Archivio mensile:Febbraio 2020

Vanda Istriana

Vanda Istriana è il nome che qualche anno fa ho dato a questo ibrido intergenerico, quindi non troverete alcuna registrazione con questo nome.
Non ricordo più come e quando sia giunta nella mia serra questa orchidea, è trascorso molto tempo.
La prima fioritura, a dire il vero, non mi piacque molto, ma colpì positivamente mia moglie ed allora decisi di continuare a coltivarla; per fortuna, sì perchè questa orchidea, fioritura dopo fioritura è riuscita ad affascinare anche me, sia per la particolarità dei fiori, sia per la generosità nelle fioriture.


Il nome che ho dato a questo ibrido evoca il mio amore per l’Istria e per le isole del Quarnero, vedremo più avanti che botanicamente è anche un nonsenso; nessuno lo vieta, anzi, qualche licenza nella nomenclatura delle orchidee, personalizza il nostro amore per loro e le rende uniche.

La storia genealogica di questa pianta è abbastanza semplice, eccola:
Rhynchovanda Blue Angel x Vanda cristata Rhynchovanda Blue Angel = (Rhynchostylis coelestis x Vanda Rothschildiana), ibrido registrato nel 1961. Vanda Rothschildiana = (Vanda coerulea x Vanda sanderiana – ora Euante), famoso ibrido primario, registrato il 12/01/1931 da Chassaing, ibridatore francese e giardiniere capo della famiglia Rothschild (1920-1930) a cui fa riferimento il nome.
Riassumendo, i progentori “specie” di questa orchidea sono: Rhynchostylis coelestis, Vanda coerulea, Vanda sanderiana, Vanda cristata …niente male!!!

Note:
– Vanda Istriana fiorisce più volte durante l’anno.
– Pur mantenendo la sua tipica morfologia di orchidea monopodiale, ha ereditato la vocazione ‘miniaturizzante’ del suo progenitore Rhynchostylis e spesso forma dei keikis che si strutturano in piante secondarie compatte e fiorifere.
– Manifesta con dominanza anche un’altra caratteristica interessante, la resistenza alle basse temperature, tipica del suo altro progenitore, Vanda cristata.

Dendrobium Angel Moon ‘Love Letter’

Chi lo sa, se poi sarà giusto il nome di questo ibrido, ma poco importa. Il motivo di questa presentazione sta tutto nei ricordi. Il mio pensiero va indietro di tanti anni, quando l’invasione dei Dendrobium nobile ibridati non era ancora avvenuta.

Era un pomeriggio dei primi anni 80 del secolo scorso a Trieste nella serra di Nevio Ogrizovich, coltivatore di orchidee con il quale si pensava di dar vita ad un’Associazione, quella che poi sarà chiamata ATAO.

Ricordo che fui colpito alla vista di una mensola piena zeppa di piccole piantine di Dendrobium nobile, ibridi mi disse Nevio – “ho fatto un ordine alla Nursery Hawaiana Yamamoto, sono incroci selezionati visti e scelti da un loro catalogo… speriamo bene” aggiunse. Fiorirono qualche anno dopo e ci mostrarono dei fiori stupendi, allora non c’era traccia in giro di questi ibridi.

Iniziò così la ricerca della giusta tecnica di coltivazione, il famoso monsone secco da dare per non veder le piante filiare senza fiorire. Per la verità, e per fortuna, oserei dire, filiarono le piante di Nevio e qualche keiki giunse anche nella mia collezione.

Ecco il senso di questo post, nella foto si vede una delle poche piante rimaste, fiorita troppo tardi per essere portata in mostra a Pordenone. Nevio non coltiva più orchidee, ma ogni anno passa ugualmente per PordenoneOrchidea

PordenoneOrchidea, 21a edizione, basta la parola!

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Il contenitore: Fiera di Pordenone Ortogiardino.

L’evento: PordenoneOrchidea 21a edizione.

Le date: dal 7 al 15 Marzo 2020.

Il menu: orchidee rare in vendita e in esposizione in una magica promiscuità con cactacee, succulente, tillandsie, bonsai, carnivore, sapori, spezie, vini e leccornie. Allestimenti Pordenone Fiere, cura scenografica Guido De Vidi. Esposizione allestita e coordinata dall’AIO.

Scorcio scenografico

Il valore aggiunto: Non solo esposizione, ma contenitore di sensibilità storiche, culturali e scientifiche. PordenoneOrchidea 2020 è prodotto da Pordenone Fiere. A tale evento hanno assicurato la loro partecipazione varie Associazioni orchidofile italiane.

Padre Angelo Andreetta.


Tema 21a Edizione: Aspettando l’ European Orchid Council Conference and Exhibition (EOCCE). Proposte di candidatura italiana all’organizzazione di una prossima edizione disponibile (2027)

Edizione padovana EOCCE 2006: premi.


Divulgazione: il compito dei soggetti che organizzano eventi orchidofili, siano essi istituzioni, privati o associazioni, dovrebbe essere la divulgazione, culturale, scientifica ed anche commerciale: ad esempio la presentazione di nuove specie o nuovi ibridi. A tal proposito, negli spazi di PORDENONEORCHIDEA funzionerà l’ AGORA’ della conoscenza e della scienza, dove avranno luogo conversazioni e conferenze con la presenza di persone qualificate nel mondo dell’orchidologia.

