Archivio mensile:Febbraio 2009

Charles Darwin: 200 anni dalla sua nascita

Charles Robert Darwin… (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882)

darwin_1…”Ricorre il 200° anniversario della nascita di Charles Darwin, lo scienziato che ha posto i fondamenti della biologia moderna. L’assioma fondamentale della sua teoria è che tutti gli organismi viventi generano più individui di quanti ne possano sopravvivere e che la probabilità di sopravvivenza e riproduzione è maggiore in quegli individui che presentano caratteristiche vantaggiose.”… tratto da iltempo.ilsole24ore
Il darwinismo ha cambiato la nostra concezione della biologia e della storia della vita sulla terra ed è stato giustamente definito la più grande teoria unificatrice della biologia. Nella concezione darwiniana, tutto in natura, inclusa l’origine dei viventi, è il risultato di processi naturali governati da leggi naturali. La teoria fu resa nota nel 1858 con la pubblicazione di «On the origin of species by meams of natural selection»
angraec_sesqui_fioriLa grande famiglia delle orchidee ispirò Darwin e gli fu di grande aiuto per suffragare la sua teoria.
Famosa è la specie Angraecum sesquipedale nota come l’orchidea di Darwin, esempio, insieme a tante altre, della validità della sua teoria sull’evoluzionismo degli organismi viventi. Il dibattito è ancora aperto fra evoluzionismo e creazionismo, ma il pensiero di Darwin ci fa riflettere e discutere… e parafrasandolo si potrebbe dire anche “evolvere”.

Che ne pensi?

Flover 2009, le orchidee in esposizione… collage

flover_08_02_2009 Come dici? Non si vede un tubo? Eh sì hai ragione, sono proprio tante, per ammirarle bene e dal vero, vieni a farci visita, l’esposizione durerà tutta la settimana.
Quelle che intravvedi nel collage sono le orchidee coltivate da vari soci di Orchids Club Italia, gli stessi hanno curato anche l’allestimento della mostra, ai quali va un grazie caloroso.
Pare che qualche esemplare in mostra, sia stato esposto fin dalla prima edizione del 1989.
Probabilmente non tutte le orchidee in esposizione dureranno in fiore fino a Domenica 15 Febbraio, se hai qualche orchidea fiorita portala in mostra, sarà gratificante per tutti.
Per vedere qualche foto da vicino vai sul sito di Alberto Ghedin

Hugh Low, A botanist in Borneo

Immagino che a tanti di noi, piantofili e non solo orchidofili, sia successo di viaggiare, con la mente per lo meno. A volte è un film o un documentario con una ambientazione appassionante che ci trasporta in luoghi mai abitati.A Botanist in Borneo Chi ha maggior fantasia si lascia trasportare dalle parole di un libro, dalle avventure di altri. Può essere un orchidea, un rododendro, una primula o tutto quello che ci passa per la testa; la ricerca, la fatica dell’avventura, la scoperta di una nuova specie, i pericoli, gli incontri, gli amori. La grande epoca dell’800 è passata, anche se cacciatori di piante sono tuttora esistenti. Ci sono stati personaggi che in vita hanno fatto molto rumore, altri silenziosamente hanno speso la propria vita al servizio dell’umanità. Hugh Low (1824-1905) appartiene a quella schiera di cacciatori di piante che spediti dal padre, commerciante in piante, in Malesia per soddisfare la domanda di nuove piante per il mercato inglese ed europeo, venne affascinato da una natura che non era stata ancora indagata, da una popolazione indigena che considerò non solo alla stregua di colonialista, per diventarne amministratore. “A Botanist in Borneo” è la raccolta dei suoi scritti che tenne dal 1844 al 1848, dei suoi viaggi che fece nella terra di Sarawak, Borneo. In questa terra nel 1846 trovò Dimorphorchis lowii, allora denominato Vanda.
Nella lettera indirizzata a Dr. John Lindley scrisse:Dimorphorchis lowii“Quando te la mandai ricordo di averti detto che c’era da aspettarsi qualcosa di spettacolare, e sono sicuro che quando produrrà le sue spighe di fiori in Inghilterra sarà l’ammirazione di tutti i coltivatori, probabilmente oltre ogni Orchidea finora conosciuta. Quando la vidi niente poteva essere considerato più bello: circa 200 piante crescevano in orizzontale dal fusto di un grande albero, e da ciascuna di esse due, tre o quattro catene di fiori, ognuna 10 piedi in lunghezza [2.5 m], e talvolta 12 piedi. Ogni singolo fiore è 3 pollici [7.5 cm] di diametro”. Le pagine di diario sono precedute da una ampia introduzione riguardante la sua vita e i suoi numerosi scritti riguardanti non solo le piante. Dopo il diario la raccolta di tavole, in parte disegnate da Low stesso, di piante che raggiunsero l’Inghilterra grazie a lui. Alcune orchidee sono state dedicate a Low, Paphiopedilum lowii, Dendrobium lowii, altre vennero introdotte in coltivazione grazie a lui, Coelogyne pandurata e Coelogyne asperata.
La tavola ritrae Dimorphorchis lowii, da A Second Century of Orchidaceous Plants di James Bateman, 1867. Si ringrazia Swiss Orchid Foundation

