Archivio mensile:Febbraio 2009

Restrepia…quiz

… che difficile indovinare i nomi delle specie! Divertiti con questa ad esempio 😉

restrepia_quiz_marzo_09 La prima specie del genere è stata scoperta da Ruiz e Pavon, nel 1779, a nord del Perù ed è stata descritta nel 1798 con il nome di Humboldtia contorta.
Il genere ̬ stato compiutamente descritto e pubblicato in: Nova Genera et Species Plantarum (foglio ed.) 1: 293. nel 1815 Р1816? da Humboldt, Bompland e Kunth: il campione in analisi era una Restrepia antennifera raccolta in Colombia.
Il nome del genere è stato dato in onore di José E. Restrepo.
José Emanuel Restrepo è stato un famoso uomo politico, storico e botanico colombiano, nato nel 1781 e morto nel 1863. Il genere Restrepia è stato dedicato a lui da Karl Sigismund Kunth (1788-1850) nel 1815.
Questo genere di orchidee ha messo più volte in confusione i botanici, che spesso si sono divisi sulla sua sistemazione (Barbosella, Brachionidium e Dresslerella); ora è collocato nella sotto tribù delle Pleurothallidinae (verso la fine del 20°secolo, Luer, nella sua monografia “Icones Pleurothallidinarum tomo XIII”, ha chiarito la situazione in merito ai nomi di specie, sinonimi e classificazione infragenerica), allo stato attuale si conoscono circa 50 specie.
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Orchidee selvagge… le emozioni del collezionista

La foto di copertina:
Dendrobium sulcatum Lindl.
Collezione Guido De Vidi – foto 25.02.09
Notizie su questa specie le trovi su questo post

giungla_fiore A CACCIA DI ORCHIDEE
Nomi come William John Swainson (1789-1855) evocano epoche, avventure, sotterfugi e miti legati alla scoperta di nuove specie di orchidee.
Ai nostri giorni, complice la “globalizzazione” dei mercati, è molto più facile vivere l’emozione della raccolta… basta andare a “caccia” fra i banchi dei venditori sudamericani o asiatici, sempre più spesso presenti nelle fiere europee.
Le orchidee che arrivano in Europa dai paesi extracomunitari, dovrebbero passare al vaglio di attenti controlli, ma da quel che si vede sui bancali dei venditori, molto materiale non proviene da semine e da coltivazioni.
Che questo sia male o bene non sta a me valutarlo, ma tant’è, e pare che questa opportunità procuri notevole piacere ai novelli “cacciatori ” di orchidee.
I moderni emuli di Swainson, Gardner, Paxotn, Bungeroth e altri, si dividono in due categorie: solitari (agiscono in solitudine e poi chiedono consigli), e “forumisti” brutto termine per indicare i frequentatori di forum su internet (il tam-tam attraverso internet produce la “caccia” di gruppo), quest’ultimi con l’occasione si godono anche il piacere di dare un volto ai compagni di messaggistica sui forum.
Perfetto, si dirà, ma le prede di caccia – poche troveranno una serra ad accoglierle – la maggior parte andrà ad abitare in soggiorno, in piccoli terrari, in verande o più semplicemente su davanzali, come se la caveranno??
In questa ricerca delle orchidee selvagge prende corpo anche un fenomeno particolare; siccome i venditori extra europei non tornano in patria con l’invenduto (dovrebbero rimettere in moto la burocrazia dei permessi), quel che rimane sui loro banchi di vendita diventa bottino di qualche venditore nostrano… le prede d’oltre oceano saranno vendute da loro in altre fiere.
Intanto, i “cacciatori” di orchidee selvagge, tornati a casa mostrano le foto delle loro prede su Facebook o sui loro forum di frequentazione.
Una bella rappresentazione non c’è che dire, ma per entrare a pieno titolo nella affascinante atmosfera delle orchidee selvagge, facciamo un salto nel tempo ed andiamo a rileggerci Rebecca Tyson Northen , a proposito delle orchidee provenienti dalla giungla, nel suo libro “Le orchidee” scriveva:
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Pordenoneorchidea 2009 – 10a edizone

