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Il vaso di Pandora?

Castello di Fontaineblau: Vaso – foto di Vincenzo Ghirardi

orchidee_dipinte_vaso_vince Questa foto è stata scattata dal nostro amico Vincenzo in occasione di un suo recente viaggio in Francia.
Fra le tante opere esposte nelle stanze del Castello di Fontaineblau, ad un orchidofilo in visita al Castello non poteva sfuggire questo bellissimo vaso impreziosito da deliziose orchidee dipinte.

Mi perdonerà la mitologia greca se a commento della foto prendo in prestito il mito di Pandora, ma mi piace pensare che dentro quel vaso senza coperchio sia rimasta la speranza. Per noi orchidofili italiani, la speranza di ritrovarci più uniti e più forti, per noi persone, la speranza in un mondo migliore, più giusto e più pacifico.
Siete d’accordo? Non siete d’accordo?

Restrepia…quiz

… che difficile indovinare i nomi delle specie! Divertiti con questa ad esempio 😉

restrepia_quiz_marzo_09 La prima specie del genere è stata scoperta da Ruiz e Pavon, nel 1779, a nord del Perù ed è stata descritta nel 1798 con il nome di Humboldtia contorta.
Il genere è stato compiutamente descritto e pubblicato in: Nova Genera et Species Plantarum (foglio ed.) 1: 293. nel 1815 – 1816? da Humboldt, Bompland e Kunth: il campione in analisi era una Restrepia antennifera raccolta in Colombia.
Il nome del genere è stato dato in onore di José E. Restrepo.
José Emanuel Restrepo è stato un famoso uomo politico, storico e botanico colombiano, nato nel 1781 e morto nel 1863. Il genere Restrepia è stato dedicato a lui da Karl Sigismund Kunth (1788-1850) nel 1815.
Questo genere di orchidee ha messo più volte in confusione i botanici, che spesso si sono divisi sulla sua sistemazione (Barbosella, Brachionidium e Dresslerella); ora è collocato nella sotto tribù delle Pleurothallidinae (verso la fine del 20°secolo, Luer, nella sua monografia “Icones Pleurothallidinarum tomo XIII”, ha chiarito la situazione in merito ai nomi di specie, sinonimi e classificazione infragenerica), allo stato attuale si conoscono circa 50 specie.
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Orchidee selvagge… le emozioni del collezionista

La foto di copertina:
Dendrobium sulcatum Lindl.
Collezione Guido De Vidi – foto 25.02.09
Notizie su questa specie le trovi su questo post

giungla_fiore A CACCIA DI ORCHIDEE
Nomi come William John Swainson (1789-1855) evocano epoche, avventure, sotterfugi e miti legati alla scoperta di nuove specie di orchidee.
Ai nostri giorni, complice la “globalizzazione” dei mercati, è molto più facile vivere l’emozione della raccolta… basta andare a “caccia” fra i banchi dei venditori sudamericani o asiatici, sempre più spesso presenti nelle fiere europee.
Le orchidee che arrivano in Europa dai paesi extracomunitari, dovrebbero passare al vaglio di attenti controlli, ma da quel che si vede sui bancali dei venditori, molto materiale non proviene da semine e da coltivazioni.
Che questo sia male o bene non sta a me valutarlo, ma tant’è, e pare che questa opportunità procuri notevole piacere ai novelli “cacciatori ” di orchidee.
I moderni emuli di Swainson, Gardner, Paxotn, Bungeroth e altri, si dividono in due categorie: solitari (agiscono in solitudine e poi chiedono consigli), e “forumisti” brutto termine per indicare i frequentatori di forum su internet (il tam-tam attraverso internet produce la “caccia” di gruppo), quest’ultimi con l’occasione si godono anche il piacere di dare un volto ai compagni di messaggistica sui forum.
Perfetto, si dirà, ma le prede di caccia – poche troveranno una serra ad accoglierle – la maggior parte andrà ad abitare in soggiorno, in piccoli terrari, in verande o più semplicemente su davanzali, come se la caveranno??
In questa ricerca delle orchidee selvagge prende corpo anche un fenomeno particolare; siccome i venditori extra europei non tornano in patria con l’invenduto (dovrebbero rimettere in moto la burocrazia dei permessi), quel che rimane sui loro banchi di vendita diventa bottino di qualche venditore nostrano… le prede d’oltre oceano saranno vendute da loro in altre fiere.
Intanto, i “cacciatori” di orchidee selvagge, tornati a casa mostrano le foto delle loro prede su Facebook o sui loro forum di frequentazione.
Una bella rappresentazione non c’è che dire, ma per entrare a pieno titolo nella affascinante atmosfera delle orchidee selvagge, facciamo un salto nel tempo ed andiamo a rileggerci Rebecca Tyson Northen , a proposito delle orchidee provenienti dalla giungla, nel suo libro “Le orchidee” scriveva:
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