi rappresentanti.
La vera scoperta di questa assise pittorica è stata la gioventù.
E’ sempre emozionante – anche per noi orchidofili – trovarci a condividere la passione insieme alle giovani generazioni. Mi perdoneranno le bravissime allieve presenti al corso, se ad emblema di questa bellissima esperienza presento Matteo, giovane artista ancora imberbe ma dotato di grandi doti e di enorme passione.
Paphiopedilum fowliei Birk
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Sin. Paphiopedilum hennisianum var. fowliei (Birk) Cribb
Nella sua riproduzione botanica, Matteo avrebbe desiderato immortalare la famosa Stanhopea tigrina var. nigroviolacea,
ma non era ancora fiorita ed allora ha focalizzato la sua attenzione su questa bellissima specie di Paphiopedilum.

La foto coglie il disegno ancora nella sua fase di costruzione e forse non rende completamente l’idea della perfezione – quasi maniacale – per altro, dote questa, indispensabile nella descrizione e nella pittura botanica.

Anche quest’anno dio Pluvio ha fatto le bizze. Nella mattinata di sabato ha scatenato le sue ire funeste in vicolo Parnasso, costringendoci a battere la ritirata dentro la loggia e sotto il portico, ma nel primo pomeriggio il cielo si è riaperto ed Helios ci ha potuto riscaldare con i suoi raggi.
La foto sopra immortala un gruppetto di aspiranti pittori al lavoro dentro la loggia.

Porte aperte in serra
Come da programma, i due giorni di Vicolo Parnasso hanno visto anche la gradita presenza delle amiche e degli amici orchidofili del Triveneto, compresa anche una inaspettata visita di soci A.T.O.
Per vari motivi, qualcuno era assente giustificato, tanti son venuti ed insieme abbiamo trascorso un gradevole pomeriggio fatto di visite alla serra, di approfondimenti e di piacevoli conversazioni.
Ringrazio veramenti tutti.

La commedia
Da inguaribile sognatore, ho anche creato un momento di teatro, ovvero: le avventure della vita viste attraverso la commedia dell’arte, per poter sognare, pensare e ridere.
A materializzare questa dimensione, ci hanno pensato alcuni miei amici attori con i quali, nello scorrere del tempo ho condiviso tante belle pagine di vita. Un grazie particolare per la loro partecipazione. Da questa idea è nata una piccola commedia messa in scena nella serata di Domenica 12 Giugno, con il giardino della mia dimora, a fare da teatro.

Titolo:
NELLA SERRA DELLE ORCHIDEE
Il tema è quello del fantastico e del sovrannaturale, l’azione drammatica si sviluppa in un aria di mistero tra leggenda e realtà in quel mondo ormai consumato del tardo veneziano.

Lo scenario
Nane e Menego, barcaroli al servizio di Sior Simon e Sior Lunardo, si perdono fra i menandri delle valli della laguna di Caorle dove si erano recati a cacciar rane per le cene luculliane dei loro padroni.
Con la loro barca risalgono uno ad uno gli affluenti che portano acqua in laguna e verso mattina si fermano a far colazione a Porto nella locanda “La Grandessa” sul Lemene, noto ritrovo di strani personaggi, spezieri, doganieri, finanzieri ed avventurieri in cerca di far commercio.

Alla Grandessa si possono degustare bevande ed intrugli realizzati con spezie e strane piante provenienti dal nuovo mondo. L’ostessa Ottavia, è solita servire agli avventori, anche bevande calde, spiegando che sono fatte con strane piante afrodisiache, chiamate orchidee.

La bella Isabella
Nane e Menego, forse in preda agli effetti degli intrugli di Ottavia, puntano subito gli occhi su Isabella, damigella al servizio della nobildonna Albrizi, giunta nella locanda per recuperare un misterioso carico proveniente dalle Americhe, da portare nel casino della sua Villa in terra trevigiana.
Isabella parla con i barcaroli, descrive la villa dove abita e racconta di aver visto strane piante che vivono in grandi stanze riscaldate e con le pareti ed il tetto in vetro.
Racconta anche di notti lussuriose, di intrighi, di passioni amorose con poeti, e di commedie erotiche messe in scena da teatranti della terra ferma veneziana.

Intanto Isabella, ritirato il prezioso carico, allerta i suoi barcaderi affinchè si possa ipartire di buon mattino. Nane e Menego, già perdutamente innamorati della dolce Isabella, si offrono di accompagnarla nel suo viaggio di ritorno, lei accetta di buon grado e insieme approdano all’imbarcadero di Melma, attracco di merci e genti, situato lungo il Sile poco prima dell’Alzaia che porta a Treviso.