Allestimento ed esposizione a cura di Orchids Club Italia

Ortogiardino, il Salone dell’ortoflorovivaismo in calendario alla Fiera di Pordenone da sabato 7 a domenica 15 marzo 2009 compie 30 anni…nel 1999 nasceva anche Pordenoneorchidea.
Sembra ieri quando, ormai 10 anni orsono, la direzione della fiera di Pordenone ci chiese di organizzare una esposizione di orchidee nel contesto della ormai consolidata “Ortogiardino”.
Ebbe un grande successo quella prima edizione. Quell’esposizione si avvalse della splendida coreografia, preparata per l’occasione dalle maestranze della Flover di Bussolengo con fontane e scorci di foresta tropicale.

pordenoneorchideaSono trascorsi 10 anni, l’esposizione è ormai un appuntamento consolidato, meta di visitatori provenienti da vari Paesi della Mitteleuropa.
Questa 10a edizione torna alle origini, rinasce il “Giardino delle orchidee”.
E’ nostra intenzione far respirare ai visitatori, atmosfere di altri tempi: quelle dell’Europa dell’Ottocento in particolare, epoca nella quale iniziò a diffondersi un’ammirazione sempre più vasta per le orchidee esotiche, irresistibili oggetti del desiderio che arrivavano nei giardini e negli orti botanici europei da ogni parte dei nuovi mondi, circondati da un alone di mistero. Era un periodo in cui le orchidee tropicali sembravano fatte apposta per rispondere alla mania esotica dell’Inghilterra Vittoriana: fiori sensuali, strani, spettacolari, grandi come mai se n’erano visti in precedenza; oppure minuscoli come preziose miniature, sembravano fatti apposta per accendere l’immaginario della società più opulenta dell’epoca. Raffinata ed elegante sarà anche l’edizione 2009 della mostra mercato dedicata a questo affascinante fiore allestita da Orchids Club Italia. Qui i visitatori di Ortogiardino potranno ammirare le specie più rare e preziose, ma anche acquistarle e, seguendo i preziosi consigli degli esperti, provare a farle crescere e fiorire in casa propria.

PROGRAMMA

Sabato 7 Marzo ore 10 – Padiglione n° 5 – inaugurazione del Giardino delle orchidee con la presenza di commedianti e musicanti in costumi settecenteschi.

Orchidee in concorso
Giudici di Orchids Club Italia valuteranno le orchidee in esposizione applicando il metodo americano (punteggio 1-100) ed assegneranno 3 premi:
1 – The best in show
2 – Grand Prix International Orchid Festival 2009
3 – Oscar della coltivazione

La bottega artistica
Padiglione n° 5 nello spazio “Pordenoneorchidea” è allestito un laboratorio dove poter dipingere le orchidee in esposizione.
Tutte le mattinate dei giorni feriali, chi intende partecipare può presentarsi nella bottega dell’arte, munito di attrezzature e strumenti per dipingere a tecnica libera. L’organizzazione metterà a disposizione le orchidee “modelle”.

A caccia di rarità
A complemento dell’esposizione saranno presenti vari stand di produttori di orchidee da collezione, italiani e stranieri… non mancheranno le orchidee fiorite in vendita.
Per festeggiare la decima edizione di Pordenoneorchidea, sarà allestito l’angolo delle scoperte selvagge, dove potrete scoprire ed acquistare divisioni di orchidee della collezione Guido De Vidi, comprese quelle pluripremiate in expò internazionali. Occasione unica per arricchire la vostra collezione con divisioni di piante adulte e acclimatate in Italia da molti anni.
A questo indirizzo potete inviare una piccola lista dei vostri desideri… chissà che qualche cosa non si trovi.

Vi aspettiamo numerosi.
Orchids Club Italia

Padova – Bussolengo… passando per il monte Baldo, e ritorno

Cosa non si fa per gli amici e per le orchidee: diario semiserio dei due famosissimi esploratori (BRUNO e MERIS)… due soci padovani del Club, in visita alla mostra di Bussolengo.

OGGETTO: Esplorazione della giungla del Bussolengo alla ricerca di nuove specie di orchidee selvatiche e non.

