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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

un’orchidea per l’orchidofilo in vacanza

Collezione Guido De Vidi – foto del 04.07.04
Tutti i diritti riservati.

Dedicata a te, incallito/a amante delle orchidee, al punto che neanche in vacanza, riesci a distogliere il pensiero da loro.

Rispondi a queste domande:
1- Nome della specie.
2- Lunghezza dello stelo.
3- Periodo di fioritura.

15.07.2004
Pubblichiamo le risposte esatte:

Il nome della specie – Gongora quinquenervis Ruiz e Pavon 1798.

Lunghezza dello stelo – 60 cm. con 40 fiori circa.

Periodo di fioritura – autunno, quella che vedete nella foto, è una fioritura secondaria dovuta alla particolare coltivazione.
La redazione ringrazia gli amici orchidofili, che hanno collaborato: non erano in vacanza!

Chiedetelo a Guido De Vidi

C. Penny Kuroda ‘SPOT’ CR/HOS (Summer Snow x Guttata)
Collezione Guido De Vidi. Foto 12.07.04 Diritti riservati.
…..Salve sig De Vidi, volevo congratularmi con lei per la piccola parte della sua collezione di orchidee che ho potuto osservare a sacile. Ho comprato un’oncidium, dopo la fioritura ho tagliato gli steli fiorali e adesso sono nate varie piantine. Volevo sapere se ho fatto la cosa giusta a tagliarli. Insieme all’oncidium ho comprato una paphiopedilum, dopo che il fiore è sfiorito ho tagliato lo stelo perchè un fioraio mi ha detto di fare così, volevo sapere da un esperto se ho fatto la cosa giusta. L’ultima cosa che volevo chiederle e che 2 settimana fa ho rinvasato una phalaenopsis con un terriccio specifico composto da corteccia e sfango, ho notato che quest’ultimo, annaffiandola trattiene l’acqua anche dopo averla sgocciolata ho visto che il vaso era bagnato. Non c’è pericolo che la mia orchidea muoia per il marciume delle radici? cordiali saluti e aspetterò le sue risposte con impazienza.
Guido risponde
Gentile amico/a, le chiedo scusa per non essere riuscito a pubblicare tempestivamente, i miei consigli, in merito alle sue domande.
In questi giorni, sono stato impegnato con un mio famigliare anziano e malato, e colgo quest’occasione per ringraziare medici ed infermieri del pronto soccorso dell’Ospedale Regionale Cà Foncello, per la bella pagina di sanità pubblica, da loro scritta.
Tornando alle orchidee ed alle sue domande, direi di dividere le argomentazioni in due temi:
1)- Norme comportamentali con le orchidee, dopo la fioritura.
1)- Composti per le orchidee.
Normalmente, la gran parte delle orchidee cosiddette commerciali è venduta fiorita, mentre il mercato specifico delle orchidee da collezione, propone anche e soprattutto, piante piccole e senza fiori, pertanto, il primo grosso problema del neofita con l’orchidea fiorita in casa, è, come comportarsi quando cadono gli ultimi fiori.
Lei mi parla di un’Oncidium e di varie piantine nate dopo il taglio degli steli fiorali, penso che quelle che lei chiama piantine, siano i nuovi germogli formatisi sugli pseudobulbi, ai lati opposti dei vecchi steli fiorali: in ogni modo, ha fatto benissimo perché gli steli fiorali di gran parte degli oncidium non sono rifiorenti.
Per la verità, ci sono specie d’oncidium con steli a fioritura secondaria, ad esempio, quelli a foglie equitanti, in questi casi gli steli, non vanno tolti, perché rifioriscono ed in certi casi, formano anche nuove piantine.
Lo stelo del Paphiopedilum, se la capsula non è stata impollinata e si vuole portarla a maturazione, può essere tagliato senza problemi di sorta, in ogni caso, la sua eventuale permanenza sulla pianta non reca nessun danno.
Nel merito dei comportamenti da assumere con le orchidee sfiorite, un discorso a parte, va fatto con le Phalaenopsis, che sono le orchidee rifiorenti per antonomasia.
Il genere delle Phalaenopsis, in linea teorica ed in ambiente ideale, rimane in fiore per moltissimo tempo, fiorendo a profusione e gli ibridi commercializzati non sfuggono a questa peculiarità, pertanto, alle Phalaenopsis in buona forma, non si deve recidere lo stelo, va soltanto ripulito dalle parti che nel frattempo si sono seccate. Gli steli vanno recisi alla loro base, solamente se si desidera far vegetare energicamente la pianta.
Composti per i rinvasi delle orchidee. Devo innanzi tutto precisare, sapendo di attirarmi le ire funeste dei vari venditori di miracolosi composti per orchidee, che purtroppo, è difficile trovare i giusti composti per le varie esigenze colturali delle tante varietà esistenti ed è quindi buona norma, prepararseli, dopo aver acquisito qualche conoscenza sulle necessità delle nostre orchidee da rinvasare.
Nel caso specifico della sua Phalaenopsis, orchidea epifita, il composto, deve essere molto drenante e quindi, va realizzato con buona corteccia di media pezzatura e da pochissima torba di sfagno: se lei lamenta ristagni d’acqua, sarà bene cambiare il substrato.
Durante le operazioni di sostituzione del composto, tolga eventuali marcescenze alle radici: protegga le ferite con un fungicida ed attenda un giorno con la pianta fuori vaso affinché le ferite stesse si cicatrizzino.
Ringraziandola per le sue congratulazioni alle mie piante, e sperando d’averla aiutata, le ricordo che www.orchids. it, è sempre a disposizione per far crescere il mondo delle orchidee.

