Vanda, Ascocenda, Vasco… ibridi belli.

Il fascino irresistibile delle Vanda

Alzi la mano chi sa resistere davanti ad una bella pianta di Vanda in fiore, questo lo hanno capito anche i titolari dei garden ed i fioristi, tant’è che sempre più spesso capita in di trovarle in vendita nei loro negozi ed anche nelle mostre mercato.
Ne hanno fatto di strada le nostre Vanda! Strada nel senso stretto della parola perché, quelle che vediamo esposte, provengono da coltivazioni situate in vari paesi del del sud est asiatico; nei garden e nelle fiorerie giungono già in bocciolo, importate da grossisti e/o coltivatori europei.
Nelle serre dei coltivatori europei le Vanda importate, rimangono pochissimo, generalmente il tempo strettamente necessario per portarle alla prima fioritura.

Le ibridazioni
Vanda Rothschildiana – Collezione Guido De Vidi
Oltre al lungo viaggio per giungere da noi, le Vanda attuali, hanno fatto anche un lungo percorso di trasformazione genetica artificiale (per mano dell’uomo), rispetto ai loro progenitori “specie”.
A partire dalla lontana e famosa ibridazione fatta da Miss Joaquin, attualmente, molti sono gli ibridi in commercio, peccato che quasi tutti quelli che troviamo in vendita, siano senza nome: di loro non sappiamo nulla e non riusciremo mai a saperlo, nemmeno dove si vanno a perdere i loro dati tassonomici.

La tribù delle Vandeae
Senza addentrarci più di tanto nella grande famiglia delle Orchidaceae, per dare un senso e per poterci orientare con i nomi degli ibridi comunemente chiamati Vanda è utile partire dalla tribù delle Vandeae.

Questa tribù racchiude, fra le altre, anche la sottotribù delle Sarcanthinae che raggruppa più di 20 generi: Abdominea, Acampe, Adenonchos, Aerides, Amesiella, Arachnis, Ascocentrum, Ascoglossum, Chiloschista, Cleisostoma , Doritis, Euanthe, Gastrochilus, Luisia, Neofinetia , Paraphalaenopsis, Phalaenopsis, Renanthera, Rhynchostylis , Robiquetia, Sarcochilus, Trichoglottis, Vanda, Vandopsis.

Come si può notare, dal nutrito numero di generi di cui è composta la sottotribù Sarcanthinae e dal gran numero di specie comprese in ogni genere, gli ibridatori hanno avuto ed hanno buon gioco per sperimentare incroci, intergenerici (fra specie diverse dello stesso genere) e infragenererici (fra specie di generi diversi).
Uno studio interessante sulle risultanze delle meiosi (processo caratteristico delle cellule eucarioti, durante il quale da una cellula si formano quattro cellule figlie, aventi la metà del patrimonio genetico di quella originaria, ovvero, la meiosi determina la ripartizione di ciascuna coppia di cromosomi omologhi – cromosomi su cui si trovano geni corrispondenti – presenti nelle cellule diploidi), rilevate su incroci intergenerici fra specie appartenenti all’alleanza delle Vanda, dal titolo “Meiotic Chromosome Behavior in Some Intergenderic Hybrids of the Vanda Alliance” di R. Tanaka, H. Kamemoto, è apparso su “American Journal of Botany, Vol. 48, No. 7 (Agosto 1961), pp. 573-582
doi:10.2307/2439369”.

Gli obiettivi degli ibridatori sono quelli di migliorare la dimensione, la forma ed il colore dei discendenti, ma nello stesso tempo anche di ridurre le dimensioni delle piante, spesso molto grandi.
Le regole tassonomiche sono rigide e consolidate, ad esempio un incrocio fra due specie dello stesso genere continuerà a portare lo stesso nome, mentre il figlio di due generi diversi (Ascocentrum x Vanda) assumerà il nome di Ascocenda, semplificato suonerà così: Ascenda.


