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Paphiopedilum callosum… e le sue varietà

Un bel esemplare di Paphiopedilum callosum e qualche considerazione sulle sue varietà.

Colonna sonora
Paphiopedilum callosum (Rchb. f.) Pfitzer 1895
Sottogenere Sigmatopetalum Sez. Barbata – Sottosezione Barbata Kraenzlin 1901
Sinonimi:Cordula callosa Rolfe 1912 – Cypripedium callosum Rchb.f 1886
Fiorisce in tarda primavera, inizio estate. E’ un’orchidea terricola di medie dimensioni ed è molto ricercata per la dimensione dei suoi fiori (possono arrivare anche a 10 cm.), ancor più evidenziata dall’enorme sepalo dorsale. Ogni vegetazione produce un’unica infiorescenza, raramente due.
Lo stelo a portamento eretto arriva a misurare anche 40 centimetri di altezza e porta al suo apice il fiore con un grande sepalo leggermente ondulato all’estremità superiore, di colore bianco, con striature alternativamente corte e lunghe color verde alla base e porpora all’apice.
I petali sono color verde pallido con verruche scure sulla parte superiore e le punte color porpora. Il labello è di colore marrone-porpora e verdastro nella sua parte inferiore.
Le foglie maculate, sono lunghe circa 15 cm.
In natura vive in tutta la penisola del Siam, dalla Taailandia al Laos ad altitudini da 300 a 1300 metri.
Paphiopedilum callosum è collocato da Cribb nel sottogenere Sigmatopetalum, sezione barbata (per la forma e la struttura dei petali), mentre un altro tassonomo, Braem divide questo sottogenere in una moltitudine di sezioni e sottosezioni.
In buona sostanza, per semplificare la cosa, possiamo suddividere in due gruppi le varie specie di questo sottogenere: nel primo sono affini i P. callosum, P. sukakhulii e P. venustum, del secondo i P. appletonianum, P. hookerae e P. violascens.
Le foglie sono normalmente tessellate/marmorizzate e le piante in coltivazione prosperano bene con luce filtrata, temperature medio/calde e con substrato umido e leggermente fertilizzato.
Note generali
Non vado pazzo per il genere Paphiopedilum. E’ vasto e per certi aspetti ancora oggetto di diverse interpretazioni tassonomiche, per questo si presta molto bene come terreno di “caccia” nei congressi e nei libri dei botanici.
paph_callosumCiò nonostante ha destato ammirazione e desiderio di approfondimento, l’esemplare che vedete nella foto di sinistra.
E’ una pianta vecchia una decina d’anni di Paphiopedilum callosum. E’ abbastanza difficile tenere insieme nello stesso vaso, una pianta di Paphiopedilum perchè le sue radici, invecchiando, tendono a dividere naturalmente il rizoma orizzontale che le tiene insieme. Quindi un bel esemplare con 5-6 fiori ben sviluppati può destare ammirazione ed attenzione. L’attenzione per questa specie è cresciuta quando ho girato lo sguardo verso altre piante della stessa specie, anche loro fiorite: le tonalità dei colori della tessellatura marmorizzata delle foglie era diverso, così pure la dimensione dei fiori e delle piante stesse.
Analizzando la nostra specie in esame, e nello specifico le foglie, la dimensione delle piante e la struttura dei fiori ci portano a dedurre che, a seconda del suo luogo di endemicità, variano di forma e di colore fino a raggiungere anche le forme albine.
paph.-thailandense Nella foto di sinistra possiamo analizzare il fiore della varietà “thailandense”. Ho scritto varietà, ma molti libri e sopratutto molti venditori la considerano altra specie, con la buona pace del collezionista.
Quindi la specie di riferimento è Paphiopedilum callosum var. thailandense, ma secondo Cribb, dovrebbe essere solamente un sinonimo.
Paphiopedilum callosum (Rchb. f.) Cribb
Sinonimi: Paphiopedilum birkii; P. sublaeve; P. thailandense
La confusione non finisce, sul libro “Paphiopedilum” di Braem e Chiron (2003) si decide fra l’altro, che la specie Paphiopedilum callosum diventi Paphiopedilum crossii .

Altre varietà del P. callosum:
P. callosum var. callosum
P. callosum var. warnerianum (T.Moore) ined
P. callosum var. potentianum (O.Gruss & Roeth) P.J.Cribb 1998
Paphiopedilum callosum var. schmidtianum [Kraenzl] Pfitzer 1903
Paphiopedilum callosum var. viniferum (Koop. & N.Haseg.) Cavestro 2001
Paphiopedilum callosum var. angustipetalum Guillam. 1924
Paphiopedilum callosum var. sublaeve (Rchb.f.) Fowlie 1979
Per approfondire il tema leggete questo link

…non è finita: Paphiopedilum callosum var. sublaeve, conosciuto anche come Paphiopedilum callosum var. thailandense… buon divertimento!

Paphiopedilum bellatulum ‘SCHIO’ BM AIO

Questo post lo dedico a Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace, da anni agli arresti domiciliari a Yangoon, che oggi compie 65 anni. Tanti auguri, nella speranza che sia finalmente liberata dai feroci dittatori, oggi al potere in Myanmar.