Incontro con uno strano personaggio
E’ qui che Nane e Menego incontrano uno strano personaggio, occasionalmente in quel luogo per raccattare ritagli di legname in una vicina segheria, che si qualifica come “el marangon” e quei legni gli usa per fare cestini.
Nel frattempo Isabella si congeda dai suoi accompagnatori, non prima di averli informati che in serata parteciperà ad una festa in campagna, dove ci saranno anche i loro padroni Simon e Lunardo.

I due cavalli bianchi
Ad attenderla in un casone situato lungo il Sile – già da due giorni – stazionano due cavalli bianchi ed una carrozza ricca di intarsi rococò. Isabella sale, fa un cenno di saluto con il suo fazzolettino ricamato, mentre i cavalli si muovono verso quei pochi chilometri che la dividono dalla Villa della Contessa Albrizi.
Nane e Menego, visibilmente frastornati rimangono a conversare col “marangon”, che con fare sapiente racconta loro di conoscere bene la Grandessa. Fatta un po di confidenza,”el marangon” complotta con i due barcaroli proponendo di cercare quel posto dove si tiene la festa e di andarci di nascosto. Nane e Menego osservano che loro non sono stati invitati e che i loro padroni sono “rusteghi”, ma “el marangon”, con tono caparbio grida: “venite con me…so tutto”!!

Verso la festa
Dopo qualche titubanza, la passione per Isabella ha il sopravvento e la strana compagnia complotta di recarsi in quei luoghi. Partono per Monastir di Piros (altrimenti noto anche come Pero), località amena dove vivono rigogliose piante esotiche, tutte ammassate in una strana costruzione che ripropone l’ambiente delle giungle misteriose del nuovo mondo.
La combriccola, gira la barca, ridiscende il fiume Sile, imbocca il Meolo (un suo affluente), e giunta all’altezza di Vallio, piccolo Villaggio che da il nome all’omonimo fiume, si dirige a nord fino ad incontrare la terra delle risorgive, dove finalmente arriva alla foce del Rio Parnasso. Con fare guardingo e furtivo, i tre personaggi risalgono la corrente ed è già buio quando poco oltre la sponda sinistra del Rio Parnasso, sentono il vocìo di gente in festa che attende il solstizio d’estate: “siamo arrivati” sentenzia el marangon sfregandosi le mani, e nascosti fra le fronde e le candide acque, aspettano, mentre pocchi passi più in là …
Nell’intrigante atmosfera, di passioni, inganni, amori e delitti, generata da alcuni vecchi mercanti, e da barcaroli, tutti innamorati della giovane bella Isabella la quale però non corrisponde.
Questi uomini per avere il suo amore sono disposti a tutto, con denari, regali, orchidee, corteggiamenti e delitti.
Isabella saputo dell’arrivo degli spasimanti si rifugia e si rinchiude nella serra.
Le orchidee percepiscono la presenza ed il fascino della giovane Isabella, la “Vanda teres” di fronte a si tanta bellezza, quasi per magia, fiorisce colorandosi di rosa pallido ed arancione, un’incanto amoroso in omaggio alla giovane Isabella.
L’ “Encyclia atroporpurea” invidiosa di sì tanto prodigio si scuote, pronta a donare i suoi benefizi.
Intanto gli strani personaggi calpestando nervosamente la bianca stradina di vicolo Parnasso, cercano di confondersi tra gli ospiti sedutiattorno al desco sotto il porticato, distraendoli con racconti e anedotti, ma in realtà per cercare Isabella.
Uno alla volta, in punta di piedi, nell’ombra della sera coperti dalle voci allegre che giungono dal giardino si defilano verso la serra dove tra carnose e sensuali orchidee ha trovato rifugio Isabella. Il tempo scorre, gli ospiti degustano, brindano e confabulano, ma ad un certo momento. in tarda serata un’urlo femminile di terrore interrompe l’allegra festa e …

Le indagini
L’Avvocato del Foro di Peribus, Vidis Deorchis, presente alla festa, udito l’urlo si precipita verso la serra, e aprendo con precauzione le porte trova davanti a se una scena racappricciante.L’avvocato ritorna trafelato in giardino ed invita gli ospiti a rimanere ai propri posti con divieto assoluto di alcun movimento.
Vidis Deorchis riferisce di aver ispezionato la serra e di aver trovato uno sconosciuto supino, privo di vita, seminascosto da alcune felci lussureggianti e da grosse orchidee.

