Archivio mensile:Febbraio 2011

Al via Pordenoneorchidea, dodicesima edizione: “5 – 13 Marzo 2011”

… quella piccola, grande idea, nata quasi per caso 12 anni fa è diventata una fucina creativa, ambita dagli espositori e prelibato approdo per tanti appassionati orchidofili…


Nella foto: Dr. Enzo Cantagalli (maglione blu) e Guido De Vidi.

Enzo Cantagalli, grande appassionato orchidofilo giuliano, quella volta – edizione 2007 – venne a farci visita in fiera… gli avevo messo da parte due sacchi di corteccia…forse fu la sua ultima passeggiata fra le orchidee, problemi di salute lo terranno lontano per sempre, ma noi titoleremo questa 12a edizione:

… “PENSANDO A TE, ENZO”

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Non solo orchidee… Marco coltiva anche…

Typhonium venosum (Dryand. ex Aiton) Hett. & P.C. Boyce

Il Typhonium venosum (volgarmente Giglio Voodoo), è una pianta perenne della famiglia delle Araceae, originario dell’ India e dell’ Himalaya. Questa pianta presenta numerosi sinonimi, visto che la sua classificazione ha avuto diverse modifiche rispetto a quella di origine. Lo possiamo quindi riconoscere anche come Arum cornutum (precedente classificazione), Arum guttatum, Sauromatum guttatum (Schott), Sauromatum venosum.

Descrizione

Si presenta come un bulbo sferico e appiattito, di color marrone dal cui centro si sviluppa una spata floreale che negli esemplari più grandi può raggiungere il metro di altezza. Cresce in ambiente temperato e in luoghi leggermente ombreggiati. Il periodo invernale coincide con il riposo del bulbo in ambiente totalmente secco, buio e fresco. La prima fase del ciclo vitale va da marzo a giugno, periodo di fioritura della pianta. Il fiore lungo e stretto è tinto di viola e puntinato di giallo all’interno sfumando quasi al nero sulla parte esterna. La crescita della spada floreale è molto rapida e quando sboccia emette un odore molto intenso e sgradevole. La fase vegetativa prosegue con l’emissione di un’unica foglia dalla forma molto simile ad una mano, sorretta da un robusto gambo dal colore biancastro fittamente maculato di punti neri. La foglia si seccherà verso l’inizio dell’autunno, quando il bulbo inizierà il riposo invernale. Tutte le parti di questa pianta sono velenose .

Coltivazione

Resiste molto bene al freddo, ho dei tuberi che hanno superato degli inverni con -10°C, predilige un terreno ricco di humus e soffice, predilige zone ombreggiate e umide, si propaga facilemente attraverso i piccoli bulbetti che si formano sul tubero principale, il fiore è molto bello e particolare, purtroppo di breve durata, non più di un paio di giorni. Se non si ha la possibilità di metterlo in piena terra si può lasciare in vaso, l’importante è avere un buon drenaggio, quindi niente sottovasi! Dopo la fioritura produce una foglia dall’aspetto poco comune che può arrivare a più di un metro di altezza, tende ad espandersi molto velocemente. Non serve concimare più di tanto, va trattato come una qualunque bulbosa da giardino, io l’ho messo in un angolo ombreggiato del giardino insieme ai Tulipani, Narcisi e Crocus, se volete potete rimuoverlo dal terreno nel periodo invernale trattarlo come i Tulipani per intenderci. Potete trovare altre piante di questa specie sul sito dell’International Aroid Society sotto la voce Typhonium Se qualcuno è interessato a questa pianta dispongo di una buona scorta di bulbetti da regalare, sono un paio di centimetri di diametro, diciamo che in un paio di anni potete vedere il fiore.
Contattatemi qui Marco.Giovanni.Motta at gmail.com

Nota di redazione: La passione per il collezionismo delle piante è ondivaga ed un po’ gitana, si comincia con una famiglia e, cammin facendo, la maestosità del mondo della botanica ti porta ad approdare verso altre tribù… spesso è la famiglia delle Orchidaceae a stregare i collezionisti. Questo blog, seppur a vocazione monotematica, ospita con interesse, qualsiasi lavoro botanico.

Orchids.it ringrazia l’amico Marco per la preziosa collaborazione.

