Archivio mensile:Novembre 2008

Incontro Novembrino da Alberto Ghedin

Gli incontri del Club

Care amiche e cari amici di Orchids Club Italia, come ormai tradizione, l’incontro di Novembre avrà luogo nella accogliente dimora dell’amico Alberto Ghedin a Villorba TV.
Sto pensando al tema da dare a questo incontro di chiusura del 2008 e mi vien da scrivere: Gli allievi sono più bravi dei maestri, ovvero i maestri non esistono… le orchidee vogliono solamente essere amate…
Scherzi a parte, sull’onda del successo dell’esposizione organizzata da Graziano, visto che nella taverna di Alberto c’è una stanza disponibile, siete tutti invitati a portare qualche vostra pianta fiorita… sarà una bella occasione per allenarci ad allestire una mostra, e magari anche a giudicare le piante esposte.
L’ordine del giorno della discussione verterà sulla partecipazione di Orchids Club Italia a mostre ed eventi nel prossimo anno.

Come sempre i vostri, buoni e prelibati peccati di gola saranno graditi
Il ritrovo è previsto per le ore 10 di Domenica 16 Novembre 2008

Appuntamento quindi a Villorba (TV) via Centa, 42b (stradina dietro il distributore Total) da Alberto, Domenica 16 Novembre alle ore 10.

Visualizzazione ingrandita della mappa
L’invito è esteso a tutti gli appassionati delle orchidee, nessuno si senta escluso.
Attendiamo la vostra adesione, qui sul blog e/o con email a: info.chiocciola.orchidcoltura.it
Nota importante: portate le vostre piante in esubero per il mercatino.

Mi permetto di aggiungere una piccola nota a quella di Guido:
Per chi fosse interessato porterei in quest’occasione le piantine deflascate due mesi fa, che sono già “svezzate”. Chi fosse interessato a conoscere le specie disponibili ed i loro prezzi è pregato di contattarmi all’indirizzo moria0672 chiocciola yahoo.it.
Per evitare inutili stress alle piante porterò con me solo le piante prenotate (limitatamente a quelle che sono già pronte per essere cedute), tutte a radice nuda e senza alcun supporto. Ciao Massimo

Phalaenopsis, basta la parola… forse

Leggendo il contributo di Maya sui commenti di questo post – Phalaenopsis in casa – mi son detto – Parole sante queste! – ed allora perché non prenderle come spunto di riflessione per un nuovo post sulla coltivazione delle Phal in casa?


A sinistra nella foto, Maya mentre conversa con una visitatrice in occasione della mostra di San Donà di Piave 2008
Ecco il testo integrale del commento:
Parlo di Phalaenopsis, per esperienza personale e in base alle condizioni dell’ambiente dove coltivo le mie, quindi, in linea di massima, è un discorso alquanto relativo…
Vorrei fare una sostanziale distinzione tra Phal ibridi e Phal botaniche,i primi, quelli più commerciali, che si trovano sui banchi di qualsiasi fioraio o vivaio, nate da incroci che permettono una forte resistenza ai “traumi” e magari a qualche maldestra mossa di noi coltivatori casalinghi ma soprattutto create per dare una grande resa, sia in vegetazione che in fioritura, le seconde, specie botaniche appunto, che rispondono esclusivamente alle condizioni di coltivazione relative al loro luogo di origine. In questo periodo tutti i miei ibridi stanno producendo uno, due e anche tre steli fiorali ognuna, comprese le più vecchie e malandate, giusto perché questa è la loro natura, è sufficiente fornire loro le poche cure che questa pianta richiede e costanti condizioni ambientali (a parte il piccolo periodo di stress climatico per favorire la fioritura) e le soddisfazioni arrivano presto e nell’arco di tutto l’anno.
Di tutt’altra natura è invece il comportamento delle specie botaniche, più difficile da interpretare se non se ne conosce l’esatta provenienza e di conseguenza le condizioni climatiche alle quali attenersi. Ad esempio, le mie P. equestris e P. stuartiana sono in gran fermento, la prima con fioritura, nuovi steli e keiky contemporaneamente e la seconda con uno stelo fiorale già abbastanza formato, mentre le altre sono silenti e in alcuni casi addirittura latitanti!!! Risulta evidente che in questo secondo caso, i tempi e le metodiche di fioritura e vegetazione rispondono esclusivamente ad un naturale comportamento invece che ad uno geneticamente determinato da una modifica atta a favorire migliori prestazioni.
Un caro saluto a tutti sperando di vedervi presto.
Maya

Sc. Beauford ‘Elmwood’ …una mini, piccola piccola

Quando si fa riferimento alla miniaturizzazione degli ibridi con genitore Cattleya, non sempre si tratta di vere miniature, l’incrocio che presento in questo post è la vera essenza delle “mini” Cattleya.

Sc. Beaufort ‘Elmwood’ AM/AOS
(Sophronitis coccinea x Cattleya luteola)
E’un ibrido primario di piccole dimensioni con fiori molto belli di colore giallo limone e labello macchiato di rosso.
Fiorisce più volte l’anno. Può essere coltivata in piccoli vasi con substrato di bark, oppure su supporti di legno duro o corteccia di quercia di sughero (vedi foto) con poco sfagno tra le radici.
Questa miniatura desidera poca luce e temperature da serra intermedia, va bagnata e fertilizzata regolarmente senza periodi di riposo.
Sophrocattleya Beauford è un incrocio intergenerico (fra generi diversi) realizzato da Casa Luna nel 1963:
(Cattleya luteola x Sophronitis coccinea) registrato appunto con il nome di Sophrocattleya Beauford.
Questo piccolo fiore ha segnato senza dubbio una rivoluzione nel mondo delle ibridazioni. Forse Sc. Beaufort è l’ibrido che più di altri ha avuto effetto fra le miniature compatte, ottenute a partire dal genere Cattleya. Ma, come per tante novità anche questa nuova ibridazione ha dovuto attendere due decenni per farsi apprezzare dagli orchidofili e soprattutto per essere usata dagli ibridatori in nuovi incroci. Si è già scritto che l’incrocio (Sophrtnitis coccinea x Cattleya luteola ) è stato registrato nel 1963 da – Casa Luna orchids di Beaufort, ma è solo nel 1983 che sono registrati nuovi incroci con genitore Sc. Beaufort.
Questi nuovi ibridi, ormai sono più di 500 (un numero eccezionale) assommano le opportunità delle mutazioni tetraploidi disponibili, con la forma ed il colore dei fiori della Sc. Beaufort.
Infatti, 25% di tutti gli ibridi della prima generazione hanno ricevuto almeno un premio per la qualità del fiore!
Fra questi segnalo le miniature Slc. Dream Catcher e Slc. Jungle Beau, e gli ibridi compatti con fiori pieni e di ottima forma Pot. Little Toshie e Slc. Final Touch, che fioriscono due o più volte all’anno. Una volta, i colori giallo carico e rosso arancio vivo erano rari nelle Cattleya, ora queste tonalità sono abbastanza facili da trovare in vendita. Tuttavia le selezioni tetraploidi di Sc Beaufort sono così importanti come genitori che continuano ad essere custodite molto attentamente e raramente li trovate in vendita! Il clone ‘Elmwood’ è una forma diploide premiata con AM/AOS 1982.