Archivi categoria: Club

Club delle orchidee – Notizie

Padova – Bussolengo… passando per il monte Baldo, e ritorno

Cosa non si fa per gli amici e per le orchidee: diario semiserio dei due famosissimi esploratori (BRUNO e MERIS)… due soci padovani del Club, in visita alla mostra di Bussolengo.

OGGETTO: Esplorazione della giungla del Bussolengo alla ricerca di nuove specie di orchidee selvatiche e non.

Dopo un’accurata documentazione della zona da esplorare (il garden di Bussolengo) ci siamo messi all’opera per tracciare l’itinerario da percorrere nella giungla di strade e autostrade e scaricato da internet il percorso da fare sabato 14-02-2009 alle ore 09.45’ ci siamo messi in viaggio a bordo della nostra nave (Fiat punto).
Il mare dell’autostrada era pieno di insidie e tranelli ma noi prodi esploratori forti del nostro moto (non sempre la strada più breve è la migliore) giunti all’uscita di Verona nord la mia navigatrice Meris – a me gha ditto: varda che xe scritto Bussolengo – io ho risposto – più avanti c’è l’uscita giusta – (mi sbagliavo)… proseguendo ho capito di aver sbagliato, purtroppo l’uscita successiva era Affi.

monte_baldo_02_09 (Monte Baldo visto da Pastrengo – panoramica)

Usciti ad Affi ho detto – non torniamo indietro per l’autostrada, ma prendiamo la tangenziale – ma in quel mare in tempesta di deviazioni ho preso la via sbagliata e proseguendo avanti senza chiedere indicazioni a nessuno (tanto, quando ci decidiamo di chiedere informazioni troviamo sempre o uno non del posto o uno ubriaco) proseguiamo imperterriti per la nostra strada (siamo arrivati quasi in cima a Monte Baldo) avendo capito in ritardo che se continuavamo ancora nella nostra esplorazione avremmo trovato la neve e non le orchidee. Siamo tornati in dietro verso Affi.
Arrivati ad Affi questa volta per non sbagliare riprendiamo l’autostrada, ma sbagliando la direzione andiamo verso Trento (porca miseria la prossima uscita è a 27 km ), arrivati a Avio siamo usciti dall’autostrada ci siamo fermati a prendere un po’ d’aria.
Abbiamo ripreso l’autostrada e via verso la nostra meta (la giungla di Bussolengo) senza intoppi, arrivati nella giungla abbiamo sbagliato nuovamente e siamo entrati dall’uscita, erano le ore 12.30’ circa, km percorsi 227.
Finalmente felici e stanchi ci siamo immersi nella giungla piena di meravigliose orchidee.
Vagando tra la giungla abbiamo trovato un indigeno del posto (Vincenzo) che ci ha fatto da guida verso una capanna indigena (il bar del garden) per rifocillarci un po’.

Proseguendo nella nostra esplorazione abbiamo incontrato altri indigeni locali e non, con loro abbiamo scambiato alcune parole (strano parlavano la nostra lingua) e ci siamo immersi nuovamente nella giungla per raccogliere un po’ di orchidee da portare a casa.
Salutati gli indigeni che ci hanno indicato la rotta da prendere per il ritorno, ci siamo imbarcati sulla nostra “nave” per far rotta verso casa erano 16.45 circa.

Dopo una lunga fila di “navi” che attendevano il turno per passare il mare del centro di Bussolengo abbiamo preso la via indicataci dagli indigeni, ma le insidie non finivano mai ed ecco che ti arriva una strada interrotta con relative due deviazioni (tragedia) ne prendiamo una, naturalmente non giusta per noi, dato che ci ha portati nel centro di Verona, e adesso? Dove andiamo? Con un colpo di fortuna condito dalla mia “indiscussa” esperienza di navigatore ci siamo trovati davanti alla fiera e con una grande virata e alzato la vela maestra ho fatto rotta verso il casello di Verona sud senza altri intoppi, siamo arrivati a casa sani e salvi alle ore 18.45 con un totale di km 327, (oltre 100 km in più del necessario) stanchi ma soddisfatti di quella bellissima avventura nella giungla di strade e autostrade e Garden da trovare.

A tutti voi un saluto e alla prossima avventura dai più grandi esploratori Bruno e Meris.

PS)… e ricordate sempre il nostro motto: non importa quanta strada fai ne quanto tempo ci metti, l’importante è arrivare sani e salvi.

