Lassù sulle montagne
…volevo inviarti queste foto, scattate ieri ai piedi del Sass Maor (quota 1.600 mt) in Val Canali.
Purtroppo le foto sono state scattate con il telefonino e non rendono appieno la bellezza di questi Cypripedium calceolus
Claudio
Grazie Claudio…non ha importanza la qualità delle foto, le sensazioni sono ugualmente forti e noi cogliamo questa buona occasione per dedicare un post alla regina delle orchidee:
La scarpetta di venere
Nota: La foto di Venere riprodotta di seguito non è stata fatta da Claudio ma è di pubblico dominio perchè il suo copyright è scaduto. Questo vale nell’Unione Europea, negli Stati Uniti d’America, nel Canada e in tutti i paesi nei quali il copyright ha una durata di 70 anni oltre alla vita dell’autore.
Pensiamo sia cosa gradita accostare un bellissimo dipinto di Venere a questa orchidea simbolo.
Dettaglio di Venere nel quadro “La nascita di Venere” di William-Adolphe Bouguereau (1879)
Miti e leggende
Con il nome di Aphrodite per la mitologia Greca e poi Venere per quella Latina si simboleggia la dea della bellezza e dell’amore.
Leggi questo racconto tratto dalla pagina 4 del post “Paphiopedilum: la grande avventura della loro coltivazione”
Cypripedium calceolus L.
Famiglia: Orchidaceae
Genere: Cypripedium
Specie: calceolus
Nomenclatura binomiale
Cypripedium calceolus L.
Nomi comuni: Pianella della Madonna e Scarpetta di Venere.
Il genere Cypripedium comprende circa 47 specie endemiche in varie parti del mondo. Tre sono presenti in Europa, di cui una sola in Italia: Cypripedium calceolus.
Entrambi gli stomi del genere Cypripedium sono fertili, unico genere in Europa con questa peculiarità e per questo, alcuni tassonomi (Vermeulen 1966, Rasmussen 1985, e Delforge 1994) lo considerano affine ai generi Paphiopedilum, Phragmipedium e Selenipedium, inserendolo nella famiglia delle Cypripediaceae (Lindley 1833).
Dressler nel 1993, colloca questo genere nella sottofamiglia Cypripedioideae Lindl.
Cypripedium calceolus è un’orchidea terricola alta dai 30 ai 60 cm, con rizoma strisciante orizzontale e radici che si espandono a tappeto. Predilige i terreni calcarei o raramente ghiaie. Le foglie oblunghe, color verde smeraldo, generalmente da tre a cinque per stelo, sono marcatamente nervate: lo stelo è pubescente e senza ramificazioni secondarie.
I fiori molto vistosi, per questo motivo questa orchidea è oggetto di raccolte indiscriminate tanto da renderla in pericolo di estinzione (come tutte le orchidee spontanee dei nostri territori è inserita in prima appendice del CITES e la sua raccolta è severamente vietata), sono strutturati in un primo verticillo esterno di due sepali color bruno violaceo (in realtà tre perché il sepalo inferiore è il risultato della fusione dei due laterali), dal verticillo dei petali (anch’essi bruno-violacei) e del labello.
Il labello, giallo dorato è lungo dai 3 ai 5 centimetri e dà il nome alla specie: all’interno è vuoto e ricorda vagamente una pantofola (L’epiteto calceolus proviene da “calcea” una forma del latino tardo settentrionale, derivata dal latino “calceus”- la scarpetta di cuoio fine che si indossava nelle case oppure nella commedia teatrale – che a sua volta sembra derivare da “calx”, tallone. La morfologia è dovuta alla particolare tecnica d’impollinazione di cui si serve il fiore; l’insetto entra alla ricerca di nettare che non trova perchè i fiori di questa specie sono sprovvisti, uscendo rimane imprigionato e deve percorrere un tragitto favorevole al trasporto dei pollinia su di un altro fiore.
Gli insetti pronubi di questa orchidea, generalmente api (soprattutto del genere Andrena), sono attirati dal colore giallo vivo del labello e dalle macchie color porpora dello staminodio. L’ ape entra a caccia di nettare attraverso l’invitante apertura centrale del labello, ma una volta dentro l’ampia cavità, difficilmente riesce a riprendere il volo per poter uscire e deve quindi arrampicarsi verso le due strette aperture laterali del ginostemio. Con questa azione obbligata, l’ape asporta con il dorso i pollinia vischiosi e li va a depositare sullo stigma del successivo fiore visitato.
Distribuzione in Italia: Alpi e Prealpi, qualche segnalazione anche sulla dorsale Appenninica.
Ambiente di vita: zone boschive di latifoglie più o meno ombrose, faggi o conifere, radure e arbusteti freschi (erika), più raramente prati subalpini o alpini, preferibilmente su suolo calcareo ad altitudini che vanno dai dai 500 fino a oltre 2000 metri sul livello del mare.
Fioritura: da maggio a luglio.
Nota finale: Cypripedium calceolus, come altre orchidee terricole Europee è anche riprodotto artificialmete attraverso procedimento di semina asimbiotica e quindi sono reperibili nel mercato.
La cronaca termina quì senza consigli di coltivazione, non ho alcuna esperienza nel merito.
Le foto sono non buone direi ottime, bravo Claudio.