Vasco Demaflor = (V. Devaraks x Ascnda Colonel Sunta) – collezione Guido De Vidi

Generi molto usati per le ibridazioni sono: Renanthera, Rhynchostylis, Ascocentrum, Vanda, Vandopsis. Soprattutto l’Ascocentrum è usato per nanizzare le piante senza rimpicciolire la dimensione dei fiori.
Ciò scritto, vanno menzionati anche ibridi inusuali: L. Raulerson e A. Rinehart nel loro libro “Ferns and orchids of the Mariana Islands (1992)” citano la creazione di un incrocio fra Luisia teretifolia x Vanda Miss Joaquim, registrato con il nome di Luisianda Uniwai.

Vanda piace, ma…
Le Vanda si sono guadagnate l’attenzione di molti orchidofili, ma queste orchidee richiedono condizioni di vita difficilmente ottenibili in ambienti domestici ed allora come fare?
I problemi da risolvere sono sempre li stessi: umidità, luce e temperatura. Fra questi, quello sempre difficile da creare in casa è il primo: umidità.
La vita della nostra Vanda, come quella di tutte le orchidee commerciali, inizia con la semina o con la clonazione in laboratorio (generalmente del sud est asiatico), dove vi rimane per parecchi mesi finché non sarà cresciuta per poter essere piantumata in “comunity pot” e successivamente in un cestino di plastica nera a forma quadra con fessure ai lati e nel fondo per consentire la fuoriuscita delle radici.
In questa fase la nostra Vanda si trova nelle condizioni ideali di vita e quindi cresce velocemente: nel giro di 2 anni dalla piantumazione singola è pronta per salpare l’oceano.
Quando va bene, la pianta trascorrerà qualche mese di acclimatazione nella serra di qualche commerciante – coltivatore.
Può capitare che la nostra Vanda arrivi già con l’infiorescenza pronta ed in questo caso raggiungerà direttamente il negozio del fiorista oppure sarà esposta in vendita su qualche mercato mostra.
In questo caso per la nostra Vanda sarà dura la vita!

I vasi di vetro
Sempre più spesso capita di vedere queste orchidee, in vendita con le radici (in natura ovviamente aeree), infilate e messe a mollo dentro dei vasi di vetro; questo è un metodo sicuro per raggiungere due risultati negativi in contemporanea: fine della pianta in breve tempo e doppio costo in quanto ci si porta a casa anche l’ingombrante ed inutile vaso di vetro!

Ma le Vanda ce la fanno a vivere in salotto? C’è chi giura di sì! Io la vedo molto dura e a quei pochi che riescono a farle vivere per più stagioni non posso che dire bravi!!

8 pensieri su “Vanda, Ascocenda, Vasco… ibridi belli.

  1. Elisa V.

    io la vanda la coltivo benissimo in vasi di plastica e mi garantisce 2 fioriture all’anno! Ho comperato una vanda sfiorita nel luglio del 2005 senza vaso ovviamente e poichè dovevo comunque metterla in giardino con le altre orchidee l’ho messa a dimora in un vaso di plastica marrone. Dopo nemmeno un mese avevo un bellissimo stelo floreale viola con dei fiori giganti che sono rimasti firiti per circa 1 mese; terminata questa fioritura ho posizionato la vanda davanti alla finestra della mia camera nel davanzale interno (N.B. ho ristrutturato la casa in modo da ricavare il davanzale interno per mettere a dimora le orchidee durante l’inverno…) e a marzo del 2006 ha rifiorito un’altra volta, ma il top l’ha toccato nel mese di agosto……. verso la fine del mese mi accorgo che la pianta lasciata in pieno sole durante l’estate è diventata troppo grande con troppe radici aeree penzolanti ed in più con 2 infiorescenze che stavano uscendo dalle foglie laterali……. cosa ho fatto? l’ho tagliata e la parte superiore mi ha regalato due bellisimi fiori per Natale, mentre dalla pianta vecchia sono nate 2 nuove piantine di vanda che stanno crescendo tranquillamente!
    Ciao
    Elisa V.

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