Il bello della mostra: piccoli racconti tra cultura scienza e favola.
E’ norma che le orchidee, qualora sono premiate in una mostra, in aggiunta alla nomenclatura tassonomica “binomiale” – in questo caso Paphiopedilum bellatulum – ricevono anche un nome di CULTIVAR che rimarrà per sempre legato a quella pianta.

schio_2010_5 A questa orchidea, premiata all’esposizione di Schio 2010, con medaglia di bronzo è stato dato il nome della Città:
Paphiopedilum bellatulum ‘SCHIO’
Questa pianta di Paphiopedilum bellatulum, esposta per la prima volta a Schio, giunse fortunosamente in Italia dal Myanmar otto anni fa. Questo avvenne in occasione di uno dei primi viaggi in quel Paese, di due miei carissimi amici.
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Holcoglossum amesianum… chi fa da sé fa per tre

Un metodo esclusivo di autofecondazione

Holcoglossum amesianum è un’orchidea epifita, endemica nella Provincia cinese dello Yunnan e fiorisce durante i mesi asciutti da febbraio ad aprile.
L’impollinazione di questa specie di orchidea non avviene con l’ausilio di insetti pronubi. A tal proposito, alcuni botanici cinesi, guidati da LaiQuang Huang della Tsinghua University, posto che in natura, i fiori di Holcoglossum amesianum si fecondano, hanno scoperto il loro ingegnoso ed alquanto originale sistema riproduttivo.

Per assicurarsi che i pollinia raggiungano l’ovulo, questa pianta non produce liquidi appiccicosi.
holcoglossum_-amesianum_imp I suoi fiori si avvalgono solamente della legge di gravità; ad un certo punto ogni singolo fiore ruota quel tanto che serve per posizionare la parte sessuale maschile di se stesso (pollinia) nella posizione necessaria per fertilizzare quello femminile (stigma).
Pertanto, questa orchidea non ha bisogno di sprecare energie per produrre profumi e/o nettare per attirare gli insetti pronubi. E’ sufficiente che il cuscinetto di protezione delle masse polliniche si scopra e che il fiore ruoti nella posizione adatta a farle cadere nella cavità dello stigma, dove avviene la fecondazione. Questo rapporto sessuale è così esclusivo che ogni singolo fiore è autosufficiente e non necessita nemmeno il trasferimento di polline da fiore a fiore sulla stessa pianta.

Pervy orchids: Sequenced photos of self-pollinating Holcoglossum
Referenze: Liu, KW; Liu ZJ, Huang L, Li LQ, Chen LJ, Tang GD (Jun 22 2006). “Pollination: self-fertilization strategy in an orchid”. Nature 441 (7096): 945-6. PMID 16791185.

Orchidee a Schio… tre buoni motivi in loro favore

Giugno 2010 – La quinta edizione della mostra mercato delle orchidee è stata fatta!!
Complimenti a tutti. All’Amministrazione Comunale e nello specifico alla brave ragazze del “Settore grandi eventi”, vero motore di questo evento, complimenti a quel gruppetto di orchidofili scledensi che hanno reso materialmente possibile l’evento, complimenti ai produttori e commercianti presenti, complimenti a Orchids Club Italia ed infine, complimenti alle stupende orchidee esposte.

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Ascocentrum curvifolium ‘KONSTANTINA’ “Best in Show Giardino Jacquard 2010” e Medaglia Oro AIO
Nota: questo esemplare ha 21 anni e non è mai stato diviso.

Il valore di una mostra di orchidee
Stabilire il vero valore di un esposizione orchidofila è un’impresa non facile. Alla fine, la differenza la fanno sempre loro: le orchidee esposte.
Il comune di Schio, anche per assegnare un valore qualificato all’esposizione, ha istituito il premio “Best in Show Giardino Jacquard 2010”, e per attribuirlo ha invitato i giudici dell’Associazione Italiana di Orchidologia.
In qualsiasi esposizione orchidofila, le valutazioni della giuria determinano il livello qualitativo della stessa. La giuria può assegnare medaglie, oro-argento-bronzo, può fermarsi al livello minimo assegnando solamente medaglie di bronzo e può anche non assegare medaglie e conseguentemente non segnalare la o le “Best in Show”.
Alla mostra di Schio sono sate nominate due “Best in Show”, una per il settore hobbisti ed una secconda per il settore produttori professionisti. Sono state assegnate due medaglie d’oro, due medaglie d’argento e sei medaglie di bronzo… un risultato qualitativo che parla da solo.
A questo punto ci starebbe anche un po’ di polemica, troppe cassandre hanno remato contro questa manifestazione, troppi silenzi sono stati spesi a piene mani per annichilirla, ma ora c’è solo il tempo per godere l’ottimo risultato ottenuto.
Durante la cerimonia di consegna del “Best in Show Giardino Jacquard 2010”, l’Assessore Comunale – nel suo intervento – ha giustamente ricordato che a Schio, il tema del collezionismo botanico, tanto in voga nell’Ottocento, ed in particolare il collezionismo di orchidee, era praticato all’epoca, dallo stesso Alessandro Rossi nella serra climatica del suo giardino.
Questo è un primo buon motivo per mantenere a Schio un grande evento orchidofilo a respiro internazionale.
Un secondo buon motivo si lega alla stessa storia operaia ed alla vocazione associativa della Città di Schio e delle sue genti.
Il terzo buon motivo lo lascio individuare a voi lettori di Orchids.it… ed anche a chi ha visto la mostra.

Anteprima Schio …ovvero, quel che vedrete in mostra

Collezione Guido De Vidi: orchidee in partenza per Schio

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orchidee_schio_4 Non tutti gli appassionati orchidofili potranno visitare l’esposizione di Schio, che queste foto siano propedeutiche a non mancare… dal vivo è tutt’altra cosa, non accontentatevi… venite a trovarci 😉

NB) Nell’angolo dei desideri potrete trovare divisioni (forza a fiore) delle orchidee in foto.
… domani altre foto!!

…eccole
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orchidee_schio_vandaorchidee_schio_tillandsia Insieme alle orchidee in mostra ci saranno anche le loro “intriganti” compagne di vita: le Tillandsie della collezione Gabriella & Carlo Ivano.

Domani la mostra apre i battenti… con questo caldo speriamo che le piante non facciano i capricci!!