Archivi categoria: Non solo orchidee

Oltre le orchidee, fiori, piante e parole.

Osmunda regalis? Non puoi raccoglierla, ma puoi coltivarla

Osmunda, parola affascinante per i coltivatori di orchidee, un tempo famosa agli orchidofili di tutto il mondo, ora che non si può più raccogliere ed usare è entrata nel mito.
Fino a qualche decina d’anni fa, anche in Italia l’Osmunda era usata come materiale da rinvaso per le orchidee e si poteva tranquillamente acquistare da esperti raccoglitori (nelle zone paludose ed acide dell’alta Toscana), che la inviavano a destinazione via ferrovia, imballata in sacchi di Juta.
Questa felce non si può più raccogliere, ma si può coltivare, basta creare degli spazi con substrato acido, leggermente protetti dal sole e con la possibilità di mantenere il terreno umido.
Nei vivai specializzati in essenze particolari è abbastanza facile trovare piantine giovani… con un po’ di fortuna e costanza potranno crescere e riprodursi.
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Viva l’Italia unita!!

Musica sul blog: Viva l’Italia – De gregori / mannoia / pino daniele / ron
Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.

TREVISO L’ALTRA!
Treviso l’altra, non è quella in mano alla “lega”. La mia Treviso, Treviso l’altra, c’è, c’era prima e ci sarà anche dopo questa notte buia.
Comunque la pensiate, viva l’Italia unita!

Non solo orchidee… Marco coltiva anche…

Typhonium venosum (Dryand. ex Aiton) Hett. & P.C. Boyce

Il Typhonium venosum (volgarmente Giglio Voodoo), è una pianta perenne della famiglia delle Araceae, originario dell’ India e dell’ Himalaya. Questa pianta presenta numerosi sinonimi, visto che la sua classificazione ha avuto diverse modifiche rispetto a quella di origine. Lo possiamo quindi riconoscere anche come Arum cornutum (precedente classificazione), Arum guttatum, Sauromatum guttatum (Schott), Sauromatum venosum.

Descrizione

Si presenta come un bulbo sferico e appiattito, di color marrone dal cui centro si sviluppa una spata floreale che negli esemplari più grandi può raggiungere il metro di altezza. Cresce in ambiente temperato e in luoghi leggermente ombreggiati. Il periodo invernale coincide con il riposo del bulbo in ambiente totalmente secco, buio e fresco. La prima fase del ciclo vitale va da marzo a giugno, periodo di fioritura della pianta. Il fiore lungo e stretto è tinto di viola e puntinato di giallo all’interno sfumando quasi al nero sulla parte esterna. La crescita della spada floreale è molto rapida e quando sboccia emette un odore molto intenso e sgradevole. La fase vegetativa prosegue con l’emissione di un’unica foglia dalla forma molto simile ad una mano, sorretta da un robusto gambo dal colore biancastro fittamente maculato di punti neri. La foglia si seccherà verso l’inizio dell’autunno, quando il bulbo inizierà il riposo invernale. Tutte le parti di questa pianta sono velenose .

Coltivazione

Resiste molto bene al freddo, ho dei tuberi che hanno superato degli inverni con -10°C, predilige un terreno ricco di humus e soffice, predilige zone ombreggiate e umide, si propaga facilemente attraverso i piccoli bulbetti che si formano sul tubero principale, il fiore è molto bello e particolare, purtroppo di breve durata, non più di un paio di giorni. Se non si ha la possibilità di metterlo in piena terra si può lasciare in vaso, l’importante è avere un buon drenaggio, quindi niente sottovasi! Dopo la fioritura produce una foglia dall’aspetto poco comune che può arrivare a più di un metro di altezza, tende ad espandersi molto velocemente. Non serve concimare più di tanto, va trattato come una qualunque bulbosa da giardino, io l’ho messo in un angolo ombreggiato del giardino insieme ai Tulipani, Narcisi e Crocus, se volete potete rimuoverlo dal terreno nel periodo invernale trattarlo come i Tulipani per intenderci. Potete trovare altre piante di questa specie sul sito dell’International Aroid Society sotto la voce Typhonium Se qualcuno è interessato a questa pianta dispongo di una buona scorta di bulbetti da regalare, sono un paio di centimetri di diametro, diciamo che in un paio di anni potete vedere il fiore.
Contattatemi qui Marco.Giovanni.Motta at gmail.com

Nota di redazione: La passione per il collezionismo delle piante è ondivaga ed un po’ gitana, si comincia con una famiglia e, cammin facendo, la maestosità del mondo della botanica ti porta ad approdare verso altre tribù… spesso è la famiglia delle Orchidaceae a stregare i collezionisti. Questo blog, seppur a vocazione monotematica, ospita con interesse, qualsiasi lavoro botanico.

Orchids.it ringrazia l’amico Marco per la preziosa collaborazione.

Orchids and Wine… alle Cantine di Rauscedo(PN)

Domenica 10 Ottobre, orchidee tra le botti di rovere delle cantine di Rauscedo.
La vendemmia è quasi finita e già si possono degustare i vini novelli.
Gioielli fra i gioielli, le nostre orchidee sfileranno fra i “barik” carichi di ottimi vini, messi con cura ad invecchiare dai giovani e bravi tecnici vignaioli delle cantine di Rauscedo.
Esposizione di orchidee amatoriali… belle per un giorno!
Vi aspettiamo… ricordiamo che continuano le adesioni ad Orchids Club Italia con la consegna dell’orchidea del socio.

