Archivio mensile:Giugno 2008

Uscita per safari fotografico a Epipactis palustris f. alba

A chi fosse interessato domenica mattina 6 luglio ho previsto un’uscita nel bellunese per fotografare ed ammirare la rara e copiosa fioritura dell’Epipactis palustris f. alba.
L’evento riveste una particolare eccezionalità non solo per la colorazione “albina” di questa orchidea, ma anche per la quantità degli esemplari che si possono ammirare.
Chi fosse interessato a questa scampagnata è pregato di comunicarlo via posta elettronica a moria0672 chiocciola yahoo.it o commentando qui di seguito.

Sarà inoltre possibile l’osservazione di altre specie di orchidee.
La scampagnata è assolutamente non impegnativa e non richiede alcuna particolare attrezzatura, macchine fotografiche escluse ovviamente.

Programma

Il ritrovo è previsto per le 9.30 in piazza a Trichiana, si giunge in situ in circa 20 min. si dedica il tempo che ognuno reputa adeguato e poi decidereremo il da farsi.

Orchidee e “orchidioti”… simpaticamente amici

Orchids.it, dove la dimensione “virtuale” e quella “reale” si incontrano.
Oggi sono venuti a trovarmi, Maya e Gianni, amici del blog, delle orchidee, ed amici miei ovviamente. E’ stata una visita graditissima e piacevolissima, consumata quasi per intero a parlar di orchidee.
Già, le orchidee. Le orchidee viste solamente come ammaliatrici sarebbero poca cosa, quando invece la loro attrazione genera anche quel nobile sentimento chiamato amicizia, allora diventano magiche.
Curo questo blog dedicato alle orchidee, un po magico anche lui, ma la vera anima sei tu che lo leggi, tu che intervieni, tu che lo popoli, tu che ti fai ammaliare anche dall’amicizia.
Sì in questi quattro anni di vita, Orchids.it ha raccolto attorno a se molte amiche e molti amici. Sono veramente contento.
Questo post nasce per raccontare la mia gioia, una volta tanto le orchidee possono aspettare, questa volta siamo noi “orchidioti” del blog i protagonisti, tutti indistintamente: tu che sei coautore di post, tu che partecipi nella “community” con i tuoi commenti, tu che leggi assiduamente e non scrivi mai un commento, tu che sei critico, tu che leggi ogni tanto…così per caso, ed anche tu che domani scriverai il tuo primo commento.
Gianni era in buona forma e mi ha fatto molto piacere anche la prima visita di Maya, letteralmente rapita dalle radici delle orchidee dentro la serra.
Due gocce, due gocce di quel piccolo laghetto chiamato Orchids Club Italia, grazie Maya, grazie Gianni.

Mites and bacterioses in Phalaenopsis

Continue the cooperation with Marcus V. Locatelli, this is another interesting article
published on its website and freely translated. Obviously everyone who find some mistakes or had observations, is invited to post a comment.

The bacterioses in Phalaenopsis, has the most causal agent cited in literature (at least so that I could find) the bacteria Pectobacterium carotovora, whose most common symptoms of infection are soft rot in leaves (pectolytic enzymes released by Pectobacterium carotovora in the internal tissue of the plant, mesophyll, pectates of Ca degrade the middle lamella which is the “cement” that unites in plants one cell to another) and soft rot in pseudobulbos, that rot is also called anasarca (ponding regions and bad smell). In addition to this agent, cited were other bacteria with the potential to cause disease in orchids in general, such as Pseudomonas sp., Erwinia carotovora, Erwinia chrysanthemi and Acidovorax avenae pathovar cattleyae, but to properly identify it is necessary biochemical tests more complex.
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Acari e batteriosi nelle Phalaenopsis

Continuando la collaborazione con Marcus V. Locatelli, ecco un altro interessante articolo da lui redatto e da me liberamente tradotto. Ovviamente chi avesse osservazioni da fare o inesattezze da segnalare è invitato a farlo:

La batteriosi nelle Phalaenopsis, ha come maggior agente scatenante, citato in letteratura (almeno per quello che ho potuto trovare), i batteri Pectobacterium carotovora , i cui sintomi più comuni di infezione sono le muffe molli sulle foglie (enzimi pectolitici rilasciati da Pectobacterium carotovora nel tessuto interno della pianta,il mesofilo, degradano i pectati di Ca nella lamella mediana che è il “cemento” che unisce una cella ad un’altra nelle piante) e muffa molle negli pseudobulbi, muffa che è chiamata anche anasarca (regioni acquose e cattivo odore). In aggiunta a questo agente, sono stati citati altri batteri con il potenziale di causare malattie nelle orchidee in generale, come ad esempio Pseudomonas spp., Erwinia carotovora, Erwinia chrysanthemi e Acidovorax avenae pathovar cattleyae, ma per individuarle correttamente sono necessari test biochimici più complessi.
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Le orchidee di Enzo: una visita emozionante

Le orchidee sono ammalianti
Sì. E’ vero, ma può capitare per vari motivi di dover rompere quel rapporto magico con loro, ed allora la magia si tinge di tristezza.
Quando si inizia l’avventura con le orchidee, a volte ci si perde subito per strada e qualche volta invece, può succedere che si riesca a creare una bella collezione, che cresce attorno a te e quasi ti avvolge, ma il suo mantenimento richiede sempre la tua presenza, il tuo amore e la tua passione. Le insidie sono enormi e le occasioni di sconforto ti assalgono quasi giornalmente. Molti sono gli aneddoti di fallimenti, di grandi collezioni finite e di sacrifici buttati al vento. La collezione di orchidee poi, invecchia insieme al suo collezionista – è la legge della vita – cosa fare?