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Conferenze.

Amarcord: aspettando l'edizione 2020

PordenoneOrchidea 2020 dal 7 Marzo al 15 Marzo – nove giorni di magica follia: coltivare le orchidee esotiche. Esposizione, vendita e tanto altro… diversi per FORZA! Impressioni e video sulla tredicesima edizione.

Per chi non è potuto venire a farci visita, ecco qualche impressione della suggestiva atmosfera schenografica… per chi c’è stato, riviviamoli insieme quei bei momenti!

Le cose belle non nascono per caso, sono altresì il frutto di un lavoro di gruppo e di una regia creativa di prim’ordine.
Questa esposizione orchidofila – allestimento a cura di Orchids Club Italia – è stata costruita attorno al set esclusivo di un Galeone naufragato. Per onestà intellettuale sentiamo il dovere di ricordare, che l’idea coreografica nasce due anni fa in occasione di Orchids and Wine, il bellissimo evento orchidofilo a cadenza biennale, organizzato mirabilmente dall’ATO (Associazione Trentina Orchidee) e quindi la primogenitura va ascritta a loro.
Noi del Club abbiamo contribuito ad amplificare la suggestione della loro bella idea creativa e ci siamo prodigati per riproporla al pubblico della Fiera Ortogiardino di Pordenone, contenitore del verde che da 15 anni ospita anche l’evento: Pordenoneorchidea.

Enorme il successo… le immagini del video sono molto eloquenti e rendono inutile qualsiasi altro commento.
Ringraziamo tutti gli espositori per il loro generoso coinvolgimento, ormai siamo una grande famiglia che pulsa con un unico cuore.
Grazie infinite a quanti, dentro e fuori il Club, hanno reso possibile questa splendida esposizione. La dura invernata non ancora del tutto finita ci aveva messo in apprensione ed invece, con la presenza di piante provenienti dalle collezioni del Club, da collezioni amiche ed anche quelle degli espositori, siamo riusciti ad allestire un esposizione con oltre 300 orchidee botaniche, rare e preziose.
Infine ci piace sottolineare la professionalità di tutto lo staff della Fiera, ed in particolar modo: Sabrina, Simona, Ilenia e Francesco con i quali abbiamo interagito, intessendo un felice feeling operativo, prima e durante l’evento.

Epidendrum echinatum

Siamo già alla seconda fioritura di una specie interessante ed inusuale del genere Epidendrum, scoperta negli anni 70 in Ecuador.
Pur essendo le foglie pigmentate di color viola-ruggine, questa specie produce fiori bianchi tendenti al verde. E’ presente in vari erbari e musei della botanica, sia europei che americani, ma è una specie abbastanza rara nelle collezioni.

Epidendrum echinatum
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Epidendrum echinatum Løjtnant 1977 GRUPPO Jataunsachanum.
Pianta descritta da Bernt Løjtnant.
Pubblicato in: Botaniska Notiser 130: 324, f. 2. 1977. (Bot. Not.)

Bernt Løjtnant

Protologo di ritrovamento della specie.
Località: Ecuador. Cotopaxi: strada-Quevedo Latacunga, pendii rocciosi scogliere bagnate della foresta pluviale, altitudine 800-950 m., 5 aprile 1973.
Raccoglitori: Holm-Nielsen, Jeppesen, Løjtnant & Øllgaard 3001.
Distribuzione: Ecuador occidentale.
Campione tipo:
Holm-Nielsen et al. 3001; 5 aprile 1973; Ecuador.
Etimologia: il nome di specie deriva dalla posizione chinata dei fiori.
Nota:
Bernt Løjtnant è un biologo e collezionista danese.
Vive a Platanvej a Randers, ha superato i 70 anni, ed è quasi un’enciclopedia ambulante sulle orchidee: “Ci sono più di 30.000 specie di orchidee, quindi non c’è molto da fare”, ama dire, ma il suo ultimo libro (2016), edito insieme al suo co-autore, biologo e collega Henrik Ærenlund Pedersen, racconta solamente un’orchidea del genere Helleborine
Il nuovo libro si aggiunge ad altri 25 scritti da Bernt Løjtnant.

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Dimensione della pianta: struttura cespitosa arbustiva con canne alte circa mezzo metro, portanti varie foglie distiche elittico-lanceolate pigmentate color viola – ruggine.
Pianta litofita – terrestre. Lungo i gambi produce corte infiorescenze cariche di piccoli fiori bianchi-verdastri, a volte di colore viola venato.
Coltivazione: la sua conformazione morfologica consiglia la coltivazione in vasi con substrato drenante (bark, cocco e/o altri materiali disponibili in loco), temperatura medio fresca, ambiente ombreggiato umido, bagnature che garantiscano umidità costante al substrato, fertilizzazioni blande.
Epidendrum echinatum non richiede periodi di riposo, anzi, in condizioni di coltivazione ideale fiorisce per gran parte dell’anno.