Piacevole divagazione
A Maniago, città friulana situata a 10 chilometri da Rauscedo è in programma la seguitissima manifestazione: “alla riscoperta delle mele antiche”.
Presso il museo di Maniago, dove si può ammirare anche la splendida collezione dei famosi coltelli di Maniago, si potranno riscoprire le vecchie mele dei nostri nonni e sarà anche una dolce occasione per assaggiare varie leccornie realizzate con le mele antiche: marmellate, dolci, strudel ed altro.
Tutti siete invitati. Orchids Club Italia non mancherà di far visita a questa brillante manifestazione 😉
Musica sul blog: Galopera, famosa canzone popolare paraguayana

Stelis striolata ‘Memoria Adriano Zocchi’

Quella delicata orchidea ecuadoregna, fiorita il giorno di ferragosto.

Ferragosto, una giornata stupenda, aria di festa in vicolo Parnasso, il sole caldo ha già spazzato via tutte le nostre preoccupazioni organizzative – la sera del 14 il meteo non prometteva nulla di buono, era praticamente inverno… pioggia, vento e temperature da tardo Autunno – e tutto procede come da copione.
Non solo orchidee, in vicolo Parnasso, o meglio: non solo orchidofili.
In programma c’è un pranzo luculliano, l’occasione è delle migliori, e gli invitati pure. Rosetta, in collaborazione con le sorelle, ha “imbastito” un delizioso menù multi etnico… accompagnato da una serie di vini superbi!!
Si dirà – che c’entrano i vini da meditazione con le orchidee? C’entrano perché a far compagnia a Lucullo e Bacco, quella sera è stata presentata anche una rara e minuscola orchidea, dai fiori piccolissimi.

La storia
stelis_sp. Sono parecchi anni che coltivo quell’orchidea, delicato pensiero della nostra cara amica Erminia, in occasione di uno dei suoi frequenti viaggi di volontariato in Ecuador,.
La pianta, minuta, come per un misterioso impulso ha deciso di fiorire proprio il giorno del nostro convivio, quasi a volersi mostrare agli amici.
Erminia era da noi, per la prima volta lei da sola, purtroppo, Adriano, il marito, da qualche mese è venuto a mancare.
Durante il convivio si parlava di tante cose, affioravano ricordi di viaggi, di quella volta in Ecuador e di quella piccola pianta.
Sono andato in serra a prendere l’orchidea di cui si stava parlando. Lei poverina, forse per timidezza, aveva tutti i piccolissimi fiori chiusi, in realtà è una pianta fotosensibile e quando è buio li tiene chiusi. Si è parlato dei magici luoghi dove vive in endemicità, dove la vegetazione è sempre avvolta dalla fresca rugiada del mattino.

Erminia era commossa e si capiva che lo spirito del suo Adriano era con noi, si parlava di lui come se fosse presente e ad un certo momento ho proposto di dedicare quella delicata orchidea alla sua memoria.
Battezzare un’orchidea è sempre emozionante per il suo coltivatore. Ed è così che in una bella serata estiva, quella minuscola specie botanica si legò indissolubilmenteassunse al nostro amico Adriano.

Descrizione
stelis_sp._1Il nome scientifico è: Stelis striolata Lindl. 1859.
Il nome di specie trae origine dalla forma dei sepali.
Il nome del culivar (vedi foto) presente nella collezione rio Parnasso è: Stelis striolata ‘Memoria Adriano Zocchi’

Il genere Stelis
Stelis è un genere abbastanza numeroso, forse 500 specie.
Stelis deriva dal greco ‘vischio’, in riferimento alle abitudini epifite di questa specie. Il genere è stato descritto da Olof Swartz nel 1799. Molte specie (le più antiche) sono state nominate da Lindley, Ruiz & Pavon e Reichenbach, mentre quelle più recenti sono state nominate da C. Luer.
Si tratta principalmente di piante epifite (raramente litofite) sono distribuite in tutte le foreste montane umide tropicali del Nord e Centro America.
A. Pridgeon, R. Solano e M. Chase) hanno dimostrato che il genere Stelis è monofiletico. Ma la distinzione con diversi sottogeneri è abbastanza incerta.
Essi sono strettamente correlati ai generi Pleurothallis e Masdevallia. Ad ogni buon conto, anche se l’aspetto vegetativo delle varie specie del genere Stelis è vario, i fiori mostrano una uniformità di base e sono molto simili in tutto.
La maggior parte delle specie producono lunghi e densi racemi di piccoli fiori in diverse sfumature di bianco. Altri colori sono rari. Questi fiori sono fotosensibili, si aprono solo alla luce del sole. Alcuni si chiudono completamente durante la notte. Stelis striolata appartiene al gruppo fotosensibile.
I tre sepali simmetricamente arrotondati, formano un triangolo con una piccola struttura centrale, composto da colonna, piccoli petali e labello piccolissimo.
Questo genere non è comune nella coltivazione.