Istantanee di un viaggio

Musica sul blog: Santana – moonflower

Così mi è parso…un salto in un’altra dimensione, qualcosa per me inconsueto, come fossi entrata nello schermo di un tv durante un documentario, ma meglio…
La luce diffusa, i colori suadenti, l’ambientazione tropicale e poi….loro!!!
Mi accolgono i giganteschi fiori di alcune Cattleya che pur se allineate sul bancone, porgono al mondo la loro regale autorità di primedonne, vestite dei loro abiti più sgargianti, dal lilla al violetto, col delicato labello frangiato di giallo, porpora e oro…
E le Vande vellutate, di un blu profondo come la notte, che nel piegarsi del petalo rivelano l’argentea luce della luna; imponenti inni alla maestrìa , equilibriste solenni nella danza eterea delle radici, pronte ad afferrare l’aria umida e calda come alito d’estate…
Da un tappeto muschiato si ergono alcune minuscole spighe di Dendrochilum, ed il loro profumo riempie le narici, portandomi via, sempre più addentro a questa foresta incantata…fino ad un piccolo cuore rosso, il Porpax, che, mi spiegano, non sta più né di qua né di là…così minuto eppur così solenne, seduto nel suo guscio di cocco come fosse un trono dorato…
E che dire della regina, Coelogyne, con la sua cascata candida e splendente di fiori a mostrare la gola dorata ed invitante, come trine di tulle di fantastiche ballerine….a contrastare il velluto maculato degli Zygo, dalle sfumature violente del viola e del blu, aperti come ragni pronti a ghermire…
Tornando poi alla delicata evanescenza dei Paphio, alla soavità dei Dendri, alla maestosità degli Angraecum….
Per finire poi, sulle ali di una piccola zatterina, là in fondo…in una parte lontana da questo luogo di mistero…ma così intensa nella sua particolarità da far apparire tutto come questo angolo di paradiso, con i suoi 8 fiori aperti di D. tetragonum.

Nota
Orchidee alla mostra di Bussolengo. Appunti carichi di delicate sensazioni, inviati al blog dalla nostra amica Susanna

Dendrochilum

La mostra di San Valentino 2011 al FLOVER di Bussolengo, presenta varie specie del genere Dendrochilum, fra tutte troneggia Dendrochilum glumaceum: vedi foto di copertina


Qualche nota sul genere Dendrochilum
Molte specie sono deliziosamente profumate, tutte sono particolaramente delicate ed eleganti, sia per le loro leggiadre fioriture, che per la loro morfologia.
Dendrochilum, un genere non molto presente nelle collezioni e con questo post, che in parte ripropone notizie già apparse sul blog, desidero riproporlo alla vostra attenzione.

Dendrochilum Blume 1825
Sottofamiglia: Epidendroideae.
Tribù: Coelogyneae.
Sottotribù: Coelogyninae.
Sinonimi: Acoridium Nees e Meyen 1843; Platyclinis Benth. 1881
Specie tipo: Dendrochilum aurantiacum Blume 1825.

Il genere è stato descritto da Carl Blume nel 1825.
Origine del nome: Dalle parole Greche dendronalbero” e cheilos “labbro„ o chilos “alimento verde„, alludenti alla forma di vita “epifita” di questo genere di orchidee ed al labello dei suoi fiori, particolarmente grande.

Le specie
Dendrochilum glumaceum – Collezione Guido De Vidi
Le fonti d’informazione non sono molto concordi nello stabilire l’esatto numero di specie appartenenti al genere Dendrochilum.
Alcune ne riportano poco più di 100, mentre altri testi includono più di 390 descrizioni, fra specie, sinonimi o varietà.
Le specie di questo genere sono in gran parte epifite, a volte litofite, raramente terrestri e provengono dalla Penisola Indocinese, Taiwan, Nuova Guinea, Filippine, Borneo e Sumatra.

Morfologia
Piante simpodiali dal rizoma strisciante con numerosi pseudobulbi raggruppati ed avvolti da brattee basali, scure o verdi.
Pseudobulbi: possono essere di piccolissime dimensioni, per arrivare anche a 10 centimetri d’altezza, strutturati con tutte le forme immaginabili, appiattiti, rotondi, ovoidi e/o a forma di pera.

Dendrochilum tenellum – Collezione Guido De Vidi
Foglie: da filiformi come l’erba (Dendrochilum tenellum), teretiformi, e deliziosamente lanceolate (Dendrochilum magnum).
Infiorescenze: si formano su lunghi ed esili steli eretti, e sono rivolte verso il basso.
Portano numerosissimi quanto piccolissimi fiori (raramente superano i 2 centimetri) di varie colorazioni, dal bianco, all’ocra, al giallo fino al rosso scuro.

