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Tolumnia: Zelemnia Midas ex Oncidium Midas

Qualche nota su Tolumnia (Oncidium Equitant)

Il gruppo di orchidee ora noto con il nome Tolumnia era un tempo chiamato Oncidium sezione Variegata o comunemente denominato “Oncidium equitant”. Le foglie sono disposte a coppie sovrapposte, equitant per l’appunto (dal latino a cavallo).

IMG_0146A complicare le cose ci pensarono i tassonomi circa 20 anni fa quando separarono Onc. onustum dal genere Oncidium.
Le ibridazioni fra le varie specie di Tolumnia sono relativamente recenti (le prime sono datate non più di 60 anni o giù di lì), ciò nonostante, la loro velocità di crescita e di fioritura hanno già permesso agli ibridatori di ottenere ottimi risultati. Tutte le specie sono endemiche nei Caraibi, qualcuna vive addirittura in una sola isola. La maggior parte delle varietà usate nelle ibridazioni vivono in climi intermedi e crescono come epifite sui rami esposti alla luce ed al movimento dell’aria. L’habitat, seppur ad elevata umidità, dovuta alle piogge giornaliere, grazie al movimento d’aria costante dagli alisei, consente alle le piante di asciugare in breve tempo.
La chiave per la buona coltivazione degli oncidium equitant è quella di consentire leggere asciugature fra le bagnature.

IMG_0144 Zelemnia Midas ‘Willow Pond’ AM/AOS
L’ibrido rappresentato nelle foto, a suo tempo registrato come Oncidium Midas (Red Belt x onustum), ha seguito tutte le evoluzioni tassonomiche, con qualche problema in più: Oncidium Red Belt diventò Tolumnia, ma Onc. onustum divenne Zelenkoa onusta, qundi l’incrocio è ora chiamato Zelemnia Midas: combinazione di Zelenkoa e Tolumnia.

Nota
Per sistemare Onc. onustum in un nuovo genere, i botanici decisero di nominarlo in onore di Harry Zelenko, pittore botanico che ha dipinto tutte le illustrazioni per “Orchids: The Pictorial Encyclopedia of Oncidium”.

24-25 Aprile, al via 2 eventi organizzati da Orchids Club Itala

c_skinneri-2Come è ormai consuetudine, il nostro Club, in occasione del 25 Aprile, festa della liberazione dal nazi-fascismo, organizza due mostre in contemporanea: (24-25 Aprile) San Donà di Piave VE e (25 Aprile) Spercenigo TV.
Entrambe hanno un alto valore simbolico, per i messaggi che intendono divulgare, ed anche perchè sono frutto della creatività e della vitalità del nostro Club orchidofilo.

Evento di San Donà
L’evento di San Donà di Piave, che quest’anno si articolerà in 2 giorni (Sabato 24 e Domenica 25 Aprile), presenterà ai visitatori un vasto programma comprendente momenti musicali, divulgativi ed anche di mercato.
Giovani ed affermate musiciste eseguiranno brani musicali dal vivo (pianoforte e violino)
L’edizione 2010 presenterà anche una sontuosa coreografia floreale a cura del Flover di Bussolengo, che riempirà di orchidee, di colori e di suoni, la splendida galleria del caffè letterario, opera dell’architetto trevigiano Toni Follina.
In questo contesto di mercato sarà allestita la mostra delle orchidee da collezione provenienti dalle serre dei soci di Orchids Club Italia.

La mostra di Spercenigo
phal_lobbii_2Spercenigo è una piccola frazione del comune di San Biagio di Callalta (10 km ad est di Treviso). Ad animare la vita di questo paese ci pensa un attivissimo gruppo che organizza la sua bella festa dei fiori per raccogliere fondi da devolvere al mantenimento della scuola materna e di altri centri di socializzazione locali.
Già lo scorso anno il nostro Club ha voluto presenziare a questa genuina festa popolare e quest’ anno sarà ancora presente il 25 Aprile con un programma articolato.
Nella palestra della scuola materna sarà allestita un’esposizione di orchidee esotiche, di piante carnivore, di essenze arboree rare ed anche di altre preziose famiglie vegetali
Ci sarà una vendita di beneficenza di orchidee commerciali, curata dalle operatrici della scuola materna, i cui introiti andranno a rinpinguare il bilancio della scuola stessa.
In via del tutto eccezionale saranno messe a disposizione dei collezionisti, molte divisioni delle rare orchidee della collezione di Guido De Vidi.
In questo angolo dei desideri saranno disponibili specie botaniche difficilmente reperirbili nei normali canali di vendita.