Inizia il dibattito per “Ius excludendi omnes alios” e per far chiarezza su quanto accaduto. In attesa dell’arrivo delle guardie l’Avvocato interroga, indaga e prende atto da numerose e concordi testimonianze, che verso la serra delle orchidee sono stati visti solo: Sior Simon, Sior Lunardo, Nane e Menego in compagnia del “marangon” ed esclama “fumus boni iuris atque ad impossibilia nemo tenetur” pertanto invita i presenti ad indicare il presunto colpevole “sine erroribus iudicando cum diligentia” fra i sospettati sopra riportati.
Purtroppo, l’ora tarda e le abbondanti libagioni del pubblico presente hanno reso le loro testimonianze poco convincenti 😉 pertanto le indagini sono ancora in corso, la serra è sotto sequestro in attesa della prima udienza per il dissequestro e per la convalida del fermo – tutti i sospettati sono ancora in stato di fermo.
Nel frattempo chi è in possesso di qualche elemento utile alle indagini lo indichi nei commenti 😉

Note:
– Nomi e luoghi riportati nella commedia sono inventati, qualsiasi riferimento a persone è puramente casuale.

– Un ringraziamento particolare alle amiche ed amici del Club che in vario modo hanno contribuito alla splendida riuscita della festa, nessun nome per non dimenticare nessuno, nella mia mente ci siete tutti…

Nella serra delle orchidee: atto unico in due tempi


DOMENICA 12 GIUGNO “ORCHID WEEKEND”…..da Guido ore 20
TCC-Teatro Club presenta in anteprima una commedia inedita (giallo ambientato nel tardo veneziano, con omicidio in una serra di orchidee… da risovere con il coinvolgimento del pubblico presente).

NELLA SERRA DELLE ORCHIDEE

tra passioni, inganni, amori e delitti
con:
personaggi – interpreti
Pantalone innamorato – Bruno Neri da Caorliega
Sior Simon nobile veneziano – Lorenzo Dolfin
Sior Lunardo nobile veneziano – Nino Rusticher
Nane gondolier in Venezia e barcarolo in terraferma – Nereo Belendi
Menego gondolier in Venezia e barcarolo in terraferma – Alvise Bragadin
Isabella – Virginia de Oniricis
Avvocato del Foro di Peribus – Vidis Deorchis

Regia: Lele Ferrarese
Testi: Bruno Spolaore

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Il tema è quello del fantastico e del sovrannaturale, l’azione drammatica si sviluppa in un aria di mistero tra leggenda e realtà

Sul far della sera, attendendo il solstizio d’estate nella marca gioiosa et amorosa mentre le candide acque del Rio Parnasso lentamente si muovono accarezzando verdi fili d’erba tra profumi di fiori, rosse fragole e mature ciliegie, dolce cena di alcuni uccelli, …… pochi passi più in là …………….

Nell’intrigante atmosfera, di passioni, inganni, amori e delitti, generata da alcuni vecchi, mercanti, ricchi, rusteghi, da barcaroli tutti innamorati della giovane bella Isabella la quale però non corrisponde.
Questi uomini per avere il suo amore sono disposti a tutto, con denari, regali, orchidee, corteggiamenti e delitti.
Isabella saputo dell’arrivo degli spasimanti si rifugia e si rinchiude nella serra.
Le orchidee percepiscono la presenza ed il fascino della giovane Isabella, la “Vanda teres” di fronte a si tanta bellezza, quasi per magia, fiorisce colorandosi di rosa pallido ed arancione, un’incanto amoroso in omaggio alla giovane Isabella.
L’ “Encyclia atroporpurea” invidiosa di sì tanto prodigio si scuote, pronta a donare i suoi benefizi.
Gli strani personaggi nervosamente calpestano la bianca stradina del vicolo Parnasso, cercando di confondersi tra gli ospiti di un desco sotto il porticato, distraendoli con racconti e anedotti, ma in realtà cercano di trovare Isabella.
Uno alla volta, in punta di piedi, nell’ombra della sera, coperti dalle voci allegre che giungono dal giardino si defilano lungo il Rio Parnasso verso la serra dove tra carnose e sensuali orchidee ha trovato rifugio Isabella.
In tarda serata un’urlo femminile di terrore interrompe l’allegra festa e ……………….
……… chi ci sarà vedrà 😉