Coltura
Quasi tutte le specie del genere Dendrochilum provengono dalle foreste montagnose e quindi richiedono buona luminosità soffusa, umidità sempre elevata, temperatura da serra calda con marcato sbalzo termico fra il giorno e la notte.
E’ consigliabile la coltivazione in vasi con substrato di bark 80%, perlite 10% e torba di sfagno 10%. Per le piante di grossa dimensione si usa bark di media pezzatura, che va diminuito di spessore per quelle più piccole.

Dendrochilum zamboagnense – Collezione Guido De Vidi

Qualche eccezione
Dendrochilum zamboangense (vedi foto a sinistra), specie fra le più piccole del genere, può essere coltivata anche su zattera di sughero o su tronchetti di legno duro e poroso.

Dendrochilum wenzelii – collezione Guido De Vidi

Su sollecitazione di un visitatore del blog, ho controllato l’esattezza tassonomica di una specie della mia collezione, che da sempre porta questo nome: Dendrochilum arachnites.

Si segnalava, giustamente, che la specie in analisi non è Dendrochilum arachnites bensì Dendrochilum wenzelii.

Per la verità, non potendo fare il confronto è assai difficile distinguere le due specie, a queste va aggiunta anche Dendrochilum javieriense, molto somigliante sia per i colori che per la forma.

Le differenze
Dendrochilum arachnites e Dendrochilum wenzelii si presentano entrambi in due varietà: fiori rossi e fiori gialli, così pure il Dendrochilum javieriense. Le dimensioni delle piante sono anch’esse abbastanza simili, l’unica differenza sostanziale è la struttura delle foglie: marcatamente semi – teretiformi quelle del Dendrochilum wenzelii e decisamente più lanceolate nelle altre specie.

Collezione Guido De Vidi
I due colori di una specie molto attraente

Dendrochilum wenzelii Ames 1915.
Sezione Acoridium (Nees & Meyen) Pfitzer & Kranzlin
Sinonimo: Acoridium wenzelii (Ames) Ames 1922.
Nome della specie in onore di Don Rafael Wenzel (raccoglitore di orchidee nelle Filippine) 19° secolo.

Specie epifita, originaria delle foreste montagnose filippine, vive ad altitudini che superano i 1000 metri sul livello del mare.
Pianta simpodiale con piccolissimi pseudobulbi unifoliati e foglie apicali coriacee, semi-teretiformi.
Le infiorescenze semi-arcuate spuntano sul finire dell’inverno dai nuovi pseudobulbi e portano numerosi fiori colore rosso scuro.

Coltura
Questa specie desidera buona luce, temperature calde, costante umidità relativa (70%) è consigliabile coltivarla in vasi con substrato sempre umido e aerato.
Specie di facile coltivazione.

La tre giorni di Bussolengo

Ed anche la 22a edizione ha aperto il sipario alla grande.
Veramente una bella mostra! Eravamo tutti abbastanza preoccupati… Ochids Club Italia non poteva aprire la rassegna delle sue esposizioni sotto tono.

Foto di copertina: Coelogyne cristata, splendido esemplare della collezione “Gianni Faccioli”
Alla fine le piante dei soci sono giunte numerose e… come una cigliegina sulla torta, verso sera è arrivato anche Frank Roelke dalla lontana Hannover con bellissimi esemplari da aggiungere alla nostra bella esposizione.
Grazie a tutti, Al FLOVER che ha reso possibile l’evento, a Frank Roelke – persona solare -, agli amici, Claudio e Paolo dell’ATO – Associazione Trentina Orchidee – con i quali è nato uno splendido e gogliardico sodalizio -, ed infine ai nostri soci… che a vario modo hanno contribuito alla ripartenza.

L’amico Alberto mi ha preceduto sul suo sito www.orchidcoltura.it con le news dell’evento… finalmente ho capito perchè alla sera vuole tornare a casa sempre prima di tutti 😉 … si scherza, ovviamente.

Non ho altre parole da aggiungere, consentitemi solamente di manifestare la mia grande felicità per la splendida riuscita… un evento orchidofilo amatoriale da incorniciare.

Ecco una galleria fotografica delle piante esposte… tanto per giocare insieme, trovateli voi i nomi delle specie fotografate.
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