Nota finale
In entrambe le maifestazioni saranno organizzate dimostrazioni di coltivazione: le conferenze saranno curate da esperti di Orchids Club Italia.
Vi apettiamo numerosi, ovunque voi lo desideriate…l’ingresso è gratuito.

Orchidee selvagge… le emozioni del collezionista

La foto di copertina:
Dendrobium sulcatum Lindl.
Collezione Guido De Vidi – foto 25.02.09
Notizie su questa specie le trovi su questo post

giungla_fiore A CACCIA DI ORCHIDEE
Nomi come William John Swainson (1789-1855) evocano epoche, avventure, sotterfugi e miti legati alla scoperta di nuove specie di orchidee.
Ai nostri giorni, complice la “globalizzazione” dei mercati, è molto più facile vivere l’emozione della raccolta… basta andare a “caccia” fra i banchi dei venditori sudamericani o asiatici, sempre più spesso presenti nelle fiere europee.
Le orchidee che arrivano in Europa dai paesi extracomunitari, dovrebbero passare al vaglio di attenti controlli, ma da quel che si vede sui bancali dei venditori, molto materiale non proviene da semine e da coltivazioni.
Che questo sia male o bene non sta a me valutarlo, ma tant’è, e pare che questa opportunità procuri notevole piacere ai novelli “cacciatori ” di orchidee.
I moderni emuli di Swainson, Gardner, Paxotn, Bungeroth e altri, si dividono in due categorie: solitari (agiscono in solitudine e poi chiedono consigli), e “forumisti” brutto termine per indicare i frequentatori di forum su internet (il tam-tam attraverso internet produce la “caccia” di gruppo), quest’ultimi con l’occasione si godono anche il piacere di dare un volto ai compagni di messaggistica sui forum.
Perfetto, si dirà, ma le prede di caccia – poche troveranno una serra ad accoglierle – la maggior parte andrà ad abitare in soggiorno, in piccoli terrari, in verande o più semplicemente su davanzali, come se la caveranno??
In questa ricerca delle orchidee selvagge prende corpo anche un fenomeno particolare; siccome i venditori extra europei non tornano in patria con l’invenduto (dovrebbero rimettere in moto la burocrazia dei permessi), quel che rimane sui loro banchi di vendita diventa bottino di qualche venditore nostrano… le prede d’oltre oceano saranno vendute da loro in altre fiere.
Intanto, i “cacciatori” di orchidee selvagge, tornati a casa mostrano le foto delle loro prede su Facebook o sui loro forum di frequentazione.
Una bella rappresentazione non c’è che dire, ma per entrare a pieno titolo nella affascinante atmosfera delle orchidee selvagge, facciamo un salto nel tempo ed andiamo a rileggerci Rebecca Tyson Northen , a proposito delle orchidee provenienti dalla giungla, nel suo libro “Le orchidee” scriveva:
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Flover 2009… no comment

L’esposizione alla Flover vista dalla digitale di Vincenzo Ghirardi
La mostra corona 5 lustri di collaborazione di vari collezionisti e da qualche anno della nostra associazione, con il garden Flover di Bussolengo, in occasione della “festa delle orchidee di San Valentino”.
In questa 20a edizione le orchidee sono rimaste esposte al pubblico dal 7 al 15 Febbraio 2009.
Le orchidee esposte provenivano tutte dalle collezioni private dei soci di Orchids Club Italia.

La prima foto a partire da sinistra coglie la maestosità del monte Baldo con le cime innevate che toccano il cielo terso. La seconda foto… mooolto meno amena, immortala l’amico Gianni mentre mi sta offrendo una degustazione del famoso “Amarone”… il resto è poesia, buona visione.

Nota: sulla testata del blog è stata aperta una nuova pagina “foto” che diventerà una lunga galleria dove poter postare le foto di esposizioni ed eventi… anche le tue se le invierai a questo indirizzo di posta elettronica in formato massimo 480 pixel.

Cattleya mossiae

cattleya_mossiae Cattleya mossiae Hooker 1838
Edizione: 1
Lit. Citazione: Curtis’s Botanical Magazine, Vol.65, t.3669, 1838 – 1839
Nota: Nuova serie, Vol.12
Tipo: Articolo
Redattori: Samuel Curtis & William Jackson Hooker
Editore: Couchman, Londra
Sinonimi:
Cattleya aliciae L. Linden 1895; Cattleya carrieri Houller. 1883; Cattleya edithiana Warner ex Williams 1868; Cattleya labiata var atropurpurea Paxton 1844; Cattleya labiata var candida Lindley & Paxton 1850; Cattleya labiata var mossiae [Hkr.]Lindley 1840; Cattleya labiata var picta Lindley & Paxton 1850; Cattleya labiata var picta [Lindley & Paxton]Rchb.f 1874; Cattleya labiata var reineckiana [Rchb.f]A.D.Hawkes; Cattleya mossiae Hkr. var. reineckiana Hook.; Cattleya mossiae var. wageneri Braem 1986; Cattleya reineckiana Hort. 1883; Cattleya reineckiana Rchb.f 1856; Cattleya wageneri Rchb.f 1854; Cattleya wagneri Hort.; Epidendrum labiatum var. mossiae [Hkr.] Rchb.f 1861