Prossima avventura …………..Pordenone ?????

Nota di redazione: ve spetemo a Pordenon, ma par rivar in tempo ve convien partir doman de matina… presto 😉

Flover 2009, le orchidee in esposizione… collage

flover_08_02_2009 Come dici? Non si vede un tubo? Eh sì hai ragione, sono proprio tante, per ammirarle bene e dal vero, vieni a farci visita, l’esposizione durerà tutta la settimana.
Quelle che intravvedi nel collage sono le orchidee coltivate da vari soci di Orchids Club Italia, gli stessi hanno curato anche l’allestimento della mostra, ai quali va un grazie caloroso.
Pare che qualche esemplare in mostra, sia stato esposto fin dalla prima edizione del 1989.
Probabilmente non tutte le orchidee in esposizione dureranno in fiore fino a Domenica 15 Febbraio, se hai qualche orchidea fiorita portala in mostra, sarà gratificante per tutti.
Per vedere qualche foto da vicino vai sul sito di Alberto Ghedin

Grave lutto

Ospitale di Cadore (Belluno) – Faceva parte di un gruppo di 18 scout di Treviso, il giovane che ha perso la vita ieri mattina precipitando in un canale ghiacciato per circa 250 metri. Era il nipote del nostro carissimo amico Alberto Ghedin, figlio della sorella, già provata dalla perdita del marito in un incidente stradale di 8 anni fa.
Jacopo Ceneda, sedici anni, era uno dei due accompagnatori, il ragazzo stava percorrendo con la comitiva il sentiero che porta a casera Girolda, lungo una vecchia mulattiera molto frequentata nel periodo estivo, ma completamente ghiacciata in questi giorni. Trovatosi di fronte una slavina di neve ormai dura che interrompeva il sentiero, ha provato a superarla perdendo l’equilibrio e scivolando nel canale sottostante.

Condoglianze.
Il bog rimane in silenzio ad onorare questa giovane vita spezzata dal destino.

Cattleya mossiae

cattleya_mossiae Cattleya mossiae Hooker 1838
Edizione: 1
Lit. Citazione: Curtis’s Botanical Magazine, Vol.65, t.3669, 1838 – 1839
Nota: Nuova serie, Vol.12
Tipo: Articolo
Redattori: Samuel Curtis & William Jackson Hooker
Editore: Couchman, Londra
Sinonimi:
Cattleya aliciae L. Linden 1895; Cattleya carrieri Houller. 1883; Cattleya edithiana Warner ex Williams 1868; Cattleya labiata var atropurpurea Paxton 1844; Cattleya labiata var candida Lindley & Paxton 1850; Cattleya labiata var mossiae [Hkr.]Lindley 1840; Cattleya labiata var picta Lindley & Paxton 1850; Cattleya labiata var picta [Lindley & Paxton]Rchb.f 1874; Cattleya labiata var reineckiana [Rchb.f]A.D.Hawkes; Cattleya mossiae Hkr. var. reineckiana Hook.; Cattleya mossiae var. wageneri Braem 1986; Cattleya reineckiana Hort. 1883; Cattleya reineckiana Rchb.f 1856; Cattleya wageneri Rchb.f 1854; Cattleya wagneri Hort.; Epidendrum labiatum var. mossiae [Hkr.] Rchb.f 1861

