Archivi categoria: Orchids

Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Brylobium hyacinthoides

Un’orchidea dai fiori simili a giacinti, meglio conosciuta come Eria hyacinthoides

Come tante altre specie, anche questa, inizialmente descritta da Blume nel 1825 (Carl Ludwig Blume (29 giugno 1789 – 3 febbraio 1862), botanico Tedesco-Olandese, ha effettuato vasti studi della flora dell’Asia meridionale, specialmente a Java, allora una colonia dei Paesi Bassi) come Dendrolirium hyacinthoides, ha successivamente cambiato nome di genere ed anche di specie. Le varie collocazioni, possiamo per comodità considerarle come sinonimi della stessa pianta: Dendrolirium ebulbe Blume 1825 – Dendrolirium hyacinthoides Blume 1825 – Eria ebulbis Lindley 1830 – Eria endymion Ridl. 1896 – Pinalia ebulbis (Blume) Kuntze 1891 – Pinalia hyacinthodes (Lindl.) Kuntze 1891.
Collezione Guido De Vidi – foto 02.08.06 – diritti riservati

Recentemente (10 Novembre 2005) è stata inclusa nel genere Brilobium e speriamo che per un po’ stia lì tranquilla: Bryobium hyacinthoides (Blume) Y.P.Ng & P.J.Cribb in Orchid Rev. 113(1265): 272. 2005
E’ una deliziosa orchidea fragrante di dimensioni contenute e bella anche come pianta.
Epifita e/o litofita a sviluppo simpodiale è originaria della penisola Malese, Sumatra e Java. Ama climi freschi ed è endemica ad altitudini che vanno dai 500 ai 1500 metri.
Questa orchidea produce foglie oblunghe, strette e lanceolate, che avvolgono gli pseudobulbi basali.
Le infiorescenze escono dalle guaine basali delle foglie e formano dei corti steli portanti anche 40 fiori bianchi con il labello vagamente dipinto di ocra gialla, profumati e molto somiglianti ai nostri giacinti, da cui il nome hyacinthoides.
Brylobium hyacinthoides fiorisce in primavera estate, ma non di rado nei grossi esemplari è rifiorente.
Coltivazione
Va coltivata in vaso con substrato di bark misto a torba filamentosa e agriperlite, si consiglia di tenerla nella parte fresca e bassa della serra.
Nonostante sia poco conosciuta e proposta dai venditori, questa specie botanica è facilmente coltivabile anche in casa e quindi va caldamente consigliata ai collezionisti da “balcone”.
Cibo e acqua
Concimare e bagnare durante tutto l’anno, attuando il classico rallentamento di cibo ed acqua nella stagione fredda.

Orchids Club festeggia un nuovo Dottorato

Congratulazioni dott. Carlo

Massimo dei voti anche per Carlo Nicoletto, che mercoledì scorso si è laureato in Scienze e tecnologie agrarie.
La sua grande felicità è condivisa da tutti gli amici del blog e di Orchids club Italia: le orchidee possono godersi un altro “dottore” per amico!
Domenica Carlo sarà all’incontro d’Agosto di Orchids Club…e sarà anche lì la festa!!!

Lc Mini Purple

Cerco il nome di questo clone

Questi fiori stupendi sono della Lc Mini Purple (L. pumila x C. walkeriana) (1965) Ibrido registrato da Yamada, ma non conosco il nome del clone rappresentato nella foto, qualcuno mi può aiutare?

Altre info.

Questa foto mostra la pianta intera, gli pseudobulbi della divisione sono alti circa 10 centimetri… quello nuovo con i fiori, che si è formato nella mia collezione è più alto di 7-8 centimetri: forse troppa ombra …o troppa grazia!

Nel composto si nascondeva questa cartellinatura: Lc Mini Purple ‘hawaiian blu’…forse il clone andava scritto così ‘blu hawaii’…, ma mi rimane ancora qualche dubbio

Holcoglossum amesianum, orchidea afrodisiaca?

Dalla Cina…con amore

I CINESI HANNO SCOPERTO UN’ORCHIDEA AFRODISIACA
Scienziati cinesi della Tsinghua university di Shenzhen hanno scoperto un nuovo tipo di orchidea, l’ Holcoglossum amesianum, che vive a duemila metri, a temperature rigidissime, che è in grado di autoimpollinarsi e produce un polline che allontana gli insetti. Proprio da questo polline, trasformato in compresse, gli scienziati ritengono di poter ricavare un potente afrodisiaco che avrebbe un effetto rinvigorente per gli uomini e rivitalizzante e protettivo per le donne.