Dopo un’accurata documentazione della zona da esplorare (il garden di Bussolengo) ci siamo messi all’opera per tracciare l’itinerario da percorrere nella giungla di strade e autostrade e scaricato da internet il percorso da fare sabato 14-02-2009 alle ore 09.45’ ci siamo messi in viaggio a bordo della nostra nave (Fiat punto).
Il mare dell’autostrada era pieno di insidie e tranelli ma noi prodi esploratori forti del nostro moto (non sempre la strada più breve è la migliore) giunti all’uscita di Verona nord la mia navigatrice Meris – a me gha ditto: varda che xe scritto Bussolengo – io ho risposto – più avanti c’è l’uscita giusta – (mi sbagliavo)… proseguendo ho capito di aver sbagliato, purtroppo l’uscita successiva era Affi.

monte_baldo_02_09 (Monte Baldo visto da Pastrengo – panoramica)

Usciti ad Affi ho detto – non torniamo indietro per l’autostrada, ma prendiamo la tangenziale – ma in quel mare in tempesta di deviazioni ho preso la via sbagliata e proseguendo avanti senza chiedere indicazioni a nessuno (tanto, quando ci decidiamo di chiedere informazioni troviamo sempre o uno non del posto o uno ubriaco) proseguiamo imperterriti per la nostra strada (siamo arrivati quasi in cima a Monte Baldo) avendo capito in ritardo che se continuavamo ancora nella nostra esplorazione avremmo trovato la neve e non le orchidee. Siamo tornati in dietro verso Affi.
Arrivati ad Affi questa volta per non sbagliare riprendiamo l’autostrada, ma sbagliando la direzione andiamo verso Trento (porca miseria la prossima uscita è a 27 km ), arrivati a Avio siamo usciti dall’autostrada ci siamo fermati a prendere un po’ d’aria.
Abbiamo ripreso l’autostrada e via verso la nostra meta (la giungla di Bussolengo) senza intoppi, arrivati nella giungla abbiamo sbagliato nuovamente e siamo entrati dall’uscita, erano le ore 12.30’ circa, km percorsi 227.
Finalmente felici e stanchi ci siamo immersi nella giungla piena di meravigliose orchidee.
Vagando tra la giungla abbiamo trovato un indigeno del posto (Vincenzo) che ci ha fatto da guida verso una capanna indigena (il bar del garden) per rifocillarci un po’.

Proseguendo nella nostra esplorazione abbiamo incontrato altri indigeni locali e non, con loro abbiamo scambiato alcune parole (strano parlavano la nostra lingua) e ci siamo immersi nuovamente nella giungla per raccogliere un po’ di orchidee da portare a casa.
Salutati gli indigeni che ci hanno indicato la rotta da prendere per il ritorno, ci siamo imbarcati sulla nostra “nave” per far rotta verso casa erano 16.45 circa.

Dopo una lunga fila di “navi” che attendevano il turno per passare il mare del centro di Bussolengo abbiamo preso la via indicataci dagli indigeni, ma le insidie non finivano mai ed ecco che ti arriva una strada interrotta con relative due deviazioni (tragedia) ne prendiamo una, naturalmente non giusta per noi, dato che ci ha portati nel centro di Verona, e adesso? Dove andiamo? Con un colpo di fortuna condito dalla mia “indiscussa” esperienza di navigatore ci siamo trovati davanti alla fiera e con una grande virata e alzato la vela maestra ho fatto rotta verso il casello di Verona sud senza altri intoppi, siamo arrivati a casa sani e salvi alle ore 18.45 con un totale di km 327, (oltre 100 km in più del necessario) stanchi ma soddisfatti di quella bellissima avventura nella giungla di strade e autostrade e Garden da trovare.

A tutti voi un saluto e alla prossima avventura dai più grandi esploratori Bruno e Meris.

PS)… e ricordate sempre il nostro motto: non importa quanta strada fai ne quanto tempo ci metti, l’importante è arrivare sani e salvi.

Prossima avventura …………..Pordenone ?????

Nota di redazione: ve spetemo a Pordenon, ma par rivar in tempo ve convien partir doman de matina… presto 😉