Curiosità e note storiche
catt_mossiae_in_sitoUna specie proveniente dalla foresta venezuelana, bella, profumata e nota a tutti gli appassionati di orchidee. Ned Nash la considera fra le “tre grandi specie di Cattleya”, insieme con C. labiata (Brasile) e C. trianei (Colombia).
C. mossiae è stata così nominata in onore di Mr. & Mrs. Thomas Moss di Aigburgh (banchieri di Liverpool), nella cui collezione fiorì per la prima volta in Europa.
Cattleya mossiae è il fiore nazionale del Venezuela dal 1951. Hooker, in un passaggio della sua analisi descrittiva, evidenzia i particolari di questa nuova specie unifoliata (scoperta subito dopo la C. labiata), e scrive…”i fiori di questa orchidea sono i più grandi finora conosciuti dell’intera famiglia; sono inoltre molto appariscenti e nessun pennello d’artista può riprodurne la bellezza”
Per qualche tempo ci furono delle dispute sul fatto, che fosse una specie assestante e non solamente una varietà della labiata, poi fu deciso per considerarla una nuova specie.
Cattleya mossiae é una specie epifita, unifoliata a sviluppo simpodiale, endemica del Venezuela, vive sulla fascia montagnosa litoranea e sui pendii occidentali delle Ande a 1000 – 1600 metri di altitudine.
Questa specie presenta le infiorescenze molto grandi a gruppi di 3 – 5 fiori con tonalità di colore variabili dal lavanda pallido, al concolor alba, fino alla bellissima varietà coerulea.
L’introduzione nel mondo orticolo Europeo della Cattleya mossiae (1836), di più facile reperimento della C. labiata, creò molta sensazione ed interesse (denaro permettendo) fra i collezionisti dell’epoca e negli anni a venire furono molti i premi conquistati da questa nuova orchidea nelle esposizioni: fra il 1865 ed il 1913, la Royal Horticultural Society assegnò 37 (Awards of Merit) e 16 (First Class Certificates), a 53 nuovi cloni di C. mossiae.
La Cattleya mossiae fiorisce nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio ed in Venezuela è chiamata l’orchidea di Pasqua.

Grande successo come fiore reciso
Le più belle varietà e le prime ibridazioni furono molto usate per produrre fiori recisi, che fecero la fortuna dei coltivatori degli anni 40 e 50; in quei tempi le confezioni di fiori della C. mossiae rappresentavano il delicato omaggio che ogni figlio dedicava alla mamma in occasione della sua festa.
Si racconta che a partire dal 1934 e per diversi anni di seguito, un raccoglitore di orchidee nella zona di El Tocuya, Venezuela, spedì mediamente ogni anno, 20 – 50 casse Wardiane di C.mossiae a Mr. Edward A. Manda.
In natura sono state raccolte diverse C.mossiae forma “blu coerulee”, famose sono le varietà ‘Reineckiana, Blue Lip’ e ‘McPeaks’.
Gli appassionati delle Cattleya devono assolutamente cercare questa stupenda specie botanica perché è molto resistente ed adattabile alle varie condizioni critiche: in caso di disfatta della collezione rimarrà sicuramente vivo un esemplare di questa specie.

Note colturali
Cattleya mossiae va coltivata in vaso, io, però coltivo con buoni risultati, anche qualche esemplare in zattere di legno duro; va bagnata regolarmente durante la fase dello sviluppo, avendo però l’attenzione di garantire una breve asciugatura fra le bagnature e di porre molta attenzione con le bagnature invernali, che devono essere fatte con parsimonia.
Una buona luminosità accompagnata da ambiente caldo e ventilato garantisce piante in salute ed ottime fioriture.
Le fertilizzazioni vanno somministrate a dosi leggere, mezzo grammo di NPK 20.20.20 solubile, per litro d’acqua ogni 3 bagnature: in inverno dimezzare dosi e frequenza.
Questa orchidea è dormente a partire da novembre a febbraio, fiorisce in tarda primavera (emisfero nord) e rimane in leggero riposo vegetativo sino all’inizio dell’estate per ricominciare poi il nuovo sviluppo, che dura fino ad Ottobre.
I rinvasi e le divisioni sono consigliabili: solamente quando cominciano a vegetare le prime radici nuove.

Una bella Domenica con le orchidee

Qui a nord est, la mattinata di Domenica 16 Novembre si è messa la sua veste migliore, chissà, forse per premiare le amiche e gli amici che giungevano da lontano. La temperatura mite ed il cielo limpido, squarciato da un sole splendido, hanno fatto da cornice amena al raduno di Orchids Club Italia.
L’appuntamento per tutti era a casa di Alberto e Luigina e ci siam trovati in tanti.
Inatteso… (solamente qualche “spalleggiatore” era informato) è giunto anche Gianni dalla Germania ed è stata per tutti, una piacevole sorpresa.
La prima parte della mattinata l’abbiamo trascorsa dentro e fuori la serra di Alberto, per l’occasione tirata a festa con bellissime fioriture e tante belle piante in ottima salute. Nei visi felici delle amiche e degli amici presenti, aleggiava la bellissima sensazione di essere gruppo solido ed affiatato. Le presentazioni di rito hanno messo presto a proprio agio i nuovi appassionati, che partecipavano per la prima volta ai nostri incontri.
Continua a leggere