SOS ORCHIDEE: LA RUBRICA DEL LUNEDI’

S.O.S. ORCHIDEE……RUBRICA SETTIMANALE DI ORCHIDS IT

AVETE PROBLEMI CON LE VOSTRE ORCHIDEE? CLICCATE SULLA FINESTRA “COMMENTI” ED INVIATE IL VOSTRO QUESITO.

Se lo desiderate potete rimanere anonimi e se invece intendete qualificare la vostra presenza, avete la possibilità di comunicare i vostri dati, sia pubblicandoli sul commento oppure inviandoli riservatamente, a GUIDO DE VIDI responsabile del sito.

La redazione risponderà alle vostre nuove domande, nella rubrica: S.O.S. ORCHIDEE, del prossimo lunedì.

In rispetto della legge sulla privacy, non pubblichiamo gli indirizzi, anche elettronici, delle persone che interagiscono.

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Tema della settimana

IL NUTRIMENTO DELLE PIANTE

L’amico Lorenzo di Pallanza, con le sue domande, evidenzia lo stato d’incertezza, a riguardo dell’alimentazione delle orchidee.

I suoi quesiti:

……Volevo chiederti alcuni consigli riguardo ai concimi, poiché ne sento letteralmente di tutti i colori e tu mi sei sempre stato di grande aiuto.
Senza dilungarmi sulle teorie di tutti ti riassumo in una tabella quello che credo di aver capito e spero tu possa correggere o aggiungere se ritieni che non sia corretta:

concimi: 30-10-10 da marzo a giugno
20-20-20 da giugno ad agosto
10-30-20 da agosto ad ottobre
nessuna concimazione (o basse dosi sporadicamente)
da meta autunno ad inizio primavera

concentrazioni: 1 gr/l in generale, da 0,5 per miltonia fino a 2 gr/l per cymbidium e vanda

frequenza: una innaffiatura si e una no alternando a loro volta i
diversi concimi con nitrato di calcio 1 gr/l

Mi hanno anche parlato di chelati di ferro e concimi organici ma per ora non li ho provati perchè mi sembrava eccessivo e ci vado sempre molto cauto………

Le mie opinabili opinioni

Sappiamo tutti che le tre numerazioni riportate sulle etichette dei fertilizzanti, fanno riferimento al valore dei tre elementi minerali, di cui hanno assoluto bisogno le piante: azoto (N), fosforo (P), potassio (K).
L’azoto è un elemento essenziale delle proteine e della clorofilla, il fosforo agisce da catalizzatore e da regolatore dell’attività vitale ed il potassio funge da catalizzatore e regolatore di funzioni particolari, quali la giusta dimensione della pianta.
A grandi linee, la tua tabella riassuntiva, può andar bene: con il ‘30-10-10’ somministrato nella fase vegetativa primaverile, che contiene una quantità tripla d’azoto, si agevola la vegetazione, con il ‘20-20-20’ si alimenta la pianta in maniera equilibrata e con il ‘10-30-20’ a prevalenza di fosforo, considerato la (dinamite delle cellule viventi), si favoriscono buone fioriture.

