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Club delle orchidee – Notizie

E’ arrivata l’estate anche a Treviso…finalmente

Intendo quella reale, fatta di sole e di caldo.
Oggi è il 20 giugno 2008 e sto assaporando la prima giornata calda e soleggiata, che coincide anche con il solstizio d’estate (20-21 Giugno)…tante ore di luce per noi e per le orchidee.

Il solstizio d’estate è magico , sia se vissuto sotto l’aspetto astrologico, che astronomico. Il sole sembra non voglia mai tramontare, nemmeno dopo aver incontrato la luna ed allora godiamoci questa combinazione magica. L’orchidea della foto fa una gran festa di questi giorni, lei vuole tantissima luce, la conosci? Bene, dopo aver indovinato la specie scrivi anche l’articolo di presentazione, io faccio festa… vado in giardino a godermi la notte non notte. Hai capito bene, sarai tu l’autore di questo post, divertiti.

PS) Gli autori potranno essere più d’uno, la redazione inserirà gli scritti firmati nel post.

Cuitlauzina candida ex Palumbina candida

Non riesci nemmeno a pronunciare il nome di questo genere di orchidee? Prenditela con Dressler & NHWilliams, sono loro che lo hanno creato. Il genere Cuitlauzina porta questo nome in onore dell’imperatore messicano: Cuitlahuazin

La specie
Cuitlauzina candida, alla stregua di tante altre orchidee, nel tempo ha cambiato più volte nome di genere.
All’origine era stata classificata come Oncidium candidum Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 29 (Misc.): 56 (1843) e vi rimase per 20 anni finchè Reichenbach si accorse che questa specie aveva i sepali laterali uniti, mentre in tutte le altre del genere Oncidium erano separati e pertanto creò un nuovo genere monotipo: Palumbina Rchb.f. 1863 SOTTOFAMIGLIA Epidendroideae, TRIBU’ Maxillareae, SOTTOTRIBU’ Oncidiinae, SPECIE Palumbina candida (Lindl.) Rchb.f., Ann. Bot. Syst. 6: 699 (1863).
Il nome Palumbina candida è legato al fatto che i suoi fiori assomigliano a piccole colombe bianche.
Palumbina candida rimase tranquilla con questo nome per circa 140 anni, finché nel 2003, Dressler & NHWilliams, pubblicarono un loro lavoro su Selbyana, che sostanzialmente risistemava in un nuovo genere dal nome Cuitlauzina, 5-6 specie endemiche in Messico e Guatemala, provenienti da altri generi, fra le quali anche la nostra piccola specie.

Le specie del genere Cuitlauzina:
Cuitlauzina pendula Lex. in P.de La Llave & JMde Lexarza; specie tipo – ex Odontoglossum pendulum
Cuitlauzina candida (Lindl.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Palumbina candida
Cuitlauzina convallarioides (Schltr.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Osmoglossum convallarioides
Cuitlauzina egertonii (Lindl.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Odontoglossum egertonii
Cuitlauzina pulchella (Bateman ex Lindl.) Dressler & N.H.Williams in Selbyana 24(1): 44 (2003): ex Odontoglossum pulchellum

Cuitlauzina candida (Lindl.) Dressler & N.H.Williams, Selbyana 24: 44 (2003).
Specie rara, piccola, endemica nelle foreste pluviali tropicali della Sierra Madre de Chiapas, la regione messicana del Soconusco, vicino al confine con il Guatemala. Cresce in altitudini tra 1500 e 2000 metri. I suoi pseudobulbi sono compressi, oblunghi, obovoidi, unifoliati ed avvolti da sottili brattee. Le foglie sono lineari ellittiche, acute, con una vena di rilievo. Le infiorescenze spuntano dalla base delle nuove vegetazioni e si sviluppano contemporaneamente a quest’ ultime, formando esili racemi con 2-5 fiori profumati. Il fiori, con il loro labello a forma di uovo allungato sono molto originali, e come si è già scritto sopra, assomigliamo a piccole colombe bianche in volo.
Cuitlauzina candida cresce bene se coltivata in piccoli vasi e tenuta in ambiente moderatamente ombreggiato con media umidità e temperature intermedie: bagnature e fertilizzazioni regolari tutto l’anno con una leggera diminuzione a pseudobulbi maturi.

