Archivi categoria: Coltivazione

Consigli e scambi di esperienze sulla coltivazione delle orchidee esotiche.

ZATTERE….. NO PROBLEM!

L’amico Vincenzo Ghirardi di Verona, propone all’attenzione di tutti gli appassionati orchidofili, questa sua interessante e quanto mai originale soluzione di coltivazione.
Ringraziamo Vincenzo e pubblichiamo con interesse le sue soluzioni… potrebbero essere uno spunto per raccogliere anche altre esperienze, che potete inviare (foto e testi) a info at orchids.it.


ZATTERE….. NO PROBLEM!
Tutti noi “orchidomani/fili” sappiamo bene che le zattere sono belle ma, per i più, sono il tallone d’Achille delle nostre coltivazioni in quanto, essendo prive di substrato, tendono ad asciugare in fretta rispetto alle orchidee coltivate in vaso.
Questo, che vi vado ad illustrare, è un’escamotage per mantenere più a lungo un notevole tasso di umidità attorno alle zattere evitando di doverle irrorare più volte al giorno. Considerando che il tempo a disposizione è sempre troppo poco, mi sembra un buon sistema alternativo per ovviare l’inconveniente.
Premetto che non si tratta di farina del mio sacco bensì di una idea captata su qualche sito del web, mi è sembrata valida ed ho provato ad attuarla.

foto_vince_1foto_vince_2foto_vince_3

Ho preso un contenitore in policarbonato, comunque molto trasparente, nella fattispecie una bottiglia grande della Coca Cola e con un cutter ho provveduto a tagliare le tipiche protuberanze di appoggio del fondo per creare delle aperture che servono per consentire una, seppur minima, circolazione d’aria (vedi foto sopra a sinistra). All’altezza del collo, dove termina la conicità ed inizia ad essere cilindro ho sezionato la bottiglia ottenendo due pezzi distinti (vedi foto sopra a destra). Tali però che siano reinseribili, a relativa tenuta, uno nell’altro permettendo di posizionare le zattere delle nostre miniature al suo interno (vedi foto sopra centrale).

foto_vince_4foto_vince_5Volendo si possono praticare dei fori per incrementare la ventilazione e/o inserire più zattere nel medesimo contenitore. Io ho provato e mi sembra che le piantine gradiscano il microclima che si è venuto a creare emettendo un paio di radici belle “cicciotte” (vedi foto ai lati). Occorrerà non esagerare con le irrorazioni in quanto l’evaporazione è abbastanza lenta e il rischio di marciume incombente. Provare per credere.
Cordialmente, sempre.
Vincenzo Ghirardi.

Cestelli di legno in concorso… a grande richiesta!

Il post dei cestini di legno ha fatto nascere una bella idea: perché non organizzare una sfilata dei vostri cestini… che sicuramente avrete già costruito o fatto costruire?

Inviate due foto a info@orchids.it con una piccola presentazione, dimensioni massime (800 x 600), un primo piano ed una vista d’insieme, noi le pubblicheremo in sequenza d’arrivo.

CONCORSO
Prima fase: pubblicazione delle vostre foto.
Seconda fase: appena raggiungeremo un congruo numero di partecipanti organizzeremo le votazioni… forza al lavoro

In redazione sono già pervenute le foto dei cestelli di Marina, ecco testi e foto.

cestelli_marina_1jpgcestelli_marina_2Ciao Guido, queste sono le foto relative al mio commento.
Commento: “Adoro fare cestelli, ci metto tutte le piante che posso.
E poi sono fortunata, perché ho un “falegname amico” che mi prepara i pezzi . Li faccio di tutte le misure, anche esagonali. Ti mando le foto su info.etc
Normalmente costruisco anche un cestello interno in plastica per mantenere più fermo il substrato. Saluti
Marina”

Ne sto facendo anche troppi, poi quest’inverno quando li ritiro in casa, non saprò dove appenderli, ma sono così belli da vedere: qualcosa inventerò!
Cari saluti
Marina

Un cestino di legno per le tue orchidee

Tu che ami le orchidee, tu che ti cimenti nella loro coltivazione, avrai certamente acquistato qualche pianta sistemata in cestini di legno.
Per me sono il massimo dell’armonia nella coltivazione delle orchidee. Quando li vedi in qualche libro, oppure nella serra di amici ti vien subito voglia di acquistarne o di costruirtene qualcuno.
Ci pensi un po su, ma ti prende lo sconforto – dove trovo le asticelle di legno – come posso organizzarmi?
Se avrai un po di pazienza proveremo a costruirne uno assieme.
Il primo problema da risolvere è il reperimento di legno duro, sì perché il requisito principe dei cestini di legno è quello di durare il più a lungo possibile prima di marcire e quindi serve legno resistente tipo: rovere, acacia, larice, oppure legni esotici.
Il secondo problema è quello di trovare i pezzi di legno a pochi soldi, o magari anche gratis. Questo aspetto può essere risolto andando a curiosare in qualche segheria (se hai qualche amico che ci lavora sei su una botte di ferro).
Continua a leggere

