Archivio mensile:Agosto 2008

Go ciapà el mal dea piera :lol:

… tradotto in lingua suona più o meno così ” ho preso la malattia della pietra”…metafora usata per prendere in giro chi si sta costruendo o ristrutturando la casa.

Il risultato più appariscente è che non ho tempo nemmeno di seguire il blog che, fra l’altro, continua ad essere bersagliato da commenti spam.
Il programma di protezione si istruisce automaticamente ma non riesce a bloccarli e quindi arriva una valanga di commenti da moderare
Può capitare che eliminando manualmente questi commenti spam, cancelli incidentalmente anche qualche vostro commento… sicuramente ho eliminato quello di Roberta Cecchini, scusami Roberta 😉
Forse domani vi faccio una sorpresa con una bella foto di un esemplare in fiore.

PS: se avete intenzione di fare qualche ricarica alla carta PostePay di mio figlio vi comunico che è stata rinnovata, il numero attuale è: 4023-6004-6683-7632

Cymbidium ensifolium Si Ji Lan – Four Seasons

ovvero, quando i Cymbiduim fioriscono anche in estate
Grande è stata la sorpresa nel veder fiorire questa orchidea cinese a ferragosto, ed allora dedichiamola ai giorni delle Olimpiadi in Cina, inaugurate a Pechino l’08.08.08.

Cymbidium Cinesi
Il genere Cymbidium è molto popolare, amato dai collezionisti e nelle zone a clima mite, coltivato anche all’aperto nei giardini insieme ad altre piante da fiore.
Se vi capita di viaggiare nei paesi dell’estremo oriente avrete la fortuna di vedere specie di Cymbidium esili, molto decorativi e gradevolmente profumati.
Per molti secoli i Cymbidium cinesi sono stati molto popolari nella coltivazione in vari paesi quali ad esempio: Cina, Corea, Taiwan e Giappone.
In Cina è un grande onore donare o ricevere una di queste orchidee straordinarie perché sono considerate simboli di virtuosismo e di amicizia. Queste orchidee sono apprezzate, sia per le loro fioriture fragranti che per il portamento grazioso delle foglie.
Confucio denominò queste piante “ Re della fragranza” ed ancora oggi in quei luoghi sono conosciute con questo nome popolare.
I Cymbidium cinesi sono raggruppati in un sottogenere chiamato Jensoa.
Le cinque specie che compongono questo sottogenere sono: Cymbidium ensifolium (Jian Lan), Cymbidium goeringii (Chun Lan), Cymbidium kanran (Han Lan), Cymbidium sinense (Mo Lan), e Cymbidium faberi (Hui Lan).
Le orchidee, generalmente, non sono conosciute per la bellezza del loro fogliame. I Cymbidium cinesi sono un eccezione a questa regola. Le foglie di queste orchidee sono amate tanto quanto le fioriture. Infatti, i Cymbidium variegati sono esposti e giudicati spesso nelle esposizioni orchidofile senza fioriture! Ogni specie di Cymbidium cinese fiorisce in tempi diversi dell’anno, questa peculiarità consente ai collezionisti di avere sempre piante in fioritura.
I fiori tendono ad essere piccoli, ma abbondanti più alti della pianta. In ogni specie, i colori possono variare notevolmente.
Nel loro ambiente naturale, i Cymbidium cinesi crescono sia nelle parti basse delle montagne (Cymbidium sinese) che nelle vette (Cymbidium faberi). La maggior parte delle specie richiedono luce molto filtrata, zone protette ed ambienti circostanti sempre umidi. Possono essere trovati a crescere protetti da altra vegetazione che funge da filtro del sole.
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Cymbidium ensifolium
Descritto da Linnaeus nel 1753 in seminal Species Plantarum.
Potrebbe essere più facile da dire dove questa specie non si sviluppa, poiché è presente nella maggior parte dei paesi in cui vivono altre specie di Cymbidium. È una specie in gran parte terrestre di formato modesto che forma steli fiorali con 2-10 fiori fragranti di (5 cm), di colore verde o verdastro-marrone, nella fine dell’estate o inizio autunno.
Questa specie è famosa in quanto un genitore del Cymbidium tetraploide – Peter Pan ‘ Greensleeves’. Questa orchidea, a sua volta, è stata utilizzata negli incroci a fioritura tardiva degli ibridi moderni producendo una certa progenie attraente che fiorisce a metà e/o alla fine dell’estate. I fiori della maggior parte di questi ibridi non durano molto recisi ed è più interessante ammirarli sulla pianta. Cymbidium sinense è una specie simile ed entrambi sono stati usati per produrre gli ibridi temperatura-tolleranti che fioriranno nei tropici.

Cattleya harrisoniana

cattleya harrisonianaCattleya harrisoniana, (scritto da Alberto)

Cattleya harrisoniana Bateman ex Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 22: t. 1919 (1836). Coltivo questa orchidea da circa tre anni tenendola nella zona più luminosa della serra. La pianta proviene dal vivaio olandese Wubben, dicembre 05. Come per alcune altre Cattleye bifoliate, la harrisoniana ha resistito ad un caso di identità erronea per quasi un secolo. Per tutto questo tempo è stata conosciuta come una varietà della C. loddigesiii v. harrisoniae . Ora è accettata come specie a se stante. Le differenze tra le due specie consistono nel fatto che la harrisoniana non ha punti sui segmenti del fiore e un colore più profondo, generalmente pochi fiori per bulbo e per la differente forma del labello. Inoltre, la loddigesii fiorisce in inverno da un fodero asciutto mentre la harrisoniana fiorisce verso la fine dell’estate, inizio autunno da un fodero verde. Ci sono parecchie varietà riconosciute tra le quali vanno segnalate la violacea e l’alba.
La Cattleya harrisoniana si sviluppa sulle pianure litoranee di Rio de Janeiro ed Espírito Santo, a volte è trovata nelle montagne (DOS Órgãos di Serra) vicino ai sui fiumi che alimentano le pianure. L’altezza più elevata segnalata di Rio de Janeiro è di quasi 1000 metri in una località vicino alla città di Nuova Friburgo. È interessante notare che le montagne là sono abbastanza ripide e dalle loro cime uno può vedere facilmente le pianure litoranee. Le piante in queste circostanze sono abbastanza rare. Le zone principali dove le piante possono essere trovate in quantità estremamente alta sono sulle zone acquitrinose e secondo la stagione sommerse intorno a quei fiumi che vengono frequentemente ostruiti dalle formazioni delle dune di sabbia. L’umidità è sempre alta e le temperature in estate sono molto sgradevoli (almeno per gli esseri umani, le piante invece sembrano beneficino di questa alta umidità e temeratura ). Queste zone purtroppo si stanno distruggendo ad un tasso sorprendente, a causa dello sviluppo sfrenato.

– foto 11-8-08 Alberto Ghedin