Archivio mensile:Marzo 2004

news papua nuova guinea

Brief History of Orchid Collection and Research in New Guinea

During the nineteenth and early twentieth century a number of botanists described a few species of orchids from random collections made in New Guinea. Where the term ‘New Guinea’ is used without any qualification it refers only to the main island. Some Malayan and Indonesian (including West Irian) orchids described during this period have since been found to occur in Papua New Guinea, as have also a few Australian species. (The Western Province alone shares some 25 species of orchids with Cape York Peninsula. The actual number of ‘Australian” orchids occurring in PNG will exceed this number.)
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SERRA DOMESTICA

UNA SERRA PICCOLA PICCOLA DA TENERE DENTRO CASA

“conversazione tra Renzo e Matteo Piano, design di fama”

…e se fosse una serra da mettere in casa?
Vuoi dire una casetta che si adatti al clima delle piante,
anche in un interno?

Si, per vederle crescere ogni giorno…

…potrebbe anche essere un bell’oggetto,
come un quadro vivente.

E di quale materiale potrebbe essere fatta?

Certamente di vetro. Ma anche di acciaio, solida e sottile.
Ma non dovrà essere un giocattolo…..

DA QUESTA IDEA, NASCE LA SERRA DOMESTICA DELLA SMEG.

“valutazioni e domande di un collezionista di orchidee”
Bella ed elegante, funzionale per quel tanto che basta alle piante sui generis..ma per dare una risposta concreta a quanti vogliono coltivare realmente, le orchidee in casa?

NASCE LA COLLABORAZIONE FRA LA SMEG (tecnologia che arreda) e GUIDO DE VIDI

Il collaudo e le proposte di affinamento della serra domestica standard, alle esigenze specifiche delle orchidee, sono in atto e presto vi daremo buone notizie su questa nuova e rivoluzionaria tecnologia.

La casa per le tue orchidee

La Serra, elemento essenziale per il collezionista e coltivatore di orchidee
Perché quando costruiamo una nuova abitazione non pensiamo anche alla casa per le piante?
I progettisti cui ci rivolgiamo pensano a tutto: tre o quattro bagni, l’immancabile taverna che useremo due volte l’anno, l’impraticabile mansarda, l’intoccabile soggiorno, l’angolo cottura super tecnologico, garage e mille altre diavolerie, ma dimenticano la creazione di spazi organizzati per ospitare e coltivare con successo le piante: la serra!

In occasione della bellissima esposizione del mese di Settembre 2003 – “ORCHIDEE SUL LAGO”- a Villa Giulia (Pallanza, lago Maggiore), conversando con un visitatore di Locarno, questi mi pose una domanda: “sto costruendo una nuova dimora, bella e funzionale, vorrei realizzare anche una serra per le orchidee ma non trovo soluzioni, ne attingendo dalla letteratura ne dialogando con il mio progettista, cosa mi consiglia”?
La domanda di questo distinto signore del Canton Ticino, conteneva in se, tutta la sensibilità culturale di una vita armoniosa, ma evidenziava nel contempo l’assenza di risposte ai suoi bisogni hobbistici. La conversazione continuò fra appunti disegni e note di vario tipo.

La serra
Spazio organizzato per riprodurre condizioni climatiche particolari: deve rispondere alle esigenze specifiche del tipo di essenze vegetali che si intendono coltivare.
Dispiace deludere quanti sostengono la facilità di coltivazione delle orchidee, certo tutto sopravvive ma se si vuole veramente una collezione in buona forma, bisogna dar loro quanto chiedono.
Fortunatamente, pur essendo numerosissime e distribuite in tutte le parti della terra, molte di loro vivono bene in condizioni climatiche abbastanza simili.
Il problema base da risolvere è quello di garantire un costante rapporto fra i tre elementi fondamentali per la vita delle orchidee: luce, temperatura ed umidità.
Moltissime specie di orchidee vivono bene dentro la seguente fascia di temperature (8°/18° minime e 20°/32°) massime, purché sia garantita loro un’umidità relativa dell’aria, mai inferiore al 60/70% ed una corretta luminosità filtrata da ombreggiatura (30/50%).
Appare subito chiaro che lo spazio interno della serra deve essere organizzato: per poterlo riscaldare, per umidificare l’ambiente, per rinfrescarlo e per filtrare la luce del sole. Le soluzioni dovranno sempre tenere conto del legame: luce – temperatura – umidità.
In estate non basta aprire la serra per rinfrescare, così facendo si abbasserebbe anche l’umidità relativa.