Phaius flavus abbandonato: rinvaso e coltivazione

Come siamo strani noi collezionisti di orchidee! Sono tante e molto diverse fra loro le varie specie, talmente tante, che ci consentono di vivere periodici “innamoramenti” ed altrettanti periodi di disaffezione con alcuni gruppi della loro grande famiglia.
Capita che per alcuni anni il collezionista straveda, ad esempio per gli Oncidium, poi invece arriva l’innamoramento per le specie miniatura, certamente non mancherà la grande passione per i Paphiopedilum , giungerà anche la grande stagione delle Cattleya, delle Laelie rupicole e così via. In questo modo prendono sostanza la cosiddette “predilezioni temporanee”, per un genere piuttosto che per altri, ma, come nella vita sentimentale, anche con le orchidee qualche volta si trascura e si tradisce chi prima si era desiderato ed amato. Come in amore, anche con le orchidee, la passione sopita rimane latente e a volte ritorna: nella mia serra ci sono varie piante di Phaius flavus e tankervillae, dapprima cercati, ben coltivati ed ammirati, poi abbandonati sotto i bancali al loro destino senza veri motivi. Le piante continuarono a vivere senza chiedere nulla e la scorsa primavera, qualcuna riuscì anche a fiorire, leggi questo post.
Ora sto rinvasandole tutte quelle piante e sicuramente troverò loro degli spazi più opportuni…magari con il tuo aiuto 😀

Vuoi aiutarmi a rinvasare la pianta di Phaius flavus esposta a Pordenoneorchidea 2008? Bene, cominciamo le operazioni.
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Orchidee spontanee…andar per biotopi.

La passione per la natura e per le Orchidee in particolar modo, mi ha indotto da un anno a questa parte, a ricercare in internet prima, e verificare sul campo dopo, alcuni biotopi censiti nella provincia di Belluno ed in particolare in quella fascia pedemontana che si estende dal luogo dove abito, Alano di Piave al confine con la provincia di Treviso, fino a Belluno.

La ricerca sul campo è senz’altro meno agevole di quella che si può effettuare in internet, il motivo è presto spiegato…il web non ti dice quando è stata rilevata la fioritura di una data specie di orchidea spontanea, e comunque il periodo di fioritura varia di anno in anno a seconda dell andamento delle temperature primaverili, ovviamente più stentano ad alzarsi, più avanti inizierà la stagione delle orchidee.
Cosi, la visita a distanza di una settimana dello stesso biotopo può portare a vedere fiorita/sfiorita una specie a dispetto di un’altra.
Dopo un’inverno trascorso, quindi, alla ricerca nel web di informazioni ecco che, finalmente, nell’arco di oltre un mese, nonostante l’inclemenza del tempo, la ricerca sul campo ha prodotto, per me, nuove scoperte.
Precedenti sopralluoghi sono stati tralasciati in quanto non hanno aggiunto nuove specie al “carnet” di quelle già censite e fotografate.
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Le orchidee ricevute in dono dagli amici…

…sono sempre le più amate
Tu puoi comprare le più rare, le più inusuali, ma le orchidee che scambi o che ricevi in omaggio da amici coltivatori, si conquistano uno spazio molto particolare nella tua mente.
Proprio l’altro ieri, nascoste fra le altre molto più ingombranti di loro, durante il giro in serra per le bagnature ho scorto due deliziose piante in fiore…le ho fotografate ed ora desidero dedicare loro questo post.
Questa nella foto a sinistra l’ho ricevuta in dono dall’amico Alberto Ghedin di Villorba TV: è un ibrido primario (Prosthechea vitellina (ex Encyclia vitellina) x Euchile mariae)
Non conosco il nome di questo incrocio e non so nemmeno se sia mai stato registrato. Di certo c’è solamente la gran confusione che noi poveri collezionisti di orchidee riscontriamo nelle specie appartenenti al genere comunemente noto come Encyclia.
Il nuovo nome “Prosthechea” deriva dalla parola greca prostheke (allegato), facendo riferimento alla appendice presente sul retro della colonna. E’ un genere di recente costituzione (1997; pubblicato nel 1998) da WE Higgins, ma alcune specie sono state successivamente trasferite nel genere Euchile (ad esempio, Euchile Mariae e Euchile citrina) da Withner (1998). In precedenza, le specie ora comprese nel genere Prosthechea erano inserite in diversi generi: Anacheilium, Encyclia, Epidendrum, Euchile, Hormidium e Pollardia.
Lo status di genere assestante è stato confermato da dati recenti, sulla base di elementi di prova molecolare (nucleare (nrITS) e plastid (matK e trnL-F) sequenza dei dati del DNA) (C. van den Berg et al. 2000)

Quest’altra orchidea che potete ammirare nella foto di sinistra è figlia di una divisione di Cattleya warneri. regalatami tanti anni fa (1992) dall’amico Antonio Camani di San Donà di Piave VE.
Caro Antonio, so che ognuna delle orchidee della tua collezione ha una sua storia particolare…non ricordo nulla di questa bellissima specie. Ho raccolto molte notizie scientifiche su questa specie che utilizzerò per fare un post molto articolato, come tante altre anche questa Cattleya ha avuto delle vicissitudini incerte, mi piacerebbe inserire anche, se c’è, la tua storia.
Grazie quindi agli amici Alberto ed Antonio… e nella speranza che questo post serva da monito alle giovani leve lancio per l’ennesima volta lo slogan: scambiatevi le piante…regalate pure qualche divisione agli amici, così facendo la vostra collezione non sparirà mai.