La visita alla collezione di Enzo
Enzo Cantagalli vive a Pieris (GO) e coltiva orchidee da una vita, la sua vita ha superato la ottantina da un bel po di tempo. La sua collezione di orchidee è stata splendida per anni, e per molti di noi è stata la fonte dei nostri desideri, l’occasione per assaporare la magia e per attingere a piene mani, saggezza e consigli. Col passare degli anni, però, la sua sfida con le orchidee si è fatta sempre più difficile e da qualche tempo, forse, Enzo sta mollando, ma…

Nella foto a sinistra sono orgogliosamente in compagnia di Enzo Cantagalli, nel suo giardino solare.

La visita
Ho scelto un sabato pomeriggio, soleggiato e caldo per far visita a Enzo Cantagalli. L’occasione è stata quella di portargli qualche sacco di bark per i rinvasi.
Enzo mi telefonò ancora in maggio per chiedermi del bark. Al telefono parlai anche con Maria, sua moglie, e fu lei a dirmi – Guido, adesso xe la Livia (sua figlia) che cura le orchidee, Enzo non vol più andar in serra – mi sorprese questa frase, ma rimandai ogni considerazione alla visita, che di li a breve avrei sicuramente fatto a casa loro.
Per la verità passò del tempo prima che riuscissi a percorrere quei 100 chilometri e passa, che dividono le nostre residenze. Sabato finalmente mi misi in viaggio. Decisi di evitare l’autostrada, quasi a volermi godere la vecchia strada statale che porta a Trieste, bella, quando c’è poco traffico. Giunsi a Pieris verso le 17 e fui accolto da Enzo con un abbraccio caloroso. Ad attendermi c’era anche la moglie Maria e la figlia Livia. Seduti nella loggia che da sul giardino abbiamo conversato amabilmente, un po di “amarcord” e poi…le orchidee.
Enzo, andemo in serra? – esordisco io – questa era la frase di rito che dava il la alla nostra “immersione nella sua serra” in occasione delle numerose visite, ma la sua risposta questa volta fu distaccata e per certi versi anche attesa – Guido, xe più de un mese che no vado in serra, no so cossa che me sucedi, ma con le orchidee no go più interesse, preferisco far qualche giereto in bicicletta dentro le grave dell’Isonzo.
Maria, conferma. – Sì, ora xe la Livia che la segue tutto, ma ela la lavora – Livia intanto annuisce e i suoi occhi lasciano trasparire un certo orgoglio misto a timore di non riuscire nell’impresa.
Si continua a conversare e improvvisamente Enzo – Ti vol che andemo in serra? – varda che xe na disperassion, però! Non me lo faccio ripetere due volte e per sdrammatizzare rispondo – bene, chissà che non trovo qualche specie che me manca.

La serra
La serra un po stanca, mostrava qualche problema, ma complessivamente l’ho trovata ancora in forma. I bancali delle Cattleye con evidenti segni di trattamenti contro la cocciniglia, quella maledetta cocciniglia che da anni fa impazzire Enzo, bellissimi esemplari di tillandsia, una bellissima pianta di Oncidium flexuosum in fiore, ma ecco, la, lungo la parete, la regina della serra : un esemplare di Bifrenaria inodora…stupendo! – esclamo – ce ne sono due – risponde Livia, quasi sorpresa. L’abbiamo fotografata, ovviamente, eccola in tre versioni: in serra e fuori in giardino.

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Bellissimo questo esemplare, Enzo mi chiese più volte se io lo avevo. Sì. Ho questa specie in serra ed è proprio il frutto di una divisione donatami da lui qualche “visita” fa. Però ho riflettuto prima di rispondere affermativamente…lui avrebbe avuto il piacere di regalarmene una, ma ho pensato che quelle orchidee fiorite, dovevano rimanere nella sua serra, magari per tenerlo ancora vicino alle orchidee, ma…
forse Enzo ha già capito che le sue orchidee sono in buone mani e sta consegnando il testimone, con stile e discrezione, a sua figlia Livia.
Complimenti e tanti auguri Livia, noi saremo sempre ad aiutarti.
Cercheremo di organizzare una visita alla mia serra, sarà una bella giornata anche per papà Enzo e le sue orchidee, sì, perché nella mia serra, tantissime sono figlie delle sue…ora tue 😉