Questo trafiletto è apparso sul CORRIERE DELLA SERA di alcuni giorni fa: traetene le conclusioni che preferite, io presento una breve scheda del l’orchidea in questione, che coltivo da qualche anno. Con la prossima fioritura proverò a sintetizzare il polline dei suoi fiori…vi terrò informati.

Collezione Guido De Vidi -Diritti riservati.
Holcoglossum amesianum “DOTTORI” (Rchb. f.) Christenson 1987
Ex Vanda amesiana
Il nome proprio della specie è stato dato in onore del botanico Ames.
Questa orchidea di medie dimensioni, monopodiale, epifita e/o litofita è endemica in Birmania (nome attuale del paese Myanmar), Cambogia, Laos, Vietnam, Cina e Tailandia.
Predilige molta luce. In natura questa orchidea vive in pieno sole abbarbicata sui pendii rocciosi e sugli alberi delle foreste montane primarie a 1200 – 1600 metri di altitudine.
Possiamo considerarla un’orchidea da clima fresco, ma richiedente un periodo di caldo luminoso durante la fase vegetativa estiva.
Alla base del fusto rigido si sviluppano diverse foglie semi teretiformis, acuminate e di colore verde scuro dalle cui brattee ascellari crescono lunghi steli con diversi fiori bianchi (10 – 40) con il labello sfumato di viola: sono molto profumati e fioriscono in autunno/inverno.

Note di coltivazione:
L’Holcoglossum amesianum forma grosse radici e qualche volta tende a produrre più ceppi pseudo-basali, che non vanno confusi con quelli delle orchidee simpodiali, ma sono normali filiazioni tipiche delle Vandaceae (formazione di nuove piante lungo il podio principale). Questa caratteristica vegetativa consiglia di coltivare l’Holcoglossum amesianum in contenitori costruiti con asticelle di legno duro. Il substrato può essere costituito di bark grosso e carbone di legna. Si ottengono buoni risultati anche con sistemazioni su zattere di legno e/o sughero.
Collocando l’ Holcoglossum amesianum nella parte più luminosa della serra o dello spazio domestico disponibile, le fioriture sono puntuali e generose…in casa la scommessa si fa più difficile.
Questa orchidea non richiede particolari periodi di riposo vegetativo, ma è consigliata una particolare attenzione con le bagnature invernali: eccedendo si corre il rischio di procurare dei ristagni ascellari indesiderati.
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All’ombra della Stanhopea

Ballando sotto un tetto di fiori

Il caldo insopportabile ed alcune vicende “virtuali” hanno momentaneamente inibito la mia creatività di blogger imbranato…per riacquistare vigore ho ascoltato i saggi consigli di dolcissime orchidofile amiche, che mi consigliavano di andarmi a purificare alla “Fonte Castalia di Rio Parnasso” e portare poi un “oracolo in serra”, effettivamente, questi riti mi hanno consentito di riprendere i racconti “strafalcionati” delle mie orchidee.
I motivi? Il web è fantastico, ma nello stesso tempo è anche un grande mare arcano, pieno di folletti che fanno periodiche e dannose incursioni nelle varie isole, compresa anche la nostra.

Ripartiamo con il diario di Orchids.it, che spero riesca sempre a portarci nel magico mondo delle orchidee, senza se e senza ma.

Ieri, proprio durante il “rito purificatorio” – lasciatemi fantasticare – mentre stavo bagnando le orchidee sistemate all’esterno della serra e fra queste le possenti Stanhopee, ho vissuto attimi surreali (chissà, magari inebriato dall’intensissimo profumo), che mi hanno trasportato in luoghi stregati , sotto un tetto di fiori fragaranti a ballare strane danze in compagnia di esili figure deliziose…è durato pochissimo e mi son presto ritrovato nella realtà con la canna dell’acqua fra le mani a dar loro refrigerio.

Eccola la complice: Stanhopea oculata, che da qualche anno, regolarmente, a metà Luglio si conquista il set e recita la sua commedia

Ora dovrei scrivere qualche cosa di “scientifico” o meglio di tecnico, ma preferisco lasciare a questo post la sua dimensione surreale e fantastica… per le notizie informative posso sempre “linkarmi” ..non me lo vieto di sicuro!! Sì perchè in qualche forum italiano, è caldamente sconsigliato linkare, preferiscono tenere nella propria pancia notizie e foto di altri spazi web.

Sulle Stanhopeae ci sono vari post su questo blog, ecco alcuni: questo ancora uno
ed infine questo racconto