Hygrochilus parishii sinonimo: Vandopsis parishii

Hygrochilus: il dizionario “Orchid genera” di Peggy Alrich e Weslet Higgins fa riferimento a 2 specie, forse considera – Hygrochilus parishii var. marriottianus (Rchb.f.) Pradhan – come specie, ciò scritto, gran parte della letteratura lo considera un genere mono specie:
Hygrochilus parishii
Sottofamiglia: Epidendroideae • Tribù: Vandeae • Sottotribù: Aeridinae • Genere: Hygrochilus Pfitzer (1897).
Hygrochilus , pochi collezionisti hanno dimestichezza con questo nome di genere, pur avendolo da anni nella loro collezione… io sono fra quelli!!
Questa specie è più nota come Vandopsis parishii, ma in questo caso, Ernst Pfitzer, che per primo la collocò in un nuovo genere aveva buone ragioni per farlo, ci vollero molti anni per accettare le sue valutazioni, però…
vandopsis_parishii_fioreHygrochilus parishii (Veitch & Rchb.f.) Pfitz. è stato scoperto per la prima volta da Charles Parish in Myanmar (Birmania) nel 1862. Parish inviò una pianta al giovane Reichenbach, che la descrisse in suo onore in Gardeners’ Chronicle nel 1867 come Vanda parishii. Nel 1897, Ernst Pfitzer creò un nuovo genere, Hygrochilus appunto, nel quale sistemò quest’unica specie per la particolarità del suo labello.
Continua a leggere

Laelia purpurata (gracile x delicata)

E’ fiorito in questi giorni un bel cultivar di Laelia purpurta (gracile x delicata).
Se non ricordo male è una divisione di un esemplare proveniente dalla – purtroppo – “ex collezione” Sergio Buda di Udine. La sua collezione di orchidee – quando era in auge – era una delle migliori in assoluto… ora non esiste più, ma per fortuna molte divisioni continuano a vivere da me. La specie descritta in questo post ne è la prova.

laelia_-purpurata_gracxdel_laelia_purpurata_gracxdel_f Laelia purpurata Lindley & Paxton 1852-3
Sottogenere: Crispae, sezione Crispae Pfitzer
Sinonimi: Bletia Casperiana Rchb. f. 1862 – Bletia Purpurata Rchb.f 1861 – Lemaire 1852 – Cattleya Casperiana Rchb.f 1854 – Cattleya purpurataLaelia Casperiana Rchb.f 1859; Laelia Wyattiana Rchb.f 1883 – Sophronitis Purpurata (Lindl. & Paxton) C. Berg & M.w. Chase 2000

Laelia purpurata è inclusa nella sezione Cattleyodes.
E’ una specie epifita di grande dimensione a sviluppo simpodiale (può raggiungere anche 60 cm), produce pseudobulbi snelli, unifoliati, foglie oblunghe, erette (30 cm.) e vive nelle zone costiere di Rio de Janeiro, Sao Paulo, Santa Catarina e Rio Grande do Sul.
Laelia purpurata fiorisce a tarda primavera. I fiori misurano generalmente 10 – 12 cm, ma possono essere anche più grandi. Ogni infiorescenza produce solitamente 4-5 fiori di colore notevolmente variabile.
Questa specie non è molto esigente e può essere coltivata come le Cattleya, sia su zattera che in vaso. Predilige temperature da serra intermedia con buona luce ed ambiente ventilato; bagnature e fertilizzazioni regolari nella fase vegetativa, substrato moderatamente secco d’inverno.
Laelia purpurata ha suscitato e continua a suscitare sempre grande interesse, il motivo principale è forse l’enorme variazione di colore dei fiori all’interno della specie.
Sono note oltre 100 varietà, ad esempio: lavanda, concolor, semi -alba, bianca, vinicolor, delicata, forme blu e varie tonalità dei labelli.
Anche se tutte queste varianti sono solamente “cultivar” della stessa specie, molti orchidofili trovano motivi sufficenti per creare collezioni esclusive ed Associazioni specifiche.
Sulla Laelia purpurata si può scrivere un libro intero, tante sono le cose da raccontare da quando è stata scoperta (Francois Devos 1847), a partire dal nome Laelia, che molti orchidofili vorrebbero mettere in discussione.

Note storiche
La specie fu scoperta da Francois Devos nel 1847, lungo il litorale interno della provincia di Santa Catarina, in occasione di una grande raccolta di orchidee da esportare in Europa per conto di M. Verschaffelt.
Le prime orchidee raccolte in quella occasione, giunsero in Inghilterra ed in Belgio; fiorirono per la prima volta nelle serre di Backhouse (Inghilterra Contea di York), 5 anni più tardi.
Fu presentata una pianta fiorita nel Luglio del 1852 alla Royal Horticultural Society di Londra per essere classificata e descritta dal botanico e tassonomista Lindley, che la denominò appunto, Laelia purpurata.
Nota: sai elencare quante e quali varietà di Laelia purpurata sono presenti nelle fornitissime collezioni brasiliane?