Curiosità e note storiche
catt_mossiae_in_sitoUna specie proveniente dalla foresta venezuelana, bella, profumata e nota a tutti gli appassionati di orchidee. Ned Nash la considera fra le “tre grandi specie di Cattleya”, insieme con C. labiata (Brasile) e C. trianei (Colombia).
C. mossiae è stata così nominata in onore di Mr. & Mrs. Thomas Moss di Aigburgh (banchieri di Liverpool), nella cui collezione fiorì per la prima volta in Europa.
Cattleya mossiae è il fiore nazionale del Venezuela dal 1951. Hooker, in un passaggio della sua analisi descrittiva, evidenzia i particolari di questa nuova specie unifoliata (scoperta subito dopo la C. labiata), e scrive…”i fiori di questa orchidea sono i più grandi finora conosciuti dell’intera famiglia; sono inoltre molto appariscenti e nessun pennello d’artista può riprodurne la bellezza”
Per qualche tempo ci furono delle dispute sul fatto, che fosse una specie assestante e non solamente una varietà della labiata, poi fu deciso per considerarla una nuova specie.
Cattleya mossiae é una specie epifita, unifoliata a sviluppo simpodiale, endemica del Venezuela, vive sulla fascia montagnosa litoranea e sui pendii occidentali delle Ande a 1000 – 1600 metri di altitudine.
Questa specie presenta le infiorescenze molto grandi a gruppi di 3 – 5 fiori con tonalità di colore variabili dal lavanda pallido, al concolor alba, fino alla bellissima varietà coerulea.
L’introduzione nel mondo orticolo Europeo della Cattleya mossiae (1836), di più facile reperimento della C. labiata, creò molta sensazione ed interesse (denaro permettendo) fra i collezionisti dell’epoca e negli anni a venire furono molti i premi conquistati da questa nuova orchidea nelle esposizioni: fra il 1865 ed il 1913, la Royal Horticultural Society assegnò 37 (Awards of Merit) e 16 (First Class Certificates), a 53 nuovi cloni di C. mossiae.
La Cattleya mossiae fiorisce nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio ed in Venezuela è chiamata l’orchidea di Pasqua.

Grande successo come fiore reciso
Le più belle varietà e le prime ibridazioni furono molto usate per produrre fiori recisi, che fecero la fortuna dei coltivatori degli anni 40 e 50; in quei tempi le confezioni di fiori della C. mossiae rappresentavano il delicato omaggio che ogni figlio dedicava alla mamma in occasione della sua festa.
Si racconta che a partire dal 1934 e per diversi anni di seguito, un raccoglitore di orchidee nella zona di El Tocuya, Venezuela, spedì mediamente ogni anno, 20 – 50 casse Wardiane di C.mossiae a Mr. Edward A. Manda.
In natura sono state raccolte diverse C.mossiae forma “blu coerulee”, famose sono le varietà ‘Reineckiana, Blue Lip’ e ‘McPeaks’.
Gli appassionati delle Cattleya devono assolutamente cercare questa stupenda specie botanica perché è molto resistente ed adattabile alle varie condizioni critiche: in caso di disfatta della collezione rimarrà sicuramente vivo un esemplare di questa specie.

Note colturali
Cattleya mossiae va coltivata in vaso, io, però coltivo con buoni risultati, anche qualche esemplare in zattere di legno duro; va bagnata regolarmente durante la fase dello sviluppo, avendo però l’attenzione di garantire una breve asciugatura fra le bagnature e di porre molta attenzione con le bagnature invernali, che devono essere fatte con parsimonia.
Una buona luminosità accompagnata da ambiente caldo e ventilato garantisce piante in salute ed ottime fioriture.
Le fertilizzazioni vanno somministrate a dosi leggere, mezzo grammo di NPK 20.20.20 solubile, per litro d’acqua ogni 3 bagnature: in inverno dimezzare dosi e frequenza.
Questa orchidea è dormente a partire da novembre a febbraio, fiorisce in tarda primavera (emisfero nord) e rimane in leggero riposo vegetativo sino all’inizio dell’estate per ricominciare poi il nuovo sviluppo, che dura fino ad Ottobre.
I rinvasi e le divisioni sono consigliabili: solamente quando cominciano a vegetare le prime radici nuove.