Detto questo in generale, nello specifico, è importante analizzare a quale popolazione d’orchidee si vuol dar da mangiare e per quali scopi: può essere utile stabilire regole e quantità variabili prestabilite, su popolazioni omogenee e può essere scarsamente praticabile in una collezione di specie diverse.
Per capirci meglio, un produttore di Phalaenopsis per scopi commerciali, trova sicuri benefici da un’alimentazione particolareggiata, così pure un produttore di Vanda o di Cymbidium ecc, mentre ad un collezionista, conviene praticare alle sue orchidee, un’alimentazione bilanciata nei valori dei suoi minerali, con dosaggi molto bassi e quasi nulli nella fase invernale, da somministrare in occasione di tutte le innaffiature: 20-20-20, con dosaggi da 0,3 a 0,5: così facendo, accontenta i Paphiopedilum che amano mangiare poco e pure le Vanda che hanno sempre un po’ di fame in arretrato.
Morale del ragionamento: ad un appassionato torna più utile avere tutta la collezione in buona forma e qualche fiore in meno, mentre per il produttore, la crescita veloce e la gran fioritura delle sue piante in vendita, producono più profitto.

Il calcio, somministrato nella sua formulazione chimica di nitrato, è necessario alla strutturazione delle pareti delle cellule ed alla regolazione delle loro attività, io lo uso con molta parsimonia, tenuto conto, che è già presente nei substrati di coltura ed anche nella composizione dell’azoto e che ad eccezione delle orchidee terricole quali i Paphiopedilum, una dose eccessiva di calcio, può risultare tossica.
Dei concimi organici, si fa un gran parlare ed in buona sostanza si può affermare che sono naturali e non di sintesi, quindi, portatori di una gamma più completa d’elementi definiti secondari ( ferro- magnesio- zolfo-boro ecc), che in ogni caso sono già presenti nel substrato di coltura o nei tronchetti su cui coltiviamo le nostre orchidee.
I chelati sono delle sostanze organiche, capaci di attrarre a se vari elementi minerali e di tenerli disponibili in qualsiasi momento per le piante, quelli combinati con il ferro, tipo il sequestrane, risultano più convenienti, ma anche in questo caso, vale la regola delle specificità che non vige nell’amatorialità.

Una Stanhopea per il poeta

L’ultima testimone delle passioni, degli amori e della cultura, in Villa Albrizzi-Franchetti (Treviso)

…..i cinque giorni di folle passione, del giovane Ugo Foscolo…..

La patrizia veneziana, Isabella Teotochi Albrizzi, segnò profondamente le vicende mondane e culturali del fine Settecento veneziano. Isabella fu una delle donne più ricche di brio, vitalità e spregiudicatezza della sua epoca e sono famosi gli avventurosi amori di questa procace nobildonna: la Temira cantata dal Pindemonte, la Laura della prima stesura dell’ Ortis di Foscolo.

Il suo salotto e la splendida villa sul Terraglio conobbero presenze come quelle di Chateaubriand, di Vivant Denon (il padre del Louvre), di Byron, Canova e di Walter Scott.

Complesse vicende seguono il destino della giovane nobildonna che visse nella Venezia viziosa e decadente di fine Settecento, fino al matrimonio con il N.H Albrizzi celebrato dopo l’ annullamento del primo, con il nobiluomo Antonio Marin.
Non sarà tuttavia questo un rapporto esclusivo, nella tumultuosa vita sentimentale di Isabella. Nel 1795 Isabella, dopo aver conosciuto le attenzioni di Denon, si apre all’amore per un ragazzo che ha la metà dei suoi anni: il diciassettenne Ugo Foscolo.