San Valentino 2009 20 anni di orchidee alla Flover di Bussolengo (VR)

flover_09Sono già passati 20 anni, sembra un secolo fa o forse ieri. Un secolo fa perché allora di mostre in giro ce n’erano ben poche e per vedere orchidee botaniche in fiore, bisognava avere la fortuna di visitare le poche collezioni esistenti.
Ieri perché è ancora vivo il ricordo della telefonata di un amico (co-fondatore insieme a me dell’ATAO), il cui tenore annunciava l’invito come associazione ad organizzare un’esposizione di orchidee alla Flover di Bussolengo, erano i primi giorni del 1989.
Iniziò così la serie di esposizioni organizzate in occasione della festa di San Valentino, alla Flover di Bussolengo.
Oggi in giro per i garden è facile vedere orchidee ed è abbastanza consueto trovare occasioni di acquisto da venditori ambulanti invitati alla vendita dai gestori dei garden, ma poter visitare spazi espositivi messi a disposizione dai titolari dei garden alle associazioni è un po più difficile.
In questo senso va fatto un plauso ai gestori della Flover di Bussolengo per aver saputo coinvolgere ed affiancare l’associazionismo orchidofilo ad eventi legati all’immagine commerciale dell’orchidea. Questo in tempi non sospetti.
>flover_09_1Da diversi anni, raccogliendo il testimone abbandonato dall’ATAO, l’organizzazione dell’esposizione di orchidee è a cura della nostra Associazione (Orchids Club Italia), che per l’occasione presenta le orchidee dei propri soci, orchidee ovviamente non in vendita.
La nostra Associazione coglie questo evento per incontrare i propri soci, per chiedere loro la collaborazione necessaria all’allestimento e per dare consigli ai visitatori.
E’ in questo contesto che, a latere dell’esposizione si articola la vendita di orchidee gestita esclusivamente dall’organizzazione commerciale del garden, compresi gli esperti che danno consigli per gli acquisti.
Forse questo evento sarà considerato di secondo piano dai cacciatori di orchidee a tutti i costi, loro avranno altre occasioni per dar fondo al portafoglio, ma tu che ami il mondo delle orchidee a prescindere, non potrai mancare… noi saremo li ad accoglierti.
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Nei giorni della merla… orchidee, arte e “a m’arcord”>

