Oncidium, Stilifolium, Cohniella o Trichocentrum?

Possiamo chimarli ancora Oncidium?
Già, Oncidium!. Ogni collezione che si rispetti deve avere almeno una o due specie della sezione Cebolletae, le famose “orchidea coda di topo”.
Bene, intanto scopriamo subito che la nostra “orchidea coda di topo” ha cambiato varie volte nome di genere ed ogni cambio è stato supportato da pagine e pagine di motivazioni.
Nel 1997 Koeniger e Pongratz trasferiscono le specie nel nuovo genere Stilifolium. Nel dicembre del 1999, Eric Christenson in Lindelyana ripristina il nome generico Cohniella, basandosi sul primo nome stabilito da Reichenbach nel 1825.
Ultima in ordine temporale è la revisione di “Atwood, John T. and Robert L. Dressler. … A new combination in Trichocentrum. North American Native Orchid Journal 7(3): 250. 2001, * Journals 2001 …” dove si rileva che, le specie collegate alla sezione Cebolletae, avendo (2n – cromosomi 28, 30, 32, 34 e 36), sembrano essere più strettamente legate al genere Trichocentrum (2n- 24, 28), e possono quindi essere incluse in esso.
Sin dall’inizio, il genere Oncidium ha mostrato grosse incongruenze tassonomiche e nello stesso tempo ha costituito e continua ancora ad essere una fertile palestra di discussione per botanici ed esperti.
A grandi linee possiamo collocare gli studiosi di questo genere su due filoni: i “divisionisti” ad oltranza che intendono spezzettare il genere Oncidium in tanti piccoli nuovi generi e gli “unionisti” che vogliono addirittura aggiungere altre specie a questo genere già enorme.
In realtà, il genere Oncidium, nel quale alcuni gruppi di piante si evolvono con molta velocità rispetto ad altri, per avere una sistemazione tassonomica più organica necessita forse di un’articolazione che vada oltre quella tradizionale – regno / phylum / classe / ordine / famiglia … ma questa è solamente la mia opinione.

Abbiamo appena accennato che all’interno del genere Oncidium ci sono gruppi o sezioni similari per affinità morfologiche, una di queste è per l’appunto la sezione Cebolettae, le cui specie sono ben identificabili per le loro foglie teretiformi e fusiformi.
Le specie teretifolia (foglie cilindriche) però, non sono tutte originarie della stessa zona geografica; anche questa particolarità è stata colta come motivo per dar vita ad un nuovo genere. Ad esempio quelle endemiche in Costa Rica: Oncidium ascendens Lindl., O. cebolleta (Jacq.) Sw., O. stipitatum Lindl., O. teres Ames & C. Schweinf. ed altre, qualcuno ha pensato bene di metterle in un nuovo genere: Stilifolium, la cui costituzione è attribuita, a quanto pare, a “Königer & D. Pongratz, in Königer”), “performance” che ritaglia anche a questi esperti un posto nella storia.
Scritto ciò, e preso atto che la filogenetica è un tema che rimane sempre aperto, per semplicità è meglio continuare ad usare il vecchio e caro epiteto Oncidium, visto che nessuno ce lo vieta!

Le specie: difficoltà di identificazione
Le specie raggruppate in un genere ed ancor più, quelle appartenenti ad una sezione specifica, si distinguono fra loro per varianti morfologiche sia delle piante e/o dei fiori. Quando queste diversità sono minime risulta assai difficile essere certi di quel che si vede e si coltiva…soprattutto.

Il fiore rappresentato nella foto a sinistra (notate le dimensioni è tenuto in posa dall’indice e dal pollice della mia mano), dovrebbe appartenere alla specie cebolleta. Effettivamente molte caratteristiche morfologiche di questo fiore coincidono con le descrizioni originarie della specie, ma basta mettere a confronto fiori e pianta di qualche altra specie della sezione Cebolletae, che le certezze cominciano a scemare.

4 pensieri su “Oncidium, Stilifolium, Cohniella o Trichocentrum?

  1. Pingback: oncidium cebolleta

  2. Alberto_g

    Il ciclo metabolico descritto da Guido rappresenta una convergenza evoluzionistica dei processi biochimici. Osservato per la prima volta nelle Crassulaceae nel 1813, prende il nome di “metabolismo acido delle Crassulacee”, ovvero CAM. Il processo metabolico accomuna le piante che per necessità si sono adattate ad un ambiente xerofitico, è pertanto presente non solo nelle tipiche piante succulente, Cactaceae, Asclepiadaceae, Agavaceae, Crassulaceae…, ma anche nelle orchidee che vivono in ristrettezza idrica. Tipicamente oltre ad avere una superficie della foglia ridotta, la forma teretiforme è quella che espone meno alla evaporazione, le piante che crescono in buona luce o direttamente al sole hanno le foglie coperte da una pruina che riduce ulteriormente la dispersione e riflette maggiormente la luce solare incidente. Concluderei dicendo che la natura è perfetta!
    Alberto

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