Vanda in vasi di vetro… solo moda?

Commercio delle orchidee, ora tocca alle Vanda
Noi collezionisti usiamo sempre due aggettivi per distinguere i due aspetti del commercio di orchidee: commerciali e botaniche.
Nel passato, acquistare orchidee cosiddette commerciali significava portare a casa qualche ibrido di Cymbidium, di Paphiopedilum, di Zygopetalum e quando andava bene di Cambria. Poi venne l’era delle Phalaenopsis e dei Dendrobium.
Da qualche anno a questa parte non c’è casa, ufficio, bar e negozio che non abbia in bella mostra una delle orchidee accennate poco sopra. Una vera invasione, ormai noiosa ed abbastanza normale.
Bisognava innovare, ed ecco che nelle bancherelle delle mostre, nei negozi specializzati e nei centri commerciali si cominciano ad acquistare anche le Vanda.
Passi per le Phalaenopsis e per i Paphiopedilum, che in qualche modo si possono coltivare anche fuori serra, con le Vanda la faccenda si presenta un po più complessa, vuoi per la luce e per giusta l’umidità da garantire a queste varietà di orchidee.
Ma ecco che, a soluzione del problema “umidità” la fantasia dei commercianti ha pensato bene di inventare la “Vanda in bicchiere” di vetro trasparente. Una bella trovata, non c’è che dire! In un colpo solo si vende orchidea e vaso di verto, peccato che non sia una soluzione per far vivere la pianta.
Solo a titolo esemplificativo linko questo sito che fra le altre cose vende su internet anche la famosa “Vanda in bicchiere” dal quale ho anche preso la foto a fianco.

Il genere Vanda è composto da orchidee epifite a sviluppo monopodiale, crescono cioè su di un unico fusto. A differenza delle Phalaenopsis anch’esse orchidee a sviluppo monopodiale, le Vanda hanno una crescita più marcata, accompagnata anche dalla formazione di molte radici aeree. Questa loro peculiarità rende difficile la commercializzazione in vasi (le radici in natura rimangono aeree ed assorbono molta umidità dall’ambiente tropicale in cui vivono), ed ecco che per sopperire alla mancanza di umidità sono ficcate dentro dei grandi vasi di vetro.
Questa soluzione non può garantire una lunga vita alla pianta…a breve va tutto bene, ma col tempo, la mancanza di aerazione dello spazio interno al vaso procura muffe e marcescenze che portano prima o poi alla fine della pianta stessa.
E’ auspicabile che questa moda di vendere le “Vanda in bicchiere” finisca e lasci spazio a soluzioni più professionali, ma questa è un’ altra storia che affronteremo in altri post.

12 pensieri su “Vanda in vasi di vetro… solo moda?

  1. Guido Autore articolo

    Beccato con le mani nel “bicchiere” 😆
    Io la tirerei fuori dal vaso, pulirei se c’è qualche radice marcia, la immergerei in una soluzione di previcur o altro fungicida per circa un’ora, poi le troverei un posto esterno abbastanza ombreggiato e la appenderei a radice nuda (obbligatorie reiterate nebulizzazioni giornaliere).
    Con calma mi costruirei un cestino di legno e appena le radici iniziano a vegetare (punte bianco-verdi o violacee a seconda del colore dei fiori) la sistemerei la dentro con bark grosso e qualche pezzo di carbonelle di legna mescolati a filamenti di torba di sfagno ( per sagomare le radici senza romperle è opportuno mettere la pianta a mollo per parecchi minuti in acqua.
    Obbligatorie sempre tante spruzzature. Fertilizzazioni settimanali.
    Più facile a dirsi che a farsi?
    Prova…in attesa della serra nuova, poi tutto sarà più facile 😉

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  2. Gianluca

    Parole sante Massimo e Guido….
    Avete ragione ma bisogna sempre tener conto che sotto c’è il commercio,fonte di guadagno e il “zio dollaro” non guarda in faccia niente.
    la questione è solo questa, il solo scopo di lucro ha la prevelenza su tutto…
    Per fortuna non tutti pensano cosi.

    Gian

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  3. Guido Autore articolo

    Appunto, sono vendute a peso d’oro! Piante portate forza a fiore nei paesi tropicali (Tailandia ed altri), importate per pochi dollari USA…scrivo di proposito dollari perché la sproporzione sia ancora più ecclattante, e poi vendute a questi prezzi.
    Naturalmente sono importate a migliaia, quindi senza nessuna valenza per le collezioni, ma con il sicuro risultato che pochissime rimarranno in vita.
    Forse questa è la legge del commercio, per fare un esempio più banale: se le piante d’appartamento che normalmente sono acquistate ogni stagione nei vari garden, con fiori e senza, vivessero e prosperassero tutte…sarebbe la fine dei venditori.
    Le nostre Vanda però dobbiamo farle vivere, saremo in pochi a farlo ma proviamoci.
    Guido

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  4. Massimo M.

    Al solito la moda non tiene quasi mai conto delle esigenze della pianta che viene trattata alla stregua di un qualsiasi oggetto d’arredamento. Inorridisco al solo pensare quante povere piante (non necessariamente orchidee) hanno fatto una fine prematura, vuoi perchè chi le vende nemmeno ha idea di come trattarle, vuoi perchè chi le acquista non si preoccupa di cosa stà acquistando e come lo di debba trattare.
    E’ comunque una complicità di responsabilità venditore/acquirente sebbene il secondo abbia meno parte allo scempio dovendosi, ovviamente dico io, fidare di chi dovrebbe avere almeno qualche base conoscitiva ed invece è un mero commerciante, così una povera pianta acquistata dal fioraio ha la stessa possibilità di sopravvivenza di una acquistata al Lidl, la differenza la fa spesso chi acquista e la passione che ci mette.
    Volendo poi toccare il lato economico della cosa….una vanda in vaso 80€!!!!! Ma di cosa è fatta? Oro?

    Ciao

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  5. Gianluca

    Buongiorno….

    partendo col presupposto che le Vanda sono belle piante ma come hai detto tu Guido, bisogna anche venir incontro alle necessità della pianta per prima cosa.
    Ovviamente si parla di un aspetto puramente commerciale, cosi si commercializza più materiale.
    Non nego che però, per far un regalo per esempio fa la sua bella figura, non c’è che dire…ma tu e anche noi la vediamo sotto un’altra ottica, non guardando l’aspetto esteriore ma bensi la possibilità di dar vita alla pianta.
    Va bhe…non so che altro dire…anche secondo me sarà una moda e come tutte le mode vengono e passano e poi forse tornano.

    Gian

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