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Paphiopedilum lowii

paphio_lowii_1Paphiopedilum lowii (Lindl.) pfitzer 1895
Sottogenere Polyantha
SEZIONE Polyantha [pfitzer] Brieger 1971
Paph. lowii è senza dubbio una delle più belle specie multifiori della Malesia e del Borneo. E’ stato introdotto nelle coltivazioni europeee nel 1846. E’ uno dei pochi Paphiopedilum a sviluppo epifita. Il suo habitat preferito lo trova nelle lettiere di foglie e muschio sui rami degli alberi.
Pianta di medie dimensioni da clima caldo intermedio. Vive nelle foreste pianeggianti fra gli anfratti calcarei, ricoperti di humus detriti e foglie, o direttamente sullo stesso calcare, più spesso, come si è scritto sopra, cresce su tronchi di alberi.
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Trichoglottis fasciata Orchidee proibite… si fa per dire

Chiunque coltivi orchidee per passione ha le sue piante impossibili, quelle proibite, quelle che vorrebbe, ma che non potrà mai coltivare… per questione di spazio o per tanti altri motivi: proviamo a fare un viaggio fra le “orchidee proibite”.
Sono molte le specie di orchidee, seppur affascinanti, assenti nelle nostre collezioni e non facili da trovarsi sui banchi dei venditori, una di queste è sicuramente Trichoglottis fasciata .

trichoglottis_fasciata_fiorFatto il preambolo cominciamo con questa spilungona, quella che per mostrarti un fiore deve salire verso il cielo oltre i due metri abbondanti: Trichoglottis fasciata (Benth. & Hook. f.) Rchb. f. 1872
Pubblicato in: Flora 55: 137 (1872).
Distribuzione : Cambogia, Laos, Thailandia, Vietnam, Borneo, Penisola Malaysia, Fillippine e Sumatra.
RBG, Kew non considera questo nome come valido, ma come un sinonimo di Staurochilus fasciatus (Rchb.f.) Ridl. J. Linn. Soc., Bot. Soc., Bot. 32: 351 (1896). 32: 351 (1896).
I fiori di questa specie sono deliziosi e profumatissimi, ma la pianta è ingombrante da morire.

trichoglottis_fasciata_2trichoglottis_fasciata_pianSiccome questa specie ama il caldo umido e la luce intensa, già è di impossibile coltivazione per i collezionisti delle nostre zone temperate, sprovvisti di serra capiente.
Altro discorso per i fortunati appassionati di orchidee che vivono in luoghi caldi ed umidi, questi possono tranquillamente acclimatare anche all’esterno la loro Trichoglottis fasciata facendola arrampicare su qualche albero, meglio se è una palma. Questa orchidea, oltre al caldo umido non chiede altro.
Si dirà allora – perché proibita? – proibita per l’appunto, in quanto facile da coltivare e per questo assai invadente, sia in altezza che in larghezza.
E’ un’orchidea a sviluppo monopodiale caratterizzata da un esteso apparato radicale lungo tutto il fusto vegetativo, fusto che crescerà velocemente ed il suo apice raggiungerà presto il tetto della serra.
Ciò nonostante so benissimo che nessuno di voi rifiuterà una mia divisione di questa orchidea, siete avvisati però: non lamentatevi se in futuro dovrete ampliare la vostra serra 😉
Giovanni Zalot di Feltre, fra le sue orchidee coltiva anche una divisione di questa specie (donatagli qualche tempo fa), nella sua piccola serra auto costruita (alta non più di 2 metri) e l’altro ieri, con orgoglio mi chiese – Guido, quando fiorirà? Fra due metri -risposi – mamma mia – esclamò Giovanni – dovrò farle anche il campanile!!??

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Paphiopedilum rothschildianum

Padri e figli

Paphiopedilum rothschildianum (Rchb. f.) Pfitzer 1895 Subgen Polyantha Sec. Mastigopetalum Haller 1897.

Sinonimi: Cordula rothschildiana (Rchb.f) Rolfe 1912; Cypripedium neo-guineense Linden 1888; Cypripedium nicholsonianum Hort; Cypripedium rothschildianum Rchb.f. 1888.

Paphiopedilum rothschildianum: l’habitat naturale di questa specie è caratterizzato dai freschi versanti del Monte Kinabalu nel Borneo malese – regione del Sabah – e prende il nome dal barone Ferdinand de Rothschild, membro di una fomosa famiglia di banchieri Svizzeri (1800) nonché collezionisti di orchidee. Il fiore si vede raramente fuori del suo habitat naturale, e questa fioritura nella mia collezione è un’occasione particolarmente meravigliosa, per vederlo, toccarlo e fotografarlo dal vivo.