Se il tempo fosse un gambero?
La tradizione vuole che gli ultimi tre giorni di gennaio, 29-30-31, siano considerati i più freddi dell’inverno. Molte sono le leggende a ricordare questo periodo dell’anno. La più accreditata racconta che una merla (la leggenda racconta che una volta i merli avevano le piume candide come la neve), per ripararsi dal gran freddo, si rifugiò dentro un camino con i suoi figli di prima covata e uscirono il primo febbraio tutti neri. E neri furono i merli da quel momento in avanti.
Ma perché sono i giorni più freddi dell’inverno? E’ sempre una leggenda a ricordarcelo: gennaio aveva ventotto giorni ed era il mese più freddo dell’anno. Giunto al ventottesimo giorno, un merlo, iniziò a cantare allegramente – “Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno”. Gennaio si arrabbiò, e per punire quel merlo “blasfemo” si fece prestare altri tre giorni da febbraio e li rese ancor più freddi.
laelia_flavaEccoci qua al primo giorno di Febbraio del 2009, sono le ore 11 e fuori nevica. La neve l’ha portata un gelido vento di tramontana che ti spacca le tempie. Brutta giornata, oggi, per le nostre orchidee.
Sto cercando di fotografare la mia Laelia flava, fiorita baldanzosamente in questi giorni, ma il buio di questa giornata grigia e fredda, inibisce ogni mio tentativo. Fortunatamente sono i suoi fiori gialli e luminosi a cancellare la depressione.
A dire il vero, oggi è la classica giornata nella quale ti viene facile fantasticare a ritroso nel tempo e nella storia. Possiamo provarci.
Parafrasando una metafora musicale, il “la” mi viene facile scorrendo vecchie foto del mio archivio… scattate qualche annetto fa (1970) in occasione di una mostra di pittura organizzata da quel mitico gruppo di artisti in erba, nato da una mia idea nel “68” e chiamato “GIOVANI 2001”
Eravamo sul finire degli anni 60 e per noi giovani, l’appellativo 2001 simboleggiava il nostro futuro, radioso e lontano nel tempo. Era il tempo dei Beatles e Rolling Stone, la generazione nata dopo la seconda guerra mondiale cercava di uscire dal torpore “clerical-conformista” della politica dominante, vitalità che si materializzava attraverso varie forme di partecipazione sociale e culturale. Era il periodo del fermento e della utopia, in Italia e nel mondo.

L’impegno sociale
vietnam_01Vietnam anno zero – Olio su tela 80×70 – Autore Guido De Vidi
Il quadro vuol stigmatizzare il dramma della guerra in Vietnam.
Il set della politica mondiale a quel tempo era catalizzato dalla disastrosa avventura della guerra americana in Vietnam e di lì a poco in Italia, si sarebbero materializzati anche gli anni del terrorismo nero e rosso.
Il mio piccolo paese, amministrato da sempre dalla DC, assisteva indenne al nostro “purtroppo” vano impegno giovanile per il cambiamento della politica. Trovammo comunque asilo nello spazio metafisico dell’arte e della cultura ed è così che iniziò quella virtuosa e prolifica pagina della nostra gioventù, che fra l’altro ci mise anche al riparo dalla ondata utopica che portò molte vite all’auto distruzione.

La parentesi amena
piave Pomeriggio al Piave con amiche – Olio su tela 80×70 – Autore Guido De Vidi
Erano anche gli anni delle gite domenicali sulle rive dei fiumi. Luoghi romantici e pieni di intimità genuina. Per noi giovani abitatori della zona del Piave, le piccole gite estive della domenica a bordo della mitica Fiat 500, finivano quasi sempre sui prati e nei boschetti ombrosi della nostra bella Marca Trevigiana.
Gli argini del fiume Piave e le sue immense grave, caratterizzate da radure di arbusti e cumuli di sassi che di tanto in tanto lasciavano affiorare freschi torrenti, erano l’ispirazione per i miei dipinti ad olio, nei quali cercavo di cogliere l’armonioso equilibrio della natura.
Tanti anni sono passati e con loro anche molte certezze. Quello che allora era un futuro lontano, ora è quasi un passato remoto… peccato che le nostre aspirazioni di allora, abbiano camminato come un gambero.
Siete d’accordo, non siete d’accordo, scrivetelo prima che ritorni il bel tempo…la famosa leggenda racconta che sarà una bella e calda primavera, se i giorni della merla sono molto freddi.