Archivio mensile:Novembre 2008

Sole e orchidee in serra: un quiz per Natale

Visto che ci avviciniamo alle feste Ntalizie divertiamoci con un bel quiz e godiamoci questa bella coreografia.
In natura non capiterà mai di vedere queste orchidee insieme, i luoghi delle loro endemicità sono diversi… miracoli delle collezioni.
Una delle orchidee in fioritura nella foto, proviene da VACHEROT & LECOUFLE ed è stata acquistata tanti anni fa al Flormart di Padova, le altre due sono divisioni regalatemi da un amico collezionista.
Divertitevi a trovare i nomi di genere e specie, provate a dare anche un vostro valore commerciale ad ogni singolo esemplare e soprattutto, conoscendo i periodi di fioritura delle piante, indovinate giorno e mese in cui può essere stata scattata la foto.

Dendrobium jenkinsii, storie e follie

La letteratura che si richiama al mondo delle orchidee, le descrive raccontando tutto quello che ruota attorno ad esse; oltre a presentare il fascino di un genere vegetale unico, dipinge anche uno spaccato di vita vissuta, a volte dolce, in altri casi tormentata e non priva di risvolti da film giallo o noir.

Chissà se interessano queste mie divagazioni nel raccontare il bello, il brutto e le storie che portano con se le maliarde, chissà, appunto, tanto vale giocare con la fantasia.

Il post potrebbe fermarsi alla descrizione della deliziosa orchidea del titolo, magari con qualche consiglio – sempre soggettivo e per forza di cose generalizzato – ma la curiosità e la voglia di entrare nella storia e nelle avventure che il tempo ha legato a molte orchidee esotiche, mi spinge oltre… vediamo di percorrere insieme questo viaggio.
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Orchidee: mostre e/o mercati

Chissà se mi sbaglio, ma non sarebbe più logico chiamare le cose con il loro nome?
Ad esempio – l’han capita anche i garden – sempre più spesso vari commercianti del verde, per dare tono a qualche fine settimana invitano qualche venditore di orchidee e pubblicizzano la cosa come “mostra mercato”. Per carità, vista sotto l’ottica del commerciante che deve vendere, niente da eccepire, ma l’informazione corretta da dare all’appassionato orchidofilo, a mio avviso dovrebbe essere “mercato delle orchidee”… e magari aggiungendo anche la precisazione fra specie da collezione e commerciali.
Si dirà – questione di lana caprina – importante trascorrere una giornata con i venditori amici e con qualche orchidea in più al ritorno, da aggiungere alla propria collezione.
Si sa, le capre hanno il pelo sottile, che può sembrare lana, ma sempre pelo è… la lana vera è delle pecore.
Perché scrivo questo? Perché mi ostino a vedere l’orchidofilia dalla parte dei fruitori finali: il collezionista, l’appassionato ed anche il neofita, che devono poter godere la loro passione da protagonisti, stando insieme, organizzati in gruppi ed associazioni.
Qualsiasi soggetto commerciale dovrebbe tener conto di questo aspetto, invece capita sempre più spesso l’opposto: nelle occasioni di eventi mercato delle orchidee, le associazioni, o non ci sono o rappresentano il “convitato di pietra”; con una metafora, la simbolica maglietta dell’ orchidofilo è indossata dal commerciante.
Nei commenti di questo blog si chiede cosa c’è a Vicenza, pare che un garden organizzi il fine settimana con 2 produttori/commercianti di orchidee.
Tutto quello che si sa è questo… buon divertimento a chi andrà.

Meiracyllium trinasutum… un altro piacevole “cliente” per il tuo terrario

Meiracyllium trinasutum Rchb.f., Xenia Orchid. 1: 12 (1854).
Il genere Meiracyllium, che in greco antico significa “piccolo ragazzo” – forse il nome trae origine dalla piccola dimensione delle piante – comprende soltanto due specie, entrambe molto deliziose:
Meiracyllium trinasutum Rchb.f., Xenia Orchid. 1: 12 (1854).
Meiracyllium wendlandii Rchb.f., Beitr. Orchid.-K. C. Amer.: 73 (1866).
Meiracyllium gemma Rchb.f 1878 alcuni testi considerano nome corretto del M.wendlandii.
Orchidee epifite a sviluppo simpodiale di piccola dimensione. Gli pseudobulbi delle due specie sono di dimensioni ridottissime e portano al loro apice una singola foglia rossastra, ovale, spessa e succulenta, che assume la funzione di imagazinaggio. M.trinasutum è più rara e più miniaturizzata rispetto a M.wendlandii.
Le piccole differenze fra le due specie possono essere osservate nella morfologia dei fiori: nel caso di M.wendlandii, il labello è privo della protuberanza smussata di gonfiamento nella sua parte inferiore e la colonna è più sottile alla base. La specie fiorisce in inverno ed il relativo habitat naturale è nel Messico e nel Guatemala, invece la M. trinasutum fiorisce fra la primavera e la tarda estate ed è endemica a Cuba, nel Guatemala, Salvador e nel Messico.

Le inflorescenze di M.trinasutum producono fino a 6 fiori e si sviluppano dalla base delle foglie. I piccoli fiori di colore porpora misurano non più di 1 x 2 centimetri ed hanno il labello di tonalità più scura dei petali e dei sepali. La specie è eccezionalmente piacevole ed attraente anche quando non in fioritura. Nelle coltivazioni, poiché la pianta tende ad aggrovigliarsi su se stessa, possono insorgere problemi di muffa fogliare e radicale, pertanto è consigliabile farla vivere attaccata a zattere di corteccia dura (pino, quercia di sughero) in ambiente molto luminoso e ventilato.
Nella fotografia si può ammirare un bel esemplare di M.trinasutum in fioritura. Nonostante in natura questa specie abbia un unico periodo di fioritura annuale, nelle coltivazioni può capitare che fiorisca in successione, dando così l’idea di fioriture multiple.
Non sono rilevabili periodi di marcato riposo e quindi, fatto salvo l’utile rallentamento (acqua e cibo) invernale, questa orchidea va alimentata e bagnata durante tutto l’anno.

Non puoi farti la serra? Fatti un terrario… guarda i risultati!

Ieri, durante l’impaginazione del post precedente, fra me e me pensavo – chissà se potrà interessare l’idea di mini coltivazioni in spazi attrezzati, quali terrari e/o orchidari – dai commenti sin qui giunti, par di capire che l’argomento interessi, quindi possiamo senz’altro dar vita ad un nuovo post per approfondire e raccogliere le vostre esperienze.
Iniziamo con Diego.
L’amico Diego di Sacile, negli ambienti dedicati alle sue “rane” ha inserito con successo anche varie orchidee miniatura… ecco cosa ci scrive:

… “Ciao Guido, da come avrai visto la risposta sul post delle piccole orchidee da terrario, ti mando un paio di foto delle mie che stanno o che sono fiorite ultimamente nei miei terrari delle rane (in una foto si vede pure anche la rana).
Tutte queste ed anche altre sono coltivate in terrari in vetro, con luce artificiale e temperatura minima 20
gradi, la notte, e massima 24-26 di giorno, con umidità sempre molto alta, tanto che nebulizzo mediamente ogni 2 ore per 20 secondi durante le ore di luce, niente invece la notte.
Se la cosa può interessare posso farvi un mini reportage delle orchidee nei miei terrari, giusto magari per valutare un modo alternativo di coltivazione”

… certo che interessa, attendiamo il reportage – tecnico e gestionale dei tuoi terrari – che poi inseriremo in questo post.
Grazie Diego e complimenti… da quel che si vede, i tuoi terrari devono funzionare molto bene.