E’ un’orchidea terrestre, a volte anche litofita, vive fra i pendii e le scogliere delle strette valli del Borneo lungo i corsi d’acqua corrente ad oltre 1200 metri d’altezza. E’ una pianta di grandi dimensioni a crescita molto lenta, con foglie ellittiche e ligulate, che possono raggiungere anche i 60 centimetri di lunghezza.
Lo stelo fiorale esce dal centro del ceppo fogliare maturato durante l’anno, ha un portamento eretto, alto 70 – 80 centimetri, marcatamente rossastro e pubescente, con brattee fiorali ellittico/ovali portanti da due a quattro fiori di grandi dimensioni, color rossastro con striature bianche sul sepalo dorsale. Le punte dei due petali laterali possono raggiungere anche i 25 cm. La pianta in fotografia misura 28 centimetri, fra gli estremi dei petali laterali. In coltivazione Paphiopedilum rothschildianum fiorisce di norma in primavera estate.
Nei luoghi di endemicità, Paphiopedilum rothschildianum predilige siti prospicienti i corsi d’acqua corrente con buona luminosità lievemente filtrata da ombreggiatura. Questa straordinaria specie botanica va coltivata in serra intermedia, il rinvaso va fatto soltanto se le radici occupano tutto il vaso; l’apparato radicale non va toccato, intervenire soltanto se si notano marcescenze nell’apparato radicale. Il substrato per il rinvaso può essere costituito da due parti di corteccia più o meno sminuzzata secondo la dimensione della pianta, una parte di torba di sfagno, una di agriperlite mista a sabbia grossolana e granito calcareo.
Paphiopedilum rhotschildianum va concimato ogni mese con fertilizzante equilibrato in dose 0,5 g. per litro d’acqua. Il substrato del vaso va mantenuto umido e non bagnato, la pianta va sistemata nella parte più ventilata della serra intermedia, lasciando abbastanza spazio attorno ad essa.

I neofiti che si avvicinano al mondo delle orchidee sentono spesso parlare di piante costose, ma ugualmente, molto mitizzate dai collezionisti di lungo corso e spesso non riescono a capirne i motivi. Uno di questi miti è stato per lungo tempo il famoso Paphiopedilum rhotschildianum, e per certi aspetti continua ancora ad esserlo, ma da dove nasce tutto questo desiderio di possederlo?
A mio parere i motivi sono essenzialmente tre: lentezza di sviluppo della pianta (questa che vedete nella foto ha circa 20 anni ed ha iniziato a fiorire da non più di 4-5 anni fa), secondo motivo è sicuramente dovuto al divieto di commercializzazione di piante raccolte in sito, terzo fattore è la sua relativa difficoltà di riproduzione da seme (pare che la germinalità dei suoi semi sia molto limitata).
Quindi cari amici orchidofili, cercate pure il vostro Paphiopedilum rhotschildianum, ma munitevi di pazienza e costanza, possibilmente compratevi piante di piccole dimensioni ed assicuratevi dell’affidabilità del fornitore.
Attorno a questa specie sono nate e continuano a nascere varie leggende… strane importazioni a prezzi stracciati, semine favolose, varietà super premiate – costosissime – che poi non si dimostrano sempre all’altezza dei titoli; queste e tante altre storie servono solamente a far crescere il suo mito ed il suo costo di vendita!!
La pianta della foto è stata acquistata nel 1985 da Lecoufle, molto piccola, un unico ceppo di 6-7 centimetri, regolarmente spostato ogni due anni in un vaso più grande, senza manomettere le sue radici per evitare ferite accidentali: così facendo si mantenevano sempre in forma.
Finalmente qualche anno fa si è presentata l’opportunità di dividerla e vi garantisco che non è stata un’operazione tanto tranaquilla, ora ho due esemplari di provenienza Lecoufle.
Nella mia collezione c’è anche un’altro esemplare di provenienza storica!
Paphiopedilum rhotschildianum Charles E. FCC/AOS, acquistato in Germania negli anni 80 da due miei amici che ora non coltivano più orchidee al costo di 500.000 lire. Visto il prezzo, la pianta fu comprata in copropprietà e appena fu possibile (forse anche prima del possibile) fu divisa in due parti. Una delle due non ha avuto lunga vita, l’altra è arrivata nella mia serra senza foglie, ma per fortuna con il ceppo radicale ancora vegeto: ora siamo prossimi alla seconda fioritura.