Il giovane, di indole bizzarra e di carattere non certamente facile, è incantato dal sorriso di Isabella che lo rendeva amabile e faceto.
Isabella, donna intelligente e matura, aveva scorto oltre il povero sembiante, il genio del giovane; ne descrisse infatti, più avanti negli anni la figura nei seguenti termini: «(..) volto e aspetto che ti eccitano a ricercarne e conoscerne l’animo e l’ingegno. L’animo è caldo, forte e disprezzator della fortuna e della morte.
L’ingegno è fervido, rapido, nutrito di sublimi e forti idee; semi eccellenti in eccellente terreno coltivati e cresciuti (..) all’imperioso amore concede talvolta un filo ond’essere ritenuto; ma filo lungo, debole, mal sicuro contro l’impetuoso torrente di più maschie passioni».
Isabella dopo la sentenza di annullamento del matrimonio, accoglie il giovane Foscolo nel suo appartamento ed egli la ricorderà sempre come la donna dalla dolce bellezza che lo aveva accolto quasi senza veli nel suo letto: «….una Dea dalla lunga e rada camicia non allacciata, dalle spalle ignude, dal braccio bianchissimo e tondeggiante e dal petto voluttuosamente difeso da una candida pelle, dai ricci sparsi or sul collo, or sul seno, quasicché quelle liste dorate, dovessero servire all’occhio inesperto di guida».

In effetti come racconta Alvise Zanon, intimo amico del Foscolo, Isabella era una giovane bellissima, nata come lui nelle isole greche, amica di poeti e letterati, divorziata, che pure aveva ceduto alla sua adorazione e per pochi giorni: cinque per l’esattezza! – era stata sua.
Dopo averlo iniziato ai misteri dell’amore, l’aveva garbatamente allontanato, col viatico di molti savi consigli sul modo di trattare le donne e recitare nella vita la commedia dell’amore. Poco dopo l’incantevole dama era passata a nuove nozze. «Posso dunque gloriarmi di aver udito i primi cenni dell’amara storia che avrei poi ritrovato nelle doloranti pagine dell’Jacopo Ortis» diceva Zanon.
Il Foscolo infine, così ricorda la sua iniziazione all’amore da parte di Isabella: «A questa sacerdotessa di Venere ho consacrato le primizie della mia gioventù…!».

Stanhopea tigrina superba var. nigroviolacea – Coll. Guido De Vidi – Foto 11.07.04

Intanto, nella serra stile Vittoriano, sistemata ad est del grande parco della Villa e riscaldata da una grande stufa a legna (la prima serra riscaldata, in Italia), crescevano rigogliose molte piante esotiche, fatte arrivare appositamente per rendere ancor più ameno l’ambiente.

Forse in epoca sucessiva alle passionali avventure amorose del Foscolo, giunse nella serra della Villa, un bellissimo esemplare di orchidea: la Stanhopea tigrina superba var. nigroviolacea
Qualche anno fa, il giardiniere della Villa Albrizzi-Franchetti, mi diede in consegna, l’ultimo piccolo ceppo ancora in vita, che curai con molta passione: eccola in fiore, l’ultima testimone di forti passioni ed amori andati.
Nota: Parte delle notizie del post, sono liberamente tratte, dal giornale di Vicenza del 29 Maggio 2004.

NOTIZIE IN BREVE

RINVASO Paphiopedilum

Sto rinvasando tutta la collezione di Paphiopedilum, di molte specie, saranno disponibili diverse divisioni: chi è interessato a scambi per ampliare la collezione, telefoni – 0422 90870, oppure invii un e-mail a De Vidi Guido .

Informazione ai partecipanti del prossimo incontro dedicato al rinvaso, di sabato 10 Luglio:

Per impegni personali di Guido De Vidi, il programmato incontro, viene rinviato a Settembre.
La segreteria, vi darà informazioni, relative alla partecipazione delle mostre:

Orchidee sul lago a Villa Giulia, Pallanza Lago Maggiore, 10 – 11 – 12 Settembre.

Passariano, Villa Manin, 25 – 26 Settembre.

Inoltre, la segreteria comunica a tutti gli interessati, che sono stati presi contatti con la redazione di Caesiana, per un abbonamento cumulativo, per tutto il gruppo: ne parleremo al prossimo incontro. orchids.it