Le soluzioni
La serra va pensata come uno spazio chiuso, realizzato con materiale il più possibile trasparente e nello stesso tempo coibentante (vetro camera, policarbonato, nylon) la scelta è ovviamente legata alla capienza del portafoglio del collezionista.
La temperatura minima va garantita con impianti di riscaldamento radiante, ad esempio termosifoni, oppure ad aria calda: entrambi mostrano pregi e difetti (la scelta sarà legata alle opportunità contingenti).
Le alte temperature dovute all’effetto serra, nel nostro caso voluto, vanno controllate con il sistema “cooling”, cioè togliendo l’aria calda interna con un aspiratore posto in alto sulla parete a sud della serra e consentendo l’entrata di aria fresca esterna di ricambio, attraverso dei pannelli alveolari bagnati, posti sulla parete opposta, cioè a nord.
Con il “cooling”, oltre all’abbassamento della temperatura si ottiene anche l’umidificazione dell’aria, che entrando forzatamente attraverso i pannelli alveolari bagnati, trasporta delle piccole particelle di acqua che si disperdono nell’ambiente interno umidificandolo.
Inoltre, per il controllo dell’umidità interna vanno anche installati dei sistemi di umidificazione tipo “ fog”, effetto venturi ecc.
Per il controllo della luce del sole, va posta una rete ombreggiante sopra il tetto della serra, purchè distaccata dallo stesso, per consentire la circolazione d’aria rinfrescante, tra la rete ed il tetto stesso.

Un consiglio
Il primo consiglio che mi sento di dare ad un futuro possessore di serra è di farsene una abbastanza grande per poter contenere il suo hobby in sicuro e costante aumento. Una serra piccola può dare l’impressione di essere immensa, ma è leggendario che i coltivatori d’orchidee non siano mai soddisfatti.
All’inizio, forse, non vi interessate che di una specie o due e vi ritenete contenti con pochi esemplari di ciascuna. Ma è inevitabile che vi innamoriate quanto prima di un’altra specie e poi di un’altra ancora.
Allora comprerete due o tre piantine dell’una e poi due o tre piantine dell’altra, che diventeranno presto piante adulte e avranno bisogno di esse­re divise, cosi in un tempo relativamente breve, i vostri bancali saranno affollatissimi.
Vi sono anche altre ragioni per non farsi una serra troppo piccola: una serra molto piccola a causa dello scarso volume d’aria è difficile da organizzare e da tenere sotto controllo. Inoltre, raddoppiare una piccola serra non significa raddoppiare anche i costi, aumenteranno solo di 1/3.

Serra fredda, intermedia e calda
Gran parte delle orchidee esotiche, come si è detto, vivono dentro tre fasce di temperature minime: 8/10°, 13/15°, 15/18°, considerate rispettivamente da serra fredda, intermedia e calda. Quindi, il manuale del bravo coltivatore direbbe di scegliere le orchidee da coltivare, oppure di costruire tre serre diverse… ed i costi?
Non allarmatevi, io ho potuto verificare che in una serra funzionale e con una corretta ventilazione interna, si creano diversi microclimi in un unico spazio, e con una attenta osservazione si possono trovare sicuramente gli habitat richiesti dalle diverse specie presenti.

Portobello Magazine

Spazio dedicato allo scambio di piante, materiali di coltivazione, supporti tecnologici ecc.


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ESPERIENZA BELLISSIMA

DAL GAZZETTINO – Lunedì, 22 Marzo 2004

Successo strepitoso dell’iniziativa FAI ed interesse spasmodico per le orchidde ed i loro miti

Ha riscosso un grandissimo successo ieri la “Giornata di primavera” del Fai (Fondo per l’ambiente italiano), che a Treviso ha proposto la mostra “Il fascino delle orchidee” nella chiesa di San Gregorio e l’apertura al pubblico di villa Ca’ Zenobio, sede dei MasterCampus nelle arti della musica, teatro, danza. “Nella sola giornata di sabato abbiamo avuto a San Gregorio oltre 500 persone (1200 in totale) – gongola Adelina Secco, vicepresidente regionale del Fai -L’esposizione delle orchidee riscuote molto successo e tanti sono attirati dalla possibilità di vedere la chiesa”. Per tutta la giornata si sono alternate visite guidate alla chiesa e interventi di Guido De Vidi sulle sue piante. “Una passione nata una ventina d’anni fa – racconta – regalando un’orchidea a mia moglie. Ho cominciato a interessarmene dato che non fioriva e a poco a poco sono rimasto stregato da questi fiori”. La sua collezione, che conta oltre 4.000 esemplari, è la più importante d’Italia. Afflusso ininterrotto per tutto il giorno a Ca’ Zenobio, visitata da 2400 persone. I visitatori venivano accolti da ragazzi delle medie (Serena, Coletti e Toti del Monte) che sono stati coinvolti grazie al progetto Apprendisti Ciceroni; si proseguiva poi guidati da studenti del Mazzotti o dell’università Ca’ Foscari, formati grazie ad uno stage. “L’attenzione che ci ha riservato il pubblico è evidente – afferma Luciana Taffarello, responsabile della “Giornata di primavera” – al punto che Fondazione Cassamarca sta valutando la possibilità di un’apertura mensile affinché il pubblico possa godere di questo patrimonio”.

Marco Gasparin