Genere Acianthera. Etimologia: dal greco “akidos”, spuntone, ago – e “anthera” = in riferimento alla struttura dell’anthera dei fiori di qualche specie.
Distribuzione geografica: Rio Grande do Sul è presente nella formazione vegetale della Foresta Mista Ombrofila (Gonçalves & Waechter 2011). Forma di vita: Epifita
Specie. Etimologia: per la somiglianza dei suoi fiori a quelli dell’avena.
Specie: Acianthera aveniformis (Hoehne) CN Gonçalves & JL Waechter Si trova in Brasile ad altitudini intorno ai 400 metri, epifita pentita di dimensioni miniaturizzate, con crescita da calda a calda.
Ecco quel che rimane della casa delle streghe. Tanti anni fa, la vulgata popolare raccontava ai bambini dei villaggi vicini, che fosse la dimora di una vecchia e misteriosa strega di nome Marianna. In altri tempi, da Pero per andare a Breda a comprare il pane al vecchio forno gestito dai Zangrando, si accorciavano le distanze percorrendo uno stretto sentiero lungo il canale della vittoria, costruito dai prigionieri austriaci catturati con la battaglia del solstizio.
Nel canale scorreva l’acqua prelevata dal fiume Piave, e attraverso canalette secondarie andava ad irrigare i raccolti. Era bello ed avventuroso andare a Breda lungo il canale, peccato che si passava vicino alla casa della vecchia Marianna, che la leggenda descriveva gobba e con il capo coperto da un fazzoletto nero legato al collo. I nostri genitori, ci parlavano spesso di quella povera vecchia, forse lo facevano per intimorirci. Storie, certo, storie inverosimili ma l’effetto paura, su di noi bambini era assicurato. A distanza di anni, molti anni, forse più di 70, ecco quel che rimane, o quel che rimaneva perchè qualche cosa è cambiato nella casa delle streghe. Sì perchè pare siano tornate. Son tornate a dipingere dei murales enigmatici sui muri cadenti dei ruderi ancora in pedi.
Chissà se le streghe moderne son tornate a visitare il rudere in veste di emuli buone e presagi dei tempi tristi che stiamo vivendo.
Speriamo che portino una ventata di libertà, il murales sta lì a futura testimonianza.
Piante perenni, terrestri, epifite o litofite, talvolta micotrofe; crescita monopodiale o simpodiale; radici avventizie, spesso aeree, talvolta assimilatorie. Fusti generalmente fogliosi, spesso con uno o più internodi rigonfi che formano pseudobulbi. Foglie generalmente intere, alterne o opposte, spesso distiche, plicate o convolute; da membranose a coriacee, spesso terete o ridotte a brattee squamose, solitamente inguainate. Infiorescenze erette o pendenti; spicate, racemose o panicolate, da 1 a molti fiori da piccoli a grandi, resupinatii. Sepali tre, liberi o connati; sepalo dorsale spesso dissimile dai sepali laterali; sepalo laterale talvolta adnato alla colonna per formare un mento saccato, conico o speronato. Petali tre (petalo mediale distinto dagli altri come il labello), solitamente liberi. Labello intero o variamente lobato, spesso con calli ornati, con o senza sperone basale o nettario. Frutto, una capsula, che si apre generalmente lateralmente; semi numerosi, simili a polvere.
Descrizione del genere: Ceratostylis
Radici epifite fusti fibrosi semplici o ramificati cespitosi con 1 foglia ± terete e giunchi con sottili guaine basali reticolate marroni. Foglie strette, coriacee, da carnose a subterete, raramente sottili. Fiori resupinati, piccoli, da solitari a pochi all’interno di un piccolo grappolo di brattee. sepali eretti, conniventi; sepali laterali che formano un mento saccato o speronato con il piede della colonna. Petali stretti. Labello adenato al piede colonnare mediante un lungo unghione. Colonna corta dilatata superiormente, 2 lobate o con 2 bracci eretti spatolati; lungo un piede; pollinii 8, sessili.
Descrizione della specie, himalaica.
Pubblicata per la prima volta in Florida.- Brit.India 5: 826 (1890). L’areale nativo di questa specie va dall’E. Nepal alla Cina (S. Yunnan) e all’Indocina. E’ un’epifita o litofita endemica principalmente nel bioma tropicale umido.
Origine etimologica, Ceratostylis dell’Himalaya, nota in Cina con il nome popolare: Cha Zhi Niu Jiao Lan Dimensioni del fiore : 0,33″ [0,9 cm] Trovata in Assam, Himalaya orientale, Nepal, Laos, Myanmar, Malesia, Vietnam e nella provincia cinese dello Yunnan in boschi radi su alberi o rocce ad altitudini comprese tra 225 e 1900 metri come epifita da miniatura a piccola, a crescita calda o fredda con un fusto pendente, ramificato, avvolto da guaine imbricate, scariose e che dà origine ad un’unica foglia carnosa, lineare-oblunga, incisa apicalmente obliquamente, acuta, brevemente picciolata, che fiorisce nella tarda primavera su un’infiorescenza subcapitata da 1 a 3 fiori.
Sinonimi:
Sinonimi Ceratostylis ritaia Schltr. 1922; Eria ramosissima Muro. ex corone 1890; Ritaia himalaica (Hook.f.) King & Pantl. 1898; Eria ramosissima Wall. ex Hkr. 1890; Ritaia himalaica (Hook.f.) King & Pantl. 1898.
Descrizione Pianta alta 6-19 cm. Fusti penduli ramificati ricoperti da guaine sovrapposte e scarifere; rami corti, portanti ciascuno una sola foglia e un solo peduncolo terminale, lunghi 2-3,5 cm; guaine ovato-lanceolate subacute, fortemente venate, lunghe 0,7-1,2 cm. Foglia carnosa lineare oblunga obliquamente dentellata, acuta brevemente picciolata, 4-6 x 0,2-0,5 cm. Picciolo 3-4 mm. Infiorescenza derivante dalla base fogliare, 1-2 fiori subcapitati, circa 5 x 5 mm. peduncolo con 2 guaine; brattee floreali ovate da acute ad acuminate, guainanti 4-5 x 1,5 -2 mm. Fiori pubescenti esternamente circa 4 mm di diametro; sepali e petali giallo verdastro pallido labello giallo brillante; pedicello e ovaio pubescente. Sepalo dorsale ovato-lanceolato, concavo subacuto c lungo 3 mm; sepali laterali simili, largamente ovato-lanceolati, acuminati incurvati, connati alla base a formare un mento. Petali che si diramano lineari acuti c lunghi 3 mm. Labello non lobato, suborbicolare carnoso, emarginato, lungo 3-4 mm. Colonna molto corta; piede corto.
Un delizioso ibrido primario con Paphiopedilum insigne come genitore del seme e Paphiopedilum Spicerianum come contributore del polline. È un classico ibrido primario, registrato in Gran Bretagna nel lontano 1884, in piena mania dell’ibridazione delle orchidee. Leeanum è stato uno dei primi ncroci di Insigne di successo che hanno mostrato un’enorme vitalità e voglia di fiorire, una qualità che ha reso l’Insigne molto popolare nei programmi di ibridazione. Una volta abbondante nella coltivazione, il Leeanum è ora un po’ in disuso. Probabilmente non c’era bisogno di migliorare la specie originale in questo caso, ma questo incrocio ha ancora dei meriti poiché ha ereditato tutto il meglio da entrambi i suoi genitori. Il fiore è un po’ più grande e più sgargiante. Leeanum di solito fiorisce in inverno e il fiore tedura un paio di mesi o più.
Non richiede molta luce ed è abbastanza facile da coltivare, va tenuto presente che i due genitori richiedono temperature intremedie. Bagnature regolari tutto l’anno, solo leggermente più asciutto per alcuni mesi subito dopo la fioritura in inverno. Poiché entrambi i genitori sono calcarei, nel substrato va aggiunta un po’ di conchiglie tritate al terriccio di corteccia media e leca piccola.
Aloiampelos: [Asphodelaceae] dal genere Aloë(vedi) e dal greco ??????? ámpelos vite selvatica: riferimento al portamento rampicante di questa specie ciliaris: (Aloë, Anaptychia, Medicago, Cenchrus, Digitaria, Allium, Astrantia, Calamus, Sanicula, Aster)da cilium ciglia: ciliato