Archivi categoria: Orchids

Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Benvenuti nel blog.

La redazione di Orchids.it da il benvenuto a Ivana e Carlo Edoardo

Carlo Edoardo chiede:

….. Ho da poco rinvasato la mia orchidea e purtroppo alcune foglie stanno diventando marroni e seccano cominciando dall’apice cosa devo fare,dove ho sbagliato?

Carlo, forse non hai commesso alcun errore (con i rinvasi le orchidee si stressano), per poterti dare consigli più precisi, se puoi, manda una foto della pianta a info @ orchids.it. Ciao
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Ivana scrive:

….. Vengo dal Argentina, non so scribere bene in Italiano, pero sono felice di avervi trovato, anche io le AMO tanto, dobrei fare tante domande ma debo sapere se mi capite un po… GRAZIE.

Ciao Ivana, scrivi pure così che va bene… con le orchidee ci si capisce sempre, a presto

Cattleya aurantiaca, skinneri e figli…

Orchidee pasquali, padri e figli: una famiglia al completo

Cattleya aurantiaca (Bateman ex Lindl.)

I ciuffi dei piccoli fiori di questa specie (i più piccoli del genere) illuminano la serra di bagliori color arancione.
Cattleya bifoliata originaria dell’america centrale, molto variabile nelle dimensioni delle piante e nel colore dei fiori, che variano dal rosso-arancione al colore giallo o raramente di forma alba.
Vive come epifita sui tronchi degli alberi nelle foreste pluviali calde, dove può formare dei grandi ceppi di piante con fioriture molto appariscenti.

Cattleya skinneri Bateman 1839
In coltivazione, Cattleya aurantiaca richiede ambienti umidi e buona luce nella serra intermedia: bagnature e fertilizzazioni vanno rallentate durante la stagione fredda.
Le infiorescenze di questa specie portano oltre 15 piccoli fiori molto consistenti e cerosi. Molte varietà di Cattleya aurantiaca sono autoimpollinanti (i fiori sono cleisostogami,)quindi in caso di acquisto conviene cercare piante fiorite o notoriamente restie all’autoimpollinazione, quali Cattleya aurantiaca var. ‘marigold’.
Cattleya aurantiaca in certi areali vive insieme allaCattleya skinneri, questa particolare condizione ha creato un bellissimo ibrido naturale: Cattleya guatemalensis.

Cattleya guatemalensis Moore 1861
La Cattleya guatemalensis, come si è detto è considerata un ibrido naturale C. aurantiaca x skinneri, che ha dato origine a piante bifoliate di grande dimensione le cui infiorescenze formano grappoli di fiori color salmone con tenui sfumature tinta pastello.

Successivamente, i coltivatori si sono cimentati in varie ibridazioni con C. skinneri alba e C. aurantiaca gialla, realizzando cloni di particolare raffinatezza.

Sophronitis: “modeste” ma belle

Sophronitis Lindley 1828. E’ un genere di orchidee epifite a sviluppo simpodiale costituito da specie di piccole dimensioni.

Il genere Sophronitis appartiene alla sottotribù delle Laeliinae.
Il nome del genere trae origine dalla parola greca “SOPHRON”, che significa (modesto, discreto), proprio per le piccole dimensioni della pianta descritta da Reichenback, la: Sophronitis coccinea. Coccinea deriva sempre dal greco, ad evidenziare il colore vermiglio o scarlatto dei suoi piccoli fiori.
Ulteriori approfondimenti fanno pensare che essendo considerata la Sophronitis cernua, specie tipo di questo genere, il suo nome “Sophronitis” sia stato indicato da Lindley nella sua descrizione del 1828.

Sophronitis cernua – collezione Guido De Vidi – tutti i diritti sono riservati

Le infiorescenze molto appariscenti con colorazioni che vanno dal rosso rubino, scarlatto, viola, rosa ed anche varietà alba, escono dalla parte superiore di piccoli pseudobulbi compatti e si presentano a fiore singolo (Soph. coccinea – brevipenducolata), oppure a piccoli gruppi (Soph. cernua)
Tutte le specie sono interessanti in coltivazione, sia per la loro bellezza e soprattutto per la piccola dimensione delle piante; quest’ultima caratteristica, consente di sistemarle in piccoli spazi tipo le “wardiane” o terrari che dir si voglia.

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Il tuo dendrobium è nobile?

Quelle belle “canne” cariche di fiori multicolori o candidi come la neve, che fanno impazzire la Signora Maria…e non solo lei.

Questo post prende forma per merito di Chiara e del suo Dendrobium fiorito (vedi foto sotto)

Chiara, giovane fioraia con la F maiuscola, scrive…

” è con grande gioia che ti invio le foto della nuova fioritura del mio Dendrobium Nobile come promesso. Ne sono entusiasta anche perchè ho notato che i fiori sono molto più grandi e hanno anche il colore più intenso dell’anno scorso, quando lo ho acquistato. La nuova fioritura non è particolarmente abbondante ma è comunque una grande vittoria.
Ho alcune brevi domande da porti: perché quando si acquistano dendrobium di questo tipo che prima della fioritura dovrebbero perdere le foglie invece al momento dell’acquisto hanno foglie e fiori contemporaneamente? Come devo comportarmi al termine della fioritura?
Come si può notare dalla foto, nella parte dietro, uno dei pseudolbulbi che la pianta ha prodotto l’anno scorso e che non hanno ancora fatto fiore, sta ingiallendo le foglie, è normale, anche se la pianta non ha fatto il riposo vegetativo? Perché gli pseudobulbi che hanno dato fiore quest’anno sono molto più corti, ma soprattutto più grossi di quelli nuovi? E’ forse una carenza di concimazione o di luce?”

Belle domande e soprattutto, molto arguta l’osservazione sulle piante di Dendrobium nobile (cito la specie per comodità espressiva…le piante commerciali sono generalmente ibridi discendenti dal genitore famoso), che si acquistano dai venditori, le quali effettivamente sono fioritissime, ma con i fusti pieni delle loro belle foglie verdi e carnose.
Allora, come la mettiamo con i sacri testi, che a riguardo del Dendrobium nobile ci consigliano un deciso periodo di riposo secco e freddo, durante il quale devono cadere le foglie dai fusti maturi?

Prima di approfondire il tema, andiamo a rileggerci qualche vecchio post sui Dendrobium facili o